sabato 31 luglio 2021

 Nel mese di Luglio
tutto il caldo scende in Puglia,
canta il grillo, canta la quaglia,
tutte l’erbe diventano paglia.


Anche Luglio è giunto al capolinea. Fa caldo, tanto, troppo caldo. Brucia mezza Italia. L'altra metà è flagellata dal maltempo.
Vado a dormire alle ore 01.39 dopo aver avuto pensieri negativi per tutto il giorno e dopo una bella serata con le Girls.

Una poesia al giorno: anonimo pugliese

fai murire a me, tu cara amante,
senza peccare e senza fare nente.

Che belle le poesie in dialetto! Non c'avevo mai fatto caso: ma quando si traduce da una lingua all'altra si perde il senso profondo di molte parole.
Sarebbe bello poter leggere solo in lingua originale e capire il senso profondo di ogni parola.
Forse con il dialetto qualcosa permane. Un senso di familiarità, di unico, di intimo.

Sogni d'oro Persona, buonanotte mio amico Blog.

venerdì 30 luglio 2021

Inés dell'anima mia - Isabel Allende

 Ma io so di lui ciò che la storia 
non potrà mai conoscere:
di cosa aveva paura e di come amava.


Libro bellissimo.
Copertina...non mi piace. In questo le edizioni Adelphi sono di gran lunga superiori. Ma i prezzi degli economici Feltrinelli mi hanno regalato tante emozioni, quindi mi accontento.
Era il 2019 quando incontravo questo romanzo. Avevo finito di leggere Le Avventure di Peter Pan, e successivamente avrei letto Cuore. Che confusione! La mia testa è una babele intricata. E non ti racconto quanto tempo ho perso per recuperarlo. E dire che sta proprio nella mia stanza!
Ma come sono arrivata a ripescare questo tesoro nascosto?
In televisione hanno iniziato a trasmettere una serie a puntate con protagonista la vera Inés de Suàrez; e si sono liberamente ispirati alla trama intessuta da Isabel Allende.
La prima puntata è stata decente. Vedremo venerdì prossimo cosa ci faranno vedere.
Alcuni personaggi li avevo completamente rimossi. La cattiveria e la meschinità del loro agire, no. La ricordavo.
Inoltre non si può dimenticare la bravura incontrastata della Allende di descrivere le terre dell'America del Sud, e Inés coi suoi indigeni.
Inés è una donna innamorata, anche di un uomo, ma soprattutto della libertà. Capace di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, senza piegarsi alla mentalità del suo tempo. Indipendente, sensibile. Orgogliosa del suo essere.
E poi, dove c'è l'amore, Isabel Allende ha il dono di farci provare sempre forti emozioni. Nella trama insieme allo sfondo storico, non mancano amicizia (come quella che durerà tutta la vita tra Inés e Catalina, e con la Principessa Cecilia) e magia. E credo che siano gli ingredienti giusti per ottenere un romanzo favoloso.

Inés è una donna che cammina a fianco, non dietro, al suo amore: Pedro Valvidia, hidalgo che combatte per la Corona spagnola.
Insieme sognano un mondo nuovo e si mettono in viaggio per cercare il luogo giusto.
Dopo tante peripezie, dopo aver attraversato il deserto infernale delle Ande, giungono in una valle paradisiaca dove fondano la città di Santiago.
Ma sarà alto il prezzo da pagare. Gli autoctoni combatteranno contro gli spagnoli, senza risparmiare colpi e morte.
Inés scopriremo essere capace di tutto: cucinare, cucire, curare i feriti e i malati, scovare sorgenti d'acqua come una rabdomante, amare.
Ad un certo punto darà anche scandalo perché imparerà a cavalcare come gli uomini, indossando i pantaloni.
Sì, credo sia lei l'amazzone ribelle.

Un bellissimo romanzo. Ne conservo un piacevole ricordo.

Posso dirti con certezza che quel giorno cominciò la mia vita,
gli anni precedenti erano stati la preparazione per ciò che doveva venire.

Lo dedico alla persona meravigliosa che è Persona.

ore 01.19
Il silenzio alza muri difficili da scalare.
Devo smetterla di crearli e di usarli come scudo per nascondermi.

giovedì 29 luglio 2021

Mio Fratello rincorre i Dinosauri - Giacomo Mazzariol

 il silenzio è un suono.

Era una giornata calda estiva.
Era una giornata calda estiva, come tante altre.
Era una giornata calda estiva, come tante altre e non tornerà più.
Sono andata al supermercato ho comprato la solita bottiglia d'acqua, le patatine e la birra. Per una cena da campioni!
Mentre distribuivo sulle mani la super dose massiccia di igienizzante, mi sono soffermata a guardare i titoli esposti nell'angolo libreria. Con mio sommo giubilo non ho intercettato la facciona di "iosonogiorgia" (naturalmente l'avrei nascosta sotto La Canzone di Achille). In compenso c'erano le offerte: compri due paghi 9.90 euro. E che fai non ne approfitti? Era da tempo che volevo leggerlo e ho pensato fosse il momento giusto. Non mi riprenderò facilmente. Una commozione continua. Ma procediamo con ordine. In primis: complimenti all'autore. Giacomo Mazzariol, classe 1997 scrive in un modo diretto, poetico e bellissimo. Autobiografico vero. Senza pietismo. Senza esagerare. In modo sincero racconta la storia della sua famiglia e di Giovanni.
Il titolo spiega tutto. E quindi non rischio di anticipare nulla. Ma mi ha colpito profondamente il suo atteggiamento schietto e pulito. Forse a 19 anni lo eravamo tutti. La vita ci modifica. Ci sporca, anche nei pensieri.

Addormentarsi immaginando che nel mondo esistano persone come Giovanni, Giacomo e la sua Famiglia, è un pensiero rassicurante.
Ho rivissuto le stesse emozioni de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, solo un po' più smorzate causa caldo. (Nasceva Persona proprio quel giorno.)
Anche in questo romanzo si parla di disabilità; senza retorica, con le paure e i dubbi che si rincorrono nei cuori e nelle menti di chi vive vicino alle persone che hanno una sindrome.
Il punto è sempre lo stesso: fosse un mondo pulito, vero, onesto, vivremmo tutti nei nostri spazi, con le nostre difficoltà, con le nostre diversità.
Invece esistono persone sempre pronte a distruggere l'altro. A chiamarlo "diverso". Diventa "speciale" se si vuole essere gentili.
Ma perché?
Ha ragione la mamma di Giacomo: Giovanni è Giovanni.
Giovanni sente una musica, io un'altra. E chi vuole ballare imponendo un solo brano a tutto il mondo, be' è lui quello strano!
Un romanzo che consiglierei, anche per capire, per osservare il mondo da una prospettiva diversa.

È talmente più grande di noi, la vita. 
È complessa, ed è misteriosa... [...]
L'unica cosa che si può scegliere è amare, - disse - Amare senza condizioni.

Caro Blog,
ho tanta paura. Il futuro, il pensiero della morte mi paralizza. Ma non la mia morte.
E poi ho paura per il futuro di Piccolo Principe.

Caro Blog,
oggi avrei solo voluto dirgli "ciao P.". 
Solo.
Nient'altro.
Ma mentre mi lasciavo trasportare dalle onde, pensando alla distanza che ci separa, capivo...
La distanza più difficile da superare, quella che realmente ci tiene lontani, non è geografica.
È l'amore.
Io ne provo per lui, così tanto da sentirlo vicino a me, anche se è un sogno impossibile.
Lui niente. Forse a volte, ma solo a volte, prova una specie di simpatia. Sai come quella che si nutre per il randagio che incontri a volte in città, percorrendo alcune strade.

Caldo, paura, morte: i miei pensieri estivi.

Le Nostre Anime di Notte - Kent Haruf

 Sto parlando di attraversare la notte insieme:
E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici.
Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire.
Le notti sono la cosa peggiore non trovi?


Domani mi impegnerò a tornare ad orari più decenti. Suppongo di essere ufficialmente un'insonne.
Il lato positivo dell'insonnia è che se hai una buona luce artificiale, puoi leggere senza affaticare la vista e senza essere disturbato dal telefono o dal citofono. Essere sempre connessi ha anche dei lati negativi: vieni continuamente interrotto, soprattutto quando stai parlando tra te e te.
Così, nella solitudine e nel silenzio della mia amata casetta, ho finito questo incantevole romanzo breve, iniziato ieri.
Non ho potuto finirlo prima perché ho aiutato degli amici a risolvere dei piccoli problemi. E la cosa mi ha reso felice; mi sono sentita utile; io adoro aiutare gli altri, non ne posso fare a meno.
I miei amici hanno ricambiato con il dialogo. Consigli e parole gentili, di cui avevo tanto bisogno. Vivo sempre nascosta, col timore di incontrare gente. Ho sempre paura. Non è giusto. In fin dei conti non sono una persona malvagia. Che male ho fatto per sentirmi sempre così a disagio, sempre così sbagliata e fuori posto?
Sono dispiaciuta per aver trattato in modo acido Persona. Scusami PA. 
Fai bene a tenermi a distanza. Io faccio schifo. 
Ma poi, perché do il peggio di me proprio con lui, quando l'unica cosa che vorrei fare è saltargli al collo e abbracciarlo forte? Sono amareggiata.
E anche stanca di me stessa. Nelle pagine di questo libro mi sono un po' rivista, soprattutto nei timori, poco nel coraggio.
Trama bellissima, finale dolce-amaro, personaggi meravigliosi. Ha ispirato anche un film, ma non ricordo il titolo.
L'unica cosa che non mi piace è il registro stilistico.
Quasi tutta raccontata attraverso i dialoghi dei personaggi, la storia vola via troppo velocemente. Le descrizioni non sono contemplate e molto è lasciato alla nostra immaginazione e deduzione.
Possiamo farci un'idea del carattere di chi incontriamo. Senza che lo scrittore ci suggerisca qualcosa. Be', questa è la sensazione.
Non sono una estimatrice degli scrittori americani, ma questo romanzo mi è piaciuto molto. Mi è venuta voglia di tornarci a Holt. E quando avrò letto tutti i libri acquistati, lo farò.

Una storia moderna, scandalosa senza far rumore.
Ho apprezzato molto la delicatezza dello stile. E il realismo implicito che ha caratterizzato lo snodarsi della storia.
Addie è stanca della sua vedovanza; è stanca di addormentarsi leggendo o solo dopo aver preso qualche pillola.
Ha settant'anni e ha voglia di vivere.
E chiede a Louis di condividere con lei lo spazio della notte. 
Questa voglia di vita scandalizza gli usi e i costumi di chi pensa che tutti ci si debba comportare in un solo modo. 
Nasci - cresci - lavori - ti sposi - fai figli - arrivano i nipoti - muori (anche se respiri ancora).
Addie e Louis sono vivi e respirano. Vogliono vivere. E se ne accorgono proprio stando insieme. Ma la vita è difficile. Non si ha sempre ciò che si desidera.
Ma in cuor mio spero che poi le cose siano cambiate.

