martedì 31 dicembre 2019

La Notte di San Silvestro: Ritratto in Seppia - Isabel Allende

"La fotografia è un esercizio di osservazione
e il risultato è sempre un colpo di fortuna."


Ho pensato a lungo a cosa scrivere oggi, ultimo dell'anno Duemiladiciannove.
Non sono riuscita a trovare un percorso, quindi scriverò di getto come sempre.
Ho scelto questo romanzo perché mi piaceva l'idea di cristallizzare l'anno che se ne va, in un libro che ha nel titolo la parola "ritratto".

Quello del mio anno è così: con effetto seppia.
Non ha colori accesi; è un bianco e nero sul quale è stato applicato uno strato di marrone che, con tutte le gradazioni che ne derivano, conferisce un aspetto particolare: caldo, antico.
Il mio 2019 è stato, quindi, di base monocromatico.
Ma la differenza l'hanno fatta le sfumature.
Anche se è stato molto difficile ho riacquistato la mia salute fisica. Sono sempre sotto controllo e userò farmaci a vita, ma non mi posso lamentare.
Ho letto 55 libri, quasi tutti bellissimi. Tutti mi hanno dato tanto e ho capito qualcosa in più di me stessa. Ho disegnato la mia strada, e con grandi difficoltà riuscirò a raggiungere il mio traguardo. Ho paura, ma combatterò.
Ho trovato conferma nell'amore della mia famiglia. Persona, non so perché, ha deciso di ritrovarmi. E lo so che è banale da parte mia, ma la fonte della mia felicità è per lo più racchiusa nel gesto semplice di qualcuno che non ha consapevolezza di cosa abbia rappresentato per me.
Nell'anno nuovo vorrei trovare anch'io delle soddisfazioni. E non sentirmi sempre in difetto e a disagio.
Questo romanzo mi ha insegnato una cosa: a volte si deve avere il coraggio di vivere.
Ed io mi auguro di trovarlo. E di non sentirmi sempre in colpa.

"Ognuno sceglie la tonalità con cui raccontare la propria storia: a me piacerebbe scegliere la chiarezza durevole di una stampa su platino, ma niente nel mio destino possiede tale luminoso requisito.
Vivo tra gradazioni sfumate, velati misteri, incertezze; la tonalità con cui raccontare la mia vita si accorda meglio a quella di un ritratto in seppia..."

Buon ultimo dell'anno caro Lettore.
Ti auguro si trascorrerlo serenamente. Di accumulare sorrisi. Di sentirti bene e vicino alle persone giuste.
Io lo trascorrerò con i genitori, due zii e mia cugina. E non posso chiedere di meglio.
Onestamente sono serena così. Con la mente sarò vicina a molti amici lontani e ai miei piccoli Principi.
Probabilmente penserò anche a Lui.
Non lo so.
L'unica cosa che so per certa, e che non ho intenzione di dare per scontata, è che sono molto fortunata.
Ma nel nuovo anno merito un posticino che sia tutto mio.


lunedì 30 dicembre 2019

After Dark - Haruki Murakami

"Ogni cosa era diventata
una gradazione più scura,
una gradazione più fredda."

Manca davvero poco e possiamo salutare per sempre il Duemiladiciannove!
Tempi di bilance e di bilanci, inutile esimersi. Inutile fingere che ne siamo immuni. Sto guardando i cinque quadernetti che ho riempito in questi dodici mesi e non sono sicura di volerli rivivere attraverso le mie stesse parole.

Una considerazione me la posso anticipare: Murakami è l'autore che ho inseguito più di tutti gli altri.
Ha frammentato la mia lettura di classici dell'Ottocento e mi ha fatto compagnia come un amico lontano.
Sai, quelli con i quali non condividi il tuo quotidiano ma con i quali ti ritrovi ogni tanto a bere un caffè all'una di notte e che ti racconta l'ultimo anno della sua vita, sapendo che non lo giudicherai ma ascolterai con interesse. Semplicemente in silenzio, come sanno fare gli amici.
In particolare After Dark ha un motivo di sottofondo, che mi piace molto: la solidarietà tra esseri umani.
L'azione si svolge in una notte, e non è la prima volta che succede con i libri di Murakami, a Tokyo.
I protagonisti non hanno niente in comune tra di loro, eppure il destino farà in modo che le loro vite si incrocino. E ognuno non mancherà di aiutare il più bisognoso.
Ciò che amo dei romanzi di Murakami è l'atmosfera.
Sembra di vivere in una specie di vecchio locale jazz, quando non esisteva il divieto di fumo.
O in un "cafè" anni Venti. Lo senti il profumo?
C'è sempre un disco in sottofondo che caratterizza la scena. E quella musica arriva da qualche parte nel mio profondo.
Sei in un mondo reale, eppure ti chiedi se non sia un sogno.
Forse perché ho problemi di insonnia, i personaggi di Murakami mi sono molto cari.
O forse perché mi ricordano Persona, così particolari, unici, così semplicemente profondi come sono, in ogni dialogo.

"A volte ho l'impressione di fare una gara di corsa con la mia ombra.
Per quanto io corra veloce, non riesco a seminarla.
Perché dalla propria ombra non si può fuggire."

Una visione meno fiabesca di Peter Pan, ma la summa mi sembra la stessa.
Non possiamo impedire all'oscurità di avvolgerci; meno lottiamo contro questa realtà, prima impariamo ad accettarla e a gestirla.
L'ho capito molto tardi, ma ora che ho abbracciato la mia parte oscura sono completa.
E sono un individuo migliore.
Non tutti lo capiscono questo. Ma non m'importa.
Un'altra cosa che ho capito è che, in ogni caso, nessuno mi vuole. Quindi ho smesso di darmi agli altri.
Tutti sopravviviamo. Cerchiamo di rimanere a galla.
Non serve a niente mostrarci per ciò che siamo, se dall'altra parte c'è chi vuole un modello precostituito.

Vorrei fare come Eri. O forse sto già vivendo come lei. Solo che il mio è un sonno vigile. Nel senso che il corpo è sveglio. Ma l'anima è addormentata. O è la troppa consapevolezza che mi sta uccidendo.
Non lo so.

Ma sorvolando sulle mie considerazioni questo romanzo è veramente bello.
Per me regala una boccata d'aria all'umanità. Regala una speranza di solidarietà. E se l'uomo sa essere ancora solidale, allora non è ancora tutto perduto.
E la nostra data di scadenza si allontana un po' più in là.

