lunedì 19 luglio 2021

Pesca alle Sirene - Juan Ramón Molina

Il sole
la rivedrà domani, impazzita tra le mie braccia;
morire, sotto il divino martirio della mia bocca,
scotendo tra le mie gambe la sua coda vibratile.


Continua la mia lenta lettura di Tenera è la Notte. Lo sto leggendo al mare. Ma sostanzialmente ne leggo 10 pagine per volta. Mentre mi sono arenata con l'Orlando. Nel frattempo cerco di non entrare nel panico e di non pensare a niente.

Resto sospesa come questa innocente nuvola, nell'azzurro cielo della vita.
Oggi mi è toccato questo eccentrico poeta honduregno, sempre del XIX secolo: Juan Ramón Molina. Per lungo tempo è stato dimenticato. Destinato all'oblio dai suoi contemporanei e non solo. Di recente invece, si è tornati a pubblicare le sue opere e a reintrodurlo nei programmi scolastici dell'America centrale. È considerato uno dei grandi esponenti del modernismo in America centrale. Si può affermare sia lo scrittore honduregno più universale. Per completezza diciamo anche che il modernismo è quel momento culturale che in opposizione alle certezze del pensiero illuminista e, in alcuni casi, anche alla fede religiosa, si eleva per abbattere le formule di rappresentazione convenzionali. La rappresentazione deve riguardare momenti storici, letterari, anche riprendendo il passato. In un certo senso è una costola del Romanticismo, motore di ogni moto dell'animo. 

Il prof. Bonino ha proposto l'originale poesia Pesca alle Sirene, che mi ha naturalmente colpito.
Sappiamo come Ulisse e i suoi abbiamo tentato di evitare il canto delle Sirene, i loro ammaliamenti. Invece Molina si fa ancora più ardito di Odisseo e immagina di catturarne una, per giacere con lei, metà donna e metà pesce, lì sulla riva.
Leggendo con un po' di cinismo i suoi versi, non mi sembra che la Sirena condivida questa alternativa.
Ma l'amore si sa, fa male. E non mi stupirebbe vedere la povera Sirena impazzire, letteralmente impazzire a causa dell'amore. 
Chi non lo conosce, chi non sospetta quanto sia terribile, non può che lasciarsi cogliere di sorpresa e quindi capitolare davanti all'amore!

Occhi che per strana fortuna
mi fanno vivere o morire;
occhi che mi dai per vivere
per farmi morire,
invano mi fingo forte, il
tuo giogo per scuotere;
Non posso più resistere a
questa amata schiavitù!
Uccidimi con uno sguardo 
occhi che mi fai vivere!

Un'altra giornata è finita.
La Ruota della Vita continua a girare.
Cosa rimarrà di tante lacrime versate, tanti sogni forgiati, tante parole spese?

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