e, se non so rispondere, so farne a meno.
pensavo di essermi abituata a tutto. Invece ogni volta mi stupisco di come possa cambiare l'esistenza di una persona nell'intervallo di tempo impiegato dalla Terra per compiere un giro completo intorno al Sole!!!
Solo ieri notte ti raccontavo la mia tristezza, la mia confusione mentale, la mia incapacità di scegliere il libro di Marzo.
Ed eccomi qui questa notte, sempre io, sempre la stessa, sempre diversa, a raccontarti di questa raccolta di poesie e di tutte le belle cose che ho intenzione di fare e che ho in parte, iniziato a fare. In primis: ho scelto di leggere Il Mestiere di Vivere, di Cesare Pavese.
Poi: ho rimesso mano ai libri di scuola. Ho deciso di studiare in modo regolare. Così da non sentirmi impreparata ad affrontare le supplenze che lo so, arriveranno.
Ancora: ho cambiato atteggiamento. Voglio sperare. Voglio darmi una possibilità. E voglio iniziare un progetto di scrapbooking: voglio usare le mani. Come facevo da ragazza. E come facevo fino a qualche anno fa. Credo sia la strada giusta per il mio animo malinconico.
Infine: mi ha scritto Persona. Ed è stato molto carino. Non glielo dirò mai, ma...credo fosse in imbarazzo mentre diceva alcune cose. Vuoi vedere che il mio piccolo e dolcissimo Persona in realtà è molto timido, e anche se non lo ammetterà mai pubblicamente, mi vuole un po' di bene? Ma, cambio di atteggiamento: non mi soffermerò più ad analizzare questo sentimento. Però non posso fare a meno di dirtelo: SONO FELICE. Mi ha proprio fatto sentire che ci tiene a me, che si fida (beh, mi ha raccontato alcune cose che non credo si dicano a chiunque), che gli sono mancata. E oooook! Ci sto ricascando: stop!
Su dal mare, ogni goccia è perduta,
come il vento su queste colline, che cerca le foglie
e non trova che pietre.
Parliamo di poesia. Cesare Pavese compose le poesie di questa raccolta, nei primi anni Trenta. E furono pubblicate solo nel 1936. Successivamente aggiunse nuove poesie, ma la raccolta è pressoché quella che conosciamo nella versione odierna.
Mentre leggevo Il Mestiere, mi soffermavo sulle pause dell'autore, proprio come se fosse vicino a me. Come se parlasse a me sola. Cosa spinge uno scrittore a dare un determinato ordine ad una raccolta di poesie? Se cambiassimo le loro posizioni inficeremmo il racconto. Forse che ogni pagina della Divina Commedia non è di per se stessa un capolavoro, anche se la si colga dal tutto?
E il pensiero che accompagna un primo componimento, persiste fino al suo compimento?
Ecco di cosa parlavo con Cesare mentre leggevo.
Rivedere la sua poesia in questa luce è una sensazione nuova.
Perché quella malinconia che per me è tipica di Pavese, quella sua terra con i suoi abitanti qui sono accennati, ma sono esattamente quelli che caratterizzeranno la sua prosa, anche in futuro. E lui ne è consapevole. Lui è il suo Piemonte. Nel titolo stesso si percepisce tutto quello che la sua terra prova; c'è tutta l'umanità delle campagne e delle città che Pavese conosce bene, che potrebbe essere la stessa nel resto del mondo. Un'umanità che lavora orgogliosa e fiera, perché deve farlo, perché è l'eredità dei suoi avi, perché senza lavoro non si mangia, ma che via via prende coscienza del tempo che passa, delle illusioni che svaniscono e dei sogni che muoiono.
Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada.
Nell'altro ci si specchia e riconosce. L'altro non è visto solo come desiderio di conquista o come fratello con cui si condivide il destino. L'altro è se stessi.
Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
[...]
Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c'è lo sbronzo notturno che attacca discorsi,
e racconta i progetti di tutta la vita.
Ecco, mi sento molto vicina al tipo sbronzo. Quello che avrebbe un disperato bisogno di parlare con qualcuno e allora ferma un passante e gli racconta di sé e dei suoi sogni.
Tu sei il mio passante, caro Bloggy: GRAZIE! Oggi sono ubriaca di vita. Di amore.
Contro tutto e tutti, le guerre, le pandemie, le violenze, la morte, i soldi, le ricchezze, l'unica cosa che conta veramente e che resta è l'Amore!
Omnia vincit amor
et nos cedamus amori
A lui solo mi arrendo, a lui solo consegno le armi, la mia terra, il mio corpo.
Abbandono le mie speranze e i miei sogni, a lui solo affido il mio spirito.
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