giovedì 31 marzo 2022

 In una pubblicità ho sentito dire: "Magnesioqualchecosa per la tua stanchezza fisica e mentale!".

Benissimo! E per quella emotiva? Se c'è una intelligenza emotiva, perché non si può parlare e riconoscere anche una stanchezza emotiva? Una stanchezza dei sentimenti, dei continui rifiuti, delle continue delusioni?

Buonanotte Bloggy,
ho un libro da finire.

mercoledì 30 marzo 2022

La tristezza durerà per sempre.
(Biglietto scritto prima di suicidarsi)
VINCENT VAN GOGH


Ho visto due rondini bellissime.
Ma la mia vita fa schifo.
Sono un essere orrendo.
Una sorta di mostro primordiale.
Che non merita nemmeno un messaggio.
Chissà cosa ho combinato in qualche vita precedente per meritarmi questa, in cui amo dannatamente tutti ma nessuno vuole il mio cazzo di amore.
CHE ROBA INUTILE!
Vuoi un consiglio non richiesto Bloggy?
NON INNAMORARTI MAI! Fregatene di tutto e di tutti.
Sii cinico, distaccato. Non avvicinarti a nessuno. Non permettere a nessuno di avvicinarsi a te. Fai solo ciò che ti piace. Calpesta tutto. E non guardarti mai indietro.
La vita è sfruttare il prossimo, bombardare gente innocente, arricchirsi vendendo armi e minacciare un conflitto mondiale con milioni di morti. Ma tanto dobbiamo morire tutti.

Van Gogh disse: Più ci penso, più mi rendo conto che non c'è nulla di più veramente artistico che amare gli altri.
E infatti morì povero e triste. 


martedì 29 marzo 2022

 Tu leggi, leggi ogni volta che puoi.
Ti salverà.


Non ho la più pallida idea di chi abbia scritto o pronunciato questa frase. Ma è molto bella. Ed è giusta per me. Non voglio aumentare il mercato delle false attribuzioni (che mi infastidisce molto!) e mi limiterò a dire la verità: uso una citazione ma non ne conosco l'autore.

Caro Bloggy,
giornata conclusa. Mi sono ripetuta mille volte: leggerezza. Caffè insieme, anche se a distanza. Non ho mangiato salato, come faccio di solito. E guardandomi allo specchio mi sono vista perfino bella. (Non ci illudiamo. Questo stato di grazia domani sarà passato.)
Detto tra di noi: bellezza inutile. A che serve sentirsi belli? L'unica persona per cui vorrei essere bella non mi pensa nemmeno un po'. E non è certo con la bellezza che riuscirei ad avere la sua attenzione. (L'ho detto che lo stato di grazia non sarebbe durato molto!)
Però provo a prendermi cura di me stessa. Per quello che vale.
Non sono sicura sia la strada giusta per guarire, ma non mi sembra ci siano controindicazioni.
Oggi è andata così. Sono ancora qua. Cerco di mantenermi a galla. Di non esagerare. Perché se mi osservo bene, non c'è nulla che mi piaccia. Ma posso frustrami per questo? Devo avere coscienza di me. Leggerezza.

Spero che anche tu stia bene.

Buonanotte 

p.s. Ho scritto "bellezza inutile". E già, perché esiste anche una "bellezza utile". Un'alba, un fiore, una parola gentile, una carezza, una canzone, sentimenti profondi, una danza, un paesaggio, il mare... sono tutte bellezze utili. Di cui l'anima ha bisogno.
E sai cos'altro ho notato: non so dire "un mare". Per me è sempre "il mare". Perché per me è una creatura nota, determinata. Non un essere astratto, generico.
La bellezza del mare è utile, serve al cuore, alleggerisce l'anima, ampia la mente, lascia vagare i pensieri.

lunedì 28 marzo 2022

L'infinito senza farci caso - Franco Arminio

 Abbiamo bisogno
di un luogo: ci vuole
una mano,
una casa, un sorriso,
qualcosa che ci faccia
da perimetro.
L'animale senza luogo
si ammala,
ama senza amare,
soffre senza soffrire.
Amare è costruire un luogo,
cioè un pezzo di mondo
con un dio dentro.

Caro Bloggy,
sono ancora scombussolata; la lettura di ieri ha scavato più di quanto pensassi. Non ho chiuso occhio! Stamattina ho annullato un appuntamento e come sempre mi sono alzata da letto, solo perché la vergogna di farmi trovare in pigiama ha vinto la stanchezza. Purtroppo ci sono state notizie non buone, legate al fronte Covid. Molte persone che conosco si stanno ammalando. E mi sta tornando la paura (che non credo mi abbia mai completamente abbandonato. Mi scoccia quando dicono: "Tanto lo dobbiamo prendere tutti!" o "Lo abbiamo preso e non lo sappiamo." Ma che vuol dire?!? Stiamo attenti su!) Fortunatamente i sintomi di chi si ammala non sono preoccupanti, ed è un'ottima notizia. Ma il vaccino ci proteggerà? Non ci dobbiamo pensare più? Speriamo.
Mi ha scritto P. Non immagini la mia gioia. Sai, forse ho capito una cosa importantissima: P. mi sta insegnando la leggerezza. Quella che proprio non ho. Sono stupida, faccio battute cretine. Ma so di essere una persona pesante, per questo scappano via tutti. P. invece è ancora qua. Con tutti i suoi, giusti, spazi. Le sue distanze. La sua riservatezza. C'è. Ed è un bel pensiero felice. Vorrei dire al dott. Navarro che nel mio caso c'è molto da fare. Da capire, raccogliere. Non sono ancora pronta, ma ho cercato di aumentare il mio conto di emozioni belle. L'ho fatto con la poesia. La poesia mi piace. Mi piace tantissimo. E quella di oggi parla di amore. Ed io sono una persona che ha bisogno di amare, ha proprio bisogno di pensare all'amore.

Caro Bloggy,
tu sei l'unica cosa che mi appartenga realmente. L'unica cosa che faccio per me, che mi piace fare. Sei la mia stanza tutta per me stessa! Come suggeriva Virginia Woolf, della quale ricorre l'anniversario della morte; sei il posto che mi sono costruita per parlare di me stessa, per mettermi in mostra, per mettermi al primo posto. Io che non lo faccio mai, che lascio sempre la pole position agli altri.
Ho creato questa stanza per questo! Perché normalmente non so prendere decisioni, lascio correre, lascio fare. Ma qui no. Qui ci sono io davanti a tutti. Coi difetti e senza occultamenti (di cadaveri!). Io e basta. Ecco perché non mostro a nessuno ciò che scrivo. Qui sono libera di scrivere. E non credo di ferire altri con la mia presenza. Una sensazione nuova per me. Che ho paura dei giudizi altrui; di non essere all'altezza. Di non essere quello che gli altri si aspettano da me. Di essere un'imbrogliona. Una falsa.

Le nostre sembianze, le caratteristiche che ci distinguono, sono semplicemente cose puerili. Al di sotto tutto è buio, tutto s'allarga, c'è una profondità insondabile; ma di tanto in tanto noi saliamo in superficie ed è questo che gli altri conoscono di noi.

Grazie alla tua presenza posso dire che mi piacciono le parole d'amore. Posso dire che sono fatta d'amore inespresso e celato. Vorrei parlare solo d'amore, tutto il tempo. Vorrei dire alle persone che mi circondano quanto sono belle. Quanto sono preziose. Quanto sono fantastiche. Ma non si può fare. E allora resto qui, a parlarne con te.

Questa raccolta di poesie d'amore di Arminio mi è piaciuta molto, perché accanto al linguaggio semplice, ho trovato delle immagini diverse dal solito. Non è solo un amore spirituale, ma parla anche di un amore fisico, di un corpo, di un'unione che non è solo quella tra noi e la vita ed il creato.
Come proseguendo la lettura fatta ieri, anche qui scopriamo di non essere solo ciò che pensiamo di essere. Non siamo falsi nelle nostre descrizioni. Semplicemente siamo di più.

Una bottiglia è un posto adatto per un liquido,
ma non per una nuvola.
[...]
noi vorremmo essere la cosa che diciamo,
almeno in quel momento

Siamo altro. Non siamo solo un "qui e ora". Siamo il frutto di esperienze passate. Siamo la summa dei percorsi che la nostra anima ha fatto per venire fin qui.

Amare
è obbedire a un appuntamento
preso per noi
mille anni fa.

Non sempre va come desideriamo. Soprattutto in amore.
Che duri cinque minuti o mezzo secolo non fa differenza. Conta quel che si sta provando.
A me pesa tantissimo la sua assenza. Ma la sua presenza cancella tutto, ogni paura, ogni angoscia, ogni lacrima. Mi riempie come se nella vita fossi nata solo per quel momento: accogliere la sua voce. Non so se sia normale invidiare una tazza del caffè, un computer, l'aria che respira. Ma se potessi sceglierei di essere quella tazzina, i tasti del suo computer, l'aria nei suoi polmoni pur di toccarlo una volta sola.

L'eco di queste poesie si spegnerà presto nella mia mente.
Sostituito da altre parole, da altri pensieri, altre preoccupazioni.
Ma continuerà a risuonare nel mio cuore.
Perché ho bisogno di amore. Non posso amare. Ma almeno posso circondarmi di parole d'amore. Questo non può togliermelo nessuno.

Buonanotte Bloggy,
anche questo lunedì lo abbiamo portato a casa. Siamo stati bravi.

domenica 27 marzo 2022

Kintsukuroi - l'arte giapponese di curare le ferite dell'anima - Navarro Tomás

 Tutti possiamo tornare ad essere felici.