Voglio salutarlo così questo anno.








domenica 29 dicembre 2019

Cent'anni di Solitudine e Margherita - Gabriel García Márquez

"Le cose hanno vita propria,
si tratta soltanto di risvegliare loro l'anima."
(Cent'anni di solitudine)


Magari è spuntato un "dai incontriamoci per scambiarci gli auguri" dell'ultimo momento e non sai cosa regalare.
Allora ti propongo un duo per niente comune e ben assortito.

L'Almanacco che sbircio spesso alla ricerca di ispirazioni, inseriva sei anni fa "Il Maestro e Margherita" tra le letture consigliate.
Siccome è un romanzo che ho adorato, te lo ripropongo anch'io.
Il maestro e Margherita
Ho scritto poche righe. Ma credimi ne vale la pena!
(Non leggere il mio post! Ma leggere Bulgakov!)

Il secondo romanzo è un classico della letteratura mondiale.
Quindi devo concentrami per non scrivere idiozie, perlomeno non più di quanto faccia normalmente.
Partiamo dalla base.
In questo romanzone si narrano le vicende di sette, hai letto bene sette, generazioni della famiglia Buendía.
Immaginami mentre tento di tenere a mente tutti i nomi dei personaggi.
Mea culpa: l'ho letto in spiaggia. Dove venivo continuamente interrotta e in definitiva, ho impiegato tantissimo tempo per leggerlo. Quando invece gli dedicavo attenzione, devo ammettere che le pagine sembravano essere voltate dal vento.
Lo stile di Márquez, questa volta, mi è piaciuto tanto.
Il racconto è pregno di magia ed esoterismo. Sembra una favola senza orchi e principi, ha un non so che di incantato. Che mi ha coinvolto e affascinato. I morti dividevano le stanze con i vivi, e a volte sembravano più tangibili degli altri.
Il mondo è reale o è il sogno di qualcuno che si sveglierà nelle ultime pagine?

"Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome,
e per citarle bisognava indicarle col dito."

Quelli bravi ti parlerebbero del concetto di "realismo magico", ma qui non sei tra i bravi, a meno che tu non stia pensando a quelli di Don Rodrigo. Perché in quel caso potrei darti ragione!
Sei con una persona banale, comune, a cui piace leggere. Senza pretese. Ma che a volte cerca di ritrovare quel sé, che ha sparpagliato tra vari mondi.

"La ricerca delle cose perdute è intorpidita dai gesti consuetudinari,
ed è per questo che conta tanta fatica trovarle."

Mi limiterò a dire che perfino io, che aspetto di leggere il terzo romanzo per capire se Gabriel García Márquez mi piaccia o meno, sono rimasta turbata dal potere evocativo di questo libro.
La sua carica e potenza è tutta racchiusa nella parola che ritroviamo nel titolo: "Solitudine".

"Il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine."

Ma la Solitudine non deve essere sorella dell'isolamento.
L'evoluzione dell'individuo passa attraverso il confronto, il conforto con altri esseri umani.
Non ci si può nutrire solo di se stessi. Non si può bastare solo a se stessi.
La codifica delle pergamene di Melquíades arriva quando ormai è troppo tardi.

"Il passato era la menzogna, la memoria non aveva vie di ritorno,
qualsiasi primavera antica è irrecuperabile."

Gli intrecci amorosi narrati sono pregni di passione e se ne rimane affascinati.
Alcuni personaggi sono difficili da capire. Ma si sveleranno col tempo. Come Amaranta. Dura e invidiosa, nasconde forse tanta insicurezza e amarezza.

"A me basterebbe essere sicuro che tu ed io esistiamo in questo momento."

Ma in realtà l'unica cosa di cui sarai certo leggendo questo romanzo è che

"...le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra."

Ciao Lector,
buona ultima domenica del 2019.

sabato 28 dicembre 2019

Il Signore degli Anelli - J.R.R.Tolkien

"Non puoi essere sempre lacerato in due.
Dovrai essere uno e sano per molti anni.
Hai tante cose da godere, da vivere, da fare."


La notte scorsa l'ho passata in piedi fino alle quattro a guardare la versione integrale de "Il Ritorno del Re".
Contrariamente a quanto si possa pensare ho affrontato la giornata con uno spirito riposato e sereno.
Mentre scrivo, mi lascio cullare dalla colonna sonora; ora sono nella Contea.
Mi gusto la birra migliore, che ovviamente è quella del Decumano Est e ammiro le colline verdi in cui si tuffano le acque del Brandivino.
Quello di Tolkien è un mondo che appartiene ad una me molto lontana. Credo che sia rimasta solo un'ombra nascosta da qualche parte.
Era la me del Fantasy, del gioco di ruolo, del "non importa dove, purché insieme".
Per quanti anni mi sono dovuta sorbire i "ma come fa a piacerti questo mondo", da gente che poi ha perso la testa per il Trono di Spade. Niente di personale, ma perché  accontentarmi di un surrogato quando mi sono dissetata alla sacra fonte della Terra di Mezzo?
Per carità "de gustibus non est disputandum" e in questi ultimi giorni sono stata fin troppo caustica, non voglio peggiorare la mia posizione!
Se fossi appartenuta al mondo di Tolkien sarei sicuramente stata una hobbit brutta e antipatica. Magari una Sackville-Beggins! Oh povera me, sono Lobelia!

Se non hai mai letto questo capolavoro, immagino che tu abbia tratto la tua forza per stare al mondo da un'altra parte.
Questo non è un semplice romanzo fantasy. Questo è il padre di tutto il Fantasy. Questo è il testo sacro che ogni essere vivente dovrebbe aver letto almeno una volta nella vita!
Perché?
Perché non è una semplice storia in cui le forze del Bene e del Male si scontrano.
È una storia che parla di comuni individui che possono cambiare il mondo.
Di amicizie che possono superare i pregiudizi e la storia dei propri popoli.
Di uomini che affrontano le proprie paure e si sacrificano gli uni per gli altri.
Della speranza che divampa, anche quando sembra che tutto è perduto.
Della pietas che si può provare nei confronti del proprio nemico.

"Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l'aspetta un'ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia; e quando l'ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo."

Non riesco a ritrovare una frase di Sam, molto bella.
Scorge il corpo privo di vita di un nemico e si domanda se non fosse stato costretto a combattere.
In un momento di profonda umanità, ci si pone uno degli interrogativi più importanti sulla vita: si nasce buoni, o si diventa cattivi?
Forse la risposta è in questa immagine; è Saruman che parla:

"Tu sai come gli Orchi sono venuti al mondo? Erano elfi una volta. Catturati dai Poteri Oscuri, e mutilati. Una forma di vita rovinata e terribile."