Ancora non ci siamo capiti, vero?
Non voglio starmene qui da sola a rimuginare come fai tu, a risolvere le cose per conto mio.
Voglio che tu venga qui, così possiamo parlare.

Che voglia di dirlo a Persona.
Tutti mi dicono che devo avere pazienza. Che le cose cambieranno.
Invece questo assaggio di vita (le uscite degli ultimi giorni), mi ha solo ricordato quanto sia vuota la mia esistenza.
Voglio solo morire.
Aveva ragione Pavese.
Cugina mi ha detto che sono un'anima bella...
Io mi faccio schifo. Non credo ci sia niente di bello o buono in me.
Cerco di dare il meglio con la Family e Amica.
Ma per il resto sono un vaso vuoto; che si è rotto mille volte e i cui pezzi alla fine non si sono più potuti rincollare, perché parti si sono perse, altre disintegrate.
Un vaso vuoto e con tante crepe, così profonde che si intravedono anche degli spazi vuoti.

Non ce la faccio più.

mercoledì 28 luglio 2021

Uscita a Sorpresa

 Questo glicine a ondate,
che ho piantato nel mio giardino,
per trarne un ricordo di voi
quand'avessi troppa nostalgia,
ecco che oggi, all'improvviso, è fiorito...

(Nostalgia nel ricordo, Yamabe No Akahito)

Yamabe No Akahito, poeta giapponese della prima metà del VIII secolo.
È ricordato come uno dei Trentasei immortali della poesia ed oggi culla i miei ultimi pensieri di questa calda notte estiva.
Oggi ho fatto un bagno in mare lungo e leggero. Mi sentivo senza peso, consistenza. Mi sono allontanata molto dalla costa. Mi sentivo libera.
Sono tornata sott'acqua come non facevo da anni. (Il medico non vuole.) Ho giocato coi pesciolini che mi nuotavano intorno.
Mi sono sentita così presente a me stessa, al mio vero me, quello più interiore, più profondo, che ho scordato tutti i miei guai. La mia bruttezza. La mia ignoranza. Non c'era niente. Nemmeno un corpo.
Ero nel mio elemento naturale. Ero come una goccia d'acqua che torna alla Grande Madre.
C'era solo una cosa che mi teneva legata al tempo presente: il pensiero di Persona.
Il Mare mi fa sempre pensare a lui. Chissà quante me ne direbbe se mi vedesse in acqua.
Sorrido.
Poi ho detto al mio caro Mare: non gli importa di me, forse inizio ad accettarlo.
Sono tornata a casa e ho trovato un suo messaggio.
Purtroppo ero spaventosamente in ritardo. Alle 19.00 non avevo ancora lavato i capelli, e avevo appuntamento alle 19.40.
Ho recuperato.
Sono stata puntuale. Lui però era un po' diverso.
O sono io quella che legge cose che non esistono? Non lo so.
So soltanto che oggi ho sentito fiorire il glicine. E sono stata invasa dal suo profumo.

p.s. La foto è mia, volutamente non modificata, brutta come l'ho scattata nel 2019.
La mostra ormai la conosci: Impressioni d'Oriente.
Milano torna sempre. 



lunedì 26 luglio 2021

L'Italia Profonda - Arminio Ferretti

 L'Appennino è un rosario di Genius loci
che può essere ancora sgranato ma
è come maneggiare reliquie
basta poco e ci si ritrova con mucchietti di polvere.


Oggi è stata una giornata lunghissima. Non è ancora finita, perché sto guardando un programma "super spazzatura" in televisione.
[E che ci vuoi fare? Il trash distrae. E soprattutto è uno di quei programmi che mi ricorda perché sono single e non incontrerò mai l'amore. Sono pesante, non mi accontento e sono già innamorata di una persona divina (che come ogni divinità che si rispetti non mi pensa nemmeno un po'), odio essere toccata, odio le cose sdolcinate e di circostanza. In altre parole, sono un mostro.]
Siccome sono in vacanza ho realizzato un desiderio: entrare in libreria e leggere ogni titolo disponibile. Sono tornata a casa dopo aver speso un patrimonio, ed ero raggiante. L'ultima volta che mi sono sentita così: la notte dell'11 luglio mentre parlavo con Persona.
Non potendo averlo vicino, mi rifugio nel mio mondo di pagine e sogni. Sono veramente ignorante.
Mio caro Blog, quanti libri, quanti autori per me sconosciuti. Non riuscirò mai a recuperarli tutti. Ho perso tanto tempo inseguendo letture vuote, esperienze inutili, sogni scaduti.
Lo so: i sogni non hanno una data di scadenza. Ma continuo a pensare a quanto tempo ho perso all'Università. Se avessi mollato, non sarebbe stato meglio? Mi vergogno così tanto della mia laurea che la nascondo. Fingo di non averla.
Se almeno avessi letto di più, oggi mi sentirei meno in colpa. Ma il passato non si può cambiare, quindi cerchiamo di preservare il presente e il futuro.

Persona mi ha parlato di Giovanni Lindo Ferretti, dimenticandosi però di suggerirmi qualche titolo. Allora ho iniziato in sordina. Con questo pamphlet, pubblicato nel 2019 e scritto a quattro mani con Arminio, il poeta del paesaggio dimenticato.

Questo è l'orizzonte che mi sta a cuore,
c'è voluta una vita per capirlo e non è stato facile: tutto è predisposto
per il contrario essendo assodato che solo un idiota può pensare di restare 
dove è nato a fare ciò che è sempre stato fatto.

Confesso: poche parole e sono già innamorata di Ferretti, così come lo sono di Arminio.
Due abitanti delle montagne, dell'Appennino. Uno nel centro-nord, uno nel sud: entrambi con una visione molto simile della terra.
Siamo schiavi di piani paesaggistici, di tecnologie e città sovraffollate. 
Invece si dovrebbe imparare a rispettare il territorio per quello che è. 
La fragilità del nostro paesaggio è conseguenza diretta anche dello spopolamento delle campagne, delle zone montane.
Le aree costiere hanno una densità spaventosa. E l'inquinamento degradano anche queste zone.
La montagna si spopola, perde la sua linfa vitale.
La costa si popola, perde la sua linfa vitale.
Arminio è più poetico, Ferretti è più rude.
Entrambi guardano nella stessa direzione.
Sono due punti di vista diversi che convergono in un punto, disegnando una prospettiva di dialogo profondo e malinconico.
È come se il nostro mondo si fosse dimenticato della magia, del legame che ogni individuo ha con la sua terra; come se cancellando Dio fossimo diventati moderni, ma in realtà Dio non si cancella.
Si incontra ancora in una panchina sotto un fico, in un paese abbandonato, nel vento che circola tra i suoi vicoli, tra le porte sprangate.

Dio è come l'Amore.
Proviamo a parlarne, ma non lo conosciamo.
Pensiamo di conoscerlo, ma non lo abbiamo mai visto.
Dio, come l'Amore, si può solo sentire.
Dio è Amore.
Persona è dio, persona è amore.

ore 00.55
Lasciami qui, lasciami stare lasciami così,
non dire una parola che non sia d'amore...

domenica 25 luglio 2021

Orlando - Virginia Woolf

 E ha ben ragione il filosofo, il quale dice che lo spessore d'una lama
basta a separare la malinconia dalla gioia;
e giunge al punto da opinare, del resto, che l'una sia gemella dell'altra;
e ne trae la conclusione che tutti i sentimenti estremi si apparentano alla follia [...]


Mi aspetta una settimana di completa solitudine. Niente "andiamo qui" "mi accompagni lì" "devi essere più gentile" etc.
Una settimana tutta per me. E sono felice.
Forse riuscirò anche a sgonfiarmi. 
La pancia è tornata ad essere gonfia, un disagio che non si può immaginare. Mi sento come un disegno dei bambini: un cilindro con due stecchette per gambe.
E ovviamente ho intenzione di leggere, leggere, leggere fino a non poterne più. Fino a scoppiare: io e la pancia!
Ho iniziato nel pomeriggio finendo finalmente, il romanzo di Virginia. Alla quale mentalmente rivolgo le mie più sincere scuse. Ho maltrattato Orlando. E non se lo meritava. Un romanzo che in ogni pagina mi ha dato motivo per riflettere, pensare. Ho anche ripreso il libro della Fallaci. Perché temevo di non averle reso giustizia. Non che alla Fallaci possa importare qualcosa! Ma è un problema mio; non mi piace dire cose cattive. E rileggendomi devo riconoscere che non c'è astio nelle mie parole. Però avrei potuto entrare più nel dettaglio. Un libro bello che non ricordavo, o ricordavo solo alcuni passaggi forti. Devo ammetterlo.
Non è facile scrivere ciò che si prova. Qualcuno direbbe che non lo si deve scrivere mai. Ci provo e spesso sbaglio. A volte mi concentro solo sul libro, a volte è la cronaca a prendere il sopravvento. Altre volte, spesse volte in vero, sono così triste da parlare solo del mio stato d'animo.
In tutto questo zibaldone cercherò di focalizzare me stessa sulle pagine appena lette.

Virginia Woolf è una scrittrice che mi è entrata subito nel cuore (già detto, lo so). La sua scrittura è colta e poetica. Ti accompagna per descrizioni che rimpiangi solo di non poter vedere dal vivo.
La sua caratteristica principale sta, almeno per quello che ho letto fino ad oggi, nel focalizzare la descrizione dei suoi personaggi sul loro animo.
Come se la carta d'identità che compila, non richiedesse: altezza, colore degli occhi, colore dei capelli, e compagnia suonante.
Bensì: amano, riflettono, sono appagati, sono turbati, cosa provano i suoi personaggi, cosa sentono, cosa li fa palpitare.

Orlando è un romanzo breve, che si presenta come una biografia, ma non una biografia qualsiasi, di quelle a cui siamo abituati. Una biografia atipica, come atipico è il suo protagonista.
Scritto e pubblicato nel 1928 ha un carattere forte e deciso.
La sua autrice si è divertita molto a sperimentare raccontandoci una vita attraverso quattro secoli. Ci accompagna dall'Epoca Elisabettiana al secolo XIX° senza esitazione, senza intoppi.
Nemmeno un attimo vien da dire: "Ma com'è possibile?".
Una vera rivoluzione. Una vera modernità. 
Purtroppo non posso fare a meno di anticipare la trama del libro.
Quindi come sempre: ATTENZIONE ANTICIPAZIONE

Non c'è essere umano che non oscilli così da un sesso all'altro,
e spesso non sono gli abiti
i quali serbano l'apparenza virile o femminile,
mentre il sesso profondo è l'opposto di quello superficiale.

