A farla breve, d'istinto, ciascuno ama e desidera
il luogo originario, da cui trasse i natali,
e in cui spesso gli accade di risiedere a lungo.
Solo l'uomo, che pensa d'esser pianta divina,
e dal Ciel degli spiriti d'aver tratto origine,
dal dolce grembo sceglie d'essere a lungo profugo.
(Jean-Baptiste Chassignet)
Mentre ti scrivo, caro Blog, la pioggia disseta un po' l'arida terra della campagna intorno alla mia città. Finalmente gli uccellini troveranno qualche pozza per rinfrescarsi. E, spero, le strade vengano pulite.
La pioggia manca da più di un mese. Una tragedia.
E mentre così ti scrivo, la Germania piange i morti di una grave alluvione che ha devastato il suo territorio in questi giorni.
Sono senza parole. Mi unisco in una preghiera silenziosa al dolore di tutta Europa.
Da oggi inizio un esperimento.
Una poesia ogni volta che non so cosa dirti. Mi aiuterà in questo, il libro del professore G. Davico Bonino.
Mi è piaciuto ciò che ha scritto nella quarta di copertina: di non commettere questi due errori.
Il primo errore: considerare questo libro bellissimo di poesia roba per letterati.
Il secondo errore: considerare questo libro bellissimo si poesia roba già vista.
In effetti le poesie, o brevi componimenti qui raccolti, sono 365 bellissime tessere di un mosaico di pensiero che appartiene ad un Poeta proveniente da un posto e da un tempo indeterminato.
Può essere un anonimo proveniente da tutte le regioni italiane, un fiammingo del Cinquecento, un indio amazzone, un tzigano della Valacchia.
Sembra una canzone di Battiato.
Un viaggio che voglio fare lentamente, con te amico Blog, in questo periodo che non si può viaggiare.
Jean-Baptiste Chassignet è un poeta barocco. Scoperto solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. In un certo senso qui è come se fosse a casa.
Mi piacciono molto questi suoi versi.
Mi sento molto legata alla mia terra. Sono assettata come lei, come lei ho un mondo sotterraneo inesplorato e ignoto.
Mi sento parte del mio mare. E non conosco una musica più melodiosa della risacca sulla battigia.
Ma insaziabile resta il mio bisogno di salpare verso nuovi lidi.
Forte è il richiamo delle terre sconosciute.
Sono sempre inquieta, come il vento, come il mare.
La mia esistenza si consuma sempre più velocemente.
L'estate prossima non mi vedrà seduta alla scrivania a scriverti.
Ho questa sensazione.
Penso a Persona. A volte penso che mi voglia dire delle cose e che lo faccia in modo un po' oscuro.
E se la sensazione di un secondo, ma proprio di un secondo, fosse reale?
Rispondo: avrei tanto voluto avere una possibilità.
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