Il Professore ci sta dicendo che il Male non può generare.
Può corrompere il Bene. Ma non può creare vita. Il Male è solo distruzione.
Credo che valga l'innamoramento solo per questo.

Per non essere spudoratamente di parte, ti riferirò anche delle numerose critiche che hanno circondato quest'opera.

La prima riguarda l'universo femminile. Le figure femminili sarebbero poche e marginali.
Ma di grazia, come si può dire una cosa simile?
Per motivi di spazio ti nominerò solo tre eroine di questa storia:
-Galadriel la regina elfica, farà dei doni ai Compagni dell'anello, che salveranno le loro vite e in molte situazioni.
-Éowyn, la nostra guerriera Rohan.
Celebre la sua battuta: "Io non sono un uomo!".
E via! il Re stregone di Angmar, il Signore dei Nazgûl è bello che sconfitto.
-Arwen, non è solo la bella principessa innamorata di uno dei nostri eroi.
Esperta guaritrice, aiuterà il povero Frodo dopo l'attacco a Colle Vento, alimenterà la speranza, convincerà il re Elrond a riforgiare la lama che era stata spezzata!

La seconda critica: Tolkien era razzista.
Ciclicamente spunta questa accusa.
Siccome so quanta idiozia ci sia nel mondo non posso esimermi dal parlarne.
Secondo questi simpatici intellettualoni, la popolazione presente su Arda è divisa in razze che si distinguono per caratteristiche fisiche ma anche morali e comportamentali.
Sono brutti, allora sono cattivi. Sono belli, sono buoni.
Inoltre l'indebolimento degli abitanti di Númenor lo si deve al mescolarsi con uomini inferiori.

(Respira Lù, respira!)

Chi scrive queste cose, probabilmente, non conosce minimamente l'universo fantastico.
Gli antropologi hanno da pochi anni sottoscritto un documento in cui viene abolita la parola "razza" e ciò che essa comporta. E meno male! Ma noi siamo nel XXI secolo! Tolkien era un uomo del secolo scorso. Che ha inventato una storia in cui il Male è semplicemente brutto e cattivo.
Che facciamo? Cancelliamo tutto il mondo delle fiabe?!
Inoltre se si conoscessero gli scritti personali di Tolkien, una castroneria simile non la si penserebbe.

Ora, che gli orchi siano cattivi sarà pure discriminante nei confronti degli orchi, ma se al Male non gli dai un corpo, una faccia e non fai vedere quanto sia ripugnante, le persone continueranno a subirne il fascino.
Tolkien invece, evita questi artifici raffinati ed eleganti e ti dice brutalmente: IL MALE FA SCHIFO!
Una volta che ti ha corrotto, annulla la tua identità e volontà. Divieni uguale a tanti altri corrotti.

Terza critica: i suoi personaggi non sono "psicologicamente approfonditi".
No? Sono semplicemente sempre in lotta tra il desiderio egoistico di mandare tutto all'aria e la decisione di affrontare una guerra per proteggere ciò che hanno di più caro al mondo!
Vogliono personaggi psicologicamente complicati ma descrivono come buoni, gli elfi.
Gli elfi?!? Quelli che non andranno in soccorso degli uomini di Théoden al Fosso di Helm!
Ma Smegol/Gollum lo conoscono?
Il dualismo di un personaggio simile l'hanno visto?
Corrotto non solo nello spirito, ma anche nel corpo, riesce per un momento a riemergere dal mondo di tenebra nel quale era precipitato.
Ma il pregiudizio sarà più forte e sentendosi rifiutare dal calore della luce, ripiomberà nell'oscurità.
Eppure, se non si fosse avuto pietà per lui, forse la storia sarebbe finita diversamente.


Concludo: Tolkien scrisse un racconto che seguiva gli avvenimenti della favola per bambini, Lo Hobbit.
Non era un moralizzatore, uno scuotitore di masse! Era uno scrittore.
Un filologo che ha creato un linguaggio con alfabeti, regole grammaticali.
Ha immaginato architetture, costumi, forme.
Come si può parlarne male.
Se la sua opera non piace, amen!
Ma ci sono troppe persone al mondo che parlano per sputare veleno, solo per "distinguersi" dagli altri.
A tutti piace il cioccolato? Non va bene, ecco che per distinguersi c'è chi dice "il cioccolato è orrendo".
Non lo capirò mai il mondo. Mai!

A questo punto mi metto in attesa!
A breve spunterà il Comitato di rivendicazione delle Matrigne Infuriate.
Andersen inizia a tremare!











venerdì 27 dicembre 2019

La Faccia delle Nuvole - Erri De Luca

"Nella tua mano sto per affidare il mio vento."

Stamattina potrebbe essere la giornata mondiale del Malox.
Un po' per tutto quello che si mangia, un po' per tutto ciò che si ingoia.
Personalmente ho mangiato in modo normale. Nella mia famiglia non si esagera. Ovviamente se non si controllano le porzioni è la fine! Ma se uno vuole, rimane perfino sobrio.
Purtroppo il Malox mi sarebbe servito per smaltire il secondo concetto.
A fine trittico (Vigilia-Natale-santo Stefano), mi sono ritrovata a riflettere su tante cose accadute. Più passa il tempo, più mi rendo conto che non serve essere buoni o meno.
La gente ti sopporta e ti vuole bene solo perché gli servi. Altrimenti ti ignora e calpesta.
Devo fare una confessione, ora che tutto è finito.
Per la prima volta in vita mia, mi sono offesa per quello che mi è stato regalato.
Regalato? Ma un bigliettino scritto a mano sarebbe stata una gioia vera.
Il problema infatti, non è nell'oggetto in sé. Ma quella palese noncuranza, quel "una cosa valeva l'altra", "la prima cosa di prezzo contenuto che ho trovato" dell'acquisto fatto. Questo fa male!
Tirando le somme, credo che la vita cambi tutto e tutti.
Inutile che mi ostini ad ascoltare il mio fascicolo dei racconti di Natale 1984.
Il mondo, il mio mondo è cambiato.
Non mi darò mai a nessuno, perché nessuno mi vuole realmente.
L'unica mia fortuna sono i miei genitori. E pensare di averli delusi, sapere che si preoccupano per me, mi ferisce davvero tanto. Spero solo che questo non li amareggi troppo, e che Dio li preservi nella loro umanità e dolcezza.