Mentre scrivo, in Ungheria si sfida il governo Orban che vieta di parlare di omosessualità e transgender; in Italia si fa ostruzione ad una legge che si pone come fine la protezione di persone omosessuali, donne e disabili dai cosiddetti reati d'odio.
E mi fermo per non citare altri casi (vedi ancora la Polonia).
In un'Europa in queste condizioni, leggo Virginia Woolf e mi chiedo: in quei paesi l'avrebbero censurata?
Sì perché il nostro protagonista, Orlando, nel bel mezzo delle sue avventure, si risveglia un giorno donna.
E continueremo a chiamarla Orlando anche qui, per non generare confusione in chi legge (lo scrive Virginia).
E sai qual è la cosa meravigliosa? Che non ti cambia niente.
D'accordo, Orlando modificherà il suo modo di agire, la sua sensibilità sarà maggiore, avrà la lacrima più facile.
Virginia Woolf sapientemente ironizza su questi stereotipi e dagli stessi non salva nemmeno la sua eroina.
Ma continuerà a chiedersi, Orlando, cosa sia questa cosa che chiamiamo vita.
Vive infinite esperienze, sperimenta continuamente, ogni giorno, forme diverse di esistenze.
Eppure non trova una risposta.
Legge, scrive, si dispera. Pensa di essere destinata alla Natura.
Non può fare a meno di meditare sul significato delle gesta di un uomo; il suo voler entrare nella Storia. Ma vivere all'aria aperta, avere come tetto il cielo stellato e come culla il ventre di madre Terra, non è forse una vita meritevole di entrare nell'Olimpo delle persone che hanno fatto la Storia?

Quando Orlando si innamora veramente, si chiede che cosa avesse provato prima di incontrare la sua Principessa.
"Chi ho amato fino ad ora?"
I sensi sono amplificati, il turbamento, il batticuore è diverso.
E ama la sua Principessa anche dopo, quando è diventato una donna.

L'amore non era stato per lui altro che polvere e cenere.
Le gioie che gli aveva procurato erano sciapite sino alla noia [...]
E mentre guardava la Principessa, lo spessore del sangue gli si scioglieva [...]

Quando tornerà a casa con il suo nuovo corpo femminile, nessuno dubiterà della sua identità. Soprattutto gli animali. E ho pensato ad Argo (e giù a piangere; perché devo fingermi forte? Qui non mi vede nessuno. Mi manca Argo. Non vederlo più, non sentire la sua lingua rugosa sulle mani, le braccia, le gambe, il viso. Il suo sguardo fiero e dolce. Il suo chiedere carezze. Il suo aspettarsi sempre un premio, perché sapeva che era il mio cavaliere oscuro, lo sapeva!).

le dimostrazioni date dai cervi e dai cani sarebbero state sufficienti a dissiparlo [il dubbio], poiché è risaputo che gli esseri privi di parola sono assai migliori giudici, sull'identità e sul carattere di un individuo, di quanto non lo siamo noi.

E credo sia la parte più bella di tutto il romanzo.
Orlando piace. Sia come uomo sia come donna.
Ha coraggio e forza, in entrambi i casi e con sfumature diverse.
Non impugna la spada da donna, ma la penna. E avrà il coraggio, ancora una volta, di sfidare gli stereotipi del momento: una donna che scrive, una donna che pensa è una donna nuova.
Si accorge di quanto siano vuote certe conversazioni, di quanto siano insipidi certi interlocutori. Non si accontenta mai. Orlando riflette sempre. Non è un solo Orlando. Nessuno di noi è uno solo. Ma non nel senso di "maschere" come descrive Pirandello. Qui è diverso.
Siamo tanti. Quando siamo felici, quando ricordiamo, quando protestiamo. Quando rispecchiamo i costumi della nostra società, quando viviamo nel nostro tempo, o in un sogno; eccone un altro di noi stessi che prende il caffè guardando il mare, o legge un libro e infiniti ancora, sovrapposti gli uni agli altri come una pila di piatti in mano a un cameriere.

Per tanti secoli ho cercato la felicità senza trovarla;
la gloria, senza afferrarla;
L'amore, senza conoscerlo;
la vita - ed ecco, la morte è meglio.
Tanti uomini e tante donne ho conosciuto; e non ne ho compreso nessuno.

La capisco la mia dolce Orlando.
E fino a questo punto mi sono sentita a lei affine.
Amerei Persona anche se fossi un uomo, ne sono certa.
Lui è il mio mondo. Lui mi fa stare bene e male, mi spinge a migliorarmi, a voler essere migliore e a fare schifo.
Una cosa che non è facile da spiegare. Ma lo guarderò come un ricordo.
Gli appartengo. Sono legata a lui.
Ma non vale il viceversa.
L'ho definitivamente capito quando è stato introdotto il Green Pass. 
Sai Amico Blog,
quando ci tieni a qualcuno ti viene spontaneo commentare tutto con lui. Che sia lo sport, che sia il caffè o il mare, non ha importanza. Tu ne parli con quel qualcuno.
E se quel qualcuno con te non lo fa, allora il messaggio è chiaro.
Morte e solitudine.
Mi prendo una piccola vendetta.
Dice Virginia: chi è intelligente è spesso brutto. Grazie Virginia.

L'intelletto, pur essendo di natura divina e adorabile,
ha l'abitudine di eleggere la sua dimora nella più logora carcassa, troppo spesso, ahimé!


Non preoccuparti delle mie parole finali, Amico mio,
perché per la nostra Orlando c'è il lieto fine e credo sia bello e non mieloso.
Un romanzo stupendo. Da leggere.



sabato 24 luglio 2021

La vita è una guerra ripetuta ogni giorno - Oriana Fallaci

 Combatterò, finché non mi ammazzeranno.


29 Giugno 1929. Nasceva a Firenze una delle giornaliste più iconiche della storia italiana: Oriana Fallaci.
Una di quelle persone con le quali non potrei andare d'accordo.
Mi piacciono le persone forti e decise. Ma non le persone aggressive. E ho sempre pensato che fosse una persona rabbiosa. Sono più da Rita Levi Montalcini, per dire.
Indipendentemente da questo mio stupido sentire, avevo letto che si ricordava oggi la sua nascita. Ma era una notizia sbagliata. La Fallaci era del segno del Cancro, non del Leone. 
E qui l'illuminazione. La Fallaci era una falsa rabbiosa. Troppo sensibile e incapace di esprimersi in modo diplomatico. Il suo modo di scrivere e commentare fatti e cronache era diretta conseguenza di un mondo ostile e maschilista. Contro il quale si sarà dovuta sicuramente scontrare una donna bella e intelligentissima come lei. Quando si legge la sua biografia non si può non comprendere il suo animo. Il dolore vissuto, la lotta continua, i bombardamenti, la guerra. Nomi illustri ma anche discutibili si affiancano al suo nome, proprio perché ha vissuto un'esistenza intensa, sempre sull'orlo del precipizio, sempre di corsa. Sempre a vivere e descrivere l'orrore.
Questo libro si legge avvertendo una morsa allo stomaco. Non facile.
Una cronista d'eccezione, sensibile, preparata, forte.
Non condivido in toto il suo modo di pensare, ma è indubbio che fosse una persona diversa dalla massa.

E poi mi scoccia leggere: "All’estero, quando mi chiedono a quale Paese appartengo, rispondo: Firenze. Non: Italia. Perché non è la stessa cosa."
Chissà cosa voleva dire.
Non lo saprò mai.
Tuttavia, questa frase così, decontestualizzata, senza un'ulteriore aggiunta è brutta e fastidiosa.

Immagino mi avrebbe redarguito con toni aspri. Ma abituata com'era agli attacchi avrebbe sicuramente colto la mancanza di cattiveria nelle mie parole.
Non si può non stimarne bravura e stile
Mi piace il suo spirito di libertà.
Ma quella rabbia che diventa violenza non la capisco. Forse perché non ho vissuto la Guerra. E di questo sarò sempre grata alla sorte.
Però la guerra non riesco a capirla, anche quella interiore, spirituale.


Ma non è certo la prima cosa che non sono in grado di comprendere.
Sono sempre qui, come un'idiota, a sognare mondi che mai vedrò.


venerdì 23 luglio 2021

I Racconti - Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Io sono una persona che sta molto sola; delle mie sedici ore di veglia quotidiane dieci almeno sono passate in solitudine.
E non potendo, dopo tutto, leggere sempre, mi diverto a costruire teorie le quali, del resto, non reggono al minimo esame critico.


Oggi ricorre l'anniversario della morte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Autore famoso del Gattopardo. Autore che mi ha sempre colpito per lo stile elegante dei suoi scritti e per la capacità, rara, di trasportare il lettore in luoghi e tempi ormai lontani.
Leggere un romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa equivale a mettersi in viaggio. Un viaggio d'introspezione, all'interno dei sentimenti non solo di chi le vicende narrate le vive, ma anche di chi le osserva da lontano. Inoltre ritengo una sua peculiarità l'aver vissuto una stagione creativa e compositiva in tarda età, breve eppure intensissima.
Quelli di oggi I Racconti sono un'opera che hanno un solo difetto: sono brevi. E durano poco. Ma chi narra è la stessa inconfondibile voce del Gattopardo.
Don Fabrizio Salina è il principe noto in tutto il mondo, e stessa sorte meriterebbero i racconti autobiografici e il vecchio professor La Ciura. Curioso protagonista del racconto Lighea, qui contenuto.
Il Professore ci racconta, tra il reale e il vagheggiante, del suo amore, corrisposto con una Sirena.
Ancora oggi, a distanza di anni da questa lettura, non posso fare a meno di ricordare la poesia e la bellezza di queste pagine.
Erano anni diversi da questi che stiamo vivendo. Viaggiavo, ero indipendente. 
Tra una corsa e l'altra consumavo libri e osservavo la gente intorno a me, fare altrettanto.

Oggi mi sento molto triste e sola.

Come l'animale abitudinario che sono, sedevo sempre al medesimo tavolino d'angolo accuratamente disegnato.

Il Professore di greco è scomparso in mare. E un po' lo invidio.
Lui ha conosciuto l'amore di Lighea.
Io non conoscerò mai l'amore di Persona.
Né farò mai parte della sua vita. A volte, troppe volte mi sono illusa di essere qualcuno per lui. Ma non sono niente. Non riesco proprio ad accettarlo. L'ho capito ma fingo di non sapere. Che scema.

