lunedì 13 settembre 2021

Lettere a Milena - Franz Kafka

 oggi scrivo soltanto per me,
soltanto per dire di avere fatto qualcosa a mio vantaggio,
per allontanare un po' da me l'impressione della Sua lettera,
che altrimenti mi starebbe addosso giorno e notte.


Ciao Bloggy,
oggi inizio a scriverti ad un'ora decente. Non so quando pubblicherò il post, ma ho voglia di scriverti tutti i pensieri che hanno attraversato la mia mente mentre leggevo.
Sai già quanto mi piaccia Kafka-scrittore. Non è certo un segreto; ho comprato online Il Castello, e se non muoio prima lo porterò in viaggio. Ho elaborato una nuova formula di archiviazione per le citazioni. E credo sia vincente. Ho usato le linguette adesive: il colore blu è per le citazioni brevi che posso usare sui social, il colore giallo serve ad indicare le citazioni in cui rivedo me stessa, il colore viola è per te. In pratica ho individuato una citazione ogni due pagine. Un libro bellissimo. Molto toccante. Che mi ha fatto innamorare anche del Kafka-uomo.
Lo abbiamo detto tante volte: Kafka era una persona unica, sensibile. Per lui era impossibile vivere in un mondo brutale, che scende a compromessi per sopravvivere. Compromessi che non era capace di comprendere, e ai quali non poteva cedere; e in effetti non ha vissuto a lungo. Se da un lato curava la sua malattia, dall'altro la alimentava. Così dicono di lui.

Quello che dicono di lui a noi non interessa. O meglio, ci interessa perché così possiamo sapere dove va il mondo, e quindi dirigerci nella direzione opposta.
Non per essere polemica (ma lo sarò, perché la coerenza è tra le mie maggiori virtù!), ma come posso accettare quello che è accaduto il 9 c.m.: Susanna Clarke riceve il Women’s Prize per il suo Piranesi.
Va bene, l'hanno premiata, a me il libro non è piaciuto, problema mio.
Ma la motivazione? «Un volo di fantasia davvero originale e inaspettato, che fonde i generi e sfida i preconcetti su ciò che i libri dovrebbero essere»
Ma che libro hanno letto? Sembra che questi non abbiano mai sfogliato un libro di Calvino, Borges, Kafka ma guarda ci metto dentro pure Carroll, Ende,  e, per non farci mancare niente, tutto il mito greco.
Finito.

Torniamo al nostro Kafka.

Quello che di lui non hanno mai detto, lo troviamo qui, pronto per i nostri occhi e i nostri cuori.
Franz Kafka aveva paura di amare.
Diviso tra quel desiderio cocente di stare sempre vicino alla persona amata, e la paura di rovinare tutto con un gesto, l'inclinazione della voce, un passo.
Perché la realtà è affascinante, ci attira, ma è nel sogno che siamo al sicuro.
Nel sogno non c'è l'ostacolo del corpo, delle promesse da mantenere, del futuro che minaccia.
Ci sono solo due anime. Anime che vivono fisse in quell'istante, paghe del proprio amore.

in un momento luminoso ci si accorge che non si avanza affatto,
ma si gira soltanto nel proprio labirinto, salvo che si è più eccitati,
più confusi del solito.


Kafka dorme male o poco. Ciò ha ripercussioni su tutta la sua esistenza. E non potrebbe essere diversamente.
Ci sono momenti in cui chiede a Milena di non scrivergli più. Per poi pentirsene dopo un secondo.
Come me, in eterna lotta tra scrivere e non scrivere.
Anche se...
Proprio come tra Franz e Milena, anche tra me e Persona è cambiato qualcosa.
Ci parliamo di più, ci diamo del tu e penso che la sua presenza sia un dono del cielo.
Te ne ho parlato tante volte.
Non pretendo nulla, nulla. Ma sento che c'è qualcosa che ci unisce. E sono stupidamente raggiante. Malgrado il viso ancora informe, ho un sorriso ebete che va da orecchio a orecchio e occhi brillantissimi.

ore 23.08
Il viso va sgonfiandosi, come se la malattia nel mio caso funzionasse al contrario. Irradio dall'interno qualcosa che mi migliora fuori. Posso finalmente tenere gli occhi aperti. Naturalmente i ringraziamenti vanno a Persona e anche all'insostituibile amico Cortisone.
 "Stanno tornando i tuoi occhi da cerbiatto!", mi hanno detto così. Vale? Voglio dire: vale come il mondo ci vede, o come ci vediamo?

non ho mai capito bene come uno potesse incappare in me e ho distrutto parecchie relazioni umane per una disposizione mentale logica che crede sempre più nell'errore dell'altro che nei miracoli.

