domenica 25 luglio 2021

Orlando - Virginia Woolf

 E ha ben ragione il filosofo, il quale dice che lo spessore d'una lama
basta a separare la malinconia dalla gioia;
e giunge al punto da opinare, del resto, che l'una sia gemella dell'altra;
e ne trae la conclusione che tutti i sentimenti estremi si apparentano alla follia [...]


Mi aspetta una settimana di completa solitudine. Niente "andiamo qui" "mi accompagni lì" "devi essere più gentile" etc.
Una settimana tutta per me. E sono felice.
Forse riuscirò anche a sgonfiarmi. 
La pancia è tornata ad essere gonfia, un disagio che non si può immaginare. Mi sento come un disegno dei bambini: un cilindro con due stecchette per gambe.
E ovviamente ho intenzione di leggere, leggere, leggere fino a non poterne più. Fino a scoppiare: io e la pancia!
Ho iniziato nel pomeriggio finendo finalmente, il romanzo di Virginia. Alla quale mentalmente rivolgo le mie più sincere scuse. Ho maltrattato Orlando. E non se lo meritava. Un romanzo che in ogni pagina mi ha dato motivo per riflettere, pensare. Ho anche ripreso il libro della Fallaci. Perché temevo di non averle reso giustizia. Non che alla Fallaci possa importare qualcosa! Ma è un problema mio; non mi piace dire cose cattive. E rileggendomi devo riconoscere che non c'è astio nelle mie parole. Però avrei potuto entrare più nel dettaglio. Un libro bello che non ricordavo, o ricordavo solo alcuni passaggi forti. Devo ammetterlo.
Non è facile scrivere ciò che si prova. Qualcuno direbbe che non lo si deve scrivere mai. Ci provo e spesso sbaglio. A volte mi concentro solo sul libro, a volte è la cronaca a prendere il sopravvento. Altre volte, spesse volte in vero, sono così triste da parlare solo del mio stato d'animo.
In tutto questo zibaldone cercherò di focalizzare me stessa sulle pagine appena lette.

Virginia Woolf è una scrittrice che mi è entrata subito nel cuore (già detto, lo so). La sua scrittura è colta e poetica. Ti accompagna per descrizioni che rimpiangi solo di non poter vedere dal vivo.
La sua caratteristica principale sta, almeno per quello che ho letto fino ad oggi, nel focalizzare la descrizione dei suoi personaggi sul loro animo.
Come se la carta d'identità che compila, non richiedesse: altezza, colore degli occhi, colore dei capelli, e compagnia suonante.
Bensì: amano, riflettono, sono appagati, sono turbati, cosa provano i suoi personaggi, cosa sentono, cosa li fa palpitare.

Orlando è un romanzo breve, che si presenta come una biografia, ma non una biografia qualsiasi, di quelle a cui siamo abituati. Una biografia atipica, come atipico è il suo protagonista.
Scritto e pubblicato nel 1928 ha un carattere forte e deciso.
La sua autrice si è divertita molto a sperimentare raccontandoci una vita attraverso quattro secoli. Ci accompagna dall'Epoca Elisabettiana al secolo XIX° senza esitazione, senza intoppi.
Nemmeno un attimo vien da dire: "Ma com'è possibile?".
Una vera rivoluzione. Una vera modernità. 
Purtroppo non posso fare a meno di anticipare la trama del libro.
Quindi come sempre: ATTENZIONE ANTICIPAZIONE

Non c'è essere umano che non oscilli così da un sesso all'altro,
e spesso non sono gli abiti
i quali serbano l'apparenza virile o femminile,
mentre il sesso profondo è l'opposto di quello superficiale.

Mentre scrivo, in Ungheria si sfida il governo Orban che vieta di parlare di omosessualità e transgender; in Italia si fa ostruzione ad una legge che si pone come fine la protezione di persone omosessuali, donne e disabili dai cosiddetti reati d'odio.
E mi fermo per non citare altri casi (vedi ancora la Polonia).
In un'Europa in queste condizioni, leggo Virginia Woolf e mi chiedo: in quei paesi l'avrebbero censurata?
Sì perché il nostro protagonista, Orlando, nel bel mezzo delle sue avventure, si risveglia un giorno donna.
E continueremo a chiamarla Orlando anche qui, per non generare confusione in chi legge (lo scrive Virginia).
E sai qual è la cosa meravigliosa? Che non ti cambia niente.
D'accordo, Orlando modificherà il suo modo di agire, la sua sensibilità sarà maggiore, avrà la lacrima più facile.
Virginia Woolf sapientemente ironizza su questi stereotipi e dagli stessi non salva nemmeno la sua eroina.
Ma continuerà a chiedersi, Orlando, cosa sia questa cosa che chiamiamo vita.
Vive infinite esperienze, sperimenta continuamente, ogni giorno, forme diverse di esistenze.
Eppure non trova una risposta.
Legge, scrive, si dispera. Pensa di essere destinata alla Natura.
Non può fare a meno di meditare sul significato delle gesta di un uomo; il suo voler entrare nella Storia. Ma vivere all'aria aperta, avere come tetto il cielo stellato e come culla il ventre di madre Terra, non è forse una vita meritevole di entrare nell'Olimpo delle persone che hanno fatto la Storia?