Caro Bloggy,
mi sono impegnata e l'ho concluso tutto sommato in tempi rapidi. Il suo autore suggeriva di farlo con calma, di riscoprire una lettura lenta. Ma non ci sono riuscita. Avevo bisogno di capire come sarebbe finita questa chiacchierata.
Il mio commento finale: è un bel libro, ma devi essere pronto, preparato a leggere.
Inizialmente l'ho trovato banale, cose già viste già provate, poi mi ha fatto arrabbiare, ma nella terza parte mi ha fatto piangere.
Non ero pronta a leggerlo. Mi ha portato a scavare nella mia anima, a cercare la radice del mio dolore. Ed è stato molto difficile e sofferto. Non ho voluto proseguire, toccare il mio dolore. Ma ho visto che è lì. E mi consuma dall'interno. Ero consapevole dei miei traumi, delle mie ferite. Ma pensavo di averle accantonate. Archiviate. Invece sono tutte lì: le delusioni amorose, lavorative, i lutti, i dolori fisici.
Sono proprio un'anima spezzata, in frantumi. La forza di raccogliere i cocci, io proprio non ce l'ho. Mi manca. E cosa più grave: non ho la capacità di comunicare con altri e di condividere quello che mi sta accadendo. Non so chiedere aiuto. Non ho nessuno a cui chiedere aiuto. A questo punto della mia vita credo fermamente di essere depressa. E sai come reagiscono le persone quando dici loro che sei depresso? Ti fanno sentire ancora peggio.
Inoltre ho un problema serio: continuo a non vedere né talenti né missioni che giustifichino la mia esistenza.
"Se state pensando di sparire dalla faccia della terra: c'è sempre una via d'uscita, un'alternativa, perché dopo ogni tempesta torna la calma, se la sappiamo attendere."
Un libro molto bello. Ma io non ci credo più a queste promesse di riscatto. Alle cicatrici che ci rendono più forti. All'oro che dobbiamo usare per non nasconderle. Sono consapevole di tutto, non avevo bisogno di questo libro. Ma lo consiglio a chi sta bene, perché aiuta a sviluppare una sorta di empatia nei confronti di chi sta male, dell'altro.

Kintsukuroi significa "riparare con l'oro": è ciò che possiamo fare quando qualcosa si rompe nella vita. Impariamo a curare le nostre ferite per farne la nostra bellezza.

Bisognerebbe smetterla di pensare al passato. Bisognerebbe imparare ad accettare le cose che non si possono cambiare. Bisognerebbe imparare a capire che non siamo un essere statico e fisso; ma fluido e mobile. Che non ci comportiamo sempre in un modo con tutti. Che il corpo e la mente si rompono, ma si sanno riparare. Ma dobbiamo avere fiducia e arricchirci la vita di emozioni positive, così da non mandare in rosso il conto delle nostre energie. 

Molti dei miei pazienti depressi si insultano, si considerano inutili e si sottovalutano di continuo. Analizzate il dialogo interiore, dovere essere comprensivi verso i vostri bisogni, trattarvi nel miglior modo possibile. Non avete nulla per cui punirvi: imparate a convivere con voi stessi in pace, rispetto e armonia.

Io invece, non riesco a non odiarmi. Non so prendere una decisione, anche piacevole, tipo che maglione indossare, dove trascorrere le vacanze. Mi lascio trasportare dall'entusiasmo altrui. Ho paura di tutto anche di un litigio. Ho paura del confronto. Sono una delusione per tutti. Vorrei andare via da questa città e condurre anche una vita umile, ma per i fatti miei. Senza il peso del giudizio altrui.

Lo psicologo Navarro ci dice di tenere a bada i pensieri negativi e sembrava parlare di me. Spesso mi dico: nessuno mi ama, non cambierò mai la mia vita, sono un disastro, sono pigra, sono una capra, non so fare niente. E la tenerezza che ho provato quando si rivolge ai suoi lettori per incitarli, dolcemente, senza violenza, mi ha commosso. Nella vita non ho mai incontrato nessuno che si rivolgesse così. Solo toni aspri, sarcastici, ironici, di rimprovero.
Ricordo, durante una confessione, avrò avuto diciassette anni, il sacerdote per stimolarmi disse: "Ehhh, non sai fare niente? Ma figurati. Nemmeno i figli devi saper fare?".
Non era il mio sacerdote. Ero in una chiesa di una città diversa dalla mia. E sentii il bisogno di una parola di conforto. Già da allora. Non commento, perché so che le intenzioni erano buone. Ma mi hanno scavato quelle parole. E a volte ci penso e mi dico: "A quanto pare...no. Non sono stata capace nemmeno di fare dei figli."

Il fine settimana è il momento più pesante da vivere per me.
So che il mio Beautiful Mind si disintossica da tutto. Quindi è fuori dal mondo. Nessuna possibilità di sentirlo. E cerco di non invadere la sua vita, rispettando la sua routine.
Eppure oggi avrei proprio avuto bisogno di un suo messaggio.
Lo so: la forza dobbiamo trovarla dentro di noi.
Ma mentire ogni giorno non è facile. Ti devi alzare dal letto, fingere che stai benissimo, che speri in un mondo migliore, che sei convinta che le cose cambieranno. Fingi di sorridere. Fingi di "non vedere l'ora di uscire". Fingi di vestirti e di piacerti.

In realtà: speri di dormire e non svegliarti più. Non credi che il mondo diventerà migliore. Passa il tempo e aumentano il rischio di malattie, di morte e cose brutte. (Quindi per te, le possibilità di migliorarti si assottigliano. Se è difficile quando hai vent'anni, quando ne hai quaranta le cose sono impossibili.)
Non hai voglia di uscire per strada. Sei un cesso perché tentare stupidamente di mascherare la realtà con un bel vestito e un po' di trucco?

Sono a pezzi e non riesco a raccogliermi.
Capisco perché nessuno mi voglia bene e perché P. si limiti a parlarmi solo per prendermi in giro.
Avrei bisogno di un terapista come l'autore di questo libro. Ma mi vergognerei a chiedere aiuto, e detto tra di noi, non potrei nemmeno permettermelo economicamente.
Non posso chiedere più di quello che ho.

Vado a dormire.
Spero di non svegliarmi nel cuore di una guerra nucleare.

Buonanotte al popolo ucraino.
La Pace verrà presto, per voi.

sabato 26 marzo 2022

Kintsugi: l’arte giapponese che insegna ad affrontare la vita

L'amore chiede tutto, ed ha diritto di farlo.
(BEETHOVEN)

Caro Bloggy,
mi sono presa delle gocce per dormire e ora non riesco ad articolare un pensiero, un discorso che sia tale.
Sto leggendo il libro del professore psicologo Navarro, KINTSUGI. E devo dire che mi sta facendo molto male. Ci sono cose che conosco, che capisco. Ma non mi aspettavo che avrebbe ad un certo punto, portato perfino una come me a guardarsi dentro.
Non ho paura di insultarmi. Di dirmi che sono pigra, una fallita, una vergogna.
Ma il fatto che non mi spaventi, non mi fa meno male.
Il fine settimana è per contratto, senza PA. Per fortuna sabato è finito. Resta da affrontare la domenica. E non pensare a come ci si sente. Sono una persona orribile.
Merito di soffrire.
La mia vita non cambia perché non so cambiare. Sono una incapace.

Oggi c'era il sole e lo immaginavo mentre mi umiliava: guarda che faccia, che gambe, guarda come si muove.

Sono rimasta a casa, al chiuso. 
Non c'è niente per me nel mondo.
BUONANOTTE 

venerdì 25 marzo 2022

Dantedì e dintorni

Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura
Ché la diritta via era smarrita


Caro Bloggy,
come di consueto vengo a darti la buonanotte per poter considerare finita la mia giornata.
Ultimamente sono sempre stanca, ma mi sforzo di accendere il pc e venire da te.
Per me è stata una giornata molto intensa. Ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di essere capace di fare: ho chiamato una persona che non sta bene. E sono riuscita ad essere di sostegno. Non tutti reagiamo allo stesso modo davanti alle situazioni. Per esempio io sento tutto il dolore altrui, come se lo vivessi io. Non ho avuto il coraggio di dirlo a nessuno. Ma la situazione è molto grave. Eppure, Dio mio, dovevi sentire la sua voce. La voce di questa persona era calma, serena, dolcissima. Non serviva che mi dicesse niente. Avevo capito tutto. La vita è veramente ingiusta. Perché con alcuni il Destino è così terribile, e con altri no? Sono distrutta. Non ho parole da scrivere. L'unica cosa che ho fatto è stata cercare P. La mia fonte di luce. Naturalmente è stato un errore. Ma quando M. mi ha detto "Non aspettare e goditi il momento", ho pensato sinceramente di non meritare niente; ma desideravo solo un messaggio di P. (Che in un secondo momento è riuscito a farmi sorridere. Ho evitato di raccontargli cosa era successo. Non è giusto entrare nelle vite degli altri in modo falloso, a gamba tesa. Sono stata fortunata però, perché la mia giornata è stata una bella giornata. Ed è vero: bisogna cercare la felicità nelle piccole cose di ogni giorno. Anche se è difficile.)

Non pensare che io sia un'insensibile. Conosco il mio peccato. Conosco i miei brutti pensieri. A volte provo vergogna. Perché è sbagliato, lo so. Ma al posto mio, chi mai sognerebbe ancora? Sto leggendo un nuovo libro di psicologia. Vorrei buttarlo dalla finestra. Vorrei dirgli che io conosco già tutte le cose belle che contiene. Domani ti dirò cosa ne avrò fatto.
Oggi un pensiero a Dante e a Tolkien.
Il 25 marzo corrisponde al giorno del 1300 in cui, secondo la tradizione, Dante si perde nella "selva oscura". Per tale motivo si è deciso di dedicargli questa giornata per celebrare il Sommo Poeta, esattamente come il 16 giugno gli irlandesi celebrano Joyce con il Bloomsday. Penso sia una scelta buona e giusta (e dovuta: il minimo sindacale).
Perché Tolkien? Perché su Twitter è stata proposta una giornata di lettura del Professore. E ho pensato immediatamente a questa frase di Frodo: Non puoi essere sempre lacerato in due. Niente di più vero. Sono abituata a schierarmi, a dare tagli netti al passato, alle cose, alle situazioni e alle persone, e non torno indietro.
Unica eccezione è Persona. L'unico da cui non riesco a separarmi.

Dio se ci sei, ma cosa stai combinando?
Non distribuisci gioie e tumori, ne sono consapevole.
Ma se è vero come è vero, che nulla Ti è impossibile, che ne dici di intervenire e salvare una brava persona come M.? E fermare un pazzo come Putin? E far sparire un virus come il Covid?
Sono piccole cose per un dio, ma importanti per noi umili mortali.
Aiutaci.

giovedì 24 marzo 2022

No Mondiali No Party

“Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. Mio padre, prima dell'arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.”