Stamattina ho scelto questo racconto per tanti motivi: si parla di una Famiglia appena formatasi.
Miriàm e Iosèf parlano del loro bimbo nato da poco e si interrogano sul suo destino, come tutti i genitori amorevoli del mondo.

"In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto.
Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta.
Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole."

Questo è quello che auguro ad ogni essere vivente: di non assomigliare a nessuno.
Di essere tabula rasa di se stesso, e di formarsi per quello che vuole essere.
Siamo tutti fuori serie, nessuna imitazione di altri.

Erri De Luca ha un modo molto pulito di scrivere.
Frasi brevi, parole semplici ma cariche di significato.
In questa favola dal profumo natalizio ci ho ritrovato tutto quello che per me rappresenta il Natale: speranza e preoccupazione.
La speranza è del e per il mondo.
La preoccupazione è di due genitori che avevano un figlio diverso dalla massa.

"Una volta lo seguii per vederlo all'opera tra le persone.
Me ne stavo in disparte, qualcuno mi riconobbe e lo avvisò che c'ero.
Mi fece da lontano un sorriso e un cenno, la folla intorno a lui si mise da parte per farmi passare, ma lui non volle e se la tenne stretta intorno. 
Disse loro che in quel momento la sua famiglia erano loro, le persone che gli stavano accanto."

Questi Genitori sono stati magnifici.
I primi a capire che un figlio non è di loro proprietà. I primi a comprendere che non si possono forgiare creature a propria immagine e somiglianza. Che i figli sono creature indipendenti. Che non si possono trattenere, ma vegliare da lontano.

Non abbandonerei mai la mia Famiglia.
La amo più di me stessa.
Ma una cosa devo capirla: devo compiere il mio cammino da sola.
Da lontano ci sarà sempre un Faro a indicarmi il ritorno.

Buon Venerdì Lector.
Stamattina il postino mi ha semplicemente detto "...E tanti auguri!".
Un gesto spontaneo, gentile che mi ha restituito il buon umore.
Oggi uscirò e sarò gentile.
Facciamolo entrambi!
Grazie per esserci.





giovedì 26 dicembre 2019

Il Caffè sospeso - Luciano De Crescenzo

"Il Dubbio invece, mio buon amico,
è una divinità che bussa con gentilezza alla tua porta e chiede di essere ascoltata.
Il Dubbio espone le sue idee,
ma è anche pronto a cambiarle non appena qualcuno gli mostra che sono sbagliate.
Il Dubbio è il padre delle massime verità dell'uomo: la Curiosità e la Tolleranza."

È il giorno dopo Natale: Santo Stefano, primo martire della chiesa cattolica. Il primo a sacrificarsi in nome del Signore.
Auguri a tutti quelli che portano questo bel nome!
Era il 2004 quando arrivò la notizia del devastante terremoto di magnitudo 9.1 e del derivante tsunami che sconvolsero l'Indonesia e, intimamente, il mondo intero.
L'eco di quei morti nella mia testa non si è mai spenta.
Oggi è il giorno dopo Natale e si pensa sempre a chi non c'è più.
Quando guardo come sta messo il nostro Paese non posso fare a meno di sentire la mancanza di persone di cultura come Camilleri, De Crescenzo, Fallaci, Fo, Hack, Montalcini (in ordine rigorosamente alfabetico). Si può essere d'accordo o meno con ciò che dicevano e pensavano, ma credo sia impossibile negarne lo spessore intellettuale e culturale.

Quello di cui ho bisogno oggi è un momento sospeso.
Ho pensato a questo libro che è di quelli che si posso leggere con calma, un sorso per volta.
Sono riportate riflessioni, aneddoti, stralci di vita quotidiana nobilmente conditi con l'ironia che caratterizza tutti gli scritti di De Crescenzo.
Vorrei che Persona mi parlasse di quel suo mondo nascosto.
Lo so che è sbagliato, ma non posso fare a meno di innamorarmi di quelle belle parole che portano in sé contenuti per me irraggiungibili.
Non posso fare a meno di sentirmi così sola e triste.

"A Napoli quando una persona è felice,
invece di pagare un caffè ne paga due,
uno per sé e uno per il cliente che viene dopo.
È come offrire un caffè al resto del mondo..."

Solo in una città come Napoli, poteva nascere una tradizione così semplice e pura.
E non so dire quanta gente felice ci sia ancora in giro, ma quella del caffè sospeso è una pratica meravigliosa che si sta diffondendo ovunque e con altre vesti.

È proprio vero che le cose più semplici sono le più importanti.
Per me prendere un caffè non è un'azione da fare con chiunque.
È un momento intimo, di sospensione.
Mentre rimescoli con il cucchiaino il tuo caffè, scuoti anche le parti più intime del tuo animo.
Tutti i tuoi pensieri si ritrovano in quel vortice di miscela arabica.
Il suo profumo ha solleticato le narici di persone diverse, sparse ovunque sul globo e tra le trame del tempo.
Si sono firmati contratti, sigillate amicizie, dichiarati amori, tutto davanti a quelle silenti tazzine.
Il caffè è una magia che si accompagna ad un rituale specifico per ognuno di noi.

La mia copia de Il caffè sospeso, è stata inondata da un caffè.
È stata la prima e unica volta in cui ho macchiato un libro.
Mai prima, nemmeno una briciolina tra le pagine dei miei amici!
Oggi ci rido su.
Il mio caffè è rimasto sospeso per tutta la vita, tra le pagine di questo libro.

"Empedocle diceva che gli elementi del creato erano quattro: la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco, e che su di essi agiva l'Amore e la Discordia.
Ogni elemento mosso dall'Amore cercava il suo simile: la pietra ricadeva sulla terra, l'acqua scivolava verso il mare, il fumo saliva su nel cielo e così via.
Sennonché arrivava la Discordia e rimescolava di nuovo.
Ora però, secondo questa teoria, il mondo, in quanto opera mista, sarebbe stato solo frutto della Discordia: a lasciar fare all'Amore infatti l'acqua se ne sarebbe andata con l'acqua, la terra con la terra e tutto sarebbe ridiventato un deserto."

Ti consiglio di continuare questa lettura, è semplicemente geniale.

Arrivano i nipotini. Devo far sparire il computer.
Il mio proposito del giorno: comportarmi con dolcezza con entrambi e in modo particolare con Piccolo Principe.