Sono le 2.00 di notte.
E i miei pensieri sono sempre li stessi.


mercoledì 21 luglio 2021

Juan de Timoneda

 Cos'altro ancora mi manca?
Dimmelo, se non lo so:
però, non voglio più dormir sola.


Spagna, XVI secolo.
Timoneda è commediografo e novelliere di notevole fama presso i suoi contemporanei.
Editore e divulgatore di molte opere letterarie, amava in modo particolare raccogliere e diffondere i detti popolari, le tradizioni letterarie del popolo.
Questi pochi versi sono tratti dalla poesia Non voglio più dormir sola. Che mi piace per lo stile fresco e sfrontato con cui la protagonista femminile si rivolge alla madre, per farle sapere che è stanca delle convenzioni sociali. Una sorta di moderno "il corpo è mio e ne faccio ciò che voglio". Rivoluzionario.
Il sesso è un argomento nebuloso. Per secoli considerato naturale, è diventato tabù forse dopo l'avvento del Cristianesimo. Ma non vorrei commettere una leggerezza scrivendo cose non esatte.
Fatto sta che per le donne è sempre tutto difficile, anche amare o sviluppare la propria sessualità, appagare il proprio desiderio. CHE NOIA!

"Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te!"
Credo sarebbe un mondo migliore se tutti seguissimo questo consiglio.
Inizieremmo ad amare noi stessi per poi essere pronti ad amare gli altri.
E amando gli altri, apprezzeremmo i luoghi, le bellezze che ci circondano.

Chi non ama rimane nella morte.

Oggi è stata semplicemente una giornata stupenda. Dalla settimana prossima recupero un po' di letture. Per il momento resto sulla mia nuvoletta d'amore, sospesa tra l'immensità del cielo e la profondità del mare.
Così mi sento, quando mi invade l'amore che provo per Lui.
Spesso cerco di spegnerlo, soffocarlo, rinchiuderlo in un luogo dimenticato del mio cuore.
Ma le catene si rompono, i cardini cedono, le porte si spalancano: l'amore trabocca e inonda il mio spirito.
Ti amo immensamente, profondamente.

martedì 20 luglio 2021

Giovanni Berchet

 Scese, varcò le porte;
stette, guardolle ancor:
e gli scoppiava il cor
come per morte.

Siamo ancora nel XIX secolo. Questa volta approdiamo in Italia: Milano.
Il Romanticismo non poteva non avere rappresentanti illustri anche nel mio Paese.
Giovanni Berchet ne fu un influente rappresentante. Suo il manifesto Lettera semiseria di Grisostomo (bocca d'oro)

Un padre scrive a suo figlio lontano, in collegio. Gli parla del futuro, di quello che deve essere la nuova letteratura; che deve essere di carattere popolare, non più elevata, come quella mitologica e classica; condanna chi si accosta alla letteratura con un atteggiamento elevato e raffinato. Si propone una letteratura che guarda oltre i confini nazionali. Una delle proposte del romanticismo è ritornare al linguaggio del popolo.

I versi iniziali sono tratti da Il Trovatore.
Eh sì, il Romanticismo si espande da ogni parola di questo poema.
Un amore difficile, impossibile ha caratterizzato la vita di quasi tutti. Non si può non apprezzare questa romanza. Quale cuore non è scoppiato almeno una volta, come fosse sul punto di morire?

Il mio continua a stare così.
Oggi ho trascorso una giornata reale tranquilla. Sono uscita con le Girls e siamo state bene.
Se non ci fossero loro la mia sarebbe un'esistenza orrenda.
Leggendo L'Orlando (oggi ho continuato questo romanzo in spiaggia), sono approdata ad una nuova consapevolezza: sono innamorata persa, ma così persa che se diventassi un uomo potrei amare Persona esattamente come in questo momento.
Ma cosa mi sta accadendo?
Se evito di scrivere è meglio. Ma sappi caro Blog che l'unica cosa che muta col tempo è l'intensità di ciò che provo: aumenta.

Buonanotte


lunedì 19 luglio 2021

Pesca alle Sirene - Juan Ramón Molina

Il sole
la rivedrà domani, impazzita tra le mie braccia;
morire, sotto il divino martirio della mia bocca,
scotendo tra le mie gambe la sua coda vibratile.


Continua la mia lenta lettura di Tenera è la Notte. Lo sto leggendo al mare. Ma sostanzialmente ne leggo 10 pagine per volta. Mentre mi sono arenata con l'Orlando. Nel frattempo cerco di non entrare nel panico e di non pensare a niente.

Resto sospesa come questa innocente nuvola, nell'azzurro cielo della vita.
Oggi mi è toccato questo eccentrico poeta honduregno, sempre del XIX secolo: Juan Ramón Molina. Per lungo tempo è stato dimenticato. Destinato all'oblio dai suoi contemporanei e non solo. Di recente invece, si è tornati a pubblicare le sue opere e a reintrodurlo nei programmi scolastici dell'America centrale. È considerato uno dei grandi esponenti del modernismo in America centrale. Si può affermare sia lo scrittore honduregno più universale. Per completezza diciamo anche che il modernismo è quel momento culturale che in opposizione alle certezze del pensiero illuminista e, in alcuni casi, anche alla fede religiosa, si eleva per abbattere le formule di rappresentazione convenzionali. La rappresentazione deve riguardare momenti storici, letterari, anche riprendendo il passato. In un certo senso è una costola del Romanticismo, motore di ogni moto dell'animo. 

Il prof. Bonino ha proposto l'originale poesia Pesca alle Sirene, che mi ha naturalmente colpito.
Sappiamo come Ulisse e i suoi abbiamo tentato di evitare il canto delle Sirene, i loro ammaliamenti. Invece Molina si fa ancora più ardito di Odisseo e immagina di catturarne una, per giacere con lei, metà donna e metà pesce, lì sulla riva.
Leggendo con un po' di cinismo i suoi versi, non mi sembra che la Sirena condivida questa alternativa.
Ma l'amore si sa, fa male. E non mi stupirebbe vedere la povera Sirena impazzire, letteralmente impazzire a causa dell'amore. 
Chi non lo conosce, chi non sospetta quanto sia terribile, non può che lasciarsi cogliere di sorpresa e quindi capitolare davanti all'amore!

Occhi che per strana fortuna
mi fanno vivere o morire;
occhi che mi dai per vivere
per farmi morire,
invano mi fingo forte, il
tuo giogo per scuotere;
Non posso più resistere a
questa amata schiavitù!
Uccidimi con uno sguardo 
occhi che mi fai vivere!

Un'altra giornata è finita.
La Ruota della Vita continua a girare.
Cosa rimarrà di tante lacrime versate, tanti sogni forgiati, tante parole spese?

domenica 18 luglio 2021

Ogni fluttuo cela un mistero
di voluttà.
Il suo sospiro involontario
vuol dire: "Amore solitario!
E Libertà!"

Alfred De Vigny poeta francese del XIX secolo. 
Dalle sue parole parte l'ispirazione per le mie odierne riflessioni.
De Vigny fu un grande poeta e filosofo, ma la sua vita privata fu triste e tormentata. Era pessimista ma credeva nella fratellanza tra i popoli. Scriveva poesie d'amore per ritrovare un tipo d'amore puro e fedele, che invece la vita vera gli negava.

Sono uscita stasera per riunirmi alla vita.
Ora sono le 2.36 di notte e sono ancora sotto shock. 
Tanta gente che cercava di divertirsi e trascorrere il tempo.
Ai miei occhi: tanta gente brutta, vuota, vestita male, che si ammassa.
Sono stata avvolta da un'infinita tristezza.
Cercavo solo Persona.
E ho capito quanto sia grave la mia situazione.
Mi sono tenuta lontana da lui perché devo capire che la mia vita è questa: brutta, becera e ignorante.
Lui è solo un sogno.
E non posso rifugiarmi sempre nei sogni.
Ho voglia di piangere.

sabato 17 luglio 2021

Ho perso l'Angelo

Non voglio più niente dalla vita, tranne vederti.
Ma ti consiglio nuovamente di lasciarmi.
Precipiterai insieme con me.


Fisso lo schermo bianco da ore. Cerco uno spunto, un motivo per scrivere.
Nella vita nulla è semplice. Gli scrittori sono pazienti, colti e preparati.
Chi improvvisa non va lontano.

Guardando il mare ho pensato che non sarebbe male finire così, unendosi a lui.
Qui sembra che non ci sia niente per me. Sai Blog io me lo chiedo quale sia il senso della vita. E non trovo risposta alcuna.
A me gli innamorati veri sembrano i più felici, i soli felici. Malgrado i problemi, che mai mancano, mi sembra proprio che siano i più felici. Lo vedo nei loro occhi, negli sguardi dei loro figli. Poi ci sono le persone soddisfatte per il proprio lavoro. "Gli Indispensabili". Quelli di cui non si può fare a meno. Anche loro sono discretamente felici quando vanno a dormire. Ma quelli come me a che servono? A volte credo di essere il granello di sabbia che inceppa l'ingranaggio perfetto che chiamiamo Vita.

"Le auguro una buona serata di autocommiserazione."
Autocommiserazione: sentimento di commiserazione per se stesso, proprio di chi tende ad atteggiarsi a vittima.

Non credo di atteggiarmi a vittima.
Anzi...io non ho mai detto di essere vittima, non sono una vittima! Mi rimprovero di essere incapace. Non di essere vittima!
Ma maledizione perché non reagisco mai?
E poi sono lì a pensare e ripensare.
Sono come uno scoglio immobile.
Le onde si abbattono su di lui e lui resta indifferente e muto.
Tutti mirano il mare, lui non è nulla.
A volte emerge a pelo d'acqua, a volte è ben visibile. Ma non importa a nessuno.
Lui è lì, muto. 
Poi non ce la fa più e si spacca. E col tempo non rimane più nulla. 
Va in frantumi eroso dal mare e dal vento, dal sale, dagli animali. 
A nessuno importa.
Semplicemente è nato scoglio.

Se avessi più forza vomiterei tutto ciò che ho dentro. Ma tanto...a che servirebbe?