Mentre Putin minaccia una guerra nucleare, io evito il Covid, la nazionale di calcio italiana evita di andare ai mondiali. Beh, evitiamo il viaggio e figuracce. Evidentemente si è esaurita la magia iniziata con la vittoria all'Eurovision dei Maneskin.

L'anno scorso feci una specie di fioretto. Questa volta non ho potuto. Ho dato la priorità a Piccolo Principe (sta meglio, grazie al Cielo).

Stasera sono uscita. Una bella serata e ora ho molto sonno. Pensavo a quanto sono fortunata ad avere una famiglia come la mia. A quanto pare, non posso aspettarmi di più dalla vita.

Buonanotte Bloggy.

mercoledì 23 marzo 2022

Ancora Covid - Ancora Guerra

La stagione dell'amore viene e va.
All'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.



Caro Bloggy,
oggi non ho letto. Unica eccezione un interessante articolo sulla deterritorializzazione. Termine che può avere valenza sia filosofica sia geografica. Nel primo caso si vuole dire che per sentirsi parte di un territorio non servono per forza dei confini segnati su una carta. Ma le persone si sentono accomunate da mode, stili di vita, da un modo di pensare e pregare, vivere insomma, indipendentemente da quale sia l'origine della propria nascita. Da un punto di vista geografico, è un termine usato per indicare quelle aree che, a causa dello spopolamento, a sua volta conseguenza di fattori diversi che vanno dall'economia al cambiamento climatico, vengono da un punto di vista amministrativo riqualificate e inserite in nuovi confini, termini. Beh, questo è quello che credo di aver capito. 

Sono tornata ad allenarmi e a sorridere al mare. Credo che le persone intorno a me, abbiano notato questo cambiamento. Perché anche se sono in condizioni fisiche discutibili, so di essere osservata. Come un animale particolare che si osserva alla zoo. In fase di defaticamento ho raccolto alcuni fiori. Che farò essiccare. Vogli provare a elaborare uno scrapbook. Un diario di pensieri, solo pensieri. E di usare le immagine e le poesie per farlo.
Non so cosa ne verrà fuori. Ma è una cosa che mi terrà impegnata. Quindi vale la pena provare a farlo.
Visto che sento che in me sta nascendo qualcosa di diverso.
Oggi infatti, mi sono spaventata tantissimo. Temevamo che PiccoloPrincipe avesse il Covid. E PiccoloPrincipe NON può prendere il Covid perché è un bimbo fragile. Ma appena ho sentito la sua vocina, ho capito che stava bene. Mi sono fiondata a casa sua, naturalmente con tutte le precauzioni del caso. E la prima cosa che mi ha detto è stata: "Zia, posso venire a casa con te?". Come faccio a non amarlo?
Ho fatto un patto con Dio: se PiccoloPrincipe non ha il Covid, rinuncio a Persona per 24 ore. Domani niente P. Ma va bene così. Forse inizio a raggiungere veramente un equilibrio mio. Se solo lui collaborasse un po', sarebbe tutto perfetto. Potrei farcela e rimanere a galla.

E poi c'è Putin, il simpaticone... Quello che tra i tanti giochi di ruolo esistenti, ha deciso di giocare a Risiko. Quello che minaccia un conflitto nucleare. Quello che ora "dobbiamo pagare in rubli il suo gas" e tiene la sua economia ancora in piedi. Quello che usa le armi chimiche. Quello che fa la guerra e non ha limiti, non ha regole. Quello che se avesse il mare non sarebbe così...nonriescoanonusareparolacce. 
Il Covid non abbassa la testa, e non bastava come piaga. Abbiamo anche Mister Putin, che non abbassa la testa ed è una piaga putrida.

Prego per la Pace. Mi dispiace per i russi, ma di chi dobbiamo avere pietà sono gli ucraini.
Speriamo che la diplomazia riesca a trionfare. Non se ne può più. E mi vergogno a dire una cosa simile. Non sono un rifugiato; non scappo dalla guerra, non mi hanno bombardato casa. Non dovrei abbassare la testa. Non dovrei abbassare la guardia. La Pace è una creatura fragile e leggera: una farfalla. Toccarla equivale ad ucciderla. Bisogna rispettarla. Proteggerla. Dio abbi pietà di noi. Di tutti noi.

martedì 22 marzo 2022

Il Mestiere di Vivere - Cesare Pavese

 Nel sogno sei autore e non sai come finirà.


Caro Bloggy,
stasera ho finito IL libro.
Come ti avevo già scritto tempo fa, non è stata una lettura semplice. Quattrocento pagine mi erano sembrate poche all'inizio. Mi son detta: "In una decina di giorni lo finisco". Invece il mio intento si è arenato quasi subito, quando ho scoperto che ogni pagina è intrisa di sentimento, di passione e di commenti letterari. Un’opera complessa come poche, nella quale ritroviamo sotto forma di appunti frammentari i pensieri di una persona tormentata, che era sempre accompagnata da un pensiero fisso, un pensiero triste di cui non è facile parlare. Uno Zibaldone della vita. Un vero e proprio Diario che inizia il 6 ottobre 1935 dopo il suo arrivo a Brancaleone Calabro, e termina qualche giorno prima del suicidio, il 27 agosto del 1950. Non ti nascondo che ho vissuto con disagio alcuni momenti in particolare. L'anno 1950 l'ho letto spegnendo il telefono. Leggere il riassunto di un anno che sa che non completerà, è una fitta al cuore.

Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.

Non mi fraintendere, ma ho avuto paura. Leggendo le sue parole, ho pensato che una persona simile non doveva essere semplice da vivere. Sicuramente si sentiva solo, ma sicuramente si sentivano soli anche gli altri standogli accanto.
Un genio che vede tutto, sente troppo; ma nessuno lo sente fino in fondo.
Che amarezza.

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.

Un libro meraviglioso. Che non riesco a ritenere concluso. Ecco perché bisogna leggerlo e rileggerlo. Lasciarlo sul comodino e aprirlo ogni tanto. Ho segnato molte parti. E ho problemi a parlare di ciò che ho letto.

Afrodite è venuta dal mare.

Il mare torna sempre, in un modo o nell'altro. Un libro che mi ha emozionato tantissimo. Soprattutto quando parla di un giovane Calvino a cui dà consigli. Dai come si fa a non amarlo? Cesare Pavese doveva essere una persona difficile e quindi bellissima. Ma forse spaventa una persona così, perché è impegnativa. Non lo so. (Io ci provo a stare vicino a persone complicate, ma loro mi rifiutano.)

Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.

Ho visto anche Persona in questo Pavese così intimo, così elevato. Una persona superiore, c'è poco da dire. Tutti dobbiamo morire, ma mi rende triste non l'idea del suicidio in sé, ma l'idea che sia morto abbattuto. Atterrato dalla vita. Non manca mai a nessuno una buona ragione per uccidersi. E secondo me è proprio così. Guardati intorno, cosa è rimasto di buono? Io sono proprio stanca. Perché combattere? Vincono sempre loro.
Oggi posso dire che è stata una bella giornata perché ho parlato con l'amore mio. Ma è sufficiente? Se la motivazione viene dall'esterno, va bene?
E poi l'amore mio non vuole saperne di me. E ci tiene a farmelo sapere in modo diretto.
Non ha ancora capito che non è necessario dirlo.
Ché nel sogno le cose vanno in un modo. Ma nella realtà io sarei un disastro vero. Colossale. Ne sono consapevole. Quindi mi rintano nelle mie tenebre. La nuova opera comincerà soltanto alla fine del dolore.

Caffè fronte mare: osservavo gli affioramenti sulla costa. Si immergono nel mare e sembrano abbracciare chi li guarda. Una sensazione molto dolce. 
Sul mare galleggia l'idea della morte, come in ogni luogo; ma sono diverse le sfumature.




lunedì 21 marzo 2022

Giornata Mondiale della Poesia, gli eventi imperdibili

 Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
(Sandro Penna, Il mare è tutto azzurro - Poesie)

Caro Bloggy,
che bella giornatina è stata questa. Fortunatamente è finita. Ora me ne scappo a letto, mi addormento e non mi sveglio più.
Sono così abbattuta che non te la racconto. Ti risparmio i dettagli. Quello che invece voglio ricordare con te è il compleanno di una grande poetessa italiana Alda Merini. Non è più con noi da tempo. E mi ha sempre strappato un sorriso pensare che fosse nata nel giorno che per tradizione si fa coincidere con l'inizio della Primavera e con la giornata mondiale della Poesia. A volte il destino è proprio scritto nella nostra nascita! Come dice Pavese: inutile cercare di capire quando le cose hanno preso una certa piega. Gli eventi hanno preso una determinata direzione perché era l'unica possibile.

Mi sento schiacciata dalle tante emozioni che ultimamente si affollano nel mio cuore.
Non riesco più a gestirle tutte.
Vorrei solo una parola gentile e non sempre sarcasmo.
Devo smetterla anch'io con le guerre.


Potresti anche telefonarmi
e dirmi in un soffio di vita
che hai bisogno del mio racconto:
favole di una bimba che legge i sospiri,
favole di una donna che vuole amare,
una donna che cerca un prete
per avere l’estrema unzione.
(Alda Merini, da “La volpe e il sipario” – 1997)


Con la Primavera si celebra un momento meraviglioso e di risveglio della natura.
In cuor mio immagino, attraverso lo sbocciare dei fiori e l'allungarsi delle giornate, il ritorno della giovane Proserpina sulla terra, tra le braccia dell'amata madre Cerere.
Dovremmo esserle tutti grati per aver mangiato solo sei dei semi del Melograno che il dio Plutone (o Ade) le offrì.

L'Unesco ha istituito la Giornata Mondiale della Poesia con l'intento di sostenere la diversità linguistica attraverso l'espressione poetica e aumentare l'opportunità di ascoltare le lingue a rischio di estinzione.
E credo sia stata una vera illuminazione.
Quando perdiamo una lingua, perdiamo un modo diverso di guardare il mondo. Un modo diverso di pensare. Ci impoveriamo tutti. Dovremmo vestire il lutto.

Ho trovato in questa pagina una raccolta di poesie bellissime. Ci sono i poeti che ho letto, che un po' conosco e che mi hanno fatto battere il cuore.

