giovedì 23 giugno 2022

Gianbattista Vico

La maraviglia è figliuola dell'ignoranza;
e quanto l'effetto ammirato è più grande,
tanto più a proporzione cresce la maraviglia.


Caro Amico ti scrivo, così mi distraggo un po'.
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò...

cantava così Lucio Dalla dai miei ricordi lontani, di una serata estiva di molti anni fa.
Sono qui che ti scrivo caro Bloggy, e penso a quanto mi manchi Palo.
Ho imparato a conoscerlo e mi sono resa conto che la mia ammirazione nei suoi confronti non è diminuita nemmeno un po'.
Non mi è mai successa una cosa simile. Mai.
Nemmeno un filoso moderno mi ha aiutato.
Sono passati 354 anni dalla nascita del grande filosofo italiano Gianbattista Vico.
La sua biografia ce lo consegna come un ragazzo cresciuto in un ambiente povero.
Dovette fare numerosi lavori per prendersi cura dei genitori anziani e dei sette fratelli.
Nel1699 vinse la cattedra di Retorica all'Università di Napoli e la sua vita e la storia, cambiò.
Cresciuto a pane e cultura umanista napoletana, leggendo Bacone, Hobbes, fu autore di molti saggi di filosofia e di diritto.
La sua opera più nota fu Scienza nuova, dove in aperta polemica con Cartesio, Vico rivendica il valore dello studio delle lettere e della storia, cui va attribuito un valore di verità come per le scienze e la matematica.

Se all'Inferno ci finisce chi non ha perdonato se stesso, i propri errori, le proprie mancanze... allora sono fregata!

'Notte Bloggy

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