Caro Lector
buon Santo Stefano.

mercoledì 25 dicembre 2019

Buon Natale

"Sentiva tutto il corpo irraggiato di calore,
come se fosse un giorno d'estate!"

Quanta frenesia!
Sembra quasi che negli altri giorni dell'anno non si mangi.
A ben vedere è una tradizione che ritroviamo in tempi e luoghi diversi: il convivio.
Ci si riunisce intorno ad una tavola riccamente imbandita non solo per mangiare. Ma per rinnovarsi, in modo tacito e quasi convenuto segretamente, il proprio affetto.
Immagino sia questo il senso delle feste natalizie.

Quello che vedi è il racconto del Buon Re Venceslao. Venceslao è un santo della tradizione boema, noto per la sua gentilezza e generosità. Molto probabilmente il racconto è derivato da un canto natalizio che si suona nel giorno di Santo Stefano, "Good King Wenceslas", il cui testo fu scritto dal reverendo britannico J. M. Neale. Queste informazioni le ho attinte da Wikipedia. Personalmente è una storia che conosco dal 1984, e sempre per merito di San Nicola che mi portò in regalo i Racconta Storie.

E a proposito di Natali passati...
Ieri notte leggevo i messaggi su Twitter e riflettevo.
La mia famiglia è piccola, ridotta all'osso. Non facciamo più quelle tavolate infinite di quando ero bambina. E la cosa non mi dispiace.
Tutt'altro! Mentre leggevo, aumentava il mio sentirmi fortunata, benché fossi seduta sul divano, sola a scorrere la tl nella notte di Natale.
Negli occhi dei miei avverto una crescente preoccupazione. Hanno paura che rimanga sola. Ma se la vita avesse deciso questo per me, che senso ha crucciarsene?
Mio fratello ha sempre qualche buon motivo per essere scontento. Non lo biasimo. Non è una persona irragionevole. Ha le sue valide motivazioni.
Ma io continuavo a sentirmi fortunata.

E allora ho pensato:
tra una portata e l'altra, una domanda indiscreta e l'altra, un "a te e famiglia" e l'altro, mi auguro si riesca a ritagliare un momento per apprezzare la presenza di ogni familiare.
Non siamo immortali. Le sedie vuote aumentano. Nel migliore delle ipotesi vengono occupate da visi nuovi. Ma non sempre accade.

Quest'anno sono giunta ad una conclusione un po' esasperata me ne rendo conto.
Ma i numeri me l'hanno suggerita.
Io ho due famiglie.
Quella reale, del sangue.
E quella virtuale, di tutte quelle persone che ho conosciuto tramite il computer.
I messaggi più belli li ho ricevuti da quel mondo che tecnicamente non esiste.
Perché molto fragile. Basta un niente: cancelli l'account e perdi per sempre persone che in un certo senso hai amato.
Io sono di quelli che sparisce. Non ritengo possibile che qualcuno si affezioni ad una persona come me.
Però Persona mi ha ritrovato. Ci sono alcuni che mi aprono il proprio cuore (già, a me!).
Mi sento onorata di tutto ciò e mi impegno ad essere migliore per esserne all'altezza.

Vorrei che tutte queste persone fossero serene.
Vorrei che il miracolo del Natale, albergasse ogni giorno nei nostri cuori.
Vorrei che imparassimo ad apprezzare i doni della vita.
Ad aiutare gli altri.
Vorrei che imparassimo ad amare.

Nella moltitudine dei miei difetti, delle mie giornate storte, del mio umore odioso, cerco di amare la vita e il mondo.
Mi disprezzo e mi odio, non posso farne a meno. Ma è un sentimento che riservo solo per me stessa.
Ma quest'anno non è lo Spirito del mio Futuro che mi ha spaventato. Bensì quello di Piccolo Principe.
Piccolo Principe è un bambino speciale. Non l'ho mai confidato a nessuno. Ho paura del mondo e che il mondo non lo aiuti. Ma devo confidare nella speranza, lo faccio per sopravvivenza.
Per quello che potrò ti sarò sempre accanto, mio dolce cucciolo.
Ma sono sicura che riuscirai a camminare da solo.

Caro Lector,
ti auguro giorni sereni e pieni d'amore.

Che Dio benedica i nostri passi.
Buon Natale.

martedì 24 dicembre 2019

Un Amore fra le Stelle - Catena Fiorello

"Da soli possiamo fare molto,
ma in due è tutta un'altra storia."

Ho fatto una cosa per me inusuale: ho tolto la sovraccoperta. Non perché non fosse bella. Ma semplicemente perché per una volta volevo andare oltre l'esteriorità e proporre un libro così com'è; oserei dire "nudo". Un po' come faccio io ogni volta che mi siedo a scrivere un paio di riflessioni.
Oggi è una giornata speciale.
Non la lascerò passare nell'anonimato.
Non penserò a ciò che vorrei e non ho.
Penserò solo alla mia Famiglia, ai miei nipotini.
Sono loro la mia ricchezza. Non posso nemmeno vantarmene troppo. Perché ho paura che da un momento all'altro la vita mi tolga anche questo dono.
Dickens me lo sono giocato giorni fa. (Dickens) Così, per questa Vigilia, il mio spirito natalizio sarà un bel rosso da 14°-15°. Al di sotto lo considererò acqua!
Poi con gli altri Tre, quelli ufficiali, faremo i conti da mezzanotte in poi.

Il libro di oggi è un regalo Natale 2017. L'ho trovato molto carino. I protagonisti sono Babbo Natale e la Befana. Sono raccontati in una chiave poco tradizionale. E a mio parere lei risulta la figura più forte. Spiego perché: è consapevole della sua fisicità, sa di non essere bella. E non si nasconde. Perché cosciente dell'importanza di un'altra forma di bellezza; quella del pensiero. È una donna colta, sensibile, e lo capisce anche Babbo.

"Sei sempre stata fedele a te stessa, senza cercare di renderti accattivante con mezzucci equivoci. Tu sei tu. Promettimi perciò di non cambiare."

Diciamolo: Babbo si è innamorato. Il sentimento è ricambiato. Ma lei, (e qui arriva il mio d'innamoramento nei confronti della Vecchina), preferisce mantenere la sua libertà. Già!

"Ora però devo ritornare alla mia vita di sempre. Lo sai che vivo da sola e che sono abituata ad affrontare tutto con le mie forze. Non conto su nessun altro. ⟮...⟯ La solitudine ha i suoi aspetti piacevoli, e sono sicura che ne sia convinto anche tu."

