mercoledì 30 giugno 2021

Palomar - Italo Calvino

La strada che gli resta aperta è questa:
si dedicherà d’ora in poi alla conoscenza di se stesso,
esplorerà la propria geografia interiore,
traccerà il diagramma dei moti del suo animo,
ne ricaverà le formule e i teoremi,
punterà il suo telescopio sulle orbite tracciate dal corso della sua vita anziché su quelle delle costellazioni.
«Non possiamo conoscere nulla d’esterno a noi scavalcando noi stessi, – egli pensa ora, – l’universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi».


Leggendo alcuni commenti su Twitter mi sono imbattuta in un utente che dichiarava il suo amore per questo libro di Calvino: Palomar.
Per un po' di tempo l'ho messo in sospeso. Ma nel mio cuore si era creata una piccola nicchia per questa informazione. Quando l'ho visto in libreria mi sono lasciata rapire. Ed eccomi qui a parlarne.
Calvino mi stupisce sempre, mi sembra sempre diverso. Ma anche questa volta ha fatto breccia nel mio spirito.
Mi piace come parla della sua opera e forse l'ho letto tutto proprio perché mi immaginavo lo scrittore appuntare un pensiero, un'osservazione, un incontro, ora su un taccuino, ora su un quadernetto.
Il libro è una raccolta di osservazioni e pensieri che attraversano la vita di questo ecclettico signor Palomar. Tali racconti sono suddivisi in tre sezioni: Le vacanze di Palomar, Palomar in città, I silenzi di Palomar (la mia sezione preferita) .
Nella sua ultima opera Calvino ci regala, attraverso lo sguardo di un uomo silenzioso come il signor Palomar, una profonda riflessione sul senso della vita.
La grandezza di questo scritto sta tutta qui: non ha bisogno di poesia per essere immenso. 
Il racconto in terza persona ci accompagna attraverso le riflessioni del signor Palomar. Ha lo stesso nome di un gigantesco telescopio in California, eppure guarda alle piccole cose. Le fraziona e vi si immerge dentro. Può accadere mentre è in fila per comprare dei formaggi o mentre riordina il suo prato.
Tutti ci siamo chiesti quale sia il senso della vita. E tra tanti personaggi conosciuti leggendo, ho sentito forte il desiderio di abbracciare proprio lui.
Forse perché la vita esterna mi ferisce e sono stanca di essere trattata male dalla vita e da chi amo.
Grazie signor Palomar per averci lasciato entrare nel tuo animo.

Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, – conclude – ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile.

Mi ritrovo spesso anch'io a pensare delle cose che son sensate ma a non condividerle, per vigliaccheria o per superficialità.
A mordermi la lingua prima di parlare, così da evitare spesso di farlo.
Qual è il senso dell'esistenza?
Non siamo nulla nell'universo. Ci affanniamo continuamente ma senza ragione.
Il finale è sempre lo stesso per tutti.
La Morte è bella per questo. Lei è veramente democratica ed equa.

Quando accende la pipa l’attenzione per la fiamma dello zolfanello che alla prossima tirata dovrebbe lasciarsi aspirare fino in fondo al fornello dando inizio alla lenta trasformazione in brace dei fili di tabacco, non deve fargli dimenticare nemmeno per un attimo l’esplosione d’una supernova che si sta producendo nella Grande Nube di Magellano in questo stesso istante, cioè qualche milione d’anni fa.

Come imparare ad essere morto, è il racconto che ho preferito.
Sostanzialmente è facile fingere di non esserci. Nel mio caso a chi mancherei? Il mondo può continuamente andare avanti senza di me.
Sto guardando in TV "La forma dell'acqua". Un film che è una fiaba, un sogno, una lezione semplice di come sarebbe la vita se tutti facessimo spazio agli altri.
"È bellissimo!", dice così Giles appena vede la Creatura.
Questo è quello che dovremmo dire di tutti quelli che incontriamo sul nostro cammino.

Si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più d’essere morto. In quel momento muore.

Sono molto stanca di essere trattata male dalla vita e da chi amo, mi ripeto.
Mi offro come una creatura disarmata, nuda. E invece sono sempre trattata con un'ironia algida e composta.
Ma a me chi me lo fa fare?
Sono semplicemente stupida.
Vorrei soltanto un po' d'amore.
Si può trattare bene qualcuno in modo gratuito. Si può amare in modo gratuito.
L'amore non chiede niente, basta a se stesso.
E infatti dico basta anch'io.

Mi chiudo nel mio mondo di letture. Grazie Calvino per non avermi tradito. 

p.s. Galleria del mio profilo instagram. Calvino guarda al cielo, io guardo al mare. Entrambi guardiamo affacciati alla stessa finestra. Forse come dice Palomar, siamo la stessa finestra. Siamo collegati? Siamo estranei? Non lo so. Ma mi sento di non appartenere a nulla. Sento che vorrei solo sparire e tornare al mare. Da lì vengo. Mi sono illusa moltissimo. Devo capirlo che un essere come me è un mostro. Non può piacere ad una persona come Lui. Non voglio più sentirmi così come mi sento in questo momento. Non sono nessuno e non ho niente di mio. Quando Argo è scomparso l'ho pianto da sola, perché io non sono nessuno. Così come il dolore per il mio PiccoloPrincipe è mio e non racconto a nessuno. Perché io chi sono? Nessuno, solo una zia. La delusione del mio amore passata, non è condivisibile perché a nessuno interessa. Dolore come tanti altri, o inferiori. Se sono in questa condizione sono colpevole. Non posso lamentarmene. Questo è ciò che la gente pensa, questa è la vita. Io amo la Morte. Solo in lei riconosco una tregua al dolore. E solo lei penso non mi deluderebbe. Spegni la luce e basta, fine. Niente più onde del mare, niente più stelle cadenti, niente risate dei principini, niente di niente. 
Click.

martedì 29 giugno 2021

Giacomo Leopardi

Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze...
Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito.


Questi Ottavi di finale dell'Europeo 2021 stanno mettendo a dura prova le mie serate.
Oggi giocavano Svezia - Ucraina. Terminata ai supplementari 1-2. Ringrazio l'Ucraina che ci ha risparmiato un'altra serata di rigori.
Quando la partita finisce, spengo il televisore. Se c'è una cosa che mi fa stare male è vedere le facce tristi di chi ha perso e sa che non potrà avere una seconda possibilità. Perché magari non è in forma, o per una questione d'età. O perché verrà sostituito da altri.
Ogni persona ha una sua storia. Cerco di averne rispetto anche se non la conosco.

Non ho parlato con Persona. E mi sembra di aver perso tempo e di aver pronunciato parole vuote.
Questo è un periodo un po' particolare.
Fisicamente non sto bene. Ho dolori in ogni parte del corpo e mi chiedo se non sia un messaggio da parte del mio corpo.
Inoltre c'è un tipo che mi sta tartassando di telefonate e messaggi. Non ho voglia di parlargli. E nemmeno di mentirgli. Ma sono in difficoltà. Sto pensando di inventarmi un fidanzato. Non mi fraintendere amico Blog! Lo sai che sono un mostro! Ma le vibrazioni che mi arrivano sono molto chiare e non mi piace tutto questo.
Mi sento sconsolata.
Avrei voglia di urlare tutti i miei mali e il mio dolore. Ma non posso farlo.

Tornando ad oggi: ricorre l'anniversario della nascita dell'immenso ed infinito poeta Giacomo Leopardi.
Chi sono io per parlare di lui? Se avessi un po' di amor proprio non dire niente. E infatti rimarrò in silenzio.
E lascerò parlare lui. Lui che solo ha saputo leggere la verità della vita. Lui che la vita l'amava e malgrado ciò, gli hanno affibbiato l'etichetta di "pessimista".
Provo un indicibile fastidio di fronte a questa ingiustizia storia, letteraria e umana!

I migliori momenti dell'amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia,
dove tu piangi e non sai di che,
e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale.

Leopardi, Pavese, Woolf, Borges, Calvino.
Scorro mentalmente questi nomi e penso che avrei tanto voluto conoscerli.
Essere loro amica. Nutrirmi del loro genio, della loro anima.
Un po' è quello che provo quando c'è Persona. Mi nutro di lui. Ma a distanza. I miei sono dei furti. 
Non sono sua amica. Sono un alone sullo schermo, che si manda via con una leggera strofinata.

Io non ho bisogno di stima,
né di gloria, né di altre cose simili;
ma ho bisogno d'amore.

Se però si strofinasse una lampada invece di uno schermo, cosa accadrebbe?
Sono una creatura del mal di vivere, dell'oscurità.
Non ne verrebbe niente di buono dall'evocarmi.
Non strofinate quella lampada.

La poesia malinconica e sentimentale è un respiro dell'anima.

Leopardi coltivò la sua poetica a partire dal Classicismo, approdando poi al Romanticismo  anticipando i temi dell'Esistenzialismo.
Un avanguardista vero. Che parlò dell'esistenza umana e del suo rapporto con la benevola prima, poi matrigna Natura. Che infine identifica come essere superiore e a noi indifferente.

Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme, acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi quel che prometti allor?
perché di tanto inganni i figli tuoi?

Era il 1900, Lione: nasceva Antoine de Saint-Exupéry. Due poeti, due scrittori meravigliosi condividono il giorno della propria nascita. 
E se uno mi ha insegnato che la malinconia esiste, e che ci è sensibile è spesso solo; l'altro mi ha insegnato a rispettare il bambino che sono.
Senza vergognarmene.
Ma facendolo uscire solo dopo il tramonto, lontano da sguardi indiscreti.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano.)

lunedì 28 giugno 2021

Non succede, ma se succede... Parte II

Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.


La mezzanotte è trascorsa da un po' ma scrivo ancora come fosse il 28 giugno, perché è il giorno del compleanno di Luigi Pirandello. Favoloso scrittore del XX secolo, uno tra i primi italiani a vincere il premio Nobel per la letteratura, considerato il padre del relativismo psicologico e del "teatro dello specchio".
L'uomo porta su di sé sempre delle maschere di cui non sa liberarsi; quindi non è capace di comprendere se stesso o gli altri, proprio perché ciò che si mostra è una maschera, portata con più o meno consapevolezza.
La vita vera, nuda e cruda, si affaccia nel teatro dello specchio, dove cadono le maschere. E l'uomo si mostra per ciò che è.
Tra i suoi capolavori Il Fu Mattia Pascal e Uno Nessuno Centomila, sono dei capisaldi irrinunciabili della nostra letteratura.

C'è chi comprende e chi non comprende, caro signore. Sta molto peggio chi comprende, perché alla fine si ritrova senza energia e senza volontà. Chi comprende, infatti, dice: «Io non devo far questo, non devo far quest'altro, per non commettere questa o quella bestialità». Benissimo! Ma a un certo punto s'accorge che la vita è tutta una bestialità, e allora dica un po' lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto, caro signore.

