sabato 6 marzo 2021

Giovanni Battista Bugatti

 Non si immaginò mai quanto lei soffrisse durante le sue insonnie nel convitto,
nei suoi fine settimana senza di lui,
nella sua vita senza di lui,
perché non si era mai immaginato quanto lo amava.


Se fossi una persona intelligente, o almeno furba, in un blog che a volte parla di libri, dovrei raccontare di Gabriel García Márquez nato oggi nel 1927.
Potrei fare una foto ad un suo libro, leggerne un riassunto, inventare qualcosina e fine.
Ma io non sono intelligente e nemmeno furba.
E non mi piace parlare di qualcosa che non conosco.
Col pensiero saluto quel favoloso scrittore che è stato Gabriel G. Márquez, che mi ha fatto scoprire il realismo magico nella letteratura. Che mi ha indicato un mondo fantastico bellissimo. Una finestra sul sogno.
Ma, mio malgrado, non ho letto altri suoi libri; inoltre ho iniziato un libro che mi prenderà molto tempo (Donne che corrono coi lupi), quindi mi fermo un po' solo per riposare.

Ho scoperto che il 6 marzo del 1779, circa duecento anni prima di me, nasceva il boia dello stato pontificio, noto come Mastro Titta, o il boia di Roma.
Il suo curriculum vanta 514 esecuzioni, un vero professionista.
Pare facesse l'ombrellaio, tra un'esecuzione e l'altra.
Quello del boia era più che altro un part-time...

Al giorno d'oggi, a Roma, "Mastro Titta" è diventato sinonimo di "boia".
I più fortunati possono ancora incontrare il fantasma di Mastro Titta, in piazza Ponte Sant'Angelo.

In questo sabato pieno di primavera, in cui si scoprono nuove varianti del Covid-19, è entrato in vigore il nuovo DPCM di Draghi (ma dai, chi se lo aspettava, un nuovo dpcm...), in televisione la finale di Sanremo, io mi chiedo: Mastro Titta ma perché non la fai finita anche con me? Magari roba meno cruenta, alla fine non ho ucciso nessuno...
Come dici? Sei in pensione? Ah, capisco.
Allora niente, mi resta una totale sofferenza. 

Però va meglio, sai Mastro Titta.
Dopo tante riflessioni, mi sono resa conto di quanto io sia guasta.
Marcia dentro.
Per questo nessuno fa mai un passo verso di me.
Se mi fermo, nessuno mi aspetta.
Ho un dolore dentro che non posso raccontare.
Mastro Titta, tu che hai visto tante persone nel loro ultimo momento, dimmi, non siamo forse già tutti condannati?
Ne parliamo un'altra volta?
E ora che facciamo? Balliamo...un liscio.

E siccome è un momento di delirio, raddoppio: domani è un altro giorno e si vedrà

È uno di quei giorni che
ti prende la malinconia
che fino a sera
non ti lascia più.
La mia fede è troppo scossa ormai
Ma prego e penso fra di me
proviamo anche con Dio,
non si sa mai.

E non c'è niente di più triste
in giornate come queste
che ricordare la felicità!
Sapendo già che è inutile ripetere, chissà,
domani è un altro giorni,
si vedrà!


Il mio peccato più grande è l'Amore.

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