martedì 15 marzo 2022

Una persona alla volta - Gino Strada

 "In un mondo così tragico, ormai ci vergogniamo di parlare di bellezza perché sembra una cosa frivola, leggera ma è sbagliato.
In realtà il bello è la massima aspirazione dell'uomo."
Negli anni ottanta aveva fatto un progetto con Léopold Senghor, poeta e allora presidente del Senegal. Senghor gli disse che in nessuna lingua africana esiste la parola "bellezza" disgiunta dalla parola "buono": una cosa bella è anche buona; se non è bella, non è buona.
Mi tornò in mente la kalokagathia, che tanto mi aveva affascinato durante le lezioni di greco al liceo, e sentii che eravamo sulla strada giusta.


Domenica scorsa seguivo in TV un programma che ultimamente mi sta piacendo molto. Stanno dedicando la maggior parte del loro spazio alla guerra in Ucraina. E lo fanno in modo profondo, senza urlare, senza retorica. Tra i vari ospiti, domenica c'era anche Simonetta Gola, moglie di Gino Strada, che per lui ha curato il libro che mi ha fatto compagnia oggi pomeriggio.
Per chi non lo sapesse Gino Strada era, purtroppo era, un medico chirurgo appassionato, fondatore dell'organizzazione Emergency. Lui era un uomo contro tutte le guerre. E in questi giorni così oscuri, mi sono spesso chiesta cosa avrebbe detto di questa ennesima follia. Un libro bellissimo. Toccante. Mi sono commossa. Ha preso il mio cuore e lo ha letteralmente stritolato. Che lucidità, che forza. Oggi capisco perché spesso hanno tentato di gettargli fango addosso. Faceva paura. Come tutte le cose belle, pure, incorruttibili: Gino Strada faceva paura. Lo ha portato via un male odioso, e tutti gli anni accumulati in guerra. Come fa un orrore simile a non distruggerti da dentro? 
Non sono nessuno per parlare del dottor Gino Strada. Perché non voglio cadere nel banale. A lui non sarebbe piaciuto. E non voglio rischiare con la mia stoltezza, di togliere qualcosa alla sua grandezza. Però consiglio a tutti di comprare questo libro che è decisamente bello e anche buono (infatti, con il suo acquisto, contribuiamo a sostenere Emergency. E Dio solo sa se ce n'è bisogno!).
Ci tocca già dalle prime pagine, dalle prime parole.
Ci racconta brevemente le sue origini. Da dove è partito. E me lo sono immaginato giovane, curioso, intelligente, assetato di conoscenze mediche, muovere i primi passi nel mondo.
Diploma classico, università scientifica, dice lui. Personalmente ho sempre ritenuto che l'Università di Medicina appartenesse al mondo umanistico. E forse la mia, non è un'idea del tutto sbagliata.
Il papà era un operaio che leggeva.
E sono questi i due dati che mi sono saltati subito agli occhi. I libri influenzano la nostra vita. In un modo o nell'altro.
Poi, a mano a mano che si procede, la lettura cambia atmosfera. Siamo sotto un bombardamento, ad operare d'urgenza un anziano, un bambino. Cosa c'entrano i civili con le guerre?
E qui inizia a germogliare lo spirito del fondatore di Emergency.

Io ho provato vergogna.

Questo libro ti fa vivere emozioni. Tante e indisciplinate.
Provi rabbia. Pochi comandano e gestiscono ricchezze. Tengono il mondo sotto scacco. Povertà e iniquità sono agevolate e non contrastate. Come possono parlare di pace, persone che costruiscono e vendono armi?
Provi ammirazione. Un uomo solo ti dimostra cos'è un sogno. Cosa vuol dire aiutare l'umanità. Cosa vuol dire essere utopici.
Provi amore per il prossimo. Pietà. E comunione con gli altri.
E poi ti senti anche un po' intelligente.
Perché sovente nel tuo stupido blog (scusa Bloggy, non sei tu stupido; solo io che scrivo) hai parlato di amore e bellezza. Le ancore per frenare la deriva umana.

καλὸς καὶ ἀγαθός: bello e buono

Mentre leggevo Gogol' , ma anche in questi giorni terribili, con una guerra ai confini dell'Europa, mi sovveniva (e ancora perdura), un pensiero, un'idea fissa.
Se gli artisti, i pittori italiani hanno potuto creare simili capolavori lo devono anche al colore del nostro cielo.
Se ti svegli al mattino con un sole che riscalda ed un cielo azzurro come il nostro, come non puoi dipingere la Cappella Sistina?
Ancora ricordo lo sconvolgimento che provai al Museo Nazionale del Prado, quando arrivai nella galleria del Rinascimento italiano. La visita di Maria alla cugina Elisabetta mi fece venire le lacrime.
Un azzurro simile non si immagina; colori del genere si respirano, si vivono. Appartengono al DNA. Questa è fortuna.
Ma umanità è costruire e insegnare la bellezza, anche laddove non c'è il tempo per fermarsi a considerarla.
Una città bella rende belli i suoi cittadini.
Ed essere belli li rende più sereni, più felici, più buoni.
Una catena d'amore che Gino Strada aveva saputo immaginare e realizzare, con ogni respiro della sua vita.

Un libro da avere e portare nel cuore.


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