Una giornata molto ricca di cose da fare.
Iniziata con la sensazione di un sogno bellissimo, con Persona protagonista.
Ora si conclude con i principini serenamente addormentati.
L'Europeo prosegue con colpi di scena incredibili.
La Francia è stata battuta ai rigori dalla Svizzera.
Il Portogallo invece è uscito ieri sera, con il Belgio. Ammetto di essere dispiaciuta per le sorti del Portogallo.
Il calcio è uno sport mozzafiato!

Ah, dimenticavo: ho scritto a Persona. E sono felice di averlo fatto.
Lo adoro. Mi trasforma le giornate.
E lo so non dovrei sentire niente, ma accade.
Come quando getti un sasso nell'acqua: fa rumore...

domenica 27 giugno 2021

Andrà...magari non meglio, ma andrà - Lord Byron

 Perché se c'è una cosa che la vita insegna è che si va avanti.
Anche chi sta fermo come me, non può considerarsi veramente immobile.
Le lancette dell'orologio non aspettano. Si va avanti.

Sarei dovuta morire io, non lui. La sua vita era gioia, bellezza.
Non la mia: un vuoto a perdere.
Sto male. Continuo a nascondermi egregiamente.
Tranne con Persona. Proprio non riesco a mentirgli. Sono letteralmente scappata via.
In TV trasmettono Belgio - Portogallo. Siamo agli ottavi.
Ma non mi interessa niente. Nemmeno la partita mi smuove.
Persona è incolpevole.
Ora lo so. Il mio stato emotivo dipende solo da me stessa. Non reagisco. Non riesco a reagire.
Vorrei solo sparire.

Oggi ho finito il volume di Lord Byron. Appartiene alla collana I giganti - La nuova biblioteca per tutti, della Mondadori, anno 1969. Una perla del Mercatino dell'usato.
Mi è piaciuto. Era da tempo che volevo leggere qualcosa del Lord. E in un volume ho assaporato un pochino della sua poetica e alcuni tratti della sua tormentata esistenza. Non sapevo niente del suo carattere, della sua personale sorte. Non è stato fortunato. Aveva problemi di salute ed era tormentato dalla malinconia. Amava gli animali. E forse era un po' schiavo del suo personaggio. Oggi le atmosfere sono diverse. Certo ci sono gli odiatori della domenica e da tastiera. Ma è molto più facile che venga accettato un tipo eclettico, di quanto non accadesse nella benpensante epoca Vittoriana. Amava la Grecia e l'Italia. E si è spesso rifugiato, in seguito al clamore suscitato da episodi privati, in queste terre per rifocillarsi e nascondersi dallo scandalo.

Amò e fu amato da tante donne. Che probabilmente per ripicca, lo accusarono e gli attribuirono l'etichetta di: folle, cattivo, pericoloso.

Alla morte del suo Terranova, con il quale amava nuotare e giocare, compose il famoso epitaffio:

In questo luogo
giacciono i resti di una creatura
che possedette la Bellezza ma non la Vanità
la Forza ma non l’Arroganza
il Coraggio ma non la Ferocia,
e tutte le Virtù dell’Uomo senza i suoi Vizi.
Quest’elogio, che non sarebbe che vuota Lusinga
sulle Ceneri di un Uomo,
è un omaggio affatto doveroso alla memoria di
Boatswain, un Cane,
che nacque in Terranova nel maggio del 1803
e morì a Newstead Abbey
il 18 novembre 1808.

Con che coraggio i posteri riescono a parlare del carattere, del pensiero di un uomo che non c'è più? Non si riesce a comprendere la persona che ci vive accanto. Ma abbiamo la pretesa di capire una persona da qualche scritto, da qualche pettegolezzo.
Forse è un problema solo mio, ma per me le persone si capiscono guardandole negli occhi. Dare giudizi è sempre un errore. Ma definire "diabolico" un poeta è un'esagerazione.

Sicuramente è stato il poeta più rappresentativo del suo secolo.
Al suo nome si affiancano altri nomi famosi: gli amici John Keats e Percy Bysshe Shelley, la mamma di Frankenstein o il moderno Prometeo, Mary Shelley.
Incredibile per me, che l'ho appreso leggendo, ma anche la figura del Vampiro aristocratico, così come la immagino, è ombreggiata da Lord Byron.
Il dottore personale del poeta, è un giovane medico di vent'anni: John William Polidori. Prendendo spunto dal frammento di un racconto di Byron che fa poi stampare in appendice al suo poema Mazeppa, egli compone un racconto che si intitola Il Vampiro. E si ispira alla figura nobile e arrogante del suo signore Lord Byron. La cui prepotente presenza gli impedisce di affermarsi; umiliandolo con continue battute lo ridimensiona e tiene sempre in una posizione di inferiorità, annullandone la personalità.
In un primo momento si era ritenuto che l'autore del racconto fosse proprio il poeta inglese.
A nessuno, ahimè, interessava lo scritto di un giovane medico.
John Polidori si tolse la vita all’età di venticinque anni, bevendo un bicchiere di cianuro, schiacciato dall'ombra del suo instabile padrone.

Le figure letteraria che Byron crea, sono molto simili al poeta stesso, in alcuni periodi della vita. Nasce la figura dell'eroe byroniano che partendo da John Milton e attraversando molte opere del Romanticismo, allunga la sua influenza fino e oltre il XIX secolo, come le opere di  Charlotte ed Emily Brontë lasciano intravedere.
Heathcliff e Byron, per dirne una, hanno molte cose in comune. Almeno per quello che riguarda il mito che ha avvolto la persona di Byron.

Sembra che in me ci siano due modi di esistere: l'uno completamente contemplativo, durante il quale al mio sguardo si presentano i crimini, gli errori e le follie del mondo...;
e l'altro, attivo, in cui io recito la mia parte nel dramma della vita, quasi costretto da una forza che non è in mio potere controllare.

Voleva che tutti sapessero del suo rifiuto nei confronti delle convenzioni sociali, della politica corrotta, dei costumi falsi e dei bisbigli ipocriti.
Il suo modo di fare era un ostentato disprezzo nei confronti della società che lo circondava.
La sua ribellione divenne spesso arroganza. E forse per questo era alternativamente amato e odiato in ugual misura e in tempi diversi.

Non so dire se mi piaccia o meno. Ma ha amato ed è stato amato da tante donne, questo può rendermelo simpatico.
Perché chi vive e sbaglia per amore, ai miei occhi, diviene come un fratello accomunato dallo stesso destino.

Voglio scrivere a Persona.
Ma non so da dove iniziare. E non so esattamente cosa scrivergli.
Per me è tutto difficile.
Devo essere breve. Tutto qui. Ma voglio dirgli grazie.

sabato 26 giugno 2021

Argo

Così dicean tra lor, quando Argo, il cane,
Ch’ivi giacea, del pazïente Ulisse,
La testa, ed ambo sollevò gli orecchi.
Nutrillo un giorno di sua man l’eroe,
Ma còrne, spinto dal suo fato a Troia,
Poco frutto poté. Bensì condurlo
Contra i lepri, ed i cervi, e le silvestri
Capre solea la gioventù robusta.
Negletto allor giacea nel molto fimo
Di muli e buoi sparso alle porte innanzi,
Finché i poderi a fecondar d’Ulisse
Nel togliessero i servi. Ivi il buon cane,
Di turpi zecche pien, corcato stava.
Com’egli vide il suo signor più presso,
E, benché tra quei cenci, il riconobbe,
Squassò la coda festeggiando, ed ambe
Le orecchie, che drizzate avea da prima,
Cader lasciò; ma incontro al suo signore
Muover, siccome un dì, gli fu disdetto.
Ulisse, riguardatolo, s’asterse
Con man furtiva dalla guancia il pianto,
Celandosi da Eumeo, cui disse tosto:
Eumeo, quale stupor! Nel fimo giace
Cotesto, che a me par cane sì bello.
Ma non so se del pari ei fu veloce,
O nulla valse, come quei da mensa
Cui nutron per bellezza i lor padroni.
E tu così gli rispondesti, Eumeo:
Del mio Re lungi morto è questo il cane.
Se tal fosse di corpo e d’atti, quale
Lasciollo, a Troia veleggiando, Ulisse,
Sì veloce a vederlo e sì gagliardo,
Gran maraviglia ne trarresti: fiera
Non adocchiava, che del folto bosco
Gli fuggisse nel fondo, e la cui traccia
Perdesse mai. Or l’infortunio ei sente.
Perì d’Itaca lunge il suo padrone,
Né più curan di lui le pigre ancelle:
Ché pochi dì stanno in cervello i servi,
Quando il padrone lor più non impera.
L’onniveggente di Saturno figlio
Mezza toglie ad un uom la sua virtude,
Come sopra gli giunga il dì servile.
Ciò detto, il piè nel sontuoso albergo
Mise, e avviossi drittamente ai Proci;
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
gli occhi nel sonno della morte chiuse.
(Odissea, XVII, 290-327)

Non ci sarà mai un altro cane più bello.
Un amico migliore e più fedele.
Ciao Arghetto,
mio fiero e nobile cavaliere oscuro.

venerdì 25 giugno 2021

George Orwell

Forse non si desiderava tanto essere amati,
quanto essere capiti.
(George Orwell)

Centodiciotto anni fa nasceva uno dei più grandi rappresentanti della letteratura distopica: George Orwell.
Mi è capitato di scriverlo in passato, ma ad occhi tanto buoni non avrei mai pensato di poter associare un genere letterario a me tanto ostico.
La fattoria degli animali e 1984 sono sicuramente due capolavori letterari che non si può fare a meno di avere nel proprio bagaglio culturale. Tuttavia non sono tra i miei libri preferiti. 
Ritengo che il mondo sia già orrendo e triste così com'è. Non serve immaginarne un altro.

Oggi ho salutato il mio Cavaliere Oscuro.
Non sono riuscita a dirgli niente.
La vita è terribilmente ingiusta.
Ormai fingo con una disinvoltura ed una naturalezza che non conoscevo.
Il mio dolore è interno.
Nessuno deve sapere.

giovedì 24 giugno 2021

 Faccio schifo e non so reagire.
Che ci sto a fare ancor al mondo?


ore 23.16
Nel cielo brilla un plenilunio meraviglioso.
Luna di Giugno, l'ultima "super" del 2021. Detta anche Luna di Miele, di Fragola, di Rosa.
Una Luna particolare che ci invita a scoprire le ombre nascoste dietro la luce che ci circonda. Mi piace tanto la Luna, perché non si fa fotografare. Sono piena di dolori muscolari. La mia anima è straziata, letteralmente. Ma la Luna, che sembra un faro, riesce a distrarmi almeno per un attimo. Oggi ho toccato uno dei momenti più bassi del mio umore. Mi hanno risollevato Cugina e Luna.
Ho scoperto di essere veramente falsa! Uso faccine sorridenti, scrivo battute, ma dentro di me sto morendo.
Immy è tornato a guardarmi con i suoi occhioni languidi. Non lo faceva da tanto tempo.
Ho iniziato un libro su Lord Byron. Una cosa comprata senza pretese al mercatino dell'usato. Mi sta piacendo; è un volume di una collana di non so quale casa editrice. Ne parlerò meglio appena lo avrò finito. L'ho spruzzato di disinfettante. Mi sembra pieno di polvere. Temo di essere nuovamente in paranoia da pandemia.
Ho letto un articolo che mi è sembrato il più onesto in circolazione: SE vacciniamo tutto il mondo, nel 2023 siamo fuori. Nel 2023 spero di essere morta.
Ho fatto una valutazione della mia vita. Dati sparsi, così come mi venivano in mente:

Bellezza 0
Intelligenza 0
Simpatia 0
Fascino -10
Talento 0
Ricchezze 0
Figli 0
Amore 0
Salute 0
Fortuna 0

Perché dovrei desiderare, immaginare di vivere? E mi sono anche data una risposta: devo desiderare di vivere perché i miei desideri non si avverano mai. Se invoco la morte quella non sente. Ma se invoco la vita, dovrebbe andar via. È matematico.
Cugina non vorrebbe mai leggere queste cose. Ma almeno qui, dove sono sola e nuda, posso essere sincera.
Stamattina, su segnalazione del mio Ordine professionale di appartenenza, ho seguito un webevent, o come si chiama, una videoconferenza in parole povere! Molto interessante, molto bello.
Ma...ma potevo esserci anch'io dall'altra parte dello schermo!!!
Perché la mia vita è andata così male?