Mo' m'è romaso lu vizio de tanno
(Anonimo Lucano)

Vorrei lo Specchio Magico della Bestia.
Vorrei poterti vedere e sapere come stai, cosa stai facendo.
Vorrei andare a dormire e non svegliarmi più.


p.s. Ho perso l'angelo che mi accompagnava come portachiavi. E ora che succede? Sono sola?
Quando ero bambina credevo fermamente nell'esistenza degli angeli custodi. Era una cosa naturale. Parlavo con loro, pregavo per loro. Avevo una bella immaginazione. Ora a cosa credo? Nulla mi attira, nulla mi ispira. Anche i libri mi stanno voltando le spalle, o dovrei dire le pagine? O dovrei dire che sono io quella che volta loro le pagine senza passione? Sono confusa.
Se si esclude Teresa degli Oracoli e il racconto su Kafka, non leggo un libro avvincente da un po' di tempo. Forse è questo il senso del mio angelo caduto e quindi, perduto? Sono sola, senza conforto e ho perduto tutto.

ore 23.32 il messaggio dell'ora simmetrica è: qualcuno sta tramando alle tue spalle.

Bene, spengo tutto.
'Notte

venerdì 16 luglio 2021

Poesie d'amore per un anno

 A farla breve, d'istinto, ciascuno ama e desidera
il luogo originario, da cui trasse i natali,
e in cui spesso gli accade di risiedere a lungo.

Solo l'uomo, che pensa d'esser pianta divina,
e dal Ciel degli spiriti d'aver tratto origine,
dal dolce grembo sceglie d'essere a lungo profugo.

(Jean-Baptiste Chassignet)

Mentre ti scrivo, caro Blog, la pioggia disseta un po' l'arida terra della campagna intorno alla mia città. Finalmente gli uccellini troveranno qualche pozza per rinfrescarsi. E, spero, le strade vengano pulite.
La pioggia manca da più di un mese. Una tragedia.
E mentre così ti scrivo, la Germania piange i morti di una grave alluvione che ha devastato il suo territorio in questi giorni.
Sono senza parole. Mi unisco in una preghiera silenziosa al dolore di tutta Europa.

Da oggi inizio un esperimento.
Una poesia ogni volta che non so cosa dirti. Mi aiuterà in questo, il libro del professore G. Davico Bonino.
Mi è piaciuto ciò che ha scritto nella quarta di copertina: di non commettere questi due errori.
Il primo errore: considerare questo libro bellissimo di poesia roba per letterati.
Il secondo errore: considerare questo libro bellissimo si poesia roba già vista.
In effetti le poesie, o brevi componimenti qui raccolti, sono 365 bellissime tessere di un mosaico di pensiero che appartiene ad un Poeta proveniente da un posto e da un tempo indeterminato.
Può essere un anonimo proveniente da tutte le regioni italiane, un fiammingo del Cinquecento, un indio amazzone, un tzigano della Valacchia.
Sembra una canzone di Battiato.
Un viaggio che voglio fare lentamente, con te amico Blog, in questo periodo che non si può viaggiare.

Jean-Baptiste Chassignet è un poeta barocco. Scoperto solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. In un certo senso qui è come se fosse a casa.
Mi piacciono molto questi suoi versi.
Mi sento molto legata alla mia terra. Sono assettata come lei, come lei ho un mondo sotterraneo inesplorato e ignoto.
Mi sento parte del mio mare. E non conosco una musica più melodiosa della risacca sulla battigia.
Ma insaziabile resta il mio bisogno di salpare verso nuovi lidi.
Forte è il richiamo delle terre sconosciute. 
Sono sempre inquieta, come il vento, come il mare.

La mia esistenza si consuma sempre più velocemente.
L'estate prossima non mi vedrà seduta alla scrivania a scriverti.
Ho questa sensazione.
Penso a Persona. A volte penso che mi voglia dire delle cose e che lo faccia in modo un po' oscuro. 
E se la sensazione di un secondo, ma proprio di un secondo, fosse reale?
Rispondo: avrei tanto voluto avere una possibilità.



mercoledì 14 luglio 2021

Lady Oscar, ah! e la Presa della Bastiglia

L'uomo può vedere due tipi di luce a questo mondo.
Una è la luce del sole e questa può essere facilmente vista dagli occhi dell'uomo.
L'altra luce è il cuore, la fiamma interiore della speranza.
E per nutrirsi di questa luce gli occhi non servono.

Stamattina aprendo gli occhi, con il consueto "oh no!" mi sono detta: "Mmm, è 14-luglio-1789 moriva Lady Oscar. E cos'altro? Ah, sì, la Presa della Bastiglia."
Cade il simbolo dell'Ancien Régime. Ho sempre studiato con passione la rivoluzione francese.
Forse meglio di qualsiasi altro periodo.
Però se sei stato un bambino negli anni 80 e usi Twitter nel 2021, per te oggi è l'anniversario della morte della sesta figlia del generale De Jarjayes: Lady Oscar. La colonna sonora de I Cavalieri del Re la si canta ancora oggi.
E se hai un problema con il tuo corpo anche tu sogni di crescere come un maschio, di vestire come un maschio, di fasciare il seno per non farlo vedere e di diventare un'abile spadaccina.
Oscar non era tra le mie preferite, ma l'amore con André è mitico.
Preferivo il Tulipano Nero.

Caro Blog,
sono ancora giù. I pensieri sono sempre neri.
Ci vorrebbe una Rivoluzione. Ma chi fa la rivoluzione da solo?
Non devo mollare, giusto?

"You are already in pain...
use it...
allow your pain pushing to greatness."

Devo farcela!

p.s. Ho usato questa frase inglese per fare delle ricerche. Ho scoperto che è una frase da programma motivazionale. Tutto bello, tutto interessante. Vorrei però dire che anch'io so che è sbagliato fissarsi sul passato, sugli errori che non posso più cambiare; lo so anch'io che è sbagliato rimuginare su tutto, spezzettare le frasi, le parole, i momenti analizzandoli e rivivendoli per ore nella propria testa, in mille modi diversi.
Ma nessuno dice COME andare avanti.
Quindi dicono tutti tante belle chiacchiere.
Bla bla bla

martedì 13 luglio 2021

Un martedì

Il dolore non è parte della vita,
può diventare la vita stessa.
(Frida Kahlo)

Oggi ricorre l'anniversario della morte di questa donna meravigliosa. Non ne parlo spesso, perché mi sembra di violare un tempio sacro. Non voglio essere come quelle persone che abusano delle citazioni della Merini o di Bukowski.
Purtroppo Frida appartiene a questo elenco e le è toccato il triste destino di essere usata anche da chi non l'ha mai conosciuta.
Personalmente ho letto qualcosa della sua biografia; una vita densa di dolore, che merita solo rispetto. E, da parte mia, silenzio. Ma c'è anche tanta forza, estro, cultura, bravura. Una donna straordinaria, per davvero.

Nel suo ricordo mi interrogo sul senso della vita e della morte.

Ieri è stata la giornata dei festeggiamenti della Nazionale di Calcio. La squadra è stata salutata e accolta dall'impareggiabile Presidente Mattarella e poi, dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Entrambi hanno elogiato i meriti sportivi degli atleti e anche il valore dello Sport in generale. Non ho potuto non ricordare il periodo al CSI. Sono passati tanti anni. Ero un'altra persona.
E oggi sarebbe dovuta essere una giornata tranquilla, proseguo di un inizio di settimana trascorso a cantare "Notti magiche" fino a perdere la voce.
Avevo da fare delle visite di controllo. Ma ero serena.
Poi è successa una cosa inaspettata. Che mi ha annientato.
E i pensieri negativi si sa... sgorgano dalle ferite aperte, come il petrolio appena scoperto sale in superficie attraverso i pozzi.
Ed eccomi qui, distrutta e schiacciata sotto mille pensieri e una avversione incontrollabile all'indirizzo della mia persona. Mi ripugno. Faccio schifo fisicamente, moralmente.
Sono un guscio, brutto, che non contiene nulla. Un miscuglio di ignoranza e banalità.
Spreco di ossigeno e risorse. La bilancia continua a indicare un peso che scende, ma perché allora sono sempre così grassa e brutta? Il mio viso è vecchio, brutto. Il mio cervello lento e incapace di articolare un pensiero.
Inoltre vedo sempre e solo una cosa che mi indica. Un macigno sulla mia persona. Un'etichetta che non mi toglierò mai più perché una così non la vuole nessuno. E più il tempo passa, più la situazione si aggrava.
Non riuscirò mai a superare le mie mancanze. Mi sveglio la mattina e mi sento inutile. Il mio obiettivo è arrivare alla sera senza che nessuno si renda conto di come mi senta veramente.

Caro Blog, non hai idea di come sia evitare le persone, le domande, qualsiasi forma di interazione e contatto con l'umanità.
Eppure, contemporaneamente, agognare quel contatto. Sai cosa sembro? Quelle falene impazzite che sbattono continuamente contro le lampadine.
Sai perché fanno così? Per orientarsi usano la luce della Luna o del Sole al tramonto. Sanno che per arrivare alla meta devono mantenere la stessa rotta rispetto alla luce.
Accade però che esse scambino per una piccola Luna, le luci artificiali.
La lampadina è vicina e, invece di indicare loro il cammino, le disorienta.
E le povere falene si ritrovano a volare in tondo, inutilmente, come delle matte, e spesso vanno incontro alla morte per questo motivo. Ma è la loro natura, è l'istinto che dice loro di seguire la luce.
Io: so che mi faccio male, ma ho bisogno di quel contatto.

E se le cose andassero in modo naturale anche nella selezione di Vita e Morte, che ne sarebbe di me?
Ho paura. Non voglio più sentire dolore. Sono terrorizzata.
Oggi, uno degli specialisti visti mi ha detto: "Non avere paura. Hai una sensibilità molto alta. Quindi anche i minimi sbalzi di pressione possono farti male."
Parlava del mio corpo, non della mia anima.
Bello sentirgli dire "non avere paura".
Ma in realtà Paura resiste; e in più si è aggiunta un'altra grande paura, quella della morte dei miei cari.
Quindi ho paura di affrontare il giorno e in più, la notte.
Gesù aiutami!
Cosa devo fare?
Sicuramente eclissarmi da tutto e tutti.

Caro Blog,
non ti prometto una presenza quotidiana. 
Ma grazie per la tua di presenza muta e fedele.

Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

Cara Frida, 
grazie.

domenica 11 luglio 2021

Notti magiche...

 ...inseguendo un gol
sotto il cielo di un'estate italiana
e negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate un'avventura in più.

ore 3.31 della notte tra l'11 e il 12 luglio 2021
Sono ancora sveglia perché ho vissuto una delle notti più belle della mia vita.
Una di quelle notti che non dimenticherò mai più. Che si raccontano ai nipoti. Che si rievocano nelle serate solitarie davanti ad una birra, fresca.
E lo registro qui perché voglio che rimanga per sempre impressa, anche nella memoria di un mondo invisibile come quello del web.
Dopo un anno e mezzo di battaglie contro il Covid-19, dopo tante morti, tante lacrime, tante preghiere, dopo un combattuto ed estenuante campionato, dopo 53 anni l'Italia di Roberto Mancini porta a casa la Coppa degli Europei di Calcio 2020. E così il cielo d'Europa si colora ancora una volta del bellissimo tricolore. Dopo Rotterdam e l'Eurovision, è la volta di Wembley.

