martedì 12 novembre 2019

Due volte Luis Sepúlveda

"Ah sì? E cosa ha capito?" chiese l'umano.
"Che vola solo chi osa farlo" miagolò Zorba.

Non sono mai stata una grande lettrice.
Da bambina leggevo fiabe e racconti, che poi ho scoperto essere di autori illustri: Dickens, Wilde, Andersen.
Da ragazza leggevo le opere degli autori che studiavo a scuola. E quando chiudeva la scuola, continuavo a leggere di Leopardi e Foscolo.
Il primo libro che ho comprato semplicemente per il gusto di leggere è stato "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare".
E se la memoria non mi inganna, fu mio fratello a dirmi: "Leggi per te, per una volta. Scopri ciò che ti piace.".
Sono felice di essermi lasciata andare. Ho scoperto così, per caso, un racconto bellissimo. Che parla di collaborazione e solidarietà tra diversi. E' un libro dal quale si potrebbero ricavare infinite citazioni, ma ho scelto il finale perché mi sembra di trarne una lezione profonda da non dimenticare: il vero fallimento, nella vita, non è sbagliare, ma non provare.

A distanza di vent'anni ho letto ancora Sepúlveda, ancora un racconto, ancora una lezione: la libertà si paga a costo di andare contro ogni convenzione, contro ogni opinione comoda che avevamo di noi stessi. La vita non è sicurezza, la vita è passione, è ardore. Non si può rimanere sempre nel proprio Paese del Dente di Leone e pensare di aver vissuto.
Vivere è conoscere persone di tutti i tipi, è accumulare ricordi, è arricchire la Memoria collettiva.

"Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla."

Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza è una fiaba da assaporare lentamente, sotto un plaid e con una tazza fumante di tè.
A Natale ti regalerò la raccolta delle fiabe di Sepúlveda.

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