A domani con Lord Byron, forse. 
Buonanotte.


p.s. Moriva oggi Lucrezia Borgia nobildonna rinascimentale, legata ad una delle famiglie italiane più potenti del XV e XVI secolo. Figlia del terribile papa Alessandro VI, fu una donna molto pia, sacrificata dall'avidità paterna a giochi politici che l'hanno resa una pedina sulla scacchiera dei giochi di palazzo.
Spesso si parla di lei come di un'assassina, di una "femme fatale". Ma in passato ho avuto modo di approfondire la sua storia, e di scoprire così una donna generosa e molto devota. Che merita rispetto e pietas.
Oggi nel 1519 moriva la madre di uno dei miei più bei personaggi cartacei.
Un pensiero quindi anche alla mia Me del passato.


mercoledì 23 giugno 2021

Un giorno qualunque

Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare.
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare.
Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.



Ci sono libri che per un motivo o per l'altro, abbiamo letto tutti.
Uno di questi è sicuramente Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, pubblicato la prima volta nel 1970.
Non so molto di questo scrittore, di cui oggi ricorre il compleanno.
Ma una cosa l'ho capita: dietro grandi libri, ci sono spesso persone che hanno vissuto molto.
Il gabbiano Jonathan ama volare. Per trovare se stesso, perderà molto di sé e molti dei suoi compagni.
Una favola che invita alla rinascita, al perfezionamento.
Dovremmo lasciare che il nostro spirito si stacchi da tutto ciò che è terreno.

Una giornata lunga e complicata per me, che si è conclusa nel modo più bello possibile.
Piccoli Principi dormono tranquilli. Qualcuno aspetta la fatina dei denti. Abbiamo giocato e ballato un pochino. Abbiamo anche visto la partita insieme; il primo tempo.
Li amo.
Ammetto che l'aver parlato con Persona per qualche minuto mi ha reso calma e capace di affrontare la giornata.
Ha un potere incredibile. Un tempo mi bastava entrare in chiesa per sentirmi così.
Oggi ho bisogno di parole vere. 
Caro Blog, posso confessarti una cosa? Sono stanca di immaginare. Vorrei tanto  un abbraccio reale. Sono proprio un essere orribile.

La partita non l'ho seguita come avrei voluto: Portogallo - Francia 2-2.
È stata una partita bellissima. Ammetto di aver tifato per il Portogallo. Che a mio parere ha giocato meglio. Se avesse giocato così contro la Germania, sarebbe stato il primo del suo girone.
Con questo però non voglio togliere il primato alla Francia. Che è in testa, meritatamente. Oggi la Dea Bendata le ha sorriso, ma non è un demerito. (Vorrei che sorridesse anche a me!)

Buonanotte caro Blog.
A domani... se Dio vuole.

martedì 22 giugno 2021

Lettera a chi non c'era - Franco Arminio

Non c'era bisogno della pandemia per capire che la vicenda umana si svolge dentro la dimensione del pericolo e che non c'è modo di immunizzarsi.
Bisogna arare il tremore, seminarvi dentro la nostra voglia di essere qui e di vedere con gli occhi aperti che cosa enorme è ogni giornata, qui nella crepa del mondo.


Di tanto in tanto capita anche a me un momento di oblio. Oggi è stata una giornata molto intensa ma sono riuscita a fare una cosa che malgrado tutto, amo e che pensavo avrei avuto difficoltà a realizzare. Ho trascorso qualche ora al mare. Era pomeriggio, molto afoso e non c'era nessuno. Mi sono fatta coraggio e mi sono messa a nudo. Non immagini che fatica. Odio il mio corpo. Esporlo è per me una continua umiliazione. Sono dimagrita un po' rispetto allo scorso anno. Seno non mi è sembrato più tanto pronunciato. Sono riuscita a ignorare me stessa e tutto ciò che mi circondava e mi sono tuffata. Nel momento stesso in cui l'acqua ha lambito e coperto il mio corpo mi sono sentita rinascere. Ero al sicuro. Ero a casa. Mi hanno ridestato delle correnti sottomarine, freddissime! Sono stati i quindici minuti più belli degli ultimi mesi. Ho pensato a Persona. Volevo scrivergli. Lo volevo tanto. Ma non ho trovato le parole per farlo. Io non sono niente. Il niente sta con il niente. Il tutto sta con il tutto. È una legge dell'universo, che come tale va rispettata.

Il resto del pomeriggio l'ho trascorso leggendo l'ultima fatica di Franco Arminio. Mi ha intristito molto. Parla del terremoto in Italia. Già. Di tutti i terremoti in Italia. Parte dalla sua esperienza nel 1980 in Irpinia, per abbracciare i terremoti che hanno scosso la Nazione in luoghi e tempi diversi.
Ha citato Gaetano Salvemini, Benedetto Croce e le persone di ogni giorno.


Se potessi li andrei a trovare
tutti i morti di tutte le tragedie.

Ero indecisa. Quando sono entrata in libreria cercavo un libro di poesie, ma non volevo ripetermi con Arminio. Ma è un'uscita nuova ed ogni tanto si deve fare qualcosa di diverso rispetto al proprio quotidiano. E non mi sono pentita della scelta che ho fatto ("nemmeno un rimorso, nemmeno un rimpianto", come canta in questi giorni Caparezza). Il modo di scrivere di Arminio è particolare. Prende un oggetto comune del paesaggio, uno di quelli che hai sempre sotto il naso tutto il giorno, tutto il tempo, tutta la vita e te lo trasforma in una persona, in un amico. Gli dà un'anima. O molto più semplicemente sa ascoltare le parole degli oggetti, degli alberi, delle pietre. E restituisce quei dialoghi interiori a noi sordi, distratti abitatori di città frenetiche, che non si fermano mai.
Ho scavato con Arminio sotto le macerie delle tragedie che hanno caratterizzato il nostro territorio, ho inalato la polvere che inevitabilmente, ogni terremoto solleva al suo passaggio.
Mi sono sentita spaesata.
Mi sono sentita la bambina affacciata al balcone che non c'è più di De Luca. Mi sono sentita persa nella consapevolezza che il destino dell'uomo è inevitabile, come diceva Circe, proprio ieri sera a Leucotea.

Cos'è la vita? Solo un insieme di attimi che si ripetono sempre uguali.
E che portano tutti al solito noto finale.

Quella che ha scritto questo post, già non è più, mentre si avvia alla sua conclusione.
Eppure il mio umore è sempre lo stesso: triste e nudo.
Sono convinta che sia meglio per me stare in silenzio.
Nel vuoto che ho dentro, l'eco del silenzio compone una musica particolare.
Mi avvicina al vuoto dell'universo, al pulsare delle stelle, all'esplosione di mondi, alla creazione di attimi, altri, nuovi e sempre uguali.
Un'infinita spirale.

Mi rivedo nell'immagine scelta per questo libro.
Sembra una luna piena di crepe. I pezzi sono stati erosi, non combaciano più. 
Non si può ricomporre.
C'è qualcosa che manca.
Eri tu che tenevi uniti i pezzi.
Ma ora che ho capito che non posso andare avanti così, ecco che scompari e al tuo posto solo frammenti privi di senso.

lunedì 21 giugno 2021

Dialoghi con Leucò - Cesare Pavese

 Nessuno si uccide. La morte è destino.
Non si può che augurarsela, Ippòloco.


Ho bisogno disperatamente di parlare con Cesare Pavese. Ho bisogno che mi dica dove ha trovato il coraggio. Perché lui sussurra alla mia anima, come nessuno riesce a fare, ma si è dimenticato di spiegare la cosa più importante di tutte: quando succede che cosa si sente veramente.

Se domani dovessi svegliarmi con lo stesso umore di questo lunedì, beh allora tanto varrebbe non svegliarsi più. L'unica cosa che mi disturba è il pensiero di abbandonare il mio corpo alle pratiche dei vivi. Vorrei che nessuno lo scoprisse nudo e inerme. Questo pensiero ancora così umano mi tiene in vita. Per il resto la mia esistenza continua a non avere senso. Non so stare al mondo. Non sono di compagnia per nessuno. Sono odiosa e scostante. Irritata e irritabile. Non riesco a concentrarmi su nulla. Nulla desta il mio interesse. Nulla fa palpitare il mio
cuore. Sono già un'ombra. Fissa in un istante che si ripete all'infinito.
Ero in dubbio se comprare questa edizione o quella più economica della Feltrinelli. Sfogliando le pagine mi sono resa conto che avevo bisogno di una cosa bella. E ho comprato questa targata Adelphi. Che è oggettivamente impaginata meglio e vien voglia di leggere e rileggere all'infinito.
In copertina c'è un olio su tela dell'artista svizzero Vallotton Félix Edouard (1865-1925), dal titolo "Orfeo squartato dalle Menadi". Orfeo è il mio spirito, le Menadi sono le mie esperienze di vita. Dopo tante letture un po' vuote degli ultimi mesi (naturalmente ci sono delle eccezioni), devo dire che aver ritrovato un autore come Pavese mi ha riscattato. Come se per alcune ore avessi fatto pace con me stessa. Come se il tempo vissuto, rubato al destino, non fosse stato vano.
Un libro bellissimo, che ho trovato nella sezione delle poesie. E che di poetico ha veramente molto. Non avevo idea di quanto fosse splendido.
Pavese è decisamente uno scrittore che amo. Che mi turba e mi capisce.
Potrebbe prendere posto accanto a Calvino, o forse sorpassarlo. Non saprei. Devo rileggere qualcosa per capire a chi va la mia preferenza. (Se una notte d'inverno un viaggiatore resta insuperabile. Forse è l'esistenza di Pavese che me lo rende vicino. Ci penserò ancora.)
Nei Dialoghi, pubblicati nel 1947, Pavese compie quell'opera che prende il nome di riscrittura. Parte dal mito, che sappiamo bene ha tante versioni e tante sfumature, ma non si pone il problema di riscriverlo nel senso di darcene una storia nuova. Semplicemente aggiunge delle parole che i protagonisti avrebbero potuto dire in alcune particolari circostanze. Inutile dire che il dialogo che mi ha preso maggiormente è quello di Circe e Leucotea. La maga Circe resta una delle figure letterarie più belle di sempre.
I dialoghi sono strutturati come fossimo a teatro e possono essere letti senza un ordine specifico. Banalmente ho seguito lo scorrere delle pagine, perché sono un tipo privo di fantasia.
Mi è piaciuto il modo in cui Pavese ha usato il mito classico per dimostrarne ancora una volta la sua modernità; le angosce dell'uomo antico sono le stesse di quello moderno; gli dei del passato si intrecciano con il sentimento di fede del mondo moderno. Sempre l'uomo si è interrogato sulla sua esistenza, sull'amore, sull'amicizia, sulla morte e continuerà a farlo anche in futuro.
Rileggere i nomi del mito greco, ancora una volta, mi placa e mi fa sentire a casa, in terra natia. Per qualche ora non mi sono sentita una straniera. 