Mano sul cuore...si inizia:

Suonano l'inno della Nazionale Italiana.
A Wembley si sentono solo i fischi dei "tifosi" inglesi.
Poi parte il loro inno e lo stadio esplode in un coro che sembra una sola voce.
Le squadre sono schierate.
L'Italia è a sinistra, l'Inghilterra occupa la parte destra del teleschermo.
Dopo due minuti, dico DUE, l'Inghilterra si porta in vantaggio. Con il gol più veloce della storia delle finali europee. C'è già sconforto. Mando messaggini a tutte le ragazze: "Forza! È solo in salita. Possiamo farcela!".
La partita è difficilissima. I ragazzi hanno accusato il colpo. Ma il nostro Capitano c'è è lucido. Non molla. Tira tutta la squadra.
Si va negli spogliatoi. Primo tempo: Italia 0 - Inghilterra 1.
Inizia la diatriba con Amica. Lei mi vuole preparare psicologicamente: siamo quelle del "mai una gioia". Ma io devo lottare fino alla fine, sempre!
Si torna in campo.
66' della ripresa: gooooooolllllll BONUCCIIIII!
Siamo ancora in pista! Questa volta sono loro a rimanere spiazzati.
Da questo momento c'è sempre e solo l'Italia.
Tempi supplementari difficilissimi. Si sono fatti male in tanti. Sostituzioni, infortuni, invasione di campo: non manca niente.
Dopo 120 minuti non è ancora finita, è il momento della Lotteria dei Rigori, ancora una volta.
A questo punto, lo ammetto non sapevo più cosa pensare.
Tra me e me, in silenzio mi son detta: "Ci vuole una promessa! Una penitenza! Uno scambio con il destino! Pubblico una mia foto? No dai, che cosa banale. Deve essere una cosa che non farei MAI!"
Mi è venuto in mente Persona.
"Se vinciamo glielo dico."

Iniziano i rigori.
Li tiriamo sempre lì, sotto la curva inglese, la stessa che ci ha fatto vincere contro la Spagna.

Noi siamo i primi:
Berardi gol
Kane (dai dai) gol (eh, figurati, questo non sbaglia!)
Belotti (mmmmmm) PARATO (noooooooooooo!)
Maguire (statistiche spaventose; 14/16 rigori realizzati) gol (si mette male!)
Bonucci (dai, ancora uno sforzo) gol
Rashford (beh, tu potresti sbagliare) (esecuzione da far innervosire chiunque) palo (oh mio Dio! Non ci posso credere)
Bernardeschi (forza ragazzo! Tu entri per segnare rigori) gol
Sancho (tu sei un ragazzino, avresti sempre tempo per recuperare in futuro) parato (oh mio Dio! Davvero?)
Jorginho (mmm si è fatto male nel primo tempo; che faccia preoccupata, non mi piace. Forza Professore come contro la Spagna!) parato (nooooo! L'ha tirato a sinistra!)
Saka (devo guardare, devo guardare!) parato (oh Santi Numi! E ora? Che succede?)
...
Attimo di panico...
Abbiamo vinto? Abbiamo VINTO? ABBIAMO VINTOOOOOOOOOO!
SIAMO I CAMPIONI D'EUROPAAAAAAAAAAAAA! SIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!

Ecco. Più o meno è andata così. Festeggiamenti bellissimi.
Chiellini, il Mister, Vialli si sono commossi, abbracciati. Anch'io mi sono commossa e ho stritolato i miei.
Il primo ad essere premiato? Spinazzola e questa è la sintesi della grande Nazionale Italiana.
Poi nelle città sono partiti i caroselli. I fuochi pirotecnici. Insomma: una grande festa!
Stupendo.
I tifosi inglesi sono andati via prima della premiazione.
I giocatori inglesi si sono tolti la medaglia subito dopo la premiazione.
Direi che si commentano da soli.

IT'S COMING ROME!
Con il Presidente Mattarella che dava lezione di eleganza a tutto il mondo. Un uomo meraviglioso, che merita un posto nella storia calcistica, proprio lì, accanto a Pertini, il partigiano presidente.

GRAZIE AZZURRI.



p.s. No, non l'ho dimenticato.
Alle ore 01.01 ho pagato il mio pegno. Puoi immaginare il mio cuore? Lo hai sentito anche tu? (Credo che l'INGV abbia registrato una scossa sismica, ma era Cuore.)
Vuoi sapere di Lui? Come ha reagito? Non posso dirtelo. Questa volta il ricordo lo tengo per me. Il segreto è gelosamente impresso nella mia anima.
Una cosa, però, te la posso dire caro Blog: sono su una nuvola (rigorosamente azzurra).
Una notte che non dimenticherò mai, per tutta la vita.

sabato 10 luglio 2021

Il Castello dei Destini Incrociati - Italo Calvino

 D'ogni avvenire sembravamo svuotati,
sospeso in un viaggio
né terminato né da terminare.



PAce fatta. Non potevo far trascorrere troppo tempo senza riconciliarmi con il mio Calvino. Che in questo romanzo ritorna alle atmosfere fiabesche che tanto mi piacciono e mi fanno sognare.
Mi è tornata la voglia di leggere. Di aprire un libro per fiondarmi subito in un altro. E così volare di sogno in sogno. Tutto pur di non vivere nel mio triste e vuoto mondo.
L'io-reale combatte ogni giorno con l'io-sognante. Entrambi si contendono spazi in cui vivere. L'io-reale di giorno ha le sue faccende, incontri, informazioni ed esperienze da vivere e assimilare. Ma l'io-sognate ha a disposizione un mondo infinito. Possibilità di incontrare non solo persone vere, ma anche defunti, fantasmi, personaggi letterari, dei film, delle canzoni. Animali, creature fantastiche.
Quanto è più bello vivere l'io-sognante. Anche se non ricordo quasi mai ciò che sogno.
Cerco di dargli più ore. Ma l'insonnia non mi aiuta.
E allora leggo.
E questa volta Calvino non mi ha deluso. È stato come accettare di uscire una seconda volta anche se il primo appuntamento è stato deludente. E credo di poter dire che sia (ri-)scoppiato l'amore.

[...] leggevo come se aspettassi da lui la storia che dovevo scrivere (o vivere: c'era una confusione tra i due verbi, in lui, o nel me di allora).

Caro Blog,
quando critico i romanzi di questo decennio non lo faccio con pressapochismo o snobismo. Ma ascolta cosa si è inventato per scrivere questo libro, quel gran genio di Calvino. 

A partire dall'osservazione dei tarocchi disegnati da Bonifacio Bembo per i Visconti-Sforza egli inizia a concepire nella sua mente una serie di storie che l'accostamento delle carte gli suggerisce. Come la vita è un inanellarsi di eventi, la storia delle dame e dei signori che si fermano nel castello è un susseguirsi di immagini.
Ma non solo. 
Perché la storia che ho letto dall'alto verso il basso, diventa una nuova storia per chi la legge dal basso verso l'alto, o da destra verso sinistra, o da sinistra verso destra.
Come se ogni vita dipendesse da un'altra e via così all'infinito.
Per un attimo ho pensato anche ai dieci ragazzi del Decameron rinchiusi nella casa di campagna, fuori Firenze.
Mi sono venute in mente le carte di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Ho rimescolato il tutto, chiuso gli occhi e mi sono lasciata trasportare da questo romanzo bellissimo.

In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.
Passai per un ponte levatoio sconnesso, smontai di sella in una corte buia, stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo. Ero senza fiato.

E senza fiato mi ha lasciato anche la seconda parte di questo romanzo: La taverna dei destini incrociati. Per comporre le storie di questa sezione, Calvino usa i 22 arcani di un mazzo Marsigliese, più comune dunque. C'è chi lo chiama napoletano, bergamasco, piemontese. Insomma un mazzo di carte usato per giocare da chiunque. E lo usa per raccontare le storie di personaggi famosi e del passato, permettendo così di incrociare la persona più umile con i re del passato. Immancabile è Ariosto e poi Edipo, Amleto e tanti altri. 

ma il guaio è che alla pazzia lo ha spinto Eros, dio pagano, che più è represso più devasta...

Ma come già detto gli incroci sono infiniti.
Quando arriva il momento di ascoltare la storia dell'Io Narrante ecco che la bellezza raggiunge il culmine:

Nei musei mi fermo sempre volentieri davanti ai sangirolami.
I pittori rappresentano l'eremita come uno studioso che consulta trattati all'aria aperta, seduto all'imboccatura d'una grotta.
Poco più in là è accucciato un leone, domestico, tranquillo.
Perché un leone? La parola scritta ammansisce le passioni?
O sottomette le forze della natura? O trova un'armonia con la disumanità dell'universo?
O cova una violenza trattenuta ma sempre pronta ad avventarsi, a sbranare?

Ma non solo:

Di qui a dire che il drago è la psicologia, il passo è breve: anzi, è la psiche, è il fondo oscuro di se stesso che San Giorgio affronta, un nemico che già ha fatto strazio di molti giovani e giovinette, un nemico interno che diventa oggetto di estraneità esecranda. È la storia d'un'energia proiettata nel mondo o il diario d'una introversione?

In un solo libro si parla di mille libri e il suo autore, non pago, ci fa fare un giro con San Girolamo e San Giorgio nella storia dell'arte.
Nel mio periodo milanese (naturalmente mi prendo in giro dicendolo, ma è stata l'ultima volta che sono stata viva) non potevo fare a meno di andare in giro per musei. Capisco perfettamente cosa vuole dire Calvino quando descrive la suddivisione degli spazi tra i santi e gli animali di riferimento. Scene sempre uguali eppur sempre rappresentate in modo diverso. Ed è così che alla fine diventano reali.
Come quando si raccolgono informazioni su un evento. Se le persone ripetono le stesse identiche parole, non ci si deve fidare. Ma se raccontano ognuno usando il proprio vocabolario, le proprie vibrazioni, allora il racconto è veritiero.

Il mondo si legge all’incontrario.

Dicono che i soldi non facciano la felicità, ma immagini quanto sarebbe bello vivere di libri, di viaggi e musei?
Mi manca perfino l'odore.
Invece non ho nessuno scopo nella vita e mi sento un essere orrendo e inutile.
Gli effetti del caldo e del post-vaccino si sono sommati anche oggi.
Però sono riuscita a leggere e a rivedere delle cose che avevo studiato in passato.
Insomma sono riuscita a tenermi impegnata anche oggi.

