giovedì 1 luglio 2021

Teresa degli Oracoli - Arianna Cecconi

 I balinesi chiamano kumpi sia la nipote sia la nonna,
le due vivono dentro la stessa parola.
Quando la nonna muore, la nipote resta viva ma le manca un pezzo.


Archiviato il mese di Giugno, iniziamo oggi la seconda parte dell'anno. Ho trascorso una giornata in famiglia. E mi sono sentita circondata da un amore che però non mi lambiva. Come se fossi lì a rubare qualcosa che non era per me. Tornata a casa ho fatto l'unica cosa che sono capace di fare: mi sono immersa nella lettura. Ho scelto un romanzo breve (200 pagine) e pensavo di essere più veloce. Ho impiegato circa quattro ore per terminarlo. L'emozione invece mi accompagnerà per tutta la vita. Esattamente come era stato per Un' estate con la strega dell'Ovest, ho iniziato a leggere questa bella storia e ho potuto distaccarmene solo quando sono arrivata all'ultima pagina. Un acquisto fatto a caso, grazie alle promozioni Feltrinelli. Una lampada magica trovata nella Grotta dei tesori che ha liberato il genio imprigionato dei mie ricordi.
Una storia che mi ha fatto pensare ad un momento molto importante della mia vita: il corpo di Nonna immobile e intorno sei donne ed un unico uomo che si tengono per mano. Teresa è la nonna di Nina. La mamma di Flora e Irene. La cugina di Rusì, una specie di sorella per Pilar. Ma è stata una donna baco e farfalla contemporaneamente. Mi sono riconosciuta in tanti passaggi di questa storia tutta al femminile, ma completata da personaggi maschili importanti, tanto che mi sono commossa spesso e ho smesso di sottolineare i passaggi che ritenevo più belli, perché avrei voluto riportare ogni singola pagina di questo bellissimo romanzo.
La sua autrice Arianna Cecconi è un'antropologa che vive tra Marsiglia e l'Italia.
Ma la coincidenza? Marsiglia. Città francese che ho amato e lasciato con molto dispiacere.
Città che porto nel cuore e che sicuramente andrò a rivedere, quando la mia anima si preparerà a lasciare il corpo.

Non c'è nemmeno una parola retorica.
Parla di scelte, di morte e di vite che possono finire ancor prima di essere vissute.
Parla di senso di colpa.
E tutto in un modo che per me è stata una carezza dolce e leggera.

Ho imparato da Pilar che quando una persona sta per morire, la sua anima ha bisogno di fare molte cose importanti prima di lasciare il corpo. Deve recuperare le sue tracce, e poi i vivi devono tessere la sua vita con dei racconti e dei piccoli segreti, delle preghiere, dei sussurri, delle risate.

Prima de morir tu anima esce dal corpo per recuperare le sue tracce. 
L'anima deve camminare in tutti i luoghi donde è stata perché all' ha lasciato un pezzetto, un poquito de sé. Deve riprenderli tutti. Solo asì può ripartire completa.

Oggi ricordavo con Fratello alcuni posti visti insieme. La mia anima ne avrà di chilometri da percorrere prima di morire, se vuole essere completa!

Ho dimenticato di dire che a raccontarci la storia di Teresa, è Nina, sua nipote.
Nina mi ha spiegato anche che secondo la teoria di un neuroscienziato finlandese, la camera di una persona assomiglia la suo cervello.
Ecco, mi ci riconosco in questa descrizione. La mia stanza è confusionaria, ma entra il profumo del mare, e da oggi le foto di Nonno e Nonna si possono guardare. Non so perché avevo posizionato quella di Nonno in modo sbagliato. Ora Nonna è felice.

Cos'è il senso di colpa?
- Quando sei rimasta viva, e allora decidi di vivere il meno possibile.
Pensi che la tua vita non vale niente, meno di quella degli altri, era meglio che lasciavi a loro la possibilità di esistere. Ti rimpicciolisci ogni giorno, sperando che prima o poi si dimentichino di te, o ti perdonino.
-Il senso di colpa ti rinchiude nella prigione che ti sei costruita intorno, facendoti dimenticare chi sei e cosa senti.
-Ti fabbrichi tu stessa, giorno dopo giorno, la tua punizione e la tua infelicità. 
-Quando sai che la tua tristezza è contagiosa, ferisce chi ami, ma non puoi farne a meno.

Forse sono rosa dai sensi di colpa. Non mi perdono e mi auguro di morire il prima possibile. Forse non sono capace di reagire perché ho dentro un'impronta di "zitti e buoni" di cui non so liberarmi.
Sono immobile e legata alla mia terra da radici profonde, e mi sento in colpa se penso di allontanarmene.

Oggi inizia il mese di Luglio che ci permette di osservare la Via Lattea, che in questo mese è particolarmente luminosa.
In questo momento sono illuminata solo da un senso di vuoto e malinconia.
Vorrei poter abbracciare Nonna.
Quando è morta ho subito pensato che non avrei più sentito le sue belle mani, le sue carezze.
Nonna era una donna silenziosa. E anche lei ha avuto una fine comune a quella di Teresa.
Noi non eravamo più noi. Ma c'erano dei momenti in cui i suoi bellissimi occhi grigi tornavano ad essere quelli della mia Nonna. E in loro mi riconoscevo e vivevo. Senza di lei mi sento un fantasma. Invisibile, freddo, inutile.

Quanto è importante la nostra pelle?
La sola cosa che segna i confini del nostro corpo; che separa l'anima dal mondo del visibile, dei sensi.
Nel mio mondo immaginario non c'è molto spazio per la pelle.
Ma forse dovrei imparare a portarla con me.

L'orologio segna 00.56 è ora di dormire.
Il primo luglio è già passato. Ma come dice Pilar non è alle mie spalle. Il passato è davanti perché io possa guardarlo e non dimenticarlo.
Ciò che non conosco, ciò che chiamo futuro è alle mie spalle.
È lui che mi fa paura.

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