venerdì 2 luglio 2021

Siddharta - Hermann Hesse

Noi possiamo reciprocamente intenderci,
ma quanto a interpretarci,
ciascuno lo può solo per sé stesso.


Calw, sud della Germania, 1877: nasce uno degli scrittori e aforisti più autorevoli del Novecento.
Curiosità: la famiglia osteggerà la sua propensione per la scrittura, per molti anni.
Solo nel 1904 riuscirà a presentarsi al mondo dell'editoria con un romanzo dal titolo Peter Camenzind, nel quale il protagonista gira le spalle al mondo uniforme e piatto, per dedicarsi con tutto se stesso all'arte.

Nel 1922 l'affermazione come scrittore arriva con la pubblicazione del suo capolavoro più noto: Siddharta.
Dovrà, infine, aspettare il 1946 per vincere il premio Nobel per la letteratura che gli fu attribuito "per la sua forte ispirazione letteraria coraggiosa e penetrante, esempio classico di ideali filantropici ed alta qualità di stile".

La felicità è amore, nient'altro.
Felice è chi sa amare.
Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita.
Felice è dunque chi è capace di amare molto.
Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.
L'amore è il desiderio divenuto saggezza; l'amore non vuole possedere; vuole soltanto amare.
 
In Italia Siddharta verrà pubblicato solo nel ‘45.
Ricordo di averlo letto quando ero ancora al Liceo. Uno dei periodi più belli per il mio intelletto (poi è stata solo decadenza).

Un airone volava sopra il boschetto di bambù e Siddharta assumeva quell'airone nella propria anima, volava sopra i boschi e montagne, era airone, mangiava pesci, provava la fame degli aironi, parlava la lingua gracchiante degli aironi, moriva la morte degli aironi.

Il protagonista è un giovane indiano che vive alla ricerca della via verso la realtà più profonda della felicità.
In un certo senso parla di un giovane, non ancora consapevole si sé, Buddha.
Il linguaggio usato è semplice, ma molto delicato.
Una prosa profumata di poesia, che non può non piacere a chi si interroga continuamente sul senso della vita, sul significato di ogni scelta, che esclude altri universi e che sembra sempre casuale combinazione di coincidenze.
Il fascino dei riti e del pensiero religioso indiano si mescolano alla sensibilità culturale europea, soprattutto a quella rappresentata da Arthur Schopenhauer, il primo pensatore occidentale a introdurre il pensiero delle dottrine orientali.
Un libro scritto in occidente che evoca le atmosfere dell'oriente, che permette di riunire in un solo spirito indagatore, le anime di infinite genti che esplorano il senso dell'esistenza.
Ogni esperienza è preziosa, anche la più vile, trasgressiva va vissuta per arrivare alla strada della verità universale.

Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.

Ecco, ho sempre avuto difficoltà a esprimere i miei sentimenti ad alta voce.
Lasciarli in forma scritta è più semplice. L'importante è non rileggere mai ciò che è stato scritto.
Oggi è stata una giornata particolarmente lunga. Non mi sento molto bene, ma credo sia il caldo.
Finalmente qualcuno (medico) inizia a capire i problemi legati al disturbo che mi porto dietro da anni. Ergo non sono pazza.

Inoltre registro il risultato della partita: Belgio - Italia 1-2.
Non dico niente.
Solo una cosa agli individui che hanno fischiato un calciatore che è uscito dal campo in lacrime e su una barella: VERGOGNA.

Buonanotte.

La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri pochi sono, come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.

Nessun commento:

Posta un commento