La lettera continua ma...dovrai leggerla da solo.

"Babbo sarebbe rimasto su quella scopa per sempre, a godersi una sensazione di pace senza precedenti.Ora sapeva quanto valesse la possibilità di staccarsi dagli affanni terreni, avvolto solo dall'immensità dell'universo. Vicino alle stelle, vicino all'infinito."

È un bellissimo racconto da condividere coi più piccoli o da soli. I giorni sono giusti.
Perché, ammettiamolo, succede qualcosa in queste sere natalizie.
Non sono sicura di avere una fede particolarmente legata ad una religione.
Ma auguro e mi auguro che quest'anno il Bambinello nasca nei cuori delle persone. Che sanno essere più freddi e inospitali di una grotta sperduta in quel di Betlemme.
Che male c'è a rinnovare un augurio di Pace per l'umanità intera? Sa di utopia, lo so.
Ma per una volta, e solo qui, metto da parte cinismo e sarcasmo e mi lascio andare ai più sdolcinati tossici caldi auguri natalizi di sempre: BUONA VIGILIA caro Lector.




lunedì 23 dicembre 2019

Jane Eyre - Charlotte Brontë

"Lei ha freddo, è malata, è sciocca."
"Glielo proverò in poche parole.
Ha freddo perché è sola; nessun contatto sviluppa il fuoco che è in lei.
E' malata, perché il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, e il più dolce che sia concesso agli uomini, resta lontano da lei. 
E' sciocca perché ne soffre, ma non gli fa cenno di avvicinarsi, né muove un passo per andargli incontro."

Appunto mentale: spendere un po' di più per acquistare edizioni con una bella copertina.
Certo, quando si trovano tre libri a dieci euro non si può fare a meno di acquistarli. Però i Minimammut della Newton realizzano delle copertine veramente improponibili.
E più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto sia importante la qualità a fronte della quantità.
Un principio applicabile ad ogni campo di vita: cibo, vestiti, tempo, frequentazioni.
Il mio umore natalizio continua, anche perché oggi è l'Antivigilia, che non è una giornata nemica della Vigilia ma  l'anticipa (ci sono giorni in cui sono veramente molto simpatica).
Ho scelto di raccontare le mie impressioni su Jane Eyre perché una storia d'amore si può collocare serenamente in questo periodo dell'anno.
Ti avviso: se non hai letto il romanzo o non hai visto il film, potrei rovinarti il gusto della lettura o della visione pertanto non continuare a leggere.

Come ho avuto modo di anticipare, non è stata una lettura facile per me. Molto probabilmente perché avevo visto il film e per le prime ottanta pagine ho avuto difficoltà ad ascoltare la storia di Jane, raccontata dalla sua stessa voce.
Non mi fraintendere, non mi permetterei mai di criticare un romanzo. Però devo confessare di aver preferito la scrittura della sorella minore, Emily. Il tormento, la passione dei suoi personaggi mi ha rapita con maggiore trasporto.

Divagazione, ennesima: tre sorelle, tutte scrittrici, tutte costrette a pubblicare con degli pseudonimi perché donne dell'Ottocento.
Mi manca Anne. Potrebbe essere la mia lettura della settimana! Ma non è meraviglioso?

Tornando al discorso iniziale, al di là della mia preferenza, Jane Eyre è un romanzo con un amore per nulla sdolcinato, a tratti ostacolato dalle convenzioni sociali, dalle leggi, dalla gente. Ma per il quale il Destino aveva già scritto un finale sofferto ma guaritore.
Ed io impazzisco per il lieto fine. Lo pretendo! La vita reale fa già abbastanza schifo così. Non privateci del sogno.
(Le divagazioni stanno prendendo il sopravvento!)

Jane non è una protagonista comune. Non è la bella, indifesa principessa da salvare. È una giovane molto moderna, che ambisce alla libertà, all'indipendenza. Che guarda in faccia la realtà. Non si perde dietro fronzoli e sogni ad occhi aperti. È onesta, pura, unica.
Una cosa in comune mi sento di averla con Jane: l'amare.

"Avevo imparato ad amare il signor Rochester. Non potevo ora non amarlo più soltanto perché egli aveva smesso di fare attenzione a me, e perché, mentre passavo delle ore in sua presenza, non volgeva neppure una volta gli occhi nella mia direzione."

"Non c'era nulla in tutto questo che valesse a raffreddare il mio amore, ma invece molto per farmi invadere dalla disperazione; molto per suscitare in me la gelosia."

Le scene più intense e belle sono, a mio parere, quella del primo incontro e il momento della dichiarazione d'amore di Rochester.
Rochester, Edward, è un personaggio che mi è piaciuto molto fin dalle prime parole.
Inutile dirti che mi ricorda Persona.
Quando entra lui, il romanzo si tinge di forza e passione. C'è un fuoco diverso da quello di Heathcliff.
Non è distruttivo o violento. È trattenuto. Ma quando esplode riscalda.

La contrapposizione dei due personaggi mi piace molto. Jane disadorna e nuova al mondo, Edward tormentato e con un vissuto importante. L'uno ha bisogno dell'altra. L'uno completa l'esistenza dell'altra.

"In tutte le donne c'è la pazzia di covare un amore segreto che, se non corrisposto e ignorato, distrugge la vita che lo alimenta, se scoperto e corrisposto, conduce come un ignis fatuus in paludi selvagge senza salvezza."

Faccio un appello al mondo: ma che importa se non m'ami? Lasciati amare.
Il mio amore basterà a nutrire entrambi. Ma quando mi ignori, mi tieni a distanza, tu mi uccidi.

Buona Antivigilia caro Lector.



domenica 22 dicembre 2019

Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie - Lewis Carroll

"Per forza sei matta - disse il gatto-
altrimenti non saresti venuta qui."

La prima volta che ho visto Alice nel Paese delle Meraviglie, nella versione Disney, stavo festeggiando il mio compleanno.
Ero bambina e ricordo che lo Stregatto e il Cappellaio Matto, mi facevano un po' paura. (Per non parlare degli Elefanti Rosa di Dumbo, ma è un'altra storia.)
Oggi è diverso.
Il mondo di Alice mi piace e se non sporcasse i denti, berrei continuamente tè.
Mi sono sempre identificata nella Lepre Marzolina.
Un personaggio che possiamo dire secondario, ma che con poche battute svela verità scomode, che nessuno direbbe ad una bambina. E poi, ho scoperto che in inglese si usa dire "matto come la Lepre Marzolina" per indicare chi ha perso qualche venerdì. Lo ammetto: sono io la Lepre Marzolina!

