mercoledì 30 giugno 2021

Palomar - Italo Calvino

La strada che gli resta aperta è questa:
si dedicherà d’ora in poi alla conoscenza di se stesso,
esplorerà la propria geografia interiore,
traccerà il diagramma dei moti del suo animo,
ne ricaverà le formule e i teoremi,
punterà il suo telescopio sulle orbite tracciate dal corso della sua vita anziché su quelle delle costellazioni.
«Non possiamo conoscere nulla d’esterno a noi scavalcando noi stessi, – egli pensa ora, – l’universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi».


Leggendo alcuni commenti su Twitter mi sono imbattuta in un utente che dichiarava il suo amore per questo libro di Calvino: Palomar.
Per un po' di tempo l'ho messo in sospeso. Ma nel mio cuore si era creata una piccola nicchia per questa informazione. Quando l'ho visto in libreria mi sono lasciata rapire. Ed eccomi qui a parlarne.
Calvino mi stupisce sempre, mi sembra sempre diverso. Ma anche questa volta ha fatto breccia nel mio spirito.
Mi piace come parla della sua opera e forse l'ho letto tutto proprio perché mi immaginavo lo scrittore appuntare un pensiero, un'osservazione, un incontro, ora su un taccuino, ora su un quadernetto.
Il libro è una raccolta di osservazioni e pensieri che attraversano la vita di questo ecclettico signor Palomar. Tali racconti sono suddivisi in tre sezioni: Le vacanze di Palomar, Palomar in città, I silenzi di Palomar (la mia sezione preferita) .
Nella sua ultima opera Calvino ci regala, attraverso lo sguardo di un uomo silenzioso come il signor Palomar, una profonda riflessione sul senso della vita.
La grandezza di questo scritto sta tutta qui: non ha bisogno di poesia per essere immenso. 
Il racconto in terza persona ci accompagna attraverso le riflessioni del signor Palomar. Ha lo stesso nome di un gigantesco telescopio in California, eppure guarda alle piccole cose. Le fraziona e vi si immerge dentro. Può accadere mentre è in fila per comprare dei formaggi o mentre riordina il suo prato.
Tutti ci siamo chiesti quale sia il senso della vita. E tra tanti personaggi conosciuti leggendo, ho sentito forte il desiderio di abbracciare proprio lui.
Forse perché la vita esterna mi ferisce e sono stanca di essere trattata male dalla vita e da chi amo.
Grazie signor Palomar per averci lasciato entrare nel tuo animo.

Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, – conclude – ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile.

Mi ritrovo spesso anch'io a pensare delle cose che son sensate ma a non condividerle, per vigliaccheria o per superficialità.
A mordermi la lingua prima di parlare, così da evitare spesso di farlo.
Qual è il senso dell'esistenza?
Non siamo nulla nell'universo. Ci affanniamo continuamente ma senza ragione.
Il finale è sempre lo stesso per tutti.
La Morte è bella per questo. Lei è veramente democratica ed equa.

Quando accende la pipa l’attenzione per la fiamma dello zolfanello che alla prossima tirata dovrebbe lasciarsi aspirare fino in fondo al fornello dando inizio alla lenta trasformazione in brace dei fili di tabacco, non deve fargli dimenticare nemmeno per un attimo l’esplosione d’una supernova che si sta producendo nella Grande Nube di Magellano in questo stesso istante, cioè qualche milione d’anni fa.

Come imparare ad essere morto, è il racconto che ho preferito.
Sostanzialmente è facile fingere di non esserci. Nel mio caso a chi mancherei? Il mondo può continuamente andare avanti senza di me.
Sto guardando in TV "La forma dell'acqua". Un film che è una fiaba, un sogno, una lezione semplice di come sarebbe la vita se tutti facessimo spazio agli altri.
"È bellissimo!", dice così Giles appena vede la Creatura.
Questo è quello che dovremmo dire di tutti quelli che incontriamo sul nostro cammino.

Si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più d’essere morto. In quel momento muore.

Sono molto stanca di essere trattata male dalla vita e da chi amo, mi ripeto.
Mi offro come una creatura disarmata, nuda. E invece sono sempre trattata con un'ironia algida e composta.
Ma a me chi me lo fa fare?
Sono semplicemente stupida.
Vorrei soltanto un po' d'amore.
Si può trattare bene qualcuno in modo gratuito. Si può amare in modo gratuito.
L'amore non chiede niente, basta a se stesso.
E infatti dico basta anch'io.

Mi chiudo nel mio mondo di letture. Grazie Calvino per non avermi tradito. 

p.s. Galleria del mio profilo instagram. Calvino guarda al cielo, io guardo al mare. Entrambi guardiamo affacciati alla stessa finestra. Forse come dice Palomar, siamo la stessa finestra. Siamo collegati? Siamo estranei? Non lo so. Ma mi sento di non appartenere a nulla. Sento che vorrei solo sparire e tornare al mare. Da lì vengo. Mi sono illusa moltissimo. Devo capirlo che un essere come me è un mostro. Non può piacere ad una persona come Lui. Non voglio più sentirmi così come mi sento in questo momento. Non sono nessuno e non ho niente di mio. Quando Argo è scomparso l'ho pianto da sola, perché io non sono nessuno. Così come il dolore per il mio PiccoloPrincipe è mio e non racconto a nessuno. Perché io chi sono? Nessuno, solo una zia. La delusione del mio amore passata, non è condivisibile perché a nessuno interessa. Dolore come tanti altri, o inferiori. Se sono in questa condizione sono colpevole. Non posso lamentarmene. Questo è ciò che la gente pensa, questa è la vita. Io amo la Morte. Solo in lei riconosco una tregua al dolore. E solo lei penso non mi deluderebbe. Spegni la luce e basta, fine. Niente più onde del mare, niente più stelle cadenti, niente risate dei principini, niente di niente. 
Click.

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