mercoledì 20 novembre 2019

La Metamorfosi - Franz Kafka

"Gregor, attirato dalla musica,
 s'era arrischiato un po' più avanti, ed era già con la testa nel salotto.
Non si stupiva più di avere in questi ultimi tempi così pochi riguardi per gli altri, 
mentre prima se ne era fatto un vanto."

"Era davvero una bestia, se la musica lo commuoveva tanto?"

Ancora un capolavoro. Questa volta un racconto.
Il tema che mi è più caro ricordare è quello legato all'emarginazione del diverso.
L'aspetto esteriore di una persona conta, eccome! Ma essere meschini davanti ad una deformità fisica, capovolge i ruoli, e il mostro diventa chi insulta e non l'insultato.
Kafka mi piace perché è alienante! Non mi viene in mente nessuno che gli somigli.
In alcune pagine, poche in realtà, lo ritrovo veramente divertente.
La famiglia sa essere avvolgente, ma anche opprimente.
Ma la cosa che in assoluto mi attrae di questo racconto è l'idea della metamorfosi.
Quante volte ho desiderato di essere diversa da come sono, sia fisicamente sia emotivamente?
Eppure mi chiedo se sarei capace di adattarmi ad una nuova me. O sarei portata a lamentarmene?
Forse il segreto è pensare di accettarsi per come si è, ma senza adagiarsi. Provando sempre a migliorarsi.

O forse, non ho ancora capito chi io sia, e la metamorfosi è già in corso.
D'altronde: "Viviamo, nell'imbrunire della coscienza, mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo di essere." (Pessoa)

Una cosa è certa: per diventare farfalla, il bruco deve morire.
Il cambiamento è doloroso, ma necessario per far emergere la nostra vera natura.

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