mercoledì 22 giugno 2022

22 giugno 1983

 Mi sembra di sentire la sigla del vecchio telegiornale RAI; con voce impostata il giornalista annuncia: Roma, non si hanno più notizie della quindicenne Emanuela Orlandi.
La sua fotografia con la fascia tra i capelli, come usava negli anni Ottanta, è diventata il simbolo di un'ingiustizia muta e un dolore assordante che ha lacerato i cuori di molte famiglie italiane, e soprattutto della sua famiglia che ancora oggi dopo 39 anni chiede a gran voce di conoscere la fine della propria congiunta.

Dov'è Emanuela?

Non lo sapremo mai vero? Tante persone sono vittime di un destino crudele, ogni giorno. Ma penso che non ci sia nulla di più atroce del non avere nemmeno una tomba su cui piangere.
Se ti rassegni e vai avanti, ti sembra di fare un torto alla persona scomparsa.
Ti senti un traditore. Un insensibile.
Ma se non ti arrendi, non vai avanti. Vivi un presente continuo, i cui contorni si confondono con il passato. Aspetti. Speri. Aspetti. E la vita passa, senza che tu l'abbia vissuta.
Perché se non può lo scomparso, non puoi nemmeno tu.
Davvero un destino meschino.
Non lo auguro a nessuno.


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