lunedì 15 marzo 2021

Tutta da rifare: Giorno I

YouTube fa scorrere canzoni in modo automatico.
Direi più secondo il suo gusto che il mio.
Ma va bene lo stesso; l'importante è riempire la mente.
Oggi è iniziato il mio periodo in zona - rossa. Non posso definirlo lockdown.
L'anno scorso era diverso. Era tutto chiuso, tutto bloccato. Si sentiva il respiro della Terra e della Natura.
Questa volta ci sono limitazioni severe ma è meno drammatico, dobbiamo dirlo. Così si superano meglio le situazioni: analizzandole in modo freddo e sistematico.
Non posso vedere Cugina per un caffè e nemmeno Fratellone e famiglia.
Però, se fosse necessario, i nipotini potrebbero venire a stare da me.
E potrei anche incontrare Cugina nel supermercato, o in chiesa.
Sembra un aggirare le leggi, ne sono consapevole. Ma al momento, raccontarmi queste possibilità mi fa sentire meno sola e triste. Metterle in atto è un altro discorso.
La verità è che stiamo avendo ritardi spaventosi con le somministrazioni dei vaccini e le chiusure sono inevitabili.
Non so come si sentano gli altri, ma io mi sento in un eterno presente, che non mi piace. Non riesco nemmeno a proiettarmi in avanti, in un sogno fantastico, un progetto futuro. Non ci riesco. Mi sento finita. Penso che mi spetti solo la morte.

Per affrontare queste giornate, come sempre, chiederò aiuto ai libri e ai digiuni. Devo tenere sotto controllo il peso, visto che ho deciso di rinviare le analisi. E poi, come ho già detto, devo riempire la testa.
Quindi il mio motto per questa quarantena sarà: stomaco vuoto, testa piena. 

Come mio solito ho comprato in totale incoscienza questo libriccino di Alessandro Baricco, per poi scoprire che è in completa armonia con il periodo attuale.
Quel che stavamo cercando è una raccolta di 33 frammenti di quel che pensa Baricco della pandemia da Covid-sars2.

può accadere di lottare per sconfiggere il mito, insegna l'Odissea.
Può accadere di lottare per edificare il mito, insegna l'Iliade.

Baricco vede, legge, interpreta il fenomeno pandemico in un modo nuovo. La Pandemia è una creatura mitica. Non è messo in discussione ciò che dicono medici, virologici e tecnici del settore. Ma la Pandemia che stiamo vivendo è un costrutto mitico, cioè creato in modo artificiale da forze che non sono solo oggettive e, diciamo, scientifiche, ma collettive. Creato da tutta l'umanità. Mitizzare la pandemia non significa privarla di senso reale. La vita degli uomini è intrecciata col mito. Ma oggi non sappiamo più capirlo, perché abbiamo consacrato la vita al lume della scienza, rinunciando alla nostra componente umana-sensibile-interiore.
La Pandemia è il risultato di una vita intera fatta di corse, profondità che sembrano praterie, relazioni che non esistono, consumi inutili, sentimenti vuoti.
Abbiamo delegato agli altri, a pochi altri, cosa fare del nostro pianeta, della nostra vita, dei nostri studi, del nostro mare, delle nostre famiglie. Ci dicono come vestire, cosa ascoltare, chi amare. E glielo lasciamo fare. 
Consumiamo consumiamo.
La Pandemia è un urlo collettivo, che abbiamo innalzato tutti insieme, ma forse non siamo pronti ad ascoltarlo.

Solo pochi mesi fa eravamo tutti pronti a dirci che dovevamo rallentare, avevamo esagerato.
Dovevamo cambiare. Non avremmo mai più ripetuto gli errori del passato.
È bastata un'estate in spiaggia per dimenticarci delle sale di rianimazione, dei balconi, delle ambulanze, dei medici bardati e sfiniti, delle colonne di camion pieni di bare.
Abbiamo dimenticato tutto.

E la più grande delusione degli ultimi vent'anni è stata scoprire che la frase "nulla sarà come prima" è bigiotteria intellettuale se nemmeno dopo l'11 Settembre è risultata vera.
La verità è che è sempre tutto come prima, solo un po' più pulito.

Forse solo alcune persone sono cambiate. Le sensibili.
Quelle persone non saranno più le stesse. Portano delle ferite dentro, sempre pronte a riaprirsi al primo ricordo.
Le persone che hanno perso i propri cari non torneranno mai ad essere quelle che erano.
C'è un esercito di scampati al Covid che ha vissuto un vero e proprio inferno.
Credo che queste persone non saranno mai più le stesse.
Dalle macerie però si può rinascere. Il lutto porta in sé la rinascita.
Lasciare morire una parte di se stessi per alimentare la nuova.

La Pandemia non è l'unica creatura mitica di cui parla Baricco.
Lo sono l'inconscio e la profondità.
L'inconscio è uno spazio ipotetico di fatti che non potremmo collocare da nessun'altra parte.
In alcuni casi ci salva dal dolore; per ora lo usiamo. Ma lo stiamo già sostituendo con altro. Presto andrà in soffitta con il Minotauro o con la Sfinge.
La profondità è sicuramente la migliore creatura mitica creata dall'uomo.
Essa dà senso all'idea di anima ed è quel paese in cui vanno a vivere tutte le emozioni e i pensieri che possano definirsi "belli". Anche questa creatura si sta disgregando, lentamente.

E poi c'è l'Amore!
Creatura mitica per antonomasia. 

Creatura mitica tra le altre, più di altre complessa, è d'altronde l'amore.
E di una specie affine a quella della Pandemia.
Poiché similmente prende l'avvio da un contagio improvviso, inaspettato, violento:
sempre un deragliamento del corpo,
al minimo un'oscillazione dolorosa.


L'Amore è una creatura mitica e d'amore si muore.
La Pandemia è una creatura mitica e...

Di rado, ma accade, il contagio divampa, e la fortezza crolla, incapace di contenere, o controllare, o disarmare.
Allora si muore d'amore.


P.s. Buona quarantena anche a te, Persona dell'anima mia.

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