Ti lascio con 

Kahlil Gibran che ci parla d'amore, perché io senza amore non so vivere. E forse per questo muoio e sono triste.


Quando l’amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume, vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il soffio del vento del nord devasta il giardino.
Poiché l’amore come vi incorona così vi crocifigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi raccoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi setaccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.
Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.

Ma se per paura cerchereste nell’amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete, ma non tutto il vostro riso, e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L’amore non dà nulla fuorché se stesso, e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.


domenica 20 marzo 2022

Un'ala di riserva

 Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all'ebbrezza del vento!
(don Tonino Bello)


Caro Bloggy,
qualche giorno fa, credimi, pensavo a don Tonino Bello, uomo di pace, sacerdote della chiesa del grembiule. Era un vescovo mite, buono, dalla voce gentile ma ferma. Pronto ad aiutare tutti e a condannare le ingiustizie. Odiava il peccato, amava il peccatore. L'unico Vescovo al mondo a cui non si baciava la mano, ma la guancia; che non si chiamava "sua Eccellenza" ma "don Tonino". Nemmeno Antonio, che era il suo nome! Semplicemente don Tonino. E chi lo ha incontrato ha avuto una specie di stigmate; li riconosci quelli che hanno visto don Tonino in vita. Anche la persona peggiore del mondo, anche quelli come me, che pure hanno dentro di sé qualcosa di buono, sono stati cambiati dalla sua voce.
Allora mi sono chiesta: cosa avrebbe detto in questi giorni di guerra, di inaudite barbarie? Lui che negli anni della guerra nella ex Jugoslavia si è speso tantissimo. Organizzò la Marcia della Pace sotto le bombe; credo sia stato il mio primo incontro con la bandiera arcobaleno. Sullo zaino di scuola (rigorosamente Invicta) avevo legato un piccolo pezzo di stoffa bianco: il mio simbolo di pace. (Che anni! Che innocenza!)
Così scriveva don Tonino in una lettera indirizzata ai responsabili della guerra nella
ex Jugoslavia: «A tutti diciamo deponete le armi, sottraetevi all’oppressione dei mercanti
della guerra, (…) non sottraetevi alle responsabilità di influire in modo determinante, ma
non con le armi che consolidano la vostra potenza e le vostre economie, ma con efficaci
mezzi di pressione e di dissuasione, per fermare questa carneficina che disonora insieme
chi la compie e chi la tollera».

Don Tonio Bello è stato tante cose, ma soprattutto è stato un uomo scomodo. Parlava di PACE, ma non come qualcosa di immobile e statico, ma come una cosa dinamica, di denuncia, di conquista. Diceva al mondo che doveva rinunciare alle armi, alle guerre, e ai politici non piacevano le sue parole. (Anzi! In tanti lo hanno insultato e aggredito aspramente anche nei dibattiti televisivi.)
Le sue parole, le ho ritrovate nel libro di Gino Strada (anche lui aspramente criticato e infangato) e mi sono sentita oggi, come avvolta da una coperta i cui lembi avevo aperto esattamente una settimana fa.

Oggi il mio Cucciologuerriero mi ha chiesto di fare i compiti insieme. E indovina? Doveva commentare una poesia scritta proprio da don Tonino.
Trasse ispirazione da una antica leggenda che raccontava di angeli con un ala soltanto. E la si trova in conclusione di un suo libro Alla Finestra la speranza. Lettere di un vescovo, del 1988, pieno di riflessioni ancora attuali e mai banali sulla vita e la modernità.
In questo momento mi manca don Tonio; e anche il mio vecchio sacerdote.
Oggi avrei saputo chiedergli molte cose, ma quando si è giovani che si capisce? Niente. Non si ha il coraggio nemmeno di chiedere.
E sai di chi altri sento la mancanza? Di Dio. Mi manca sentire la sua presenza. Mi manca la preghiera.

Oggi Nipotinino mi ha chiesto una prova molto difficile da sostenere. Perché proprio io ho dovuto spiegargli il senso di una preghiera che mi sbatte in faccia il mio fallimento come persona e come cristiana. Il mio abbruttimento, il mio lassismo, il mio lasciarmi andare era lì, nero su bianco; e ho dovuto pure spiegarlo.

Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi con te.
Perché vivere non è “trascinare la vita”, non è “strappare la vita”, non è “rosicchiare la vita”.
Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento.

Me lo sono detto tante volte: vivere non è "trascinarsi".
E un'altra cosa che dico spesso e penso con tutto il cuore, è la seguente: vivere sul mare rende le persone diverse dagli altri.
Hai mai visto il volo di un gabbiano? Seguilo se ti capita. Una meraviglia di aerodinamica ed evoluzione.
Il gabbiano non vola, come fanno gli altri uccelli. No, lui si abbandona al vento. 
E quel vento, per quanto violento sia, non gli fa mai del male. Il gabbiano si libra con un'eleganza e semplicità che nessuna creatura al mondo possiede. E sembra fiducioso, tranquillo. Lui sa che può fidarsi, abbandonarsi...

Vorrei essere come lui, vorrei sapermi abbandonare come un gabbiano all'ebbrezza del vento.
Vorrei che il vento fosse l'Amore, vorrei sapermi abbandonare all'ebbrezza di Dio.

La pace è una meta sempre intravista, e mai pienamente raggiunta. La sua corsa si vince sulle tappe intermedie, e mai sull'ultimo traguardo. Esisterà sempre un "gap" tra il sogno cullato e le realizzazioni raggiunte.
I labbri delle conquiste non combaceranno mai con quelli dell'utopia, e il "già" non si salderà mai col "non ancora".
Ciò vuol dire che sul terreno della pace non ci sarà mai un fischio finale che chiuda la partita, e bisognerà giocare sempre ulteriori tempi supplementari. Tutto questo può indubbiamente provocare delusioni e stanchezza, creando collassi operativi e crisi da insuccesso.
Ma chi è convinto che la pace è un bene la cui interezza si sperimenterà solo nello stadio finale del Regno, troverà nuovi motivi per continuare la corsa anche nella situazione di scacco permanente in cui è tenuto dalla storia.
Cristo, nostra Pace, non delude Coraggio, allora!
Nonostante questa esperienza frammentata di pace, scommettere su di essa significa scommettere sull'uomo. Anzi, sull'Uomo nuovo. Su Cristo Gesù: egli è la nostra Pace. E lui non delude.
Del resto anche lui, finché staremo sulla terra, sarà sempre per noi un Ospite velato. Faremo di lui un'esperienza incompleta, e i suoi passaggi li scorgeremo solo attraverso segni da interpretare e orme da decifrare. Faccia a faccia, così come egli è, lo vedremo solo nei chiarori del Regno di Dio.
Allora, come per una arcana dissolvenza, le linee con cui abbiamo tenacemente disegnato la pace quaggiù si ricomporranno nella luce dei suoi occhi e assumeranno finalmente i tratti del suo volto. E la realtà, stavolta, sopravanzerà il sogno. Ma qui siamo già alle soglie del mistero!
(don Tonio Bello, Sui sentieri di Isaia)


Nella mia città, lontano dall'abitato, dalle aree industriali, quasi abbandonato e solo, è stato eretto un monumento a don Tonino Bello.
Mi sono sempre chiesta perché questa scelta, a mio dire, scellerata.
Ma oggi ho capito: "Issata fuori dall’abitato, quella croce sintetizza le periferie della storia ed è il simbolo di tutte le marginalità della terra.
Ma è anche luogo di frontiera, dove il futuro si introduce nel presente, allagandolo di speranza". 
Don Tonino è fuori dall'abitato, per incontrare gli ultimi, gli emarginati (chiunque essi siano; anche le persone come me) per dir loro nel silenzio: "Coraggio!". Non siamo mai soli. 

Oggi è l'Equinozio: benvenuta Primavera. Segno di rinascita, di risveglio, di Pace.

sabato 19 marzo 2022

San Giuseppe

Cosa devo a mio padre? Tutto.
(Henry Van Dyke)


Oggi è la giornata dedicata ai Papà, e con tutto il mio cuore faccio gli auguri al mio.
Il mio Papà è proprio un eroe da fiaba. E nell'universo non credo ci sia una persona come lui.
Se ho tanti problemi oggi, a relazionarmi con gli altri, è tutta colpa sua.
Ho aspettative alte. Sono abituata al meglio. (Naturalmente la mia è una battuta. Ma ho veramente la sfacciata sfortuna di avere un padre meraviglioso.)
Auguri Papà.

E auguri a tutti quelli che si chiamano Giuseppe.
Di San Giuseppe non si parla mai abbastanza.
Nei miei ricordi di bambina è relegato alla statuina che viene messa nella grotta accanto a Gesù Bambino, spintonato dall'asinello e a volte in competizione con qualche pecorella. Tutto qui.
È crescendo che ne ho capito la grandezza.
L'uomo dell'amore. Del rispetto. Della fiducia cieca e senza condizioni.
Un uomo mite. Un uomo buono.
Avremmo dovuto dedicargli più considerazione. Auguri San Giuseppe.
Grazie per questo dono meraviglioso che hai fatto all'umanità: l'amore vero.

Buonanotte Bloggy.

p.s. 100 pagine e finisco il libro.

Il mio dolcissimo P.

 Oggi non posso fare a meno di pensarti e scriverti, prima di andare a dormire.
Ti risparmio i dettagli della mia settimana, ma vado a letto molto tardi...un'altra volta.

Sto leggendo il diario di Cesare Pavese.
Lo so, essendo un'opera destinata al grande pubblico, devo aspettarmi una certa costruzione, uno schema, un progetto, un "è voluto" di sottofondo.
Eppure non riesco a non provare una certa inquietudine.
Come se stessi oltrepassando i limiti del consentito.
Come se stessi oltrepassando un confine proibito, tra scrittore-lettore.
Per farla breve: un'ala ovest del castello.
Ed è una sensazione sgradevole. Entrare nel privato di una persona, e non essere sicura che quella persona voglia, mi destabilizza. Mi turba.

Un po' quello che succedeva con te.
Ci sono state delle volte in cui ho avuto la sensazione che sarebbe bastato allungare la mano per toccarti. Ma era solo un'illusione, un inganno della mente.
Perché ho capito che tu non mi vuoi tra i piedi; non hai bisogno di nessuno. (Certo non di me.)
E allora mi sono ritirata nelle mie stanze.
Ogni tanto lascio uscire il pagliaccio, quello che ride sempre.
Perché credo che a volte, raramente eh, sia l'unica cosa che possa darti.