Quando Orlando si innamora veramente, si chiede che cosa avesse provato prima di incontrare la sua Principessa.
"Chi ho amato fino ad ora?"
I sensi sono amplificati, il turbamento, il batticuore è diverso.
E ama la sua Principessa anche dopo, quando è diventato una donna.

L'amore non era stato per lui altro che polvere e cenere.
Le gioie che gli aveva procurato erano sciapite sino alla noia [...]
E mentre guardava la Principessa, lo spessore del sangue gli si scioglieva [...]

Quando tornerà a casa con il suo nuovo corpo femminile, nessuno dubiterà della sua identità. Soprattutto gli animali. E ho pensato ad Argo (e giù a piangere; perché devo fingermi forte? Qui non mi vede nessuno. Mi manca Argo. Non vederlo più, non sentire la sua lingua rugosa sulle mani, le braccia, le gambe, il viso. Il suo sguardo fiero e dolce. Il suo chiedere carezze. Il suo aspettarsi sempre un premio, perché sapeva che era il mio cavaliere oscuro, lo sapeva!).

le dimostrazioni date dai cervi e dai cani sarebbero state sufficienti a dissiparlo [il dubbio], poiché è risaputo che gli esseri privi di parola sono assai migliori giudici, sull'identità e sul carattere di un individuo, di quanto non lo siamo noi.

E credo sia la parte più bella di tutto il romanzo.
Orlando piace. Sia come uomo sia come donna.
Ha coraggio e forza, in entrambi i casi e con sfumature diverse.
Non impugna la spada da donna, ma la penna. E avrà il coraggio, ancora una volta, di sfidare gli stereotipi del momento: una donna che scrive, una donna che pensa è una donna nuova.
Si accorge di quanto siano vuote certe conversazioni, di quanto siano insipidi certi interlocutori. Non si accontenta mai. Orlando riflette sempre. Non è un solo Orlando. Nessuno di noi è uno solo. Ma non nel senso di "maschere" come descrive Pirandello. Qui è diverso.
Siamo tanti. Quando siamo felici, quando ricordiamo, quando protestiamo. Quando rispecchiamo i costumi della nostra società, quando viviamo nel nostro tempo, o in un sogno; eccone un altro di noi stessi che prende il caffè guardando il mare, o legge un libro e infiniti ancora, sovrapposti gli uni agli altri come una pila di piatti in mano a un cameriere.

Per tanti secoli ho cercato la felicità senza trovarla;
la gloria, senza afferrarla;
L'amore, senza conoscerlo;
la vita - ed ecco, la morte è meglio.
Tanti uomini e tante donne ho conosciuto; e non ne ho compreso nessuno.

La capisco la mia dolce Orlando.
E fino a questo punto mi sono sentita a lei affine.
Amerei Persona anche se fossi un uomo, ne sono certa.
Lui è il mio mondo. Lui mi fa stare bene e male, mi spinge a migliorarmi, a voler essere migliore e a fare schifo.
Una cosa che non è facile da spiegare. Ma lo guarderò come un ricordo.
Gli appartengo. Sono legata a lui.
Ma non vale il viceversa.
L'ho definitivamente capito quando è stato introdotto il Green Pass. 
Sai Amico Blog,
quando ci tieni a qualcuno ti viene spontaneo commentare tutto con lui. Che sia lo sport, che sia il caffè o il mare, non ha importanza. Tu ne parli con quel qualcuno.
E se quel qualcuno con te non lo fa, allora il messaggio è chiaro.
Morte e solitudine.
Mi prendo una piccola vendetta.
Dice Virginia: chi è intelligente è spesso brutto. Grazie Virginia.

L'intelletto, pur essendo di natura divina e adorabile,
ha l'abitudine di eleggere la sua dimora nella più logora carcassa, troppo spesso, ahimé!


Non preoccuparti delle mie parole finali, Amico mio,
perché per la nostra Orlando c'è il lieto fine e credo sia bello e non mieloso.
Un romanzo stupendo. Da leggere.



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