Il problema è questo momento: la sera.
Quando il sonno non arriva, il mal di testa impazza e non puoi fare niente per allontanare quei pensieri fissi che torturano e tormentano.
Le mancanze tirano pugni precisi e calibrati.
Voglio P.
(Ma non ho voglia di farmi insultare. Quindi mi rifugio qui.)
Si può essere più patetici di così? Non credo.
Stacco.
Mi porto a dormire Drago.
Il simbolo del diverso, di ciò che non capiamo, che però fa parte di noi.
Dovremmo essere più clementi con la nostra mostruosità, con il nostro lato violento. Dovremmo imparare a gestirlo. Non possiamo annientarlo, ingabbiarlo.
Dobbiamo imparare ad ascoltarlo; cosa cerca? Cosa lo calma?

'Notte.

venerdì 9 luglio 2021

Gli Amori Difficili - Italo Calvino

 Non c'era altra storia, altra attesa possibile oltre a quella che
aveva lasciato in sospeso tra le pagine dov'era il segnalibro,
e tutto il resto era un intervallo vuoto.


Nel 1970 veniva pubblicata per la prima volta una serie di racconti di Italo Calvino: Gli amori difficili.
Sarò sincera: sono rimasta delusa. Il mio 70°libro non mi ha lasciato quella sensazione piacevole che solitamente i libri riescono a lasciarmi addosso. E così ho fallito ancora, anche nella scelta del mio amico. Sono particolarmente triste e sconfortata. 
Torniamo al libro.
Perché non mi è piaciuto?
I racconti brevi questa volta non mi hanno aiutato a sbloccarmi. Ma mi hanno solo aiutato a confermare che la vita fa schifo e l'amore non esiste.
I personaggi di tutti i racconti vivono un amore reale o immaginario, tormentato. Sono sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Che tristezza. Una volta tolto il vestito del primo incanto, ecco che ogni amore vestito di quotidianità, diventa triste e muore.
Ha ragione Persona: "Dura più il mutuo dell'amore". E allora perché non ne posso fare a meno? Perché continuo a provare questa fame ancestrale e incolmabile? Oggi guardandomi nello specchio mi sono detta: "Complimenti! Riesci a fare ogni giorno peggio del giorno precedente. Com'è possibile che tu sia innamorata? No, lui non se ne fa niente dei tuoi pensieri d'amore. Non li sente e no, non lo proteggono da nulla. Sei una deficiente!"

Cosa mi è piaciuto di questo libro?
Calvino.
Quando penso a Calvino, immagino un giovane laureato con il sogno del giornalismo e con la passione per la scrittura. Che mostra i suoi scritti a un sempre impegnato Cesare Pavese e ad una disponibile Natalia Ginzburg. Che per diletto scrive fiabe. Che ama la simmetria, la geometria e l'astronomia.
Un giovane capace di leggere i silenzi tra le persone, la loro difficoltà di comunicare.
Il tutto è ben rappresentato in questo libro che non mi è piaciuto, perché mi ha preso a schiaffi. Mi ha raccontato la realtà. Mi ha urlato come stanno le cose.
Che io, infantile, non voglio ascoltare.

Caro amico Blog,
come stai? Preferivi l'anno scorso, quando non ti scrivevo e lasciavo riposare te e i libri?
Sono incapace di vivere.
Di rapportarmi con gli altri.
Non sono capace di tagliare il filo. E continuo a rimanere attaccata come una stupida all'erronea speranza di avere un rapporto con Persona.
Mi dipingo immagini che non esistono, che non ho mai visto.
E poi sono affranta da ciò che mi circonda.
Se continuiamo così, le persone che si sono vaccinate dovranno scusarsi per aver compiuto un gesto di educazione civica.
Mi sento sempre dal lato sbagliato.

e già siete sul terreno di chi pensa che tutto ciò che non è fotografato è perduto, che è come se non fosse esistito, e che quindi per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e per fotografare quanto più si può bisogna: o vivere in modo quanto più fotografabile possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della propria vita. La prima via porta alla stupidità, la seconda alla pazzia.

Calvino sapeva leggere lo spirito umano, anche nel futuro.
Avrei voluto chiedergli come faceva a sopravvivere?
Penso che molti dei suoi personaggi mi assomiglino.
Anch'io elaboro sempre tante considerazioni su quello che può pensare di me una persona salita sul treno, incontrata per strada, casualmente.
Niente di più sbagliato: le persone non pensano nulla.
Siamo tutte ombre isolate, sfocate. Come per il miope!
A volte ci incrociamo, ci rincorriamo, ma non ci raggiungiamo. Non ci riconosciamo.
E la felicità fluttua beffarda davanti al nostro naso.
Che poi si sa, una volta ottenuta una cosa, conquistata una persona, si vuole sempre altro di diverso.
Non è il mio caso.
Ma forse perché io non raggiungo, semmai allontano.

Non mi sento bene. Vado a dormire.
La seconda dose è più forte della prima, dicono.
'Sta volta hanno ragione.

giovedì 8 luglio 2021

Fine giornata

La solitudine non è vivere da soli,
la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi.
(José Saramago)


Anche questa giornata si è conclusa.
Sono riuscita a ricevere la seconda dose del vaccino.
Non era una cosa sicura. Oggi la macchina si è inceppata. Sono saltate le prenotazioni, c'erano persone senza prenotazioni, c'era una gran confusione.
Ero molto dispiaciuta per gli anziani. Caldo e attesa non sono mai una bella combinazione.
Inoltre ho scoperto di essere sempre sul limite di esplodere per una sciocchezza che può essere una mascherina indossata male, uno che mi supera, uno che non rispetta le distanze.
Non sono più abituata a stare in contatto con la gente.
Il Covid-19 si sta riaffacciando prepotentemente. E sono stanchissima.
I casi sono OVVIAMENTE nuovamente in crescita. Ma sembra che non importi a nessuno.
Settembre si avvicina.
Non sono abbronzata. Ho fatto solo due bagni in mare. Un'uscita unica con le ragazze.
Non ho ancora indossato i tacchi. Non ho visto nessun tramonto. E non mi sono mai sentita bella.
Grave.
Ho riascoltato i vocali di Persona.
Sono innamorata.
La lettura è lenta, ma procede.
Questa volta i racconti de Gli Amori difficili non mi hanno ancora coinvolto.
Grave.
Caro amico Blog,
ripensavo al mio passato.
Sono giunta ad una triste conclusione: il mio corpo, col tempo, è guarito ma la mia anima è ancora malata.

mercoledì 7 luglio 2021

Senza la buonanotte

 "Quando è reciproco ti senti invincibile."

Oggi ho letto questa frase e ho pensato a quanto fosse semplice e perfetta.
"Invincibile".
Mi sentivo così. Nulla poteva toccarmi. Ora è nuovamente distante ed io mi sento uno schifo.
L'amore non è possesso.
E la felicità dobbiamo trovarla dentro di noi, non negli altri.
Tutto vero, tutto bello.
Ma se manca anche solo la sua #Buonanotte a me sembra che la vita sia un enorme buco nero.



Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come un pozzo che va da un polo all'altro,
ringrazio qualunque dio esista
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce stretta delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d'ira e di lacrime
si profila il solo Orrore delle ombre,
e ancora la minaccia degli anni
mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
(INVICTUS, William Ernest Henley)

martedì 6 luglio 2021

L'Italia chiamò

 Non ci credo: semifinale Italia - Spagna 5-3 ai rigori.
Ho urlato così forte da togliere l'udito a tutta la città.
Sono letteralmente fuori di testa.
La Spagna ha giocato benissimo. Noi abbiamo corso come pazzi. Il loro palleggiare era snervante e difficile da fermare. Una partita sofferta ma bella. Abbiamo avuto un po' di fortuna. Ma coi rigori ci vuole. Sono contenta. Lo ammetto.
Ho visto ogni rigore calciato. E indovinato tutto. Vado a dormire con queste emozioni che mi scoppiano nel cuore.

La partita è iniziata con Mancini che salutava Enrique ed è finita con Enrique che ha parlato bene dell'Italia.
Sono cose che fanno bene al mondo del calcio.
GRAZIE Spagna e Italia.

Ho scelto il mio libro n. 70: Gli amori difficili di Italo Calvino. Uno dei miei scrittori preferiti. 

Buonanotte.

lunedì 5 luglio 2021

il 70°

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.

Riordinando la mia scrivania e il libretto delle citazioni ho scoperto che:
- lo spazio per i libri è diventato molto poco;
- devo scegliere il mio 70° libro e vorrei fosse una cosa importante.
Mentre pensavo a cosa leggere mi sono imbattuta in questo bellissimo sito che dà la possibilità di scaricare anche in pdf, alcuni libri molto interessanti.
Ho trovato Il Mestiere di Vivere di Pavese.
Ma sono indecisa. Non so come continuare. Così oggi mi sono concessa una pausa. Ieri invece mi sono lasciata andare al Richiamo della foresta.
Oggi non avevo la forza per fare niente.
Forse è il caldo, forse è la tristezza che ormai mi schiaccia a terra. Non lo so.
Se non fosse per Amica e Cugina mi sentirei sola al mondo.
Inoltre è morta Raffaella Carrà e mi sono intristita ancora di più.
Non era semplicemente una donna dello spettacolo. Era una vera icona. Una donna intelligente, ironica, sexy e di talento. La citavo sempre quando pensavo alle donne dello spettacolo che mi piacevano. Che eleganza! Mai una parola fuori posto. Una persona perbene che mancherà moltissimo.
Mi auguro che stia riposando in pace. Che esista veramente un luogo dopo questa vita.
Che torni dalla sua Mamma e dalla sua Nonna.
Non lo so perché continuo a sentirmi così. Forse non tutti sono fatti per vivere.
Magari la mia anima si è smarrita. Voleva rinascere in un filo d'erba e si è ritrovata in un essere malinconico.
A volte penso di essere fragile e delicata.
Altre volte mi rendo conto di quanto sia forte e resistente. Altrimenti non sarei ancora qui.
E soprattutto non inizierei a pensare a Persona nella giusta ottica.
Come una persona lontana e inarrivabile, circondata da mille persone. Che a mala pena mi distingue tra altri numerosi esseri che lo assiepano.

Due anni fa un messaggio breve.
Una fitta al cuore.
La costruzione di un castello incantato.
Chi sono io? Una delle tante.
Fine.
Sono spezzata e consapevole.

ore 01.29
Aspettare è ancora un'occupazione.
È non aspettare niente che è terribile.