"Vuoi dire non puoi prenderne di meno. E' facile prendere più di niente."

"If you don't think, then you shouldn't talk!"

Scorbutica di una Lepre! Non mi stupisco che la Regina di Cuori ti abbia messo a prendere il tè per tutta la vita!
Per non parlare degli altri personaggi. Ma povera Alice! Il paese sarà stato pure delle Meraviglie, ma da bambina ricordo che al suo posto avrei preferito mille volte tornare a casa! Tra le braccia della mamma!

Quello che mi piace di questo romanzo è che ogni traduttore ha voluto dargli la propria impronta. Non ci saranno mai due edizioni uguali. I giochi di parole, i motti inglesi in esso contenuti, non sono sempre facili da risolvere in italiano, e immagino anche nelle altre lingue.
E in effetti Alice è uno dei pochi racconti di cui abbia comprato più edizioni: ne ho una in inglese, una in italiano, una con le illustrazioni di Arturo Rackham, a mio parere bellissima, comprata al mercatino.
E' una vera fortuna che ci sia gente così matta da liberarsi di questi capolavori; così che ne possano godere i matti di altra specie, come me!
E se me ne regalassero un'altra, credo che ne sarei felice come fosse la mia prima copia!
A volte mi impressiona pensare a quante persone in tempi diversi, si siano immersi nello stesso mondo. Quanti bambini di Paesi diversi, siano caduti una, due, cento volte nella tana del Bianconiglio, magari anche nello stesso momento. Senza esserne consapevoli.
E' una magia che solo un libro favoloso e immortale come questo può creare.

Oggi è la IV ed ultima domenica d'Avvento.
Natale è decisamente alle porte.
Il Vecchietto starà lucidando la slitta e portando a termine gli ultimi dettagli.
Forse mi farò un regalo: cercherò di curare un po' di più l'immagine di questo semplice e modesto blog.
Ho letto un articolo molto simpatico, a  proposito delle foto ai libri.
A quanto pare bisognerebbe avere gambe da urlo e calzettoni aliciosi (da Alice nel Paese, per l'appunto), molti gadget, molti dolcetti.
Non prometto di arrivare a questi livelli, ma mi sforzerò un po' di più.
Sempre perché credo che la bellezza migliori il mondo interiore ed esteriore di tutti noi.

Buona Domenica caro Lector.

sabato 21 dicembre 2019

La Ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

"Sogno.
A volte mi sembra che sia l'unica cosa giusta da fare.
Sognare, vivere nel mondo dei sogni, come aveva scritto Sumire.
Ma non dura molto.
Prima o poi il risveglio mi afferra."

Ogni volta che finisco un suo romanzo chiudo il libro, lo stringo forte al petto e inspiro profondamente ad occhi chiusi.
Non sono mai convinta di aver compreso fino in fondo ciò che ho letto.
Ho bisogno di tempo per riorganizzare i pensieri.
Sono sicura però di una cosa, la sua scrittura mi trasporta in un'altra dimensione.
Murakami racconta del suo Giappone ed io lo ascolto come se stesse parlando di una terra che conosco.
I suoi protagonisti parlano di sé e mi sembra di essere in loro compagnia, seduta davanti ad una tazza di fumante caffè, ad ascoltarli.

Tempo fa mi dissi: "Che male c'è a vivere in un sogno?".
Il risveglio mio cara me, mio caro amico che racconti questa storia!
Prima o poi, con esso, ci facciamo tutti i conti.
Io li sto facendo ora. E ho capito di aver sbagliato tutto. L'unica cosa che resta è un dolore profondo, che scava l'anima. Ci sono gallerie ovunque. Sono porosa. Prima o poi crolleranno le pareti e di me non resterà niente.

"Un silenzio che non offre promesse continua a riempire lo spazio all'infinito."

Sai, in un istante di puro delirio (ora me ne ravvedo), avevo pensato di rivelare i miei sentimenti, mettermi a nudo.
Per fortuna il neurone si è destato, giusto il tempo di farmi notare che io non sono niente per lui. E che mi sarei solo messa in ridicolo.
Sumire ha avuto un bel coraggio e ha potuto contare sull'affetto di Myū.
Magra consolazione, lo so.
Ma poi ha "affondato il coltello nel collo di un cane", e credo sia andata avanti.
Io ne uscirei umiliata. E nella migliore delle ipotesi lui non mi parlerebbe più.
Persona è molto sensibile e intelligente, ma proprio non immagina cosa siano per me, giorni interi senza poter scambiare nemmeno una parola.

"Detto in sintesi, Sumire era un'inguaribile romantica, testarda e cinica, completamente inesperta della vita e del mondo. Una volta che cominciava a parlare, poteva andare avanti anche all'infinito, ma quando l'interlocutore non le andava a genio (...), non apriva bocca."

Per alcuni aspetti ci assomigliamo.
Anch'io quando apro bocca comunico sempre l'impressione di voler litigare.
Poi magari non è vero.
Vivo sempre divisa. Spezzata in più punti. E ho sempre la sensazione di non essere me.
Da cosa dipenda non lo so, o forse lo intuisco ma non ho voglia di scriverlo in questo momento.

"Un amore senza ritorno."

Mi sento così. Ho iniziato un viaggio di sola andata.
Ho provato a scendere da questo treno, ma l'ho ripreso che era in corsa.
Mi sono fatta male scendendo, mi sto facendo malissimo ora che ci sono risalita.
La verità è che non ci si deve interessare alle persone.
Bisogna essere cinici, distaccati. Nessuno è importante.
Non sentire niente. Un sogno!

"Per me il mondo che trovavo nei libri era molto più vivo di quello che vedevo intorno a me."

E' superfluo che scriva altro.
Non è una lettura tipicamente natalizia, ma Murakami è da mettere sotto l'albero.
Rendi il mondo un posto migliore: regala libri.



venerdì 20 dicembre 2019

L'Inventore di Sogni - McEwan

"Se la vita era un sogno,
allora la morte doveva essere il momento in cui ci si sveglia."


Il conto alla rovescia natalizio è diventato serio: - 5 giorni.
Sono più tranquilla di ieri.
L'ispirazione è arrivata e ho completato quasi tutti i regali.
Così mi è venuta voglia di immergermi in questo originalissimo racconto, in compagnia di Peter.
Peter Fortune è un bimbo particolare; sogna, sogna continuamente ad occhi aperti. Il suo modo è speciale e mi è piaciuto tanto lasciarmi condurre, pagina dopo pagina, nella sua visione del mondo.