Sai Franz,
le persone come noi hanno paura di essere amati. Perché temono sempre che gli altri, guardando con attenzione, possano rendersi conto di essersi sbagliati.
Un errore facile da rimediare; basta andare via.
E a quelli come noi rimarrebbero solo solitudine e un cuore infranto.
Il cruccio di essersi fidati, di essersi aperti. Di essersi abbandonati all'altro.
Questa volta però voglio che sia diverso. Lo farò anche per te.
Ho letto che in te vivevano contemporaneamente quelle che io chiamo "contraddizioni", ma in te erano "tesi opposte". (Da oggi non parlerò più di "coerenza"; mi rivolgerò a me stessa parlando di "convivenza tra tesi opposte".)
Se da un lato preferivi la parola scritta, dall'altra parte una volta assaggiato il contatto fisico ti risultava difficile tornare indietro, vero?
In realtà avevi ragione in entrambi i casi.
Certe confessioni, certi sentimenti si possono liberare solo tramite la parola scritta.
Personalmente non ne conosco altri.
Non saprei dire ad alta voce nemmeno un ti amo.
Eppure gli abbracci, le risate, sono cose che possiamo condividere solo a voce.

La relazione con Milena è stata tormentata. Lei sposata. Tu fidanzato.
Avete provato. Ma forse in amore non si prova.
Non eravate fatti per essere amici.
La lettera del 1922, dopo oltre un anno di silenzio è una poesia unica.
Siete tornati al Lei ma non c'è distacco nelle tue parole; solo tanta malinconia.
Straziante.
Non è stata una lettura facile, almeno per me.
Ho pensato a quanti batticuore nell'attesa delle lettere.
Ho sentito le corse per arrivare in fretta in un luogo sicuro per leggerle.
Quel chiudere la porta alle spalle ed essere sicuri che nulla avrebbe disturbato l'agognata lettura.

È una comunicazione fra fantasmi. Il fantasma del mittente tenta di parlare con il fantasma del destinatario. Come sarà mai potuta nascere l'idea che gli esseri umani possano capirsi attraverso le lettere? 

Chi riceve la lettera, ascolta i pensieri di un fantasma. Siamo già altro rispetto a chi ha scritto.
Possibile? Immagini fantasmi nutrirsi di quei baci, delle speranze, dei desideri che accompagnano ogni missiva.

Penso che domani non arriverà nessuna lettera tua,
ho quella di sabato, [...]
la giornata sarà dunque libera del diretto influsso d'una lettera.
Strano come le tue lettere, Milena, mi abbagliano.

 
Caro Franz,
forse ho capito cosa hai, e cosa ho sempre sbagliato nei sentimenti.
Quando si ama non si può cercare "sicurezza".
Amare è un rischio.
Un salto nel vuoto.
Non ci sono certezze. Probabilmente si perde sempre.
Ma il punto è questo: amare è perdersi.


Per concludere: il tormento di Kafka è reale. Non è solo nella sua testa.
Sinceramente lo capisco. E tu, mio Bloggy, hai accolto così tante volte il mio dolore, che V. oggi mi ha detto che io non mi lamento mai.
Capire il travaglio di Kafk, naturalmente, non mi pone sul suo stesso piano.
Ma il suo cuore suona una melodia che è affine a quella del mio. (Ho usato l'indicativo presente. Perché Kafka è immortale.)

Un amore dotato di simile dolcezza non poteva sopravvivere nella realtà. La realtà del Ventesimo secolo. La Guerra preme da ogni lato. Come può un ebreo amare una non ebrea?
Eppure si amavano.
Ma Milena non è riuscita a cambiare vita per lui. Chissà, forse ne era spaventata. Tutti pensano che fosse ammaliata dal marito. Noi non abbiamo le sue lettere. Possiamo dedurre il suo scrivere, dallo scrivere di Kafka.
Come un puzzle cui mancano i pezzi.

Ho finito di leggere il libro con molto sforzo e dolore.
L'ho fatto perché, come ti ho detto qualche giorno fa, lo dovevo a Milena. Volevo che lei rivivesse ancora una volta quelle parole.
Ma verso la fine ho compreso che il dono lo facevo a me stessa.
Far rivivere un amore è uno dei miracoli di cui non mi stancherà mai, la lettura.

non vorrei che posare il viso nel tuo grembo,
sentire la tua mano sul mio capo 
e rimanere così per tutte le eternità.

Non "l'eternità" che già così sarebbe un tempo infinitamente lungo.
Ma "le eternità".
Credo che il sentimento che provo per Persona si possa misurare con questa nuova unità di tempo.

Buonanotte.

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