Caro Cesare,
quando non ci si aspetta più niente dalla vita, dal giorno che sorge, cosa ci resta da fare?

domenica 4 luglio 2021

Pausa

 Dal vocabolario Treccani:

pàuṡa s. f. [dal lat. pausa, connesso col gr. παῦσις «cessazione» o formato sull’imperat. aoristo παῦσαι «férmati» di παύω «cessare, far cessare»]


(Oddio quanto mi emoziono quando leggo le parole greche! Passano gli anni ma certe emozioni sono immutabili. Ops, scusami Vocabolario non volevo interromperti...
Riprendiamo:)

– 1. In genere, arresto, sosta, fermata; quindi, intervallo nell’azione;
pausa di riflessione, nel linguaggio giornalistico, interruzione di un’azione o di un’attività.

- 2. Con sign. più determinati:
a. Intervallo di silenzio che si fa parlando, leggendo, recitando.
b. In musica, cessazione temporanea del suono, che può cadere in qualsiasi momento della composizione musicale, e avere diversa importanza a seconda della sua durata e della sua posizione ritmica.
c. Nel linguaggio medico, pause del cuore, gli intervalli tra un tono cardiaco e l’altro.

Scusami Treccani, ho dovuto tagliare un po' qui e un po' là perché, dobbiamo ammetterlo, parli tanto!!!
Ti avevo consultato solo per catturare un'idea che mi svolazzava in testa.
Riflettevo sulla giornata che si è conclusa e mi è sembrato per un attimo di essermi presa una pausa dai soliti pensieri negativi.
E la parola pausa mi ha suggerito altre immagini: la pausa caffè, la pausa di riflessione, la pausa pipì (scusami, ma a volte ci vuole anche lei nella vita!), la pausa pranzo.
Ricordavo il collegamento con la musica.
Ma non mi era venuto in mente la pausa del cuore. Chissà perché i miei discorsi riescono sempre a ruotare intorno a lui: Cuore.
Muscolo cavo che attraverso le sue contrazioni, spontanee e ritmiche, fa circolare il sangue in due differenti circuiti, quello polmonare o piccola circolazione, e quello sistemico o grande circolazione.
Per quanto importante sia, oggi è possibile intervenire sul cuore se malato. Perfino sostituirlo! Non che sia una passeggiata di salute, ma si può fare. Discorso diverso per altre parti del corpo umano (penso al cervello o ai polmoni).
Eppure ci sono persone, come me, che quando hanno problemi di cuore non vanno avanti.
Forse perché i problemi di Cuore sono diversi dai problemi al cuore?
Non saprei. Guardo solo gli effetti: devastanti.
Con Cuore fuorigioco, tutta la squadra si ferma (tipo l'Ucraina di ieri) e non riesce a giocare.

Oggi mi hanno detto che sono rigida, chiusa al mondo.
Non mi sono offesa. Ma tra me e me ho sorriso.
Perché sono innamorata, perdutamente innamorata, e il mio amore che non ha senso, che non ha giustificazioni, che non si può né spiegare né capire, è insostituibile.
La mia vita è tutta al femminile: Cuginette, Amica, V., Cogny, Mamy, Zie, Nonnina.
E sono felicissima così.
Gli unici uomini che illuminano la mia vita sono: Papà, Fratello e Piccoli Principi.
Non posso chiedere niente di più alla vita. Questa è la verità.

Quando si affacciava Persona erano momenti di indicibile gioia, non reali, non confinabili. Tutto il mio spirito ne era avvolto.
Quella era la perfezione.
Ma la perfezione dura un istante.
In un sistema aperto non esiste niente di stabile.

Ho sorriso tra me e me perché sono in continua mutazione, non sono un sistema chiuso, sono instabile, continuamente in comunicazione con l'universo. Non cerco i miei simili. Ma parlo con tutto il resto del Creato, visibile e non visibile. E Lui mi risponde.

Pensando alla Farfalla bianca che stamattina mi ha parlato:

"Psiche", anima in greco, significa anche "farfalla".
Nasciamo con un bruco di anima, il nostro lavoro è dargli ali e volo.

(Alejandro Jodorowsky)

E il cerchio si riapre: un'idea mi frullava in testa all'inizio, non l'ho afferrata, ma una farfalla si è posata nella mia memoria.
Click! Cuore ha scattato una foto di quel momento.

sabato 3 luglio 2021

Kafka e la Bambola viaggiatrice - Jordi Sierra i Fabra

 E Franz Kafa lo assorbiva come una spugna,
Lasciando vagare lo sguardo, attingendo energia per l'anima,
inseguendo sorrisi tra gli alberi.


Oggi è il compleanno di Frenz Kafka. Uno scrittore meraviglioso, incredibilmente contorto. Una mente brillante e inquieta, un corpo fragile, uno spirito delicato. Un autore che ha caratterizzato il XX secolo e che abbiamo conosciuto troppo tardi.
La Morte lo ha portato via all'età di 41 anni. Un pensiero che mi turba, quanto la vita di Pavese ferma ai 42. 

Le sue opere sono state pubblicate dopo la prematura scomparsa del giovane scrittore, grazie all'amico Max Brod che non rispettò le sue ultime volontà e non distrusse i suoi inediti.

Ho parlato spesso di Kafka. E ogni volta mi sembra di non dire abbastanza, di dire male, di dire senza esserne capace. Ma questo libro per ragazzi, scritto dallo spagnolo Jordi Sierra i Fabra, mi permette di ricordare in questo anniversario un fatto della sua vita bellissimo, che getta una luce nuova sulla vita di questo sfortunato scrittore.

Sappiamo dalla voce di Dora Dymant, l'amore di Kafka, di questo aneddoto. Diventato un po' leggenda, così bello che non posso non raccontarlo.

Seduto su una panchina all'ombra, avvolto dalle sue riflessioni, Kafka sente una bambina piangere. Non riesce a ignorarla. Scopre che l'infelice bambina ha smarrito la sua adorata bambola Brigida.
Il genio si illumina: racconta alla piccolina che Brigida è in viaggio e le recapiterà una sua lettera.
La lettera diventerà una lunghissima storia di amicizia tra Brigida, la bambina e il postino delle bambole.
Non esistono tracce di queste lettere ma non abbiamo modo di ritenere che Dora abbia mentito.

Il libro è molto bello. Un sorso di felicità in una giornata inutile.
L'ennesima. 

Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure.

Devo riconoscere che ho trovato conforto anch'io.
Ero seduta anch'io su quella panchina ad ascoltare il racconto delle avventure di Brigida, dalla viva voce del Postino-Kafka. Ho avvertito l'emozione nella sua voce, i suoi occhi lucidi. Fremevo anch'io come la piccola Elsi.

Ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa.

L'insegnamento più bello di tutti. Crescendo muore una parte di noi. Ma la morte è inevitabile. Libera il bruco e lo trasforma in farfalla.
Penso di essere ancora bruco. Di essere legata ad un posto, ad un punto fisso e immutabile.
Per questo non cresco. Non cambio. Non muoio.

Come si fa a vivere su questa terra?
Mi sento arida, povera.
Il mio unico nutrimento sono i libri.
Ho smesso di infastidire Persona.
Ma ogni giorno senza di lui è un giorno che non si salva.
Più inutile degli altri.
Ma imparerò vero? Saprò adattarmi a questa non-morte.

 

venerdì 2 luglio 2021

Siddharta - Hermann Hesse

Noi possiamo reciprocamente intenderci,
ma quanto a interpretarci,
ciascuno lo può solo per sé stesso.


Calw, sud della Germania, 1877: nasce uno degli scrittori e aforisti più autorevoli del Novecento.
Curiosità: la famiglia osteggerà la sua propensione per la scrittura, per molti anni.
Solo nel 1904 riuscirà a presentarsi al mondo dell'editoria con un romanzo dal titolo Peter Camenzind, nel quale il protagonista gira le spalle al mondo uniforme e piatto, per dedicarsi con tutto se stesso all'arte.

Nel 1922 l'affermazione come scrittore arriva con la pubblicazione del suo capolavoro più noto: Siddharta.
Dovrà, infine, aspettare il 1946 per vincere il premio Nobel per la letteratura che gli fu attribuito "per la sua forte ispirazione letteraria coraggiosa e penetrante, esempio classico di ideali filantropici ed alta qualità di stile".

La felicità è amore, nient'altro.
Felice è chi sa amare.
Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita.
Felice è dunque chi è capace di amare molto.
Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.
L'amore è il desiderio divenuto saggezza; l'amore non vuole possedere; vuole soltanto amare.
 
In Italia Siddharta verrà pubblicato solo nel ‘45.
Ricordo di averlo letto quando ero ancora al Liceo. Uno dei periodi più belli per il mio intelletto (poi è stata solo decadenza).

Un airone volava sopra il boschetto di bambù e Siddharta assumeva quell'airone nella propria anima, volava sopra i boschi e montagne, era airone, mangiava pesci, provava la fame degli aironi, parlava la lingua gracchiante degli aironi, moriva la morte degli aironi.

Il protagonista è un giovane indiano che vive alla ricerca della via verso la realtà più profonda della felicità.
In un certo senso parla di un giovane, non ancora consapevole si sé, Buddha.
Il linguaggio usato è semplice, ma molto delicato.
Una prosa profumata di poesia, che non può non piacere a chi si interroga continuamente sul senso della vita, sul significato di ogni scelta, che esclude altri universi e che sembra sempre casuale combinazione di coincidenze.
Il fascino dei riti e del pensiero religioso indiano si mescolano alla sensibilità culturale europea, soprattutto a quella rappresentata da Arthur Schopenhauer, il primo pensatore occidentale a introdurre il pensiero delle dottrine orientali.
Un libro scritto in occidente che evoca le atmosfere dell'oriente, che permette di riunire in un solo spirito indagatore, le anime di infinite genti che esplorano il senso dell'esistenza.
Ogni esperienza è preziosa, anche la più vile, trasgressiva va vissuta per arrivare alla strada della verità universale.

Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.

Ecco, ho sempre avuto difficoltà a esprimere i miei sentimenti ad alta voce.
Lasciarli in forma scritta è più semplice. L'importante è non rileggere mai ciò che è stato scritto.
Oggi è stata una giornata particolarmente lunga. Non mi sento molto bene, ma credo sia il caldo.
Finalmente qualcuno (medico) inizia a capire i problemi legati al disturbo che mi porto dietro da anni. Ergo non sono pazza.

Inoltre registro il risultato della partita: Belgio - Italia 1-2.
Non dico niente.
Solo una cosa agli individui che hanno fischiato un calciatore che è uscito dal campo in lacrime e su una barella: VERGOGNA.

Buonanotte.

La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri pochi sono, come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.