domenica 12 settembre 2021


La vita deve essere vissuta, non pensata, perché la vita pensata nega se stessa e si mostra come un guscio vuoto.
Bisogna mettere qualche cosa dentro questo guscio, non importa che cosa.


Sono piena di cortisone e cetirizina. Ciononostante (buffo! Se scrivo "cionnostante" il correttore mi segnala un errore, benché il vocabolario Treccani dica "più corretto ma raro"), sono deforme. Ho la fronte gonfia, ma così gonfia che sembro un mostro. Ma perché sempre il viso?
Non poteva gonfiarsi un gomito? Una volta sono gli occhi, una volta le labbra, la gola, le orecchie. SONO STANCA.
Perfino parlare con Persona mi ha reso triste. Ma non per colpa sua. Lui è sempre lo stesso.
Lo accontento sempre, perché sempre riesco a fargli schifo. Qualunque sia l'argomento. Un po' mi fa ridere scrivere questa cosa, un po' mi prende male.
Lui è come un grande specchio che mi indica tutti i miei difetti, e mi obbliga a guardarli in faccia.
Effettivamente anche la mia scrittura è orrenda. Ma è infantile. Tonda. Non ho mai detto il contrario. Però mi scoccia. Niente! Di me non si salva NIENTE!
Scusa Bloggy,
dovrei dormire perché mi bruciano gli occhi, e il liquido che ho in fronte preme sulle tempie e mi duole.
Ma avevo voglia di sfogarmi un po' qui, con te. 
Almeno tu ascolti e non mi rimproveri, schifi, butti addosso il tuo malcontento.
Probabilmente se potessi lo foresti anche tu: fuggire da me o ridicolizzarmi.
Solo PiccoloPrincipe mi dice cose carine. Oggi mi ha beccata durante "un concerto" dei miei e mi ha detto: "Che bella voce, ZiaLu!".
Ma PiccoloPrincipe è AMORE. Il suo giudizio non ha valore tecnico. Ma immenso valore d'amore. E non mi lamento.

Io sono abituato a cibarmi di nuvole e lontananza.


Oggi moriva Eugenio Montale. Non abbiamo mai scritto nulla su di lui.
Ma recupereremo.
Buonanotte Amico mio.
A domani.
Spero con notizie migliori. 
Sono affranta. Vuota. Triste.

Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. Ѐ raro ma accade.
Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio.
Tanto e altro può darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era.
Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza è una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.

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