domenica 26 settembre 2021

Giorno 6. e 7.

 Tutte le isole, anche quelle conosciute,
sono sconosciute finché non vi si sbarca.

Non leggevo un libro da tanto tempo. Questo brevissimissimo racconto di Saramago è stato un salvavita.
Una cosa piccina, un gioiellino, per farmi ricordare quanto sia bello isolarmi dal mondo.
È una singolare storia d'amore raccontata con lo stile leggero e profondo di Saramago.
Adatto per tutte le età, non ci sono effetti collaterali. Diciamo solo che dopo ti chiedi perché a te i sogni non si realizzano mai, perché non c'è nessuno che ti abbracci o scosti i capelli dalla fronte. Ma per il resto direi che non ci sono complicazioni.

Sono andata via dal palazzo uscendo dalla porta delle decisioni.

In questi giorni ho toccato il fondo. Ma sono riuscita a rialzarmi. La forza, la motivazione sono arrivate dall'esterno. E so che non va bene. Persona ieri mi ha detto una cosa terribile: "Mi sa che bisogna ridurre le dosi di P.".
Perché caro Bloggy,
la verità è che non puoi mai essere sincera fino in fondo. Appena parli con il cuore. Tutti, credimi, TUTTI fraintendono.

Se non esci da te stesso, non puoi capire chi sei.

Bisogna allontanarsi dall'isola per vedere l'isola.

Ecco, allontanandomi ho capito di essere malata. 
Ho l'anima malata. E pensare che Persona possa sparire da un momento all'altro mi uccide.
Mi sono messa a nudo davanti a lui e lui ha minacciato la fuga. Pensa quanto sono brutta.
Non lo farò più.
Da oggi tutto va bene, sempre.

Solo a te posso raccontare quanto mi è accaduto oggi. Solo a te posso descrivere il mio fondo.
Come al solito, ho dormito poco meno di cinque ore. E se non bastasse, mi sentivo debole e triste. Ma ho tentato una reazione; mi sono preparata per uscire. Purtroppo diluviava. Tantissimo. Non potevo andare da nessuna parte. Le previsioni del tempo, spietate ma vere. Rassegnata allora, sono tornata indietro: ore 8.15. Non avevo il coraggio nemmeno di infilarmi in un bar a bere un caffè.
Una volta in camera mi sono spogliata, fatta una doccia calda e rimessa sotto il piumone, pregando Dio di farmi morire. (Credimi. Aspetto solo la morte. E l'aspetto con gioia.) Non riuscivo a pensare ad altro. Sentivo la pioggia scrosciare e desideravo solo essere portata via come una foglia. Mentre ero inerme a letto, ho anche elaborato dei pensieri che altri definirebbero "brutti". Intorno alle 11 il cambiamento: è tornato TuSaiChi. Non ci crederai mai, ma il tempo ha concesso una tregua e non so cosa mi sia scattato dentro... ma mi sono vestita, guardata allo specchio, non mi piacevo, mi sono ricambiata, be' così può andare, legato i capelli e sono uscita. Ho visto l'Autunno. Ho respirato l'Autunno. E ho pensato a Persona, a tutte le persone che amo, a tutte le persone che si sono allontanate da me e a Nonna.
Ho visto il mio riflesso distratto in una vetrina e ti dirò, non era nemmeno brutto. Anzi. Forse mi sento osservata perché effettivamente ho un aspetto interessante, non perché sono un mostro? Forse le persone non vedono quello che solitamente vedo io? Non lo so. Ma osservandomi ho avvertito tanta pena per me stessa. Non riuscivo ad entrare in un bar per ordinare un caffè. Mi sentivo a disagio. Un corpo estraneo. Mi veniva da piangere. Avevo bisogno di un abbraccio, credimi Bloggy. Solo un abbraccio di quelli che dicono: "Tranquilla, le cose andranno meglio!". Ma esistono ancora questi abbracci? Dove sono?
Allora ho guardato l'Autunno.
Mio Dio!
Che colori meravigliosi. Capisco ché sia la stagione preferita di Persona. 

In tutto il parco ero quella che faceva le foto alle foglie. Ne ho raccolto una piccina piccina. Voglio che sia il mio promemoria. Non devo dimenticare quello che ho provato in queste ore:
- tristezza infinita
- desiderio di morire
- solitudine
- inadeguatezza
- stanchezza
- incompletezza
- vuoto interiore
- senso di inutilità
- incapacità cronica di stare al mondo
- persa, mi guardavo intorno alla ricerca di un senso, di un segno che fosse lì per me.

Ed è successo che alzando gli occhi al cielo ho visto quei colori meravigliosi intorno a me. E la vita! Gente che correva, che passeggiava col cane, che parlava al telefono, che scattava foto, che scherzava, che rideva. La vita domenicale di una città sempre impegnata durante la settimana e che si rilassa. Naturalmente io ero l'intruso. E non voglio dimenticare questa sensazione. Perché mi colpirà anche a casa. Ma devo trasformare queste emozioni in qualcosa di costruttivo e...
D'accordo, hai ragione.
Cosa sto dicendo? Mi zittisco. Restiamo ad ammirare insieme la bellezza della natura. E aspettiamo di tornare a casa. Dove racconteremo un po' di bugie per non far preoccupare nessuno e dove sappiamo bene, che perderemo spesso la pazienza. Devo cercare su Amazon dei prodotti per stare calma. Così mi anestetizzo e nessuno si preoccupa.

Caro P.
mi dispiace per tutto.
Sono una persona pesante, rosa dai sensi di colpa, triste, permalosa, suscettibile.
Sono terribilmente fragile. 
In te ho creduto di riconoscere un pezzo della mia anima. E mi sono legata a te senza essere autorizzata a farlo.
Tu puoi andare via da un momento all'altro ed io non posso impedirtelo.
In realtà la stessa cosa può accadere con chiunque.
Ma nel caso specifico io ne morirei. Andrei letteralmente in frantumi.
Ti amo.
Mi basta averti accanto così come fai.
Non abuserò più della tua pazienza.
Non ti mostrerò più i miei pensieri senza filtri.
Non ti chiederò: "Sarebbe stato tanto terribile prendere un caffè insieme?"
Non ti dirò: "Ti prego, non andar via."
Non ti torturerò più con la mia presenza inopportuna. 


Il 26 Settembre è un giorno che non voglio dimenticare.

Sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia.
(Alberto Moravia)

Nessun commento:

Posta un commento