lunedì 26 luglio 2021

L'Italia Profonda - Arminio Ferretti

 L'Appennino è un rosario di Genius loci
che può essere ancora sgranato ma
è come maneggiare reliquie
basta poco e ci si ritrova con mucchietti di polvere.


Oggi è stata una giornata lunghissima. Non è ancora finita, perché sto guardando un programma "super spazzatura" in televisione.
[E che ci vuoi fare? Il trash distrae. E soprattutto è uno di quei programmi che mi ricorda perché sono single e non incontrerò mai l'amore. Sono pesante, non mi accontento e sono già innamorata di una persona divina (che come ogni divinità che si rispetti non mi pensa nemmeno un po'), odio essere toccata, odio le cose sdolcinate e di circostanza. In altre parole, sono un mostro.]
Siccome sono in vacanza ho realizzato un desiderio: entrare in libreria e leggere ogni titolo disponibile. Sono tornata a casa dopo aver speso un patrimonio, ed ero raggiante. L'ultima volta che mi sono sentita così: la notte dell'11 luglio mentre parlavo con Persona.
Non potendo averlo vicino, mi rifugio nel mio mondo di pagine e sogni. Sono veramente ignorante.
Mio caro Blog, quanti libri, quanti autori per me sconosciuti. Non riuscirò mai a recuperarli tutti. Ho perso tanto tempo inseguendo letture vuote, esperienze inutili, sogni scaduti.
Lo so: i sogni non hanno una data di scadenza. Ma continuo a pensare a quanto tempo ho perso all'Università. Se avessi mollato, non sarebbe stato meglio? Mi vergogno così tanto della mia laurea che la nascondo. Fingo di non averla.
Se almeno avessi letto di più, oggi mi sentirei meno in colpa. Ma il passato non si può cambiare, quindi cerchiamo di preservare il presente e il futuro.

Persona mi ha parlato di Giovanni Lindo Ferretti, dimenticandosi però di suggerirmi qualche titolo. Allora ho iniziato in sordina. Con questo pamphlet, pubblicato nel 2019 e scritto a quattro mani con Arminio, il poeta del paesaggio dimenticato.

Questo è l'orizzonte che mi sta a cuore,
c'è voluta una vita per capirlo e non è stato facile: tutto è predisposto
per il contrario essendo assodato che solo un idiota può pensare di restare 
dove è nato a fare ciò che è sempre stato fatto.

Confesso: poche parole e sono già innamorata di Ferretti, così come lo sono di Arminio.
Due abitanti delle montagne, dell'Appennino. Uno nel centro-nord, uno nel sud: entrambi con una visione molto simile della terra.
Siamo schiavi di piani paesaggistici, di tecnologie e città sovraffollate. 
Invece si dovrebbe imparare a rispettare il territorio per quello che è. 
La fragilità del nostro paesaggio è conseguenza diretta anche dello spopolamento delle campagne, delle zone montane.
Le aree costiere hanno una densità spaventosa. E l'inquinamento degradano anche queste zone.
La montagna si spopola, perde la sua linfa vitale.
La costa si popola, perde la sua linfa vitale.
Arminio è più poetico, Ferretti è più rude.
Entrambi guardano nella stessa direzione.
Sono due punti di vista diversi che convergono in un punto, disegnando una prospettiva di dialogo profondo e malinconico.
È come se il nostro mondo si fosse dimenticato della magia, del legame che ogni individuo ha con la sua terra; come se cancellando Dio fossimo diventati moderni, ma in realtà Dio non si cancella.
Si incontra ancora in una panchina sotto un fico, in un paese abbandonato, nel vento che circola tra i suoi vicoli, tra le porte sprangate.

Dio è come l'Amore.
Proviamo a parlarne, ma non lo conosciamo.
Pensiamo di conoscerlo, ma non lo abbiamo mai visto.
Dio, come l'Amore, si può solo sentire.
Dio è Amore.
Persona è dio, persona è amore.

ore 00.55
Lasciami qui, lasciami stare lasciami così,
non dire una parola che non sia d'amore...

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