I Dialoghi con Leucò sono oggi famosi perché in quella tragica notte tra il 26 e il 27 ago­sto 1950, Pavese scelse di averli accanto e vi scrisse sopra il suo messaggio di addio: "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Non fate troppi pettegolezzi".
Quando furono pubblicati non furono molto apprezzati e capiti. Il mito in Italia, a quei tempi, non era in voga, era polveroso e ostile, distante. Dopo oltre settant'anni sono qui ad ammirarne la bellezza. E a chiedermi ancora una volta che senso abbia il mio tempo su questo pianeta.
La vita è semplicemente dolore e tutti siamo prede dell'inevitabile destino.
Il finale è lo stesso per tutti.
Morire però non è la cosa peggiore che possa accadere. Il non svegliarsi mai, quella è la cosa peggiore.
Io sono sveglia solo quando posso amare. Ora l'ho capito.
Sono come Orfeo che compresa la caducità della vita, dell'impossibilità di un ritorno al passato, sceglie volontariamente di voltarsi e liberare Euridice da una nuova vita che avrebbe avuto sempre l'olezzo della morte e nessun colore, nessun calore di quello che avevano vissuto in precedenza.

Strana cosa che per capire il prossimo ci tocchi fuggirlo.
E i discorsi più veri sono quelli che facciamo per caso, tra sconosciuti.

Ecco, Pavese che sussurra alla mia anima. Lui sa quanto sia importante Persona per me. Lui lo capisce. Ma io ho deciso di non abusare più della sua pazienza. Se penso a quello che gli ho raccontato, a quel poco che sono riuscita a dirgli mi chiedo: "Ma come ti sei permessa di disturbarlo con i tuoi pensieri? Come hai osato disturbare un dio!".

Pavese si tuffò oltre la morte e accanto volle la sua Leucò per un ultimo dialogo: "L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia".
Leucò si chiamava anche Bianca Garufi e fu sua amica e collaboratrice.

p.s. Solstizio d'Estate, fa caldo, spero di sciogliermi.
Se dovessi svegliarmi, allora scriverò ancora. 

domenica 20 giugno 2021

Tufo - Erri De Luca

 Guardavo le stanze devastate,
ci vedevo la vita rimasta dentro, attonita, sprotetta.

Sono giorni che non lo vedo e non lo sento vicino a me.
Sarà difficile da spiegare ma a volte, solo a volte, il mondo immaginario che mi fa compagnia per tutto il tempo della mia solitudine, si sovrappone al mondo reale.
Cosa significa? Che nel fantasticare la presenza di un gatto, il gatto potrebbe materializzarsi realmente nelle mie passeggiate al mare o in città. Non è un'immaginare consapevole o guidato; è più un liberare un flusso di pensieri. Un dialogare da sola. Guardarmi come mi potrebbe guardare un'altra persona.
Lo so è da pazzi. Ma non lo gestisco, accade. Non fa male a nessuno, credo. Ora, una presenza stabile del mio mondo immaginario è il Cane Nero. Il mio cavaliere oscuro.
Ma ultimamente era cambiato qualcosa, non riuscivo a vederlo. Lo chiamavo ma il suo muso non sbucava da nessuna parte. 
Oggi ho appreso che sta morendo.
Questa notizia mi ha spiazzato. I miei occhi sono rimasti asciutti, sterili. Non ci posso credere. Non ci voglio credere. Sicuramente è un errore.

Tutto questo intrecciarsi di mondi e dolore, perdite e cose che vede solo una persona mi ha fatto pensare a questo...come lo posso definire? Libro? Come vedi entra nel piattino di una tazzina da caffè. Ha le pagine, ha parole, ha una storia. Sembra una confidenza. Ho istintivamente abbassato la voce mentre leggevo.
In un sussurro, in un racconto che dura quanto una tazzina di caffè, Erri De Luca ricorda le immagini di un palazzo abbattuto, fatto di Tufo.
Il Tufo del sud, il Tufo giallo che ha caratterizzato le costruzioni del Novecento di molte città. In realtà il termine esatto è Calcarenite. Quello che i muratori chiamano Tufo. La Calcarenite è un tipo di roccia sedimentaria che può essere formata da bioclasti. Cioè da sedimento di origine biologica, costituito da gusci di molluschi. Quando dico che Casa è viva, non mento. Nella mia terra anche la roccia è cosa viva. E spesso si possono distinguere tracce di antiche conchiglie, Pettinidi per lo più, o anche conchiglie intere. Sono sicura che ti sarà capitato di vederle. La Calcarenite può essere di un colore vicino al giallo. Il tufo invece è una roccia vulcanica, di altra natura dunque. Inoltre la Calcarenite ha un rapporto particolare con l'acqua, che scarseggia nella mia regione. Da un lato la roccia viene scavata e lavorata, da un altro lato ne viene imbevuta e si trasforma in una specie di serbatoio. Una roccia speciale per un luogo speciale, per una terra speciale.

De Luca racconta che da bambino riusciva a vedere gli abitanti non più vivi di quel palazzo che in un anno, picconata dopo picconata, fu demolito e cancellato.
La nonna era l'unica a raccontargli storie di fantasmi. L'unica che lo mettesse in guardia dal Monacello (anche nella mia città ci sono storie su questo fantasma; che non è cattivo. A volte può fare scherzi, nascondendo oggetti nelle case.). Tuttavia nemmeno alla nonna racconta ciò che vede, che vede solo lui. Una bambina affacciata all'ormai inesistente balcone. Non racconta nemmeno che era riuscito ad ottenere l'attenzione della bambina usando i riflessi del sole su uno specchio.
Ma ben presto gli verrà proibito il gioco di creare riflessi.
Non saprà mai la ragione del divieto. Ma saprà di non essere più.

Si diventa altra persona per fallimento di serbarsi fedeli,
più che per volontà di crescita e cambiamento.

Il mio Cavaliere è sparito dal mondo immaginario. E presto lascerà il mondo reale.
Questo mi cambierà. Anch'io non sarò più.

Ieri è successa una cosa strana alla fine della puntata di UnGiornoInPretura. Persona mi ha lasciato un messaggio brevissimo, pieno di puntini di sospensione. Che mi hanno turbato. Possibile che lui sappia? Non ho avuto il coraggio di domandare. Sono rimasta sveglia fino alle tre di notte, meditando sul da farsi. Mi sono detta: "Non sei nessuno. Lascialo stare!".
Sono un fantasma affacciato ad un balcone inesistente, di un mondo inesistente.
Non posso oltrepassare la soglia del mondo reale.
Se lo specchio viene rotto, sparisco.

Partita della giornata: Italia - Galles 1-0
Che dire? Squadra giovane e volenterosa. Bello vedere questo gruppo di ragazzi.
Gli auguro di realizzare il sogno di vincere la finale.
Naturalmente sono di parte. 

sabato 19 giugno 2021

Sir J.M. Barrie

C’è un' Isola che non c'è
per ogni bambino, e sono tutte differenti.


1937 moriva lo scrittore scozzese Ser J. M. Barrie. Noto prima come giornalista e poi come scrittore, la sua fama ha superato quella del suo secolo grazie alla pubblicazione della storia del bambino che non voleva crescere.
La sua vita familiare fu segnata dalla morte prematura del fratello maggiore. Sarà per sempre un uomo malinconico e, immagino, pieno di rimorsi.
Oggi sono melanconica anch'io, più del solito.
Caro Blog è inutile insistere,
se una persona non ci vuole nella sua vita, o ci vuole semplicemente come comparsa sporadica, non possiamo fare niente per convincerlo a darci una possibilità.
Sono una donna-bambina. Un'Alice ancora seduta a prendere il tè con la Lepre Marzolina. Una fatina dispettosa con la voglia di spargere polvere magica sul nasino di chi vuole volare lontano.
Disegno animaletti con le ombre.
Gioco con le bolle di sapone. Creo braccialetti con le perline colorate.
Attacco adesivi con nuvole e arcobaleni sul diario. Scrivo ancora un diario.
Non sono una donna da tacco alto, capello curato, dizione perfetta.
Perché una persona adulta dovrebbe volermi tra i piedi?
Nessuno mi vuole tra i piedi. Vado bene per scambiare due chiacchiere, un caffè al volo.
Niente di più.
Quando mi libererò del mio corpo, finalmente potrò volare lontano e non essere di peso a nessuno.

Tutti i bambini, tranne uno, crescono. Ci mettono poco a capirlo, e Wendy lo capì così: un giorno, quando aveva due anni, mentre stava giocando in giardino, colse un fiore e corse a mostrarlo a sua madre. In quel momento doveva essere molto graziosa, perché Mrs Darling si mise una mano sul cuore ed esclamò: "Oh, perché non puoi restare così per sempre?". Questo fu tutto ciò che si dissero sull’argomento, ma in quel momento Wendy capì che sarebbe cresciuta. Tutti, a due anni, impariamo questa cosa. I due anni sono l’inizio della fine.

A me non l'hanno mai detto. E si vede.
Sono un'irresponsabile, odiosa e infantile. 
Forse ha ragione Peter, le foglie che cadono si divertono un mondo.
Invece nella mia caduta vedo solo oblio.

Oggi ho seguito due partire:
Portogallo - Germania 2-4
Per i primi venti minuti ho pensato di guardare una finale! Una partita bellissima.
La Germania ha vinto con merito. C'è poco da discutere. Però mi è dispiaciuto vedere un Portogallo poco convinto. Come se il pareggio della Francia avesse frenato gli entusiasmi, levato stimoli. Girone difficilissimo. Non li invidio nemmeno un po'.
Spagna - Polonia 1-1
Mia umile opinione, la Polonia ha difeso con le unghie e con i denti.
La Spagna non è più la "furia rossa" che ricordavo. Ma ha giocato bene e forse avrebbe meritato di portare a casa il risultato. Ma col pareggio la Polonia può ancora sperare.
I giochi sono ancora aperti.