"La gente non riesce a vedere che cosa ti sta passando nel cervello, la cosa migliore per farsi capire è dirglielo."

Sei molto saggio mio piccolo amico, ma immagino che ci siano anche tante cose che è preferibile non rivelare ad anima viva. Una di queste è l'amore non corrisposto. La paura del domani. La paura di perdere le persone a te care. Nessuno può comprendere certi dolori. E' come la depressione, gli attacchi di panico. Sono cose comprensibili solo per chi le ha vissute. Se tutti avessimo l'innocenza di alcuni bambini, penso che la vita non sarebbe così amara. Non si semplificherebbe, ma sarebbe più sopportabile.

"Uno moriva, il sogno era finito, e ci si svegliava. Ecco perché la gente parlava di paradiso."

Il tema della morte è decisamente difficile da affrontare. In questi giorni di festa si sente molto la mancanza di chi non c'è più. Però voglio avere un atteggiamento diverso. Voglio provarci. Voglio godere di coloro che ci sono. Esserne grata. Sono felice di aver ritrovato Persona, o meglio che lui abbia voluto riprendermi. E' stato come raccogliere un uccellino caduto dall'albero. Mi sentivo così. E quando ho letto il suo messaggio ero incredula.
Ecco voglio nutrirmi di questi bei ricordi.

Il libro che ho scelto oggi per raccontarmi è inserito nel genere "racconto per ragazzi".
Mentre lo si legge, si avverte una specie di brezza primaverile che accarezza l'anima e scompiglia il cuore.
In alcuni racconti mi sono rivista quando da bambina temevo che le bambole si animassero per rimproverarmi.
Il mio preferito è quello del gatto, ma non ti voglio anticipare nulla.
L'unica cosa che non ho mai desiderato è stata far sparire la mia famiglia.
Spesso vorrei sparire io. Ma la mia famiglia la benedico continuamente. E' la mia sola bellezza.

Buon pomeriggio Lector.
Grazie.


giovedì 19 dicembre 2019

Poesie d'amore - Tagore

"Se la gente venisse a sapere
dov'è il mio palazzo reale,
esso svanirebbe nell'aria."

Tra sei giorni sarà Natale.
Il magone aumenta. Non sono spaventata per i regali. In qualche modo riuscirò a cavarmela. Ho qualche idea e sinceramente, non una  lista molto lunga da depennare.
Il mio amico Immaginario (che da oggi chiamerò Immy), ne avrà da fare più di me. Lui è molto dolce. Ha questi occhioni languidi che osservano il mondo, dispensa amore e buonumore. Ha già ricevuto dei regalini, ed è preso a sua volta da pacchi e carta da regalo da sistemare.
Ma il magone aumenta.
Pensieri, ricordi, e poi..
Anche oggi ho assistito al momento di odio gratuito collettivo.
Protagonista una ragazzina insultata e vessata per una fotografia non molto elegante, scattata di nascosto, ai danni di un politico.
Gesto stupido e volgare.
Personalmente, non sono una principessa e non sono una cafona.
Biasimo chi fa un uso sconsiderato della volgarità mediante parole, gesti e anche atteggiamenti. Ma, in fin dei conti, non mi tocca. Se una persona è volgare, è un suo problema.
Ma l'odio da dove è scaturito?
L'odio mi distrugge. Mi intristisce. Non lo capisco e allora perdo tempo a cercare spiegazioni che forse, nemmeno esistono.
Per combattere questo stato d'animo ho scelto la poesia. In particolar modo questa raccolta comprata lo scorso anno, alla fiera del libro di Milano, sezione dell'usato.
Il suo precedente proprietario ha lasciato degli angoli piegati a memoria delle poesie che lo avevano colpito di più, immagino.
Ed una lettera, scritta a mano. Calligrafia femminile, inchiostro fucsia. Era l'anno 1988.

Quello che mi piace di Tagore è il senso profondo che dà all'amore.
L'amore di coppia che si riflette negli occhi del mondo.
L'amore che rende migliori le persone e ciò che sta attorno ad esse.

Ma è anche un amore infelice, perché perduta è la persona amata.

E' una serata fredda, si potrebbe trascorrere sotto un bel plaid, leggendo qualcuna di queste poesie.
Il mio pensiero vola inevitabilmente a Persona.
Vorrei chiedergli tante cose. Ma non gli farebbe piacere.
Ho paura perfino a domandargli: "Come stai?".
A volte ipotizzo come andrebbe un dialogo tra di noi.
Purtroppo ci sono io che rovino tutto.


"Se non puoi amarmi, amore mio, perdona il mio dolore.
Non guardarmi sdegnato, da lontano.
Tornerò nel mio cantuccio e siederò al buio."


"Sei soltanto un'immagine dipinta,
e non reale come quelle stelle,
reale come questa polvere?"

mercoledì 18 dicembre 2019

Sulla vita - Lev Tolstoj

"La mia vita è la mia vita,
con il mio anelito al bene, e non un'illustrazione."


Sto cercando di sopravvivere, non dare di matto, non lasciarmi andare. Ma non è facile. La vita scivola via e come unico conforto ho questo momento di riflessione.
Oggi, il balletto dello Schiaccianoci festeggia 127 anni dalla sua composizione.
Mentre scrivo, sento dentro di me scorrere le note del Valzer dei fiori.
Ormai ho elaborato una mia teoria sulla vita: bisogna ambire alla bellezza. Ricercarla.
L'elevazione del nostro spirito non può prescindere da una cura della persona, della mente, dell'ambiente in cui si vive.
Per questo quando posso leggo qualcosa di bello, ascolto musica lirica, vado alle mostre. Non sono un'esperta, ma tra i capolavori sento la mia anima rinascere.
Ho scelto questo trattato di Tolstoj perché in passato mi ha aiutato a sopportare la mia condizione.

"Il suicidio appare loro come l'unica via d'uscita dall'assurdità della vita umana del nostro tempo."

Non tutti sappiamo vivere. In un mondo come il nostro sta diventando veramente difficile; e per me la vita è solo un fastidio da risolvere.
Penso a quanto è successo oggi, qui in Italia: una donna ha perso il suo bimbo di cinque mesi, in ospedale. E' stata insultata; è una nigeriana, se non ricordo male, e le hanno detto: "Che piangi? Ne sfornate uno all'anno."
Ma si può toccare un punto più basso di così?

"Questo