Non allungo più la mano per cercarti.
Resta tesa, solo perché "non si sa mai"... Potresti cercarla tu.
E mi piace pensare che mi troveresti sempre, e che lo sai anche tu.

Mi hai trafitto il cuore. E non riesco a dimenticarti. Più ci provo, peggio è. E non riesco nemmeno a fingere che non ci sei. Anche se ci sono giorni in cui mi ripeto: è solo un sogno, non esiste.
Non pretendo niente. Non posso fare parte della tua vita. Perché sono una stronza egoista, e non so rispettare le regole, le tue regole.
Mi ferisce la tua distanza, la tua freddezza.
Io non sono una calcolatrice.
Ci sono momenti che urlerei quanto ti amo (ehm, a volte lo faccio veramente), altri in cui urlerei e basta. Altri in cui faccio battute stupidissime e mi dico da sola, ridendo: "Quanto sei scema!". Ci sono poi quei momenti bui, tristi, pesanti, di riflessione. Altri profondi di meditazione. Insomma sono tante cose, pochissime belle e tantissime bruttissime.
Ma vorrei poterti dare tutto questo.
Ma tu non vuoi.
Allora va bene così. Un messaggio ogni tanto. E nell'attesa mi consumo.

Cerca di stare bene.
Mangia e non prendere freddo. Avvisa quando sei a casa.

Fai sogni belli.
Ciao PA.

venerdì 18 marzo 2022

Il Mestiere di Vivere - Giornata nazionale in memoria delle vittime di Covid-19

Amore è desiderio di conoscenza.
(Cesare Pavese, il Mestiere di vivere, 30 agosto 1942)


Caro Bloggy,
sto continuando la mia lettura. Non è facile come si potrebbe pensare. Non c'è una storia da seguire. Personaggi di cui innamorarsi.
Un diario è qualcosa di lungo e complesso, solitamente. Il diario di uno scrittore è uno scrigno di rara bellezza. Al suo vivere, Pavese intreccia pensieri sul suo mestiere. E tenere le fila di un pensiero così elegante, colto e complesso, non è facile.
Se da un lato ci regala momenti di riflessione intimi, personali. Dall'altro ci accompagna nell'elaborato processo che porta alla creazione di una sua opera. Uno Zibaldone, un album di fotografie dei luoghi della sua vita, una stretta di mano con annessa presentazione delle persone che ha incontrato, trattati filosofici e religiosi. C'è tutto.
Immaginami piccola e sperduta, con in mano una torcia, mentre mi addentro, da sola, nelle miniere di Moria.

Pensavo al cervello di Persona. Per alcuni aspetti, Pavese me lo ricorda. Ma non è solo questo. Quando si tratta di P. so di avere a che fare con una persona brillante. Spumeggiante. Che non ha bisogno di niente e nessuno.
Ma questo pensiero mi lascia una certa amarezza, inquietudine. Per questo spero di sbagliarmi. Spero sempre che lui abbia chi abbracciare. Qualcuno con cui sfogarsi, ogni tanto. Tutti ne abbiamo bisogno. Anche lui.
Pavese invece, era così chiuso in se stesso, che mentre leggo i suoi scritti mi sento come una che sta sbirciando dal buco della serratura e vorrei chiedergli scusa.
Aveva amici. E tutti lo descrivevano come una persona schiva e riservata. Ma allora perché? Troppo genio, troppe riflessioni, troppa solitudine? Forse non c'è un perché; forse sono tanti. Forse nessuno.
Ci pensi mai Bloggy? Come deve essere arrivare a quel punto?

Buonanotte Amico mio, grazie per l'ascolto.

p.s. Questo è il secondo anno che ricordiamo le vittime del Covid-19.
Nessuno ha detto che sia stato sconfitto e quindi non mi pronunzierò in questa direzione. La mia vita è cambiata. E non tornerò mai più quella che ero fino a febbraio del 2020. La cosa non mi rende triste. Rende solo giustizia alle vittime che non ci sono più e non torneranno mai più. Un abbraccio a chi ha combattuto quella guerra e a chi ancora combatte. Chiedo scusa per la mia superficialità. 

giovedì 17 marzo 2022

17 Marzo 1861 - nasce il Regno d'Italia

Sapere, Passato e Bellezza rappresentano le tre grandi prospettive che da sempre caratterizzano e per più versi racchiudono l'intera nostra vicenda, le tre prospettive che da secoli sono valse a mantenere questa piccola penisola mediterranea al centro dell'attenzione del mondo, portando il nome italiano oltre ogni confine.
(ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA)

Caro Bloggy,
oggi inizia a diventar concreto quel sogno che qualcuno chiamava Unità d'Italia.
Forse per una buona parte del Paese sono iniziati problemi seri, difficilmente risolvibili se si continua a parlare di "noi e loro". Problemi di cui non si parla più. Perché le tragedie che ci hanno colpito, ha unito tutti nel dolore e nella sofferenza.
Ma ahimè, si prospettano tempi ancora più neri. Ho sentito la parola "finanziamenti alle regioni! a proposito dei nuovi profughi ucraini. E questo significa una cosa sola: che alcuni si arricchiranno sulle miserie della maggior parte delle persone. Che i soldi che dovevano essere impiegati per far ripartire la nazione, andranno a gonfiare le tasche di pochi. 
E questa ennesima guerra non vedrà la fine molto presto, perché c'è già chi si sta sfregando le mani.

Come se ciò non bastasse, guardando il finale di stagione di una serie TV che mi ha molto coinvolto in queste serate, mi sono tornate alla mente le considerazioni del dott. Gino Strada sulla distruzione della sanità pubblica ad opera di corrotti e compiacenti.
Vivo nel paese più bello del mondo. Ma popolato anche da tanti balordi.

Caro Cesare (Pavese), 
non riesco a finire il tuo diario. Ti chiedo scusa. Ma quando devo mettermi a leggere devo farlo con tranquillità. Invece ultimamente mi sono messa a studiare e non riesco a star dietro a tutto. Sono stanca. E mi sento molto sola. Tu mi avresti distrutto col tuo sarcasmo. Ma avremmo avuto molte cose di cui parlare.

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.

Sarebbe stata una frase che mi avresti potuto ripetere spesso. Non basta non pensarci, distrarsi. Perché nel momento in cui cessi ogni attività, ecco che i pensieri, sempre gli stessi, tornano prepotentemente a riprendersi il loro posto.
Com'è difficile fingere che non ci sia niente che non vada. Fingere che vada tutto bene. Fingere che non esista un dolore che mi strappa il cuore.

Buonanotte Bloggy

mercoledì 16 marzo 2022

Di solito un momento restituisce ciò che molti anni hanno tolto.
(PUBLILIO SIRO)

Angoscia terribile che non passa.
A che servono questi sforzi se non solo non memorizzo una pagina, ma non sono capace di parlare in inglese?
Oggi mi sono fatta un esame di coscienza crudele ma onesto.
Il risultato è terribile ma giusto: sono una completa nullità.

martedì 15 marzo 2022

Una persona alla volta - Gino Strada

 "In un mondo così tragico, ormai ci vergogniamo di parlare di bellezza perché sembra una cosa frivola, leggera ma è sbagliato.
In realtà il bello è la massima aspirazione dell'uomo."
Negli anni ottanta aveva fatto un progetto con Léopold Senghor, poeta e allora presidente del Senegal. Senghor gli disse che in nessuna lingua africana esiste la parola "bellezza" disgiunta dalla parola "buono": una cosa bella è anche buona; se non è bella, non è buona.
Mi tornò in mente la kalokagathia, che tanto mi aveva affascinato durante le lezioni di greco al liceo, e sentii che eravamo sulla strada giusta.


Domenica scorsa seguivo in TV un programma che ultimamente mi sta piacendo molto. Stanno dedicando la maggior parte del loro spazio alla guerra in Ucraina. E lo fanno in modo profondo, senza urlare, senza retorica. Tra i vari ospiti, domenica c'era anche Simonetta Gola, moglie di Gino Strada, che per lui ha curato il libro che mi ha fatto compagnia oggi pomeriggio.
Per chi non lo sapesse Gino Strada era, purtroppo era, un medico chirurgo appassionato, fondatore dell'organizzazione Emergency. Lui era un uomo contro tutte le guerre. E in questi giorni così oscuri, mi sono spesso chiesta cosa avrebbe detto di questa ennesima follia. Un libro bellissimo. Toccante. Mi sono commossa. Ha preso il mio cuore e lo ha letteralmente stritolato. Che lucidità, che forza. Oggi capisco perché spesso hanno tentato di gettargli fango addosso. Faceva paura. Come tutte le cose belle, pure, incorruttibili: Gino Strada faceva paura. Lo ha portato via un male odioso, e tutti gli anni accumulati in guerra. Come fa un orrore simile a non distruggerti da dentro? 
Non sono nessuno per parlare del dottor Gino Strada. Perché non voglio cadere nel banale. A lui non sarebbe piaciuto. E non voglio rischiare con la mia stoltezza, di togliere qualcosa alla sua grandezza. Però consiglio a tutti di comprare questo libro che è decisamente bello e anche buono (infatti, con il suo acquisto, contribuiamo a sostenere Emergency. E Dio solo sa se ce n'è bisogno!).
Ci tocca già dalle prime pagine, dalle prime parole.
Ci racconta brevemente le sue origini. Da dove è partito. E me lo sono immaginato giovane, curioso, intelligente, assetato di conoscenze mediche, muovere i primi passi nel mondo.
Diploma classico, università scientifica, dice lui. Personalmente ho sempre ritenuto che l'Università di Medicina appartenesse al mondo umanistico. E forse la mia, non è un'idea del tutto sbagliata.
Il papà era un operaio che leggeva.
E sono questi i due dati che mi sono saltati subito agli occhi. I libri influenzano la nostra vita. In un modo o nell'altro.
Poi, a mano a mano che si procede, la lettura cambia atmosfera. Siamo sotto un bombardamento, ad operare d'urgenza un anziano, un bambino. Cosa c'entrano i civili con le guerre?
E qui inizia a germogliare lo spirito del fondatore di Emergency.