Un pomeriggio calcistico intenso e piacevole. Mi dispiace sempre per chi perde.
Ma hanno giocato tutti un bel calcio. Ora aspetto UnGiornoInPretura. 
Mi sento scarica e sconfortata. Vuota e inutile.
Forse devo allontanarmi dalla mia terra.

Buonanotte

venerdì 18 giugno 2021

La storia degli uomini è la storia dei loro fraintendimenti con dio,
né lui capisce noi, né noi capiamo lui.

Moriva oggi nel 2010 uno dei miei scrittori preferiti: José Saramago.
L'ho conosciuto per caso. Grazie alle promozioni Feltrinelli. Il mio primo Saramago è stato Caino. E da allora è stato solo amore.
Uno scrittore eclettico, nel suo modo di scrivere, di pensare il mondo, unico.
Mi sono sempre chiesta quale fosse il suo reale rapporto con il divino. Ed oggi che ricordo la sua scomparsa, la domanda galleggia nuovamente tra i miei pensieri.
Avere fede è un atto di coraggio.
Se mi soffermo a considerare i rituali, le parole delle preghiere, le gerarchie degli angeli, le disposizioni dei templi, non posso non rimanerne turbata. Come se assistessi ad una colossale truffa, ne fossi protagonista, ma non facessi nulla per smascherarla.

Ma se penso a com'erano il mare ed il cielo di questo pomeriggio, non ho alcun timore, alcuna esitazione.
La mia fede si rinnova e il mio spirito di placa.
Gli uomini abitano il più bello dei pianeti possibili.
Ma non lo apprezzano.
La sua bellezza è così inarrivabile che l'hanno attribuita ad un'entità superiore. Con la quale è impossibile confrontarsi. Siamo fatti della stessa essenza del cielo e del mare, ma non siamo altrettanto belli.
Siamo stupidi, molesti. Vuoti.
Riappacificarmi con il mondo è impossibile per me.
Tuttavia sopravvivo, e ancora ne devo capire la ragione.

Le speranze hanno quel certo destino da compiere, nascere l’una dall’altra, ed è per questo che, malgrado le tante delusioni, non sono ancora finite a questo mondo.

José Saramago era figlio di persone umili. Abbandonò gli studi per mancanza di denaro e si mantenne con dei lavori nel campo dell'editoria. Si è affermato come bandiera della letteratura portoghese. E personalmente mi ha fatto innamorare della sua terra, che in un certo senso assomiglia alla mia.
Amara, dura da lavorare. Arida. 
Le sue bellezze, i suoi tesori non sono visibili. L'acqua scorre in profondità; scava. Scava gallerie, scava grotte, scava le anime delle persone che la abitano.
È la terra degli ulivi. Del profumo del mare e dei gelsomini.

Ciascuno di voi ha una propria morte,
la porta con sé in un luogo segreto sin da quando nasce, lei appartiene a te, tu appartieni a lei.

Più che con la vita sento un legame forte con la morte. La sento sorella presente. Che mi accompagna nei sogni e nelle azioni. Sono una sonnambula di giorno. Vivo quando sono addormentata di notte.

Oggi Persona mi ha scritto, per prendermi in giro su una cosa che a suo dire era scritta male; ma non poteva capire, in quanto volutamente scritta male.
"Effetto panacea" non esiste in italiano. Niente di più vero. Si può dire "effetto placebo", solo "panacea", ma non si può dire "effetto panacea".
Ma in realtà, parlavo e scrivevo di un rarissimo e sconosciuto "effetto PAnacea"; cioè quel particolare effetto indotto dalla presenza di Persona, che purtroppo si esaurisce dopo pochi giorni, che provoca sensazioni di leggerezza, stupidi sorrisi senza motivo, e curiosità improvvisa verso nuovi libri, nuove canzoni, nuovi mondi.

La partita di oggi: Inghilterra - Scozia 0-0
E no, non ci siamo. Complimenti alla Scozia per aver giocato bene, difeso benissimo e divertito abbastanza sotto porta.
Malino l'Inghilterra che doveva portare a casa il risultato. Sfortunata in alcune conclusioni.
Mi dispiace un po'. Il calcio è crudele.

giovedì 17 giugno 2021

Scusami Joyce

Qual è l'età dell'anima umana?
Come ella ha virtù di camaleonte nel modificare colore ad ogni nuovo avvicinamento,
nell'esser felice con i beati e triste con i disperati,
così è anche l'età,
mutevole come il suo temperamento.


Caro Joyce,
ho aspettato il tuo giorno per oltre un anno e l'ho mancato miseramente:
Ad un certo punto mi ero convinta che fosse il giorno del Solstizio d'Estate.
Imperdonabile da parte mia.
Dimentica se puoi.
E scusami anche con Leopold. Avrei tanto voluto accompagnare i suoi passi, in quella lunga giornata del 16 Giugno del 1904; e invece ho mancato anche quella del 2021. Ora lo segno sulla mia agendina e l'anno prossimo sono sicura che riuscirò a ricordare questo splendido momento. E magari comprerò una bella edizione in madre lingua.

Lasciami sognare caro Blog.
Cosa vuoi che importi a Joyce delle mie dimenticanze?
Oggi ho fatto un salto in libreria e ho fotografato Il Processo. La mia copia è in una posizione molto difficile da prendere. Essendo una lettura del 2018 si trova sotto i libri del 2019 e 2020, e dietro la collana di libri presi in edicola.
Hai ragione: non posso catalogare i libri in ordine di lettura. Devo abbandonare questo metodo. 
Piena come sono di agendine e rimandi, mi sento un po' Piranesi (il protagonista del libro, non l'architetto). In testa ho un intricato labirinto. Mi ci perdo anch'io.
Combatto contro la tristezza.

La partita di oggi: Olanda - Austria 2-0. Giusto così. Squadre abbastanza equilibrate, l'Austria si è difesa bene, ma in fase offensiva ha avuto forse, ad essere generosi, un paio di fiammate: troppo poco.
Discorso diverso per l'Olanda che ci ha creduto di più e non ha mancato l'appuntamento con la vittoria.
Una partita gradevole.
Il momento più bello, chiamami romantica, è stato vedere un giocatore Austriaco aiutare il giocatore Olandese in preda a crampi muscolari.
Ricorderemo la giornata di oggi anche per il saluto a Eriksen, durante il 10°minuto di gioco della gara Danimarca - Belgio: bellissimo l'urlo dello stadio intero. Commovente.

Ora sono indecisa: quale lettura affrontare? Finire Murakami così maltrattato? O iniziare una cosa nuova e magari leggera?
Sono molto indecisa.

Sta nello spazio ciò a cui nel tempo devo arrivare, ineluttabilmente.

mercoledì 16 giugno 2021

L'Aleph - Jorge Luis Borges

 Il dritto e il rovescio 
di questa medaglia sono, per Dio, uguali.


Italia - Svizzera 3-0
E non commento, perché non c'è altro da dire.
Oggi è stata una giornata lunga. Bella per la partita. Ma per il resto mi sento di dire che la mia sia una esistenza con assenza totale di fluido vitale.
Ieri ho accennato ad un progetto. E non ho cambiato idea. Voglio riempirmi le ore. Il problema è che non sto bene da un punto di vista fisico ed è difficile conciliare il volere con il potere. Ma non devo arrendermi.
Ieri leggevo questo bellissimo libro di Borges. La mia opinione è di parte. Borges mi ha conquistato dalle prime parole. Un visionario. Un illuminato. O lo si ama o lo si ama.
L'Aleph è una raccolta di racconti originali e appassionati sulla vita. Ogni essere umano è unico e contemporaneamente simbolo di tutti gli esseri umani. Data di pubblicazione 1941. Siamo nel cuore del secondo conflitto mondiale. Il mondo conosce gli orrori della guerra, la violenza delle leggi razziali. Ma un raggio di luce è la scrittura di Jorge Luis Borges.
Tra i vari racconti devo condividere il pensiero dei più, lo Zahir, Deutsches Requiem, la Ricerca di Averroè, l’Immortale, sono semplicemente i più belli; fanno talmente parte della mappa mentale di noi lettori che alcune parole mi sono sembrate già note. Come fossero storie a me familiari. Ecco perché Piranesi non mi ha conquistato. Non c'è l'eleganza, la grandezza di Borges.
Un altro livello!
Leggi Borges e pensi che ti manca qualcosa. Quello che leggi ti sembra di averlo già letto, eppure non hai il quadro completo.
Non puoi non domandarti se stai seguendo la strada giusta. È proprio come un labirinto. Segui un percorso che ti sembra quello giusto per comprendere le parole dell'autore. Ma non avrai mai la conferma che i tuoi pensieri siano nel giusto. Ogni parola è posta lì come fosse un piccolo mondo, sospeso nel grande universo del racconto globale.
Improvvisamente ti senti parte della storia, partecipe della Storia mondiale.
Sei un lettore e sei anche quello che ha scritto il libro.
Sei quello che piange e contemporaneamente sei gli infiniti te stesso che piangono.
Sei tu oggi, e quello di ieri. Ma sei anche diverso.
Sei tanti pensieri che fluttuano tutti contemporaneamente mentre leggi di racconti in cui anche una moneta si trasforma in una promessa di un qualcosa che puoi avere.

Non ti puoi stancare di un autore simile.

tutti i fatti che possono accadere a un uomo, dall'istante della sua nascita a quello della sua morte, sono stati preordinati da lui.
Così, ogni negligenza è deliberata, ogni incontro casuale un appuntamento, ogni umiliazione una penitenza, ogni successo una misteriosa vittoria, ogni morte un suicidio.
Non c'è consolazione più abile del pensiero che abbiamo scelto le nostre disgrazie.

Il mio Zahir è Persona:
Esseri e cose che hanno la terribile virtù d'essere indimenticabili e la cui immagine finisce per rendere folli gli uomini.

Le monete di Giuda, le monete di Pinocchio, quella che il capitano Achab inchioda all'albero della Pequod, le monete dell'antro delle Mille e Una Notte, quelle che il drago Smaug protegge con il suo corpo, la moneta di Due Facce, le monete della storia L'Acciarino, la moneta che Marta cerca disperatamente spazzando tutta la casa, la moneta di Cesare, quella con il profilo di Luigi XVI che fu causa della sua morte, la moneta per Caronte, Jack che vede il gigante contare tanti sacchetti di monete d'oro, la pignatta piena di monete d'oro che si trova alla fine dell'arcobaleno.

