venerdì 23 luglio 2021

I Racconti - Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Io sono una persona che sta molto sola; delle mie sedici ore di veglia quotidiane dieci almeno sono passate in solitudine.
E non potendo, dopo tutto, leggere sempre, mi diverto a costruire teorie le quali, del resto, non reggono al minimo esame critico.


Oggi ricorre l'anniversario della morte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Autore famoso del Gattopardo. Autore che mi ha sempre colpito per lo stile elegante dei suoi scritti e per la capacità, rara, di trasportare il lettore in luoghi e tempi ormai lontani.
Leggere un romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa equivale a mettersi in viaggio. Un viaggio d'introspezione, all'interno dei sentimenti non solo di chi le vicende narrate le vive, ma anche di chi le osserva da lontano. Inoltre ritengo una sua peculiarità l'aver vissuto una stagione creativa e compositiva in tarda età, breve eppure intensissima.
Quelli di oggi I Racconti sono un'opera che hanno un solo difetto: sono brevi. E durano poco. Ma chi narra è la stessa inconfondibile voce del Gattopardo.
Don Fabrizio Salina è il principe noto in tutto il mondo, e stessa sorte meriterebbero i racconti autobiografici e il vecchio professor La Ciura. Curioso protagonista del racconto Lighea, qui contenuto.
Il Professore ci racconta, tra il reale e il vagheggiante, del suo amore, corrisposto con una Sirena.
Ancora oggi, a distanza di anni da questa lettura, non posso fare a meno di ricordare la poesia e la bellezza di queste pagine.
Erano anni diversi da questi che stiamo vivendo. Viaggiavo, ero indipendente. 
Tra una corsa e l'altra consumavo libri e osservavo la gente intorno a me, fare altrettanto.

Oggi mi sento molto triste e sola.

Come l'animale abitudinario che sono, sedevo sempre al medesimo tavolino d'angolo accuratamente disegnato.

Il Professore di greco è scomparso in mare. E un po' lo invidio.
Lui ha conosciuto l'amore di Lighea.
Io non conoscerò mai l'amore di Persona.
Né farò mai parte della sua vita. A volte, troppe volte mi sono illusa di essere qualcuno per lui. Ma non sono niente. Non riesco proprio ad accettarlo. L'ho capito ma fingo di non sapere. Che scema.

Sono le 2.00 di notte.
E i miei pensieri sono sempre li stessi.


Nessun commento:

Posta un commento