martedì 2 marzo 2021

Sanremo 71°

Le belle idee vengono alle classi superiori,
ma i sentimenti, la vita vera, bisogna cercarla nella gente del popolo.
(David Herbert Lawrence)

Moriva oggi uno dei più emblematici scrittori del XX secolo, l'autore del romanzo L'amante di Lady Chatterley. Aveva solo 45 anni. 
Ho iniziato a leggere quello che è uno sei suoi romanzi più famosi.
Mi incuriosivano le parole di mia madre, mentre sfogliavo distrattamente le pagine de L'amante, su una bancarella.
Per farla breve, ai suoi tempi, lei e le sue amiche se lo scambiavano furtivamente come novelle adepte di non so quale associazione segreta.
Ho immaginato mia madre ad una riunione dei Poeti Estinti e così l'ho comprato.
Ma ho dovuto abbandonare dopo poche pagine, non perché fosse un libro scritto male. Tutt'altro, a mio parere la scrittura è brillante e innovativa.
Ma arrivò Persona con Murakami e dovevo leggere Kafka sulla spiaggia e poi, dopo, ho letto qualsiasi altra cosa.
Lo finirò, come sempre nella mia vita: tutto va compiuto.
Tornerò a parlare di Lawrence. E spero di dire qualcosa di più.

A volte ci penso: chi sono io per ridurre la vita di una persona a poche parole su un blog?
Naturalmente non è questo il mio intento.
Ma mi ha intristito constatare che per quanto una vita possa essere sentita, combattuta, goduta fino in fondo, di essa rimarrà quello che altri riterranno importante.
Magari Lawrence avrebbe voluto rendere immortale il sorriso di sua moglie, o le mani da minatore di suo padre, o una parola scambiata con un caro amico, in un pomeriggio d'estate sdraiati su un prato.

Oggi è iniziata la 71ͣ  edizione del Festival di Sanremo.
L'anno scorso non sapevamo che un nemico invisibile avrebbe cambiato radicalmente il nostro stile di vita; non sospettavamo nemmeno che per tanti nonni sarebbero stati gli ultimi giorni in famiglia. Che tanti genitori non sarebbero tornati più a casa. Che avremmo perso il nostro lavoro. La nostra capacità di sognare sarebbe stata per sempre compromessa. 
No, non lo sapevamo.
E quante cose avremmo ancora dovuto scoprire...

Fai rumore e ancora una volta mi sono commossa. Una canzone che ho capito col tempo.
E forse, col tempo, inizio a capire che anch'io sono cambiata, anche se fingo di essere sempre la solita immutabile e immutata:

E faccio finta di non ricordare
E faccio finta di dimenticare
Ma capisco che
Per quanto io fugga
Torno sempre a te.

Io non spero di sopravvivere. A me di vivere senza Persona e senza prospettive mi ha solo distrutto.
E siccome questo spazio è qui per accogliermi, per accogliere quello che ho dentro anche se è poco e ripetitivo, mi dono senza giri di parole, nuda e sincera: sono stanca di vivere.
Non mi importa di me stessa. 
Ma dell'umanità mi importa. All'umanità auguro di farcela, anche se non è facile e la notte sembra ancora lunga e fitta.
Spero nel vaccino, voglio sperare nel buonsenso delle persone. Voglio credere che le varianti non saranno più veloci delle nostre difese. E anche se con difficoltà, l'umanità si solleverà, si scoprirà cambiata, diversa, ma viva.
 
La nostra è un'epoca essenzialmente tragica, perciò ci rifiutiamo di viverla tragicamente. C'è stato un cataclisma, siamo tra le rovine, incominciamo a costruire nuovi piccoli habitat, ad avere nuove piccole speranze.
È un lavoro piuttosto duro; adesso non ci sono strade scorrevoli che portano al futuro: bisogna scavalcare gli ostacoli o aggirarli.
Dobbiamo vivere, non importa quanti cieli ci siano crollati addosso.

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