Ecco cosa mi è venuto in mente mentre leggevo una storia: mille altre storie.
E penso che Le Mille e Una Notte entreranno presto nella mia libreria.

martedì 15 giugno 2021

La giornata mondiale del Vento

Non è sognando
o facendo congetture sulla vita che impariamo a conoscerla,
ma vivendola.
(Jeanne Céline Emma De Vietinghoff)


Vedo un cuore disegnato dalla schiuma del mare. Lo vedo solo io? Che sia un messaggio o meno poco importa, la mia giornata è stata  importante. Ed io l'ho vissuta. Non l'ho sprecata.
Caro Blog,
volevo parlarti di un libro ma c'è stato un fuori programma e te lo devo raccontare. Domani Borges, oggi io.
Procediamo con un po' di ordine. Stamattina mi sono svegliata come al solito dicendomi "oh no, sono ancora qui". Però ho cercato di reagire. Anche la puntura ha reagito: rossore, prurito, braccio leggermente gonfio. Ma nel complesso, mi sono sentita meglio; allora mi sono chiesta se fosse il caso di scrivere a Persona, che ieri era stato gentile a chiedere informazioni. (Se poi la mia suscettibilità rovina sempre tutto o se la mia anima nuda si ferisce continuamente, non è colpa sua.)
Ho iniziato a scrivere su un foglio di carta, una bozza di messaggio. Ma poi mi sono vergognata di me stessa. Ho strappato tutto e sono uscita.
Avevo bisogno di Mare. Cercavo il mio Amico Mare. Ma c'era gente ovunque. E a me non piace fermarmi in posti affollati. Stavo ormai desistendo, quando scorgo una zona del lungomare libera! Nemmeno un cagnolino in libertà. Parcheggio, esco dall'auto e fotografo.
Oggi giornata del Vento, e Vento soffia con molta forza. Ho scattato una foto e mi sono sentita subito meglio. Come se qualcosa dentro di me si fosse per un momento calmata. Allora ho scritto un breve e sincero messaggio. Che credo sia stato accolto con piacere.
Non mi sembrava vero. Ho continuato i miei giri e sono tornata a casa serena.
In serata mi apprestavo a vedere la partita Francia - Germania (1 - 0) e a commentarla con Amica. Mentre ero rilassata e dimentica dei miei guai, mi scrive V.
Mi dà un'informazione, una notizia che non avrei mai voluto ricevere. Mi è crollato il mondo addosso. Mi sono sentita malissimo. PANICO.
In contemporanea mi scrive, per scherzare un pochino, Persona.
Ma ero così sconvolta che non ho pensato molto a ciò che gli dicevo. E paradossalmente è stato meglio. Perché abbiamo riso un po' ed è terminata così la nostra giornata.
Il panico si è accucciato. Allora mi sono armata di coraggio.
Non mi sono arresa a ciò che mi aveva detto V.
Ho fatto qualche indagine e ho scoperto che la situazione non era drammatica come temevo.
Morale: ho avuto una reazione.
Sono ancora viva.
Oggi mi sono sentita viva. Come se di fronte alla morte morale e psicologica, avessi avuto una reazione, un sussulto.
Questo è molto positivo.
Domani inizio un progetto nuovo.
Il Mare mi ha lanciato un messaggio d'amore.
La Vita mi ha provocato una reazione, una cosa che non mi accadeva da tempo.
Oggi sono riuscita ad andare oltre la mia immaginazione, sono riuscita a collegarmi con la mia vita.

E oggi moriva nel 1926 la scrittrice belga Jeanne Céline Emma De Vietinghoff. Sua la citazione che ho scritto all'inizio del post, che mi sembra un perfetto riassunto di quanto mi è accaduto oggi.
Naturalmente non conosco questa scrittrice, ma da quello che sono riuscita a racimolare doveva essere stata una donna fantastica. È stata autrice di cinque libri di riflessioni sulla vita e l'anima; sull'influenza divina e sulle crisi della persona. Era amica della mamma di un'altra famosa e brillante scrittrice francese Marguerite Yourcenar. Che in un omaggio a lei dedicato, scrisse: La vita sulla terra, che tanto amava, era per lei solo il lato visibile della vita eterna. Senza dubbio accettò la morte come una notte più buia delle altre, ma che sarebbe stata seguita da un'alba più splendente. Si vorrebbe credere che non si sbagliasse. 
(Fonte l'inesauribile Wikipedia.)

La vita a volte mi sembra un puzzle: ogni pezzetto si incastra perfettamente l'uno con l'altro. Se non avessi scelto la strada della sincerità, non avrei visto un cuore disegnato da Vento su Mare e Persona non mi avrebbe scritto.
Se V. non mi avesse dato quell'informazione sbagliata, non mi sarei intristita, non avrei risposto a Persona come ho fatto e non avremmo riso.
Qui avrei parlato di Borges e non avrei mai conosciuto Jeanne de Vietinghoff.

Vado a dormire. 
La Vita mi ha mostrato che sa ancora sorprendermi. 
Voglio addormentarmi col sorriso.

lunedì 14 giugno 2021

Piranesi - Susanna Clarke

 - Un sacco di persone scomparse sbucano fuori nelle località di mare.
- È per il mare, suppongo. Ha un effetto consolatorio.



Mamma mia che abbaglio! E con questa volta, speriamo di aver imparato la lezione, mio caro Blog: non dobbiamo leggere ciò che piace ad altri.
Piranesi, uscito a febbraio 2021 aveva invaso le pagine di tutti i miei social. E mi ero convinta che se volevo essere una buona lettrice, non poteva mancare nella mia libreria.
MAI PIÙ! Da questo momento in poi leggerò solo ed esclusivamente ciò che mi salterà in mente di leggere. Ho smesso anche di seguire le "vere lettrici brave" sui social. BASTA!
Imbranata e con gusti pessimi, ma propri: questo il mio nuovo motto. Uniche eccezioni, saranno ammesse, i consigli di Persona.

Oggi la mia giornata è stata caratterizzata da quattro momenti:
- il dolore fisico;
-la consapevolezza di non essere nessuno;
-la partita Spagna - Svezia 0-0;
-il ritorno del fantasy nella mia vita.

Dolore fisico: temo sia ancora conseguenza del vaccino. Il medico me l'ha inoculato in un posto sbagliato. Mi ha fatto male nel momento dell'iniezione e il dolore si è esteso alla spalla e alla nuca.
In questo momento, estraneamente al vaccino, mi fa male il seno. Lo so è ridicolo, è proprio una conseguenza dell'essere donna, ma il dolore è reale e mi turba.

La consapevolezza di non essere nessuno: voglio solo sparire. Ultimamente mi dicono che sono dimagrita molto. Il mio scopo è sparire. Se mi impegno un po' e non do nell'occhio potrei anche riuscirci veramente.
Persona mi manda nel panico. Credo si possa dire così.
Qualunque cosa io dica mi sembra sia sbagliata. Ho capito che non sarò mai niente di più che poche parole sullo schermo. Ma non è questo quello che voglio. Cosa voglio?
Per rispondermi ho ripreso carta e penna e ho lasciato che i pensieri fluissero liberamente sulla pagina del diario. Sinceramente mi sono bloccata anche lì. Perché l'unico mio desiderio è sparire, dissolvermi come neve. 
Come può un essere come me, riuscire a tenere tutti a distanza?
Perfino una persona superiore come Lui lo fa.
Non capisco.
Una come me, una che non pensa a niente, non vuole il male di nessuno, non chiede niente a nessuno, può essere tenuta a distanza? Le si possono alzare barriere contro, come fosse un pericoloso nemico? Ebbene la risposta è: sì.
Questo è quello che ho capito oggi.
Caro Blog,
tutti abbiamo ferite aperte che straziano l'anima. Le mie credo abbiano origini lontane e profonde.
Non le voglio nominare qui. Ma alcune hanno dei nomi. E non sono sicura di riuscire a fare pace con Dio, a causa di queste ferite. Forse per questo motivo ho scoperto di non avere più alcuna inibizione nel provare disprezzo e ribrezzo per me stessa e la mia esistenza.
Sono ogni giorno più triste. Anche la mia postura è cambiata. Sempre più infossata, sempre più schiacciata dal peso della bruttezza, del ribrezzo che provo verso me stessa.
Persona mi ha definitivamente annientato.

La partita Spagna- Svezia finita 0-0.
Questo campionato, a mio parere, non è ancora decollato. Ma è presto. Sicuramente abbiamo scoperto un grande portiere nel n.1 della Svezia. Spagna più forte ma incredibilmente sottotono. Errori gravissimi che hanno determinato il risultato finale.

Il ritorno del fantasy nella mia vita, non mi è piaciuto.
Il libro in sé è carino. Una idea carina. Ma non so come si faccia a parlare di suggestivo mistero, o con che coraggio qualcuno abbia detto che è un esempio di storytelling miracoloso e luminoso.

Personalmente l'ho letto solo perché volevo aiutare il protagonista e farlo uscire da queste pagine.
Mi immagino che vada così: quando finisci di leggere un libro, i protagonisti si siedono a terra o su delle sedute e si rilassano. Qualcuno si leva le scarpe; qualcun altro si accende una sigaretta. C'è chi si mangia un panino. E c'è perfino chi...legge un libro. Insomma ognuno torna alla propria vita, fuori dalle pagine del libro in cui ha interpretato un ruolo. Magari si infila immediatamente nelle pagine di un altro. Alcuni salutano e vanno a casa.
Ma ad ogni modo se non finisco il libro, ho la sensazione di lasciare i protagonisti sospesi.
Fissi in un momento, in una scena. In una lunga e sfiancante attesa.
E mi sembra una cosa molto crudele.

Curiosità: Giovanni Battista Piranesi fu un architetto e artista veneziano del XVIII secolo.
Un eclettico difficile da etichettare. Un sognatore che rendeva opere i suoi sogni. Il sogno diventava realtà nelle sue incisioni. E guardando le sue opere, ad esempio i labirinti disegnati nelle Carceri, non credo di sbagliare dicendo che il titolo del romanzo è un palese omaggio al genio italiano.

p.s. Una volta letto un libro, le sue pagine diventano tutte bianche. Le parole si ricompongono quando qualcuno lo riapre. Quando non riusciamo ad andare avanti nella lettura, in realtà, è perché mancano le parole. Alcune lettere ritardatarie si sono fermate a far la spesa in un supermercato aperto 24 ore al giorno. E così noi non procediamo, in attesa che loro si decidano a finire compere e faccende.

domenica 13 giugno 2021

Vaccino - Fernando Pessoa

È nobile essere timido,
illustre non saper agire,
grande non avere attitudine alla vita.


L'Europeo prosegue. Oggi la partita più bella, per me: Olanda - Ucraina 3-2.
Il mio euro-gol è quello del giocatore ucraino A. Yarmolenko. Mi sto divertendo molto. Sto riassaporando l'amore per il gioco del calcio. Amore che negli ultimi tempi si era raffreddato. Pay tv, scommesse, campionati spezzatino non hanno alimentato il mio amore; anzi! Lo hanno proprio annientato. Ma questi europei sono diversi. Mi sto guardando le partite con piacere e giusta cattiveria agonistica.
Oggi prima dose di vaccino per me e il mio povero braccino. Avevo anche fatto una foto da inserire qui. Ma mi sono sentita ridicola. E così ho optato per una tazzina di caffè. Oggetto che mi rappresenta di più. Devo impegnarmi. Se avessi incluso l'ombra, sarebbe stata una foto carina. Cercherò di ricordarmelo.
Oggi ho sondato con mano il mio livello di stress. Mi tremavano le mani. Ero a disagio in mezzo a tante persone (in realtà non erano nemmeno tante, ma per me un gruppo di più di cinque persone è già una folla!). Non capivo nemmeno cosa mi venisse detto. Ero nel panico più puro! Da manuale. Ma non sono scappata. Ho capito però che non prenderò mai la seconda laurea. E che non farò mai più nuove conoscenze. Sono incapace di stare al mondo.
Cuginetta e Amica sono state dolcissime. Mi hanno monitorato tutto il giorno. 
Caro Blog,
Persona è proprio come un dio. Esiste se io ho fede. Ma di suo non mi sente e non mi parla.
Devo accettarlo. 