Io ho provato vergogna.

Questo libro ti fa vivere emozioni. Tante e indisciplinate.
Provi rabbia. Pochi comandano e gestiscono ricchezze. Tengono il mondo sotto scacco. Povertà e iniquità sono agevolate e non contrastate. Come possono parlare di pace, persone che costruiscono e vendono armi?
Provi ammirazione. Un uomo solo ti dimostra cos'è un sogno. Cosa vuol dire aiutare l'umanità. Cosa vuol dire essere utopici.
Provi amore per il prossimo. Pietà. E comunione con gli altri.
E poi ti senti anche un po' intelligente.
Perché sovente nel tuo stupido blog (scusa Bloggy, non sei tu stupido; solo io che scrivo) hai parlato di amore e bellezza. Le ancore per frenare la deriva umana.

καλὸς καὶ ἀγαθός: bello e buono

Mentre leggevo Gogol' , ma anche in questi giorni terribili, con una guerra ai confini dell'Europa, mi sovveniva (e ancora perdura), un pensiero, un'idea fissa.
Se gli artisti, i pittori italiani hanno potuto creare simili capolavori lo devono anche al colore del nostro cielo.
Se ti svegli al mattino con un sole che riscalda ed un cielo azzurro come il nostro, come non puoi dipingere la Cappella Sistina?
Ancora ricordo lo sconvolgimento che provai al Museo Nazionale del Prado, quando arrivai nella galleria del Rinascimento italiano. La visita di Maria alla cugina Elisabetta mi fece venire le lacrime.
Un azzurro simile non si immagina; colori del genere si respirano, si vivono. Appartengono al DNA. Questa è fortuna.
Ma umanità è costruire e insegnare la bellezza, anche laddove non c'è il tempo per fermarsi a considerarla.
Una città bella rende belli i suoi cittadini.
Ed essere belli li rende più sereni, più felici, più buoni.
Una catena d'amore che Gino Strada aveva saputo immaginare e realizzare, con ogni respiro della sua vita.

Un libro da avere e portare nel cuore.


lunedì 14 marzo 2022

Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti, ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.
L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi, compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.
L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno, ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.


Questa frase dovrebbe essere di Albert Einstein. Sinceramente ho dei dubbi su questa attribuzione. Ma quando si parla di amore mi piace soffermarmi sulle emozioni che esso scatena.
In modo particolare oggi che ho subito un piccolo intervento, e anche se è andata bene, sono solo un po' sofferente, dovrò restare a casa per qualche giorno (spero).
Sarà dura starsene qui. Coi pensieri che girano sempre lungo le stesse strade.
In previsione di questo stop, stamattina ho vinto la pigrizia e sono uscita per la mia passeggiata ignorante. Ma mi sono sentita proprio una nullità. Ascoltavo podcast sulla guerra in Ucraina. Elaboravo teorie e pensieri sulla distruzione, la fine del mondo...

Caro Bloggy,
come si fa ad andare avanti? Dopo la pandemia, che non è finita (anzi, si registra un nuovo aumento dei casi), siamo ancora qui a cercare di non impazzire. Mentre c'è gente che muore, che perde tutto. E altri orrori di cui non riesco a parlare in questo momento.

Brutta brutta giornata. Lunga. Difficile. Dolorosa. 

domenica 13 marzo 2022

Cosa conta nella vita?

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.
(Cesare Pavese)


Caro Bloggy,
Cesare Pavese mi piace tantissimo. Sto leggendo lentamente. Ma mi sento così vicina a ciò che leggo che mi chiedo continuamente: chi sostituisce tutte queste persone preziose che non ci sono più?
Il mondo si sta impoverendo. Sta peggiorando. E noi non possiamo fare niente per evitarlo.
Ho effettuato un pagamento online, ho sbagliato e ho pagato di più. Ma non mi importa. Sto imparando a dare alle cose il giusto valore, la giusta importanza.
Oggi è stata una domenica in famiglia ed è stata bella.
Dopo tanto tempo il mio PiccoloPrincipe mi è sembrato nuovamente affettuoso. Non so come dire ma ha ripreso a vedermi. Almeno per lui non sono invisibile. E in questo momento è l'unica cosa importante per me. Per me che sono sola come un cane e non ho niente al mondo per cui valga la pena vivere.
Caro Dio,
guarda un po' qui in basso, dove siamo noi, che a quanto pare siamo tuoi parenti...
Abbi pietà. Aiutaci. Da soli non riusciamo a combinare niente di buono.
Volevamo capire un virus e ci è scappato dal laboratorio.
Volevamo capire l'universo e abbiamo inquinato tutto, anche lo spazio oltre la nostra superficie.
Volevamo imparare a vivere uniti, ci facciamo guerre, violenze di ogni genere e la colpa è solo di particolari profili psicologici.
Insomma Dio: NON SAPPIAMO FARE NIENTE DI BUONO DA SOLI.
Non abbiamo nemmeno capito come pregarti.
C'è sempre uno che dice che prega meglio dell'altro.
Per dirla breve: SIAMO DEGLI IMBECILLI.
Pensaci eh. Ma non troppo... Abbiamo proprio bisogno di te.

p.s. Sono riuscita a rinnovare la durata del regalo che mi fu fatto tempo fa.
In altre parole ho altri tre anni di tempo per rendermi conto che nessuno vuole trascorrere un fine settimana con me.
Ma oggi non mi importa. Aspetto che la situazione si calmi un po' e me ne vado da sola. Vorrei vedere Venezia. Il mio sogno piccino piccino.

sabato 12 marzo 2022

17° giorno di guerra

Ama il tuo sogno se pur ti tormenta
Amalo come se fosse l’unico
Amalo come se avesse l’anima
Amalo e raccontagli di te
Amalo e ricordalo in te
Amane il suo passato
Amane il suo presente
ora.
La mia anima visse come diecimila.
(Maia, Laus Vitae)


Caro Bloggy,
mentre ti scrivo il termometro registra una temperatura esterna di 0°C.
Ti ricordo che vivo in una località di mare, e quindi le temperature sono mitigate.
Non oso immaginare cosa stiano provando le persone che in Ucraina, proprio in questo momento, sono fuori dalle proprie case perché distrutte, bombardate, o perché sono in fuga da quelle stesse bombe che da sempre hanno condannato le vite e le coscienze degli uomini.
Sono fortunata. 
Vivo in un paese che ha conosciuto gli orrori delle guerre e delle invasioni, delle occupazioni. Ma oggi è un paese libero e democratico. E nessuno minaccia i nostri confini. Sono fortunata perché ci sono problemi, molti sono di carattere economico, è vero, ma potrebbero essere risolti. Ma non c'è un dittatore che ci minaccia.
La nostra libertà non è in discussione. Possiamo permetterci di filosofeggiare e parlarne quanto vogliamo. Ci lamentiamo sempre di tutto, è vero. Ma siamo un Paese libero.

Per me è stato un pomeriggio terribile. Le cronache di guerra rodono la mia coscienza.
Ho paura, da un lato, ma dall'altro provo una profonda rabbia. 
Mi sento impotente.
Sono vicina al popolo ucraino. Ma sono preoccupata anche per il popolo russo. Quello che protesta, scende in piazza e si ribella. Quelle persone stanno rischiando molto. E non bisognerebbe spegnere i riflettori nemmeno su di loro.
Due milioni di profughi sono in movimento. Due milioni di persone hanno bisogno di aiuto.
E tutti in un modo o nell'altro, secondo le proprie possibilità, ci siamo attivati.
Ma detto tra di noi: quanto siamo impotenti.

Una come me, per esempio, non conta proprio niente. Anche le mie donazioni sono ridicole.
Il mio "FERMATEVI". Il mio "STOP WAR" non contano nulla. Lo so. Ma è come per l'amore. Meglio spargere messaggi di pace e d'amore, che non quelli di violenza.
Non è giusto.
Nessuno dovrebbe provare quello che ogni giorno, in ogni parte del mondo, uomini e donne subiscono.
Spero che questa follia nel cuore del Vecchio Continente cessi presto. Ogni giorno che passa si allunga la lista dei nostri delitti, la catena delle nostre colpe. Come per Jacob Marley, anche l'Umanità è condannata a trascinarsi le catene "che si è forgiata da sola durante la sua vita"

Dio se ci sei, aiutaci. 

 

venerdì 11 marzo 2022

Dichiarazione d'amore

Sembra che in questo periodo siano tutti portati a urlare e dichiararsi nemico di qualcuno.
Voglio andare controcorrente e dopo la bella serata trascorsa, ho deciso di scrivere una dichiarazione d'amore a chi non la leggerà mai.
Ti racconto il contesto: stamattina ho pensato, con poca convinzione, che toccasse a me scrivere a Persona. Naturalmente desiderando che non mi rispondesse male. Perché sono troppo debole per reggere un suo torto. Mi ha risposto in serata. Mi stavo preparando per uscire con le girls. Un saluto al volo.
La serata con le ragazze è stata bellissima. Io sono la più inutile di tutte. La più stonata. Ma pensavo una cosa: conta solo l'amore.


Caro PA,
ti scrivo perché tanto non leggerai mai questa mia lettera e non ho paura di un tuo giudizio.
Stasera sono uscita dopo tanto tempo, con le mie girls ed è stata una bella serata. Sai perché? Perché avevamo deciso di passare del tempo insieme. Perché il modo di comunicare tramite messaggi scritti, ci va benissimo per riempire la giornata. Infatti li usiamo come un filo che ci tiene continuamente legate, senza un inizio e una fine. Come un dialogo sempre aperto. Ma poi abbiamo proprio bisogno di vederci, abbracciarci. Di capire, guardandoci negli occhi, se quei sorrisi che ci mandiamo tramite emoticon sono veri o solo di circostanza.
Perché abbiamo bisogno di guardarci negli occhi mentre il mondo sta impazzendo e capire che potremo sempre contare l'una sull'altra.
Perché abbiamo bisogno di far tintinnare i bicchieri, di sbrodolarci qualcosa addosso e di ridere senza motivo.

