sabato 18 giugno 2022

L'Isola di Arturo - Elsa Morante

 Così,
io trascorrevo quasi tutti i miei giorni in assoluta solitudine;
e questa solitudine, cominciata per me nella prima infanzia,
mi pareva la condizione naturale.

1957: Elsa Morante conquista il premio Strega grazie al romanzo L'Isola di Arturo. 

Caro Bloggy,
ricordi? Tempo fa ti dissi che avevo iniziato un bellissimo romanzo ambientato su un'isola meravigliosamente bella, Procida.
Ebbene il romanzo l'ho finito, e posso parlartene senza misteri.
Per quasi una settimana ho ascoltato la storia di Arturo, narrata da lui stesso. Un romanzo di formazione dal profumo arabesco delle Mille e Una Notte. O se preferisci, dai toni epici come l'Orlando Furioso.
La bravura della Morante è per me un dato di fatto. Come l'ossigeno che respiro, il caffè al mattino, la vista del mare e l'amore per Persona: sono cose note e irrinunciabili, che non posso cambiare.
In quest'opera, credo si sia superata. Narrazione fluida e mai noiosa. Ti sembra quasi di camminare veramente accanto ad Arturo. Ti senti il sale sulle labbra, il vento tra i capelli. E in un certo senso provi la stessa nostalgia che provano i protagonisti del libro, quando si allontanano dalle coste della bellissima isola. Ho ancora negli occhi i colori dell'ultimo tramonto.

Come mio solito, ti risparmio commenti che potrebbero anticiparti la trama.
Il romanzo è diviso in otto capitoli. Ma devo farti una confessione: mi sono innamorata in modo particolare della prima parte. Quando Arturo ci racconta i primordi della sua famiglia, della sua vita e della sua terra.
Ma soprattutto del rapporto col padre. Una specie di Ulisse, impossibile da capire.
Il mare è un silenzioso protagonista; circonda l'Isola e culla l'esistenza stessa di Arturo.
Una sorta di Fata Madrina silenziosa. Sempre presente. Sempre pronta a consolare.
Testimone di tutta la storia. 

Allora, i miei occhi e i miei pensieri lasciavano il cielo con dispetto,
riandando a posarsi sul mare, il quale, appena io lo riguardavo,
palpitava verso di me, come un innamorato.
Là disteso, nero e pieno di lusinghe, esso mi ripeteva che anche lui, non meno dello stellato, era grande e fantastico,
e possedeva territori che non si potevano contare, diversi uno dall'altro, come centomila pianeti!
Presto, ormai, per me, incomincerebbe finalmente l'età desiderata in cui non sarei più un ragazzino, ma un uomo;
e lui, il mare, simile a un compagno che finora aveva sempre giocato assieme a me, mi porterebbe via con lui a conoscere gli oceani, e tutte le altre terre, e tutta la vita!

Caro Bloggy,
Arturo entra nel mio cuore, ma lo fa zoppicando. Non è un personaggio che posso amare ciecamente e che posso difendere a spada tratta; ma lo sento molto affine. Per la natura selvaggia, l'attaccamento alla famiglia. Quel vivere attraverso storie lette tra i libri e realizzate ad occhi aperti.
La narrazione della Morante è da brividi (-l'ho cantato!-). In alcuni momenti sembra di guardare un film! Un'opera teatrale. Se non è questo neorealismo!!!
Un'ultima considerazione: quanto doveva essere difficile la condizione femminile!
Mi sento veramente fortunata. Non so come riesca Elsa Morante a far dire certe cose e a farne subire altre. Per me i suoi personaggi femminili sono perle di rara bellezza. 

L'intenzione delle femmine è di degradare la vita.
È questo, che ha voluto dire la leggenda degli Ebrei, raccontando la cacciata dal Paradiso terrestre per volontà di una femmina.

Buffo. Tempo fa eravamo così potenti da determinare la cacciata dal Paradiso...
Oggi invece, ci prendono a schiaffi e ci insultano solo se esprimiamo un'opinione...

Buonanotte Amico mio 

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