Oggi, giorno di Sant'Antonio da Padova, nasceva lo scrittore e aforista portoghese Fernando Pessoa.
Considerato uno dei più importanti poeti del XX secolo, è anche tra i maggiori scrittori di lingua portoghese di tutti i tempi.
A lui è attribuita l'invenzione degli eteronimi.
Un particolare artifizio letterario, che serve ad indicare un autore immaginario che si sostituisce all'autore reale, e che si caratterizza per avere una dimensione, uno stile, una personalità propri.
Diverso è lo pseudonimo; con questo si sostituisce "solo" il nome di un autore reale, che rimane così nell'anonimato.

Pessoa ne aveva diversi, ai quali affibbiava anche una precisa data di nascita e specifiche caratteristiche fisiche.
Il più famoso per me, è Bernardo Soares, l'autore de Il libro dell'inquietudine.
Credo sia un libro meraviglioso che vada letto e riletto.
In alcuni momenti ho avuto la sensazione di averlo scritto io stessa. Non per mancanza di modestia. Ma perché è un libro che ho sentito infinitamente a me vicino.

Dicevano gli argonauti che navigare è necessario, ma che non è necessario vivere.
Noi, argonauti della sensibilità malata, diciamo che
sentire è necessario,
ma che non è necessario vivere.


Pessoa diceva di Soares: "Una semplice mutilazione della mia personalità: sono io senza il raziocinio e l'affettività."

Buonanotte Amico mio lontano, se Persona dovesse passare mai di qui, spiegaglielo tu quanto sia importante per me la sua presenza.

sabato 12 giugno 2021

Per Te Amore Mio - Jacques Prévert

E poi sono andato al mercato degli schiavi
E t’ho cercata
Ma non ti ho trovata
amore mio.


Dopo tante peripezie sono riuscita a dedicare un po' di tempo alla mia anima. Penso che il modo migliore per farlo sia: guardare il mare sorseggiando un caffè, leggendo poesie. Sono riuscita a fare alcune di queste cose. Inoltre Persona si è comportato in modo umano. La conclusione è che il problema sono solo io stessa, io mi disprezzo, mi faccio schifo, sono il mio sabotatore. C'è poco da aggiungere. Se Persona esaudisse la mia richiesta, io non finirei di stare male. Metterei un punto, ripartirei. Ma starei male. Perché il mio dolore, il mio male è interiore. Non mi sopporto, non mi piaccio. Non voglio stare con me stessa. Mi odio. La colpa non è nella mia anima. Lei non è cattiva. Lei soffre per i più deboli, si commuove per una poesia, si nutre del profumo del mare, del suono delle sue onde. È sensibile al prossimo. Vorrebbe aiutare tutti. Il problema è il mio corpo, il mio cuore e la mia vita. Mi sento inutile e sola. Lo ammetto e lo riconosco.
Ancora una raccolta di poesie di Prévert. Non la migliore. Ma ci sono alcune poesie bellissime. Come quella cha dà il titolo alla raccolta: Per te amore mio. Una poesia molto profonda: puoi dare tutto al tuo amore, ma la cosa più importante di tutte è la libertà. Non puoi imprigionare l'amore. Tutti noi cerchiamo in ogni modo di conquistarlo, di arrivare a lui. Ma non sempre arriviamo a raggiungerlo. L'amore non è una cosa che si può rinchiudere. L'amore nasce libero e deve vivere libero. Le parole che Prévert usa sono semplici e pregne di malinconia. Per questo amo questo poeta. Lo sento molto vicino.

Galles - Svizzera 1-1
Danimarca-Finlandia 0-1
Belgio - Russia 3-0
Continua la mia avventura Europeo 2021. Mi sto facendo una bella scorpacciata di partite. Questa frase di Eschilo la dedico al giocatore danese Christian Eriksen. Durante la partita si è improvvisamente accasciato al suolo. Gli hanno praticato un massaggio cardiaco di 11 minuti. Ora è in ospedale, sembra fuori pericolo. Non so come sia stato per lui il tempo. Ma per sua moglie sicuramente è stato lento e lungo. Uno strazio. Ho immaginato le Moire tendere e tagliare il filo. Chissà chi, cosa ha deciso che le cose sarebbero dovute andare diversamente. Cos'è la nostra vita? Una serie di eventi in una successione più o meno rapida. Non so dire se una vita sia più importante di un'altra. Ma so per certo che la mia vita non ha valore. E quello che mi accade intorno non fa che turbarmi e torturarmi. Questo dolore avrà fine prima o poi. Questo è ciò che mi auguro. 

venerdì 11 giugno 2021

Europei: IPPOCRATE - Aforismi e Giuramento

 Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e 
per gli dèi tutti e per tutte le dee...

Non mentirò: se a giorni bisogna sottoporsi al vaccino, questa non è la lettura consigliata.
Ma se si sta pensando di partire in vacanza per la Grecia, allora può essere intesa come un "riscaldamento".
Questo piccolo volume appartiene a quella collezione di ricordi del Liceo che non manco mai di rievocare, tutte le volte che se ne presenta l'occasione.
I Tascabili economici Newton erano il cibo per gli affamati-disperati della mia generazione. Con una voglia sconfinata di leggere e sempre poche lire in tasca. Una generazione di ragazzi che spesso non riceveva la paghetta dai genitori, ma poteva barcamenarsi tra lavoretti improponibili e collette di coesione amicale.
Quando comprai questo libricino, avevo preso un raro 8 e mezzo al compito in classe di greco. La versione era proprio uno stralcio del Giuramento di Ippocrate.
Di Ippocrate in realtà, si conoscono ben poche informazioni biografiche. Forse, e dico forse, è stato un medico. Il primo a vedere nella malattia un percorso da seguire e non una caotica serie di eventi. Qui sono raccolti cento degli aforismi che scrisse probabilmente da adulto, dopo aver accumulato una esperienza sul campo di grande importanza, che accumulò in giro per il mondo: Grecia, Egitto, Libia.
Ne riporto solo uno: Sonno, insonnia, ambedue fuori misura, sono un cattivo segno.
Direi che era un bravo medico!



Oggi sono iniziati gli Europei di Calcio. La data è slittata di un anno. L'inaugurazione è partita da Roma con una bella Turchia-Italia, che ci ha visti trionfare, meritatamente per 0-3.
Sono contenta. Ma la mia giornata aveva avuto un inizio decente.
Caro Blog, puoi intuirne il motivo.
Mi ero ripromessa: "Se mi risponde male, smetto di scrivergli per davvero!".
Invece...ha deciso di rispondere in modo tranquillo, senza essere caustico.
Lo so, quella anormale sono io.
L'amore non deve fare male. L'amore deve fare volare.
Lui che mi fa battere il cuore. Ne sono letteralmente dipendente.
Ma non posso mentire a me stessa: se non mi scrive mai di sua iniziativa...la sentenza è chiara.

Sono un essere fastidioso.

p.s. Non ho ancora fotografato Il Processo e continuo a trattare male questo posto. Scusami Blog!

giovedì 10 giugno 2021

Solo per te

solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni passare
senza di te


A volte ho la sensazione che se scatto una foto pensando di condividerla con Persona, la foto diventi più bella.
Poi però, per un motivo o per l'altro, mi sfugge di mano il coraggio di condividere. E così rimango con un pugno di mosche in mano, un pugno nello stomaco e un pugno che mi darei in pieno volto, se fossi il personaggio di Fight Club.

Caro Blog, hai presente quando dicono: "devi fare il primo passo?". Dicono sciocchezze. Non serve a niente. Serve solo a farsi trattare male da chi, evidentemente, ci disprezza. O peggio, non nutre alcuna stima nei nostri confronti. Spero di morire presto. Così questo dolore cesserà. Perché se uno nasce solo, triste e senza speranza, non può improvvisamente desiderare il sole, la gioia, la condivisione.
Questa è stata una giornata piena di cose da fare, ma vuota di amore. Andrò a dormire con il solito peso sul cuore, gli occhi pieni di lacrime immature e con il desiderio di sparire.

Domani mi dedico a te, Amico mio. Grazie. In questo mare, dove mi sento di affogare, tu sei la scialuppa alla quale mi sono aggrappata. Se cedi tu, cedo anch'io.

mercoledì 9 giugno 2021

Le Donne di Dante - Marco Santagata

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.


Ho molte letture da recuperare. Ho iniziato con qualcosa di particolare. Sono trascorsi Settecento anni dalla morte di Dante e, come è giusto che sia, la sua stella continua a illuminare il firmamento della poesia e della letteratura mondiale e non solo italiana.
Il mio modo di ricordare Dante è leggendo e sfogliando questo bellissimo volume, uscito da pochi mesi, dello scrittore e critico d'arte Marco Santagata.
Un viaggio molto interessante alla ricerca di notizie sulla vita di Dante Alighieri.
Del Sommo infatti, abbiamo poche notizie di carattere biografico.
E anche delle donne che popolarono la sua vita, possiamo solo dedurre, leggendo le sue opere, sporadiche e sensazionali notizie.
Vado sul banale: la notizia che un po' ha traumatizzato me è stata quella che mi ha portato a scoprire che Beatrice non è stata l'unico amore del Poeta. In pratica mi è caduta una tegola in testa.

Di Beatrice non abbiamo descrizioni. Non era uso dei poeti del periodo dare una descrizione fisica della donna amata. Che poi è trasformata in colei che l'amore ispira e rappresenta.
Novità introdotta da Dante stesso. Tuttavia ogni immagine che la raffigura la rappresenta come una donna bellissima. Ma come potrebbe essere diversamente? L'amore trasforma le persone, le rende più luminose, più belle. A mio avviso l'incontro immaginato da Henry Holiday è il più bello di tutti: Dante e Beatrice, 1882 ca.
Un'altra notizia che mi ha molto intenerito è relativa al rapporto tra Dante e i suoi figli. Non ne sappiamo molto. Ma è molto probabile che i figli amassero il padre esiliato, poeta e politico indomito. Da cosa lo possiamo dedurre? Da scarse informazioni. Una di queste, attendibile, riguarda i nomi dei nipoti di Dante. Molti Alighieri-Alighiera e Dante. Se non hai amato tuo padre, sicuramente non assegni il suo nome ai tuoi figli. Un libro che non si legge certo come fosse un romanzo. Pregno di notizie storiche e letterarie, va letto con calma e prendendo appunti. (Gli appunti solo se sei smemorato come me.)
Un viaggio bellissimo. Nomi e versi mi hanno riportato nell'aula della I ͣ  B. Sono una sciocca sentimentale.
Il libro non è un tascabile o uno da edizione economica. Costa molto, ma merita ogni euro. Ci sono numerose tavole a colori che accompagnano la narrazione e disegni in bianco e nero che ricordano vecchi edifici (e non solo) che oggi sono stati abbattuti.
Un libro che si compra per fare e farsi un regalo prezioso.
Questa la mia modestissima opinione.
Fiera del mio acquisto.


