Caro Bloggy,
ho avuto un fine settimana turbolento. Sentimenti contrastanti. Sensazioni altalenanti.
Ma oggi non posso proprio andare a dormire senza aver condiviso con te uno dei tanti pensieri che affollano la mia mente malata.
Il motore che ha mosso le mie sensazionali (-sono ironica-) elucubrazioni è la serie TV Lucifer.
Sono alla IV stagione.
Tranquillo non ti anticipo nulla ma ho pensato una cosa: com'è possibile che un amico riesca a elaborare, accettare e superare tutto di un altro amico, compreso il suo lato oscuro, mentre per l'innamorato la cosa è così difficile?
All'inizio mi sono chiesta: può essere colpa della componente fisica?
No. La risposta non è così banale.
La risposta che mi sono data è -magari- sì banale ma meno superficiale.
Ed è la seguente:
dell'amico accettiamo tutto con facilità e senza tragedie perché, alla fine, chiudiamo la porta alle nostre spalle e la nostra vita è nelle nostre mani. Il gioco lo conduciamo noi.
Spegniamo il telefono e andiamo a dormire.
Si può rimandare a domani qualsiasi problema. Qualunque dilemma.
Ma con l'amore non funziona così.
Con l'amore noi ci abbandoniamo ad un'altra persona e ne abbiamo tra le mani la vita.
Non è un'impresa da poco.
Il gioco è di due che diventano un uno; quell'"io" che improvvisamente si trasforma in "noi" è un miracolo.
Una responsabilità senza pari.
Nel caso del "lato oscuro" significa accettare che ad un certo punto, amando, anche noi abbiamo un lato oscuro che dobbiamo imparare a conoscere e gestire. Non è una cosa esterna. Di un altro individuo. In un certo senso è un qualcosa che ci tocca, ci attraversa, diventa parte di noi.
Ecco perché l'amore è raro e difficile da capire, da vivere.
Fa paura.
Ma non è il problema della sottoscritta: no amore, no amici, no problemi.
Buonanotte
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