Tra me e te questo non può accadere. Lo so. Ma ultimamente mi pesa tantissimo. Lo so che è impossibile, indesiderabile, irrealizzabile, ma mi fa male. E ogni giorno che passa il dolore è sempre più forte e prende sempre più spazio.
Non lo voglio più. Non voglio soffrire più.
Ti amo. Non credo sia una cosa brutta o ridicola. Non credo sia una colpa amarti.
Ma allora perché vengo punita?
Probabilmente non sono capace di amare.
Perché desiderare di avere un rapporto con te, è una pretesa. Un chiedere qualcosa all'amore e non va bene.
Ma allora?
Sono destinata a stare così male per sempre?
Vorrei solo un po' di normalità.
Il sentimento di nostalgia che mi ha investito quando sono rimasta da sola, non è normale.
Non è normale avere paura di perderti.
Se ci togliessero internet, se scoppiasse un conflitto, di te non saprei più niente. E questo pensiero mi spaventa ancora più della morte.
Non ti chiedo di amarmi, innamorarti di me; non può nessuno. Lo so. Non potresti nemmeno tu che sei un dio.
Io sono una persona monca: priva di qualcosa.
Non saprei amarti, come una donna con un uomo.
Quindi non ti chiederei mai un simile sacrificio, o supplizio.
So amare solo con l'anima. Un'anima che vibra ogni volta che sente la tua voce. Che pensa tu abbia già fatto parte della sua vita. Anche se in questa, sembra proprio improbabile.
Vorrei tanto, disperatamente, avere un rapporto vero con te.
Parlarti dei miei sogni, dei miei progetti. Vorrei ascoltare i tuoi. Ascoltarti quando hai visto qualcosa di bello. Commentare con te una frase letta su un libro, o la scena vista in un film. Ridere per una canzone. Per una situazione imbarazzante.
Invece mi è precluso tutto.
E non sai quanto mi faccia male.
Non scrivermi più.
Se avessi coraggio te lo dovrei richiedere.
Ma sarebbe come chiedere di oscurare il sole per sempre.
Non potrei proprio vivere più.

Ma così, tenendomi tutto dentro, è veramente terribile.
Ti amo. Ho paura di perderti. Ho paura di svegliarmi domani e scoprire che non esiste più modo di rintracciarti. Ho paura di non sentire più la tua voce. Ho paura che tu, stanco di questo mondo vuoto e falso, decida di tagliare tutte le comunicazioni inutili. Ho paura di essere tra quelle comunicazioni. 

Non lo so cosa significa amare qualcuno. Non lo capisco. 
Pensavo fosse donarsi, abbandonarsi, fidarsi.
Ma evidentemente non sono niente per nessuno. E quindi il mio amore, la mia fiducia, non la vuole nessuno.
Vorrei sentirmi libera di parlarti senza essere sempre presa in giro, senza ostilità.
Invece sei sempre con la bacchetta in mano, pronto a correggermi, ed io sempre sulla difensiva, preoccupata di non fare figuracce.
Vorrei viverti. Vorrei sapermi esprimere. Vorrei poterti amare liberamente, invece sbaglio sempre tutto.

Domani è venerdì. Sicuramente non ci sentiremo. Ed io non avrò la forza di scriverti.
Perché sono prosciugata. Non ho energie.
Ho solo questo stupido amore. Desiderio di aiutarti, starti vicino. Ma senza la possibilità di fare nulla. E consapevole che comunque non te ne faresti nulla di me, del mio stupido amore e della mia mano tesa.

Continuo a guardare il mare e a sentire il tuo respiro.
A cercarti in ogni frase d'amore dei libri.
Sei il mio principe delle fiabe, ma senza azzurrità, senza mantello e senza cavallo.
Sei di un altro mondo. Ne sono sempre più consapevole. 
E sento sempre più ampia la distanza che ci separa.

Mi sento come Icaro. Mi sono avvicinata troppo al sole.

Ti amo e non te lo so dire. E non serve a niente. Nemmeno a spargere vibrazioni luminose nel mondo. Ti amo e vorrei morire. Perché stare senza di te, non ha senso. Anche quando si ha passato una serata bellissima come quella che ho vissuto. Ti amo e mi sento così stupida. Perché ho avuto la fortuna di incontrare una persona così rara e stupenda, ma non ho saputo meritarmi nemmeno una briciola della sua amicizia, della sua considerazione.

L'Amore dovrebbe renderci migliori. Ed io migliore sono diventata. Ora so soffrire da sola e in silenzio. 
Spero che tu stia bene, più calmo. Dopo il momento buio, spero che le cose stiano andando meglio, tornando nella norma. Ma non posso chiederti niente. Posso solo sperare segretamente nel mio cuore.
Che luogo misterioso questo mio cuore. Tutto sopporta, tutto protegge.
Come ne sia capace, lo ignoro.

Buonanotte

giovedì 10 marzo 2022

Mani bucate

 Non paga dell'offerta Adelphi, allettante, di Febbraio (di cui non ti ho parlato, mea culpa), sono tornata in libreria per vedere quali novità fossero presenti.
Che falsa! Avrò impiegato due secondi a osservare i titoli nuovi, poi come al solito mi sono fiondata sui classici. Molti li ho letti. Allora ho approfittato del 20% di sconto sugli Einaudi Tascabili.
Non ho voluto esagerare. Ho molti libri in attesa. Ma per il momento va bene così. Piano piano li leggerò tutti.
Questi sono sconti di cui usufruire se ci sono titoli che ci chiamano o che avevamo in sospeso da tempo.
Nella libreria Giunti questa opzione sarà valida fino al 20 Marzo.
Ho comprato L'Isola di Arturo di Elsa Morante perché tutti ne parlano bene. E sono sicura che piacerà anche a me.
E Ulisse di Giulio Guidorizzi. Il suo Enea-lo straniero mi era piaciuto. Se non ricordo male.
Ecco è stato proprio un "approfittare" di questa offerta.

Ormai costano tanto anche i libri.
Ed io non sono un'amante delle versioni tecnologiche. E nemmeno dell'usato. Non ti nascondo che anche se in passato ho acquistato dai mercatini, ultimamente sono tornata a casa un po' delusa. Ma credo che nelle grandi città questo problema non ci sia.

Vado a letto caro Bloggy,
sempre più preoccupata. Brutto quando hai in animo di dire tante cose e non puoi farlo.
Grazie per il tuo ascolto.
Per me è importante. Speriamo in un mondo migliore.
Buonanotte

p.s. Ho visto in tv, un film molto vecchio. Una commedia carina, italiana. Ambientata in Puglia. Una bellissima Puglia! Lieto fine.
Tutto bello. 
Sai cosa mi ha colpito? I due protagonisti vengono da due mondi completamente diversi. Credimi: saremmo potuti essere io e Persona. Ma Persona di me non si innamorerebbe mai. Mentre io di lui mi innamoro ogni giorno.

Almeno nei film è possibile...

mercoledì 9 marzo 2022

Nessuno può vivere senza la propria ombra.
Chi non ha più ombra non ha più vita. È solo uno spettro.
(Valerio Massimo Manfredi)

Dopo l'incidente che lo vide coinvolto in una specie di intossicazione a causa di gas liberati dal malfunzionamento di una caldaia, non ho trovato più notizie che parlassero di Valerio M. Manfredi.
Storico, archeologo e scrittore di fama internazionale, che fa letteralmente sognare ad occhi aperti con i suoi racconti.
Chissà come sta. Chissà cosa pensa.
Chi ha visto la morte in faccia come affronta l'esistenza?

Caro Bloggy,
è stata una giornata molto fredda. Come ti ho raccontato ieri, sto costruendo un nuovo quotidiano. Ma il mio spirito non cambia facilmente. 
Credo che leggere Pavese mi aiuti ad accettarmi, per come sono.

Sarei seduto a questo tavolo con più gioia?

Se pure avessi quello che desidero non credo saprei essere felice. Sono così. C'è poco da discutere.
Sai cosa mi sta donando pace? Le quattro pagine al giorno del Silmarillion. 
Non mi faccio più illusioni.
Spero che la guerra finisca. Lo spero per la povera gente che non ha più una casa. Lo spero per tutto il mondo che sta guardando con il fiato sospeso.

Te lo scrivo qui, semplicemente perché se perfino Pavese diceva di sé che scriveva ciclicamente le stesse cose, allora posso anch'io non vergognarmene.
L'amore in briciole è una lenta agonia.
Posso amare senza essere ricambiata. Tutto qui.
Non posso avere ciò che sogno. Lo accetto. Mi sono arresa. Ma un dialogo non-dialogo è troppo difficile per me. In tanti anni, non l'ho visto mai retrocedere di un micron dalle sue posizioni. Come se scherzare cambiando registro, fosse compromettente. Magari ha ragione lui. Non lo so. Non me lo chiedo più. Io mi sono arresa da giorni.
Solo una domanda mi frulla ancora in testa: com'è potuto accadere un incontro simile? Lo ha scarabocchiato uno scrittore distratto sul tovagliolino del bar, mentre beveva un caffè al volo? Siamo i personaggi abbozzati su pagine dimenticate in un cassetto?
Credimi, potrebbe essere il soggetto di un romanzo fantasy: si apre magicamente il varco tra due mondi diversi e...

Un quasi-incontro così mi fa pensare a racconti come quelli del Ciclo di Landover, le Cronache di Narnia, la Storia Infinita, la Bussola d'oro. O che ne so? La storia di Legolas e Gimli che diventano amici. Del gatto Behemoth che passeggia per Mosca. Quella del Gigante Gentile che entra nel nostro mondo per catturare i brutti sogni. Alice che segue un coniglio col panciotto. Peter Pan che fa il pendolare tra i cieli di Londra e dell'Isola Che Non C'è.
D'accordo la smetto...
Ma credimi, il livello di "impossibilità" è questo.

Un passo avanti all'altro... Posso farcela.

Spero che Valerio Manfredi stia bene. Così come la sua famiglia.
E mi auguro che anche Alessandro Baricco si senta meglio.
Idealmente abbraccio tutti i bambini orfani della guerra e non solo, gli anziani, le persone fragili. 

Ho paura.

martedì 8 marzo 2022

Lavorare Stanca - Cesare Pavese

 e, se non so rispondere, so farne a meno.