Caro Blog, sono ancora qua che mi struggo.
Sono veramente una stupida. 
Ho bisogno di lui. D'accordo l'amore è superiore, bisogna donarlo e non pretendere nulla in cambio. 
Ma io non pretendo di essere amata, chi mai potrebbe amare un mostro come me? Non chiedo tanto.
Ho solo bisogno di un po' di lui ogni giorno. Dio aiutami! Liberami! 
La mia vita è così vuota che il suo silenzio rimbomba terribilmente.
Voglio scrivergli. Ma ho paura.
Davvero.
Sono diventata una persona fastidiosa. Non sono lucida quando si tratta di lui.
Non capisco mai se posso o non posso.
Sono triste.

martedì 8 giugno 2021

Un Martedì particolare

Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente
a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue,
il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?
(Memorie di Adriano)

Nel 1903 nasceva la scrittrice francese Marguerite Yourcenar.
Nel 1949 veniva pubblicato 1984 di George Orwell.
Non credo negli oroscopi ma mi piace notare come il segno dei Gemelli abbia visto nascere due capolavori tanto diversi come questi. Un segno d'Aria, un segno che ha diversi modi di esprimersi e diversi campi in cui agire.
Un segno vivace e molto dinamico.

Oggi ho iniziato un nuovo libro. Parla di Dante e mi sta piacendo molto.
Come Dante anch'io sono ormai devota ad un solo Amore.
Ho ahimè constatato un nuovo aspetto del mio carattere: interpreto tutto male. Nelle parole e nelle azioni degli altri vedo solo il male.
L'unica persona che mi sopporta è PiccoloPiccoloPrincipe che mi manda messaggini e mi mostra tutti i dinosauri che è riuscito a costruire nella sua fabbrica virtuale.
E almeno in lui non vedo che bene e ilarità. Un bambino più allegro di lui non esiste. 
Domani spero sia una giornata più tranquilla.
Sono sempre triste.
La mia vita è così vuota che due parole scritte da Persona la riempiemono.
Invece solo silenzi.
Ma anche i silenzi sono eloquenti, lo so. E i suoi hanno il suono delle trombe del Giudizio.
Sono un'idiota.

lunedì 7 giugno 2021

I Demonî - Fëdor Dostoevskij

C'era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo.
E lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi".
Glielo permise.
E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare;
erano circa duemila e affogarono nel mare.


Sospirone.
Ieri ero troppo triste per scrivere qualcosa.
I miei sentimenti non mutano: sono triste, mi sento inutile, ho nostalgia di Persona.
Sono una creatura passiva, un parassita.
Sono un mostro che ha avuto la fortuna di nascere in un bel paese europeo. E questa consapevolezza accresce il senso di disagio e dolore, inadeguatezza e violenza: non dovrei essere nel mondo. Non lo merito. Ma sono così pigra che non saprei nemmeno come spegnere anche la luce esteriore (quella interiore è irrimediabilmente compromessa). Oggi in modo particolare è stata una giornata disastrosa: lavastoviglie non funziona, ho rotto il manico di una delle mie tazzine preferite, ho rotto un fermaglio per i capelli comprato da poco, mi son presa il pollice nella porta-finestra (non so come abbia fatto, ma ho provato un dolore terribile e pensavo di svenire), ho sbattuto con la caviglia contro l'angolo dello sportello del frigorifero.
In questo stato di "pericolo pubblico" mi sono fermata e ho, finalmente, concluso I demonî.
Voglio dire una cosa sola: fatemi leggere L'Idiota!!! Sono rapita dal modo di scrivere di Dostoevskij. Il suo tema principale è il male. E la sua scrittura non è mai banale, o scontata. Un viaggio lunghissimo e difficile, ma epico. Potrei metterlo tra le mie letture preferite. Ma non vorrei sembrare una troppo arrogante.
Volo un po' più in basso. E parlerò di questo capolavoro a mio modo, senza pretese.
Devo però avvertire, il rischio dell'ANTICIPAZIONE è, mio malgrado inevitabile. 

Quello che oggi è un romanzo compiuto, nasce come racconto a fascicoli da pubblicare su una rivista. Non è la prima volta che i romanzi di Dostoevskij hanno questa sorte.
Ecco perché, a mio parere, è un romanzo corale, dove non si riconosce un solo personaggio principale. Ma ognuno partecipa alla vita della storia, in parti diverse ma di uguale importanza. Parti che probabilmente hanno subito dei cambiamenti, rispetto al progetto iniziale dell'autore.
Che Dostoevskij sia lo scrittore "del male" è chiaro anche a me.
Un'idea molto forte quella che regge le sue scritture, è che agli uomini piaccia compiere il male.
Tutto qui.
L'uomo fa del male perché gli piace, perché è arrogante, perché non crede in niente e vuole dimostrare la propria superiorità umiliando i più piccoli, per il puro piacere di farlo.
Immagini forti. Dure. Dostoevskijane.
Questa volta la scintilla, l'ispirazione, è la rivoluzione politica.
Ma su questo sfondo, gli uomini si comportano tutti allo stesso modo, solo con sfumature e modalità differenti

Difficile parlare di "personaggio preferito". Strano a dirsi ma ho apprezzato così tanto la scrittura che le mie simpatie erano tutte per Anton Lavrentievič G. l'io narrante, di cui non sapremo nulla. Solo della sua amicizia con lo scrittore, poeta, scienziato e genio incompreso Stepan Trofimovič Verchovenskij.
È questi il primo demonio che incontriamo nella nostra lettura. Ho deciso di chiamare così ogni personaggio. Perché questa è ciò che ho avvertito, mentre leggevo faticosamente ogni pagina densa di parole importanti. Non ne ho saltata nemmeno una!
In un primo momento ho provato simpatia per quest'uomo fragile e incompreso.
Innamorato di una donna più potente di lui, Varvara Petrovna.
Alla quale non confesserà mai in modo sincero, il proprio amore.
Tuttavia nel proseguo della lettura, mi sono resa conto di quanto fosse pusillanime, oserei direi pigro, il suo non agire. Ma lasciare che fossero gli eventi a guidarlo.
Un personaggio che sembrava nato per una commedia, si svela verso la fine adatto ad una tragedia.
Questo il suo ruolo come costruttore del male: non agire.

Ci sono strane amicizie: i due amici vogliono quasi divorarsi l'un l'altro, e vivono così tutta la vita, ma intanto non possono separarsi. Separarsi anzi non è possibile.

Varvara Petrovna Stavrogina è la madre di Nikolaj Vsevolodovič.
Il demonio più complicato di tutti quelli incontrati. 
In un primo momento Nikolaj sembra un aristocratico annoiato, che conduce una vita dissoluta per noia.
Per alcuni aspetti ho provato pietà nei suoi confronti.
Rappresenta il demonio che fa del male perché prova gioia, emozioni vere nel procurare dolore e umiliazioni agli altri.
Tuttavia iniziano i deliri, le allucinazioni. Non è questo il tentativo della coscienza di risvegliarsi e di redimersi?
La redenzione non verrà. Ma sarà l'unico a punirsi per le sue azioni.

Potrei dedicare ore a parlare di questo libro ma diventerebbe un trattato noioso e lungo. Quindi concludo citando il mio personaggio preferito, che è Aleksej Nilič Kirillov.
L'ingegnere, giovane di soli ventisette anni e pallido, dagli occhi spenti. Una descrizione molto triste per un giovane. Eppure è il più lucido di tutti. 
Il pensatore vero del gruppo. Che non dorme consumato com'è dai pensieri.
Ha dichiarato che si leverà la vita si sua spontanea volontà, per dimostrare la non esistenza di Dio. Per liberarsi dalle leggi del mondo, un mondo che non riconosce perché non libero.
Egli metterà in atto il suo suicidio perché padrone del suo libero arbitrio e perché non c'è punizione oltre la morte.
Per me è il personaggio più bello.
C'è un momento in cui lo sorprendiamo mentre gioca con un bimbetto, cerca di fargli dimenticare le lacrime. Si comporta in modo generoso con tutti. E pur non credendo in Dio è forse quello con la fede più luminosa.
In questa citazione, è descritto tutto quello che io provo quando sento, per brevi istanti, che l'universo è perfetto, che la mia anima si è ricomposta.
Erano istanti brevi, che provavo solo con Persona.
Ma io non so parlare. E in me rimane solo un grande vuoto,

Ci sono dei secondi, non ne vengono che a cinque o a sei per volta, in cui sentite tutt'a un tratto la presenza di un'armonia eterna compiutamente raggiunta.
Non è una cosa terrestre; non dico che sia una cosa celeste, ma dico che l'uomo, nel suo aspetto terrestre, non la può sopportare.
Bisogna trasformarsi fisicamente o morire.
È un sentimento chiaro e incontestabile.
Come se a un tratto aveste la sensazione di tutta la natura e a un tratto diceste: sì, è vero.
[...]
Se durasse più di cinque secondi, l'anima non resisterebbe e dovrebbe sparire.
In quei cinque secondi io vivo una vita e per essi darei tutta la mia vita, perché vale la spesa.

Kirillov lo capisco meglio di tutti gli altri personaggi.
Perfettamente inserito nell’atmosfera delirante e tetra del romanzo, all'inizio sembra di poco conto. Eppure lo noti subito.
Il contraltare invece è proprio Nikolai Stavrogin che, come dice lo stesso Kirillov: se crede, non crede di credere, se non crede non crede di non credere. 
L'eroe e l'anti-eroe concluderanno la loro vita in modo simile.
Il primo senza ragione, il secondo spinto da un puro istinto.
Entrambi sprecheranno la propria vita, le proprie passioni.

Spero di non essere fraintesa, ma affrontare il tema del suicidio in questo modo è un gesto rivoluzionario e coraggioso.
I suicida non sono visti bene da nessuno e in nessuna società.
A volte qualcuno prova pietà per loro.
Ma se siamo liberi, non dovremmo essere supportati anche nell'ultimo atto della nostra vita?
Lo so, ci sono troppe implicazioni; troppi sciacalli e avvoltoi pronti ad agguantare le prede che volessero realizzare apertamente un simile proposito.
Il mondo è pieno dei più vili e terribili demonî come Pëtr Stepanovič Verchovenskij.

Però voglio concludere con una bella citazione di Emil Cioran, che si ritiene fortunato di aver potuto sempre pensare alla possibilità del suicidio, perché proprio questo pensiero gli ha consentito di continuare a vivere.

La vita è più difficile di quello che ci raccontano. 
Per questo bisognerebbe essere sempre gentili con il prossimo.
Non si può dire quali battaglie si agitino nei cuori degli altri, quali demonî e angeli cerchino di conquistare la vittoria.