domenica 5 settembre 2021

La Bella Estate - Cesare Pavese

Non bisogna conoscersi per volersi bene.


Dalla finestra aperta si vede la Mole Antonelliana.  
Si trova nel centro storico della città di Torino ed è uno dei simboli dell'Italia. La troviamo sul retro delle monetine da 2 centesimi.
Pavese era piemontese. E piemontesi sono sempre i protagonisti delle sue opere. Quando leggo non posso fare a meno di immaginarmi la loro dizione.
E mi investe sempre una silenziosa malinconia quando leggo. Pavese e il Piemonte mi fanno pensare ad un Italia e ad un tempo che non esistono più.
Non ho avuto problemi durante la lettura; è un romanzo breve e l'ho finito rapidamente. Tuttavia avevo sempre timore che accadesse qualcosa di orribile.
Non ne capisco la ragione. Forse perché si parla di una storia di cambiamenti emotivi? L'adolescente Ginia scopre la trasformazione, la crescita, l'amore di quando si è tra adulti. Forse è questo ad avermi turbato? A rendermi irrequieta, preoccupata. Malgrado la mia età anagrafica, che spesso sono costretta a ricordarmi, io sono molto infantile, ne sono consapevole. Non sono cresciuta. Sono un'immatura.
Quel salto che tutti prima o poi vivono, io non l'ho mai provato. Forse soltanto io e Peter Pan siamo rimasti così.
C'è una cosa che mi porto nel cuore, e non posso confessare a nessuno. Per alcuni aspetti mi fa stare male. Tuttavia so che devo tacere, e che la mia punizione è il silenzio.
Tutto questo ha pregiudicato la mia lettura? Non ne ho idea.

Andiamo dove vuoi, - disse Ginia, - conducimi tu.

Quella che si è conclusa è una domenica indimenticabile. Ma c'è una vocina dentro che mi sta parlando, sta logorando, scavando.
Caro Bloggy,
ricordi cosa ho scritto ieri sulle prigioni e i prigionieri?
Per il momento è andata bene.
Ma so che sta per arrivare la tempesta.
Saprò attraversarla?
Come reagirò quando si parlerà di cose serie, di cose che per me sono dolorose?
Ho paura Bloggy.
Io non sono Ginia. Ho fiducia nel prossimo, ma non mi lascio mai andare fino in fondo.
C'è sempre un limite, oltre il quale non mi sono mai spinta.
Perché, lo so, non sono una persona che valga la pena conoscere. 
Mi piace scherzare ma non vorrei mai essere scambiata per una che non sono.
Nel bene e nel male.
Cosa sto facendo? Perché cerco sempre la luce, pur sapendo perfettamente qual è il mio posto? Solitudine e oscurità.

Ginia ha provato ad essere diversa, ha fatto le stesse esperienze delle sue amiche.
Perché è proprio come nel telefilm Dark: possiamo compiere qualsiasi azione, prendere direzioni diverse, aprire mille porte, chiudere finestre, ma arriviamo sempre al punto per il quale siamo stati destinati.
Stasera ho paura, molta paura.

Nei film è tutto diverso. Bello. Facile. Perfetto.
Ma la vita no. Devo tenerlo a mente.
Cosa sto facendo?
Forse niente di male.
Se ci penso la consapevolezza che non ci incontreremo mai dovrebbe agevolarmi il compito. Invece sono così presente a me stessa che ho paura di mostrarmi. Di aprirmi.
Volevo essere un'altra persona.

Buonanotte.


p.s. 

Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti.
Per me, la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra.
Alla fine tutti gli errori e tutte le scuse sono da imputare solo a me.
Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio soltanto avere la maggior quantità possibile di gioia e serenità, e immagazzinare quanta più vita riesco, per tutto il poco tempo che mi resta da vivere.

Freddie Mercury avrebbe compiuto 75 anni. Credo che lui avrebbe capito questo mio disagio interiore. Questo sentirmi sempre sbagliata rispetto al mondo, rispetto ai tempi. Grande fuori, minuscola dentro. Cuore bambino, in un mondo che ha delle regole che non capisco e non rispetto.
"Le lancette non si possono mettere indietro."
Ma nel mio cuore: I still love you. Ciao Freddie.

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