Caro Bloggy,
pensavo di essermi abituata a tutto. Invece ogni volta mi stupisco di come possa cambiare l'esistenza di una persona nell'intervallo di tempo impiegato dalla Terra per compiere un giro completo intorno al Sole!!!
Solo ieri notte ti raccontavo la mia tristezza, la mia confusione mentale, la mia incapacità di scegliere il libro di Marzo.
Ed eccomi qui questa notte, sempre io, sempre la stessa, sempre diversa, a raccontarti di questa raccolta di poesie e di tutte le belle cose che ho intenzione di fare e che ho in parte, iniziato a fare. In primis: ho scelto di leggere Il Mestiere di Vivere, di Cesare Pavese.
Poi: ho rimesso mano ai libri di scuola. Ho deciso di studiare in modo regolare. Così da non sentirmi impreparata ad affrontare le supplenze che lo so, arriveranno.
Ancora: ho cambiato atteggiamento. Voglio sperare. Voglio darmi una possibilità. E voglio iniziare un progetto di scrapbooking: voglio usare le mani. Come facevo da ragazza. E come facevo fino a qualche anno fa. Credo sia la strada giusta per il mio animo malinconico.
Infine: mi ha scritto Persona. Ed è stato molto carino. Non glielo dirò mai, ma...credo fosse in imbarazzo mentre diceva alcune cose. Vuoi vedere che il mio piccolo e dolcissimo Persona in realtà è molto timido, e anche se non lo ammetterà mai pubblicamente, mi vuole un po' di bene? Ma, cambio di atteggiamento: non mi soffermerò più ad analizzare questo sentimento. Però non posso fare a meno di dirtelo: SONO FELICE. Mi ha proprio fatto sentire che ci tiene a me, che si fida (beh, mi ha raccontato alcune cose che non credo si dicano a chiunque), che gli sono mancata. E oooook! Ci sto ricascando: stop!

Su dal mare, ogni goccia è perduta,
come il vento su queste colline, che cerca le foglie
e non trova che pietre.

Parliamo di poesia. Cesare Pavese compose le poesie di questa raccolta, nei primi anni Trenta. E furono pubblicate solo nel 1936. Successivamente aggiunse nuove poesie, ma la raccolta è pressoché quella che conosciamo nella versione odierna.
Mentre leggevo Il Mestiere, mi soffermavo sulle pause dell'autore, proprio come se fosse vicino a me. Come se parlasse a me sola. Cosa spinge uno scrittore a dare un determinato ordine ad una raccolta di poesie? Se cambiassimo le loro posizioni inficeremmo il racconto. Forse che ogni pagina della Divina Commedia non è di per se stessa un capolavoro, anche se la si colga dal tutto?
E il pensiero che accompagna un primo componimento, persiste fino al suo compimento?
Ecco di cosa parlavo con Cesare mentre leggevo.
Rivedere la sua poesia in questa luce è una sensazione nuova.
Perché quella malinconia che per me è tipica di Pavese, quella sua terra con i suoi abitanti qui sono accennati, ma sono esattamente quelli che caratterizzeranno la sua prosa, anche in futuro. E lui ne è consapevole. Lui è il suo Piemonte. Nel titolo stesso si percepisce tutto quello che la sua terra prova; c'è tutta l'umanità delle campagne e delle città che Pavese conosce bene, che potrebbe essere la stessa nel resto del mondo. Un'umanità che lavora orgogliosa e fiera, perché deve farlo, perché è l'eredità dei suoi avi, perché senza lavoro non si mangia, ma che via via prende coscienza del tempo che passa, delle illusioni che svaniscono e dei sogni che muoiono.

Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada.

Nell'altro ci si specchia e riconosce. L'altro non è visto solo come desiderio di conquista o come fratello con cui si condivide il destino. L'altro è se stessi.

Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
[...]
Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c'è lo sbronzo notturno che attacca discorsi,
e racconta i progetti di tutta la vita.

Ecco, mi sento molto vicina al tipo sbronzo. Quello che avrebbe un disperato bisogno di parlare con qualcuno e allora ferma un passante e gli racconta di sé e dei suoi sogni.
Tu sei il mio passante, caro Bloggy: GRAZIE! Oggi sono ubriaca di vita. Di amore.

Contro tutto e tutti, le guerre, le pandemie, le violenze, la morte, i soldi, le ricchezze, l'unica cosa che conta veramente e che resta è l'Amore!
Omnia vincit amor
et nos cedamus amori
 
A lui solo mi arrendo, a lui solo consegno le armi, la mia terra, il mio corpo.
Abbandono le mie speranze e i miei sogni, a lui solo affido il mio spirito.


lunedì 7 marzo 2022

Racconti di Pietroburgo - Nikolàj Gogol'

 Mi sembra che comunicare i pensieri, i sentimenti e le impressioni agli altri
sia uno dei primi beni di questo mondo.


Circa dieci giorni fa, le truppe russe iniziavano la loro invasione del territorio ucraino. Nel naturale caos che ne è derivato, ci sono persone che riescono a continuare la propria vita come se nulla fosse. C'è chi la vita la perde. C'è chi si schiera con Putin, c'è chi teme di essere criticato o giudicato male dalla Storia, per un corso universitario che parli di letteratura russa. C'è chi si scopre solidale. E chi si improvvisa reporter. Chi rispolvera vecchie canzoni. Chi si esprime con l'arte. Chi protesta nelle piazze. E la piazza, di quella che oggi si chiama San Pietroburgo, verrà ricordata nei libri di storia. (Grazie Yelena Osipova grazie popolo russo.)

E poi ci sono anche quelli come me. Indignati, adirati, confusi. Che cercano giustizia, laddove "giustizia" è una parola censurata, priva di senso. Capitasse a me, metterei in salvo i miei genitori e i nipotini, ma poi tornerei per combattere. Preferirei morire nella mia patria che cederla ad un invasore, o essere eternamente straniero in una terra nuova.

La lettura di Gogol' mi ha fatto compagnia negli ultimi giorni di Febbraio. Ma ne parlo oggi. Perché stanotte non riesco a prendere sonno e ho bisogno di parlare con qualcuno. Pensavo di aver imparato qualcosa del popolo russo, attraverso lo sguardo dei suoi scrittori. Ma naturalmente era solo una fantasia.
Questo scrittore in modo particolare mi ha colpito per la sua innocenza. Scrive in modo diretto, fresco, oserei dire nuovo.
Mi ha regalato uno sguardo sulla sua terra, ma anche una luce diversa sulla mia.
Che l'Italia sia bella è chiaro anche a me. Ma attraverso lo sguardo dei personaggi di questo libro, ne capisco anche il perché. L'azzurro del nostro cielo, del nostro mare, non si trova ovunque. I colori che mi circondano, sono gli stessi che hanno ispirato un Tiziano, un Raffaello, un Giotto. Non c'è da stupirsi se pur tra tanti difetti, gli italiani costituiscono un popolo vivace e brillante.
L'espressione "genio italiano" non è un vuoto modo di dire.

Oh che realtà ripugnante! Che era al confronto di un sogno?

L'umanità di questo scrittore è cosa rara e preziosa. Che mai come in questo periodo andrebbe diffusa nel mondo.
Mi è sembrato di passeggiare accanto a lui, per tutta Pietroburgo, osservando il prossimo. Quello che quando cammini ti sfreccia accanto e non lo guardi mai. Non sai se era un uomo, o una ragazza. Non ti domandi nulla e non ti aspetti che quell'anonimo passante si avveda della tua presenza.
Quante persone avranno passeggiato sulla Prospettiva Nevskij? O su un qualsiasi corso di paese? Se le pietre potessero parlare, ne racconterebbero delle belle.
Quanta tristezza, quanta solitudine si celano in ogni persona.
Ecco perché mi è stato facile familiarizzare coi personaggi che ho incontrato.
E tra tutti voglio parlare di Akakij Akàkievič. Non possiamo penetrare i pensieri e l'anima di un uomo. Ma l'idea che nessuno si sia accorto della sua morte mi ha molto turbato.
Come se non ci fosse mai stato.
Non voglio essere una persona indifferente al prossimo. E lo so che non si può pensare ad ogni individuo sulla faccia della Terra.
Ma oggi abbraccio idealmente tutti quelli che non ci sono più. Inglobati nell'indifferenza generale di un sistema che ci vuole solo consumatori e schiavi. E che ti cancella se non entri nello schema. Abbraccio tutti i dimenticati. I solitari e i soli.
E prego perché esista la pietà di un Dio sempre più muto davanti alle nostre suppliche.

Dall'enciclopedia Wikipedia riporto (perché non riesco a capirci nulla): 
Nikolaj Vasil'evič Gogol'-Janovskij (Velyki Soročynci, 31 marzo 1809, 19 marzo del calendario giuliano - Mosca, 4 marzo 1852, 21 febbraio del calendario giuliano) è stato uno scrittore e drammaturgo russo; è considerato uno dei grandi della letteratura russa. E oggi per alcuni, precursore del realismo magico. E leggendo il racconto "Il naso", non è difficile capire il perché.
Di lui dirà Dostoevskij riferendosi alla propria generazione di intellettuali e narratori, che "siamo tutti usciti da Il cappotto di Gogol'".

Per cronaca il mio Akakij Akàkievič era lo sventurato proprietario del suddetto cappotto.
Non sono degna di parlare di questi grandi scrittori, ma a loro devo tanto delle mie strampalate riflessioni. E tutta la mia gratitudine. Perché se sono arrivata ad un tale livello di consapevolezza e conoscenza del genere umano è grazie alle pagine di questi capolavori. Che come dico sempre, mi parlano ascoltandomi, mi ascoltano mentre faccio silenzio.

Caro Bloggy,
è difficile ma vado avanti. Sto tenendo fede a quello che ti ho scritto l'ultima volta. Mi manca tanto, ma sapere di non mancargli mi dà la forza per non fare la stupida.
Mi sto comportando molto bene. Sono sola. Una piccola zattera nella tempesta. Arriverò ad un approdo prima o poi.

Ma al mondo non c'è nulla che duri molto, e pertanto anche la gioia nel minuto successivo al primo non è più così viva; e al terzo minuto essa diminuisce ancora di più e infine impercettibilmente va a fondersi con lo stato d'animo abituale, come un cerchio sull'acqua prodotto dalla caduta di un sassolino va a confondersi infine con la superficie liscia.


p.s. Salutare il signore che suona la fisarmonica mi ha regalato una gioia infinita.
p.p.s. Non ho ancora scelto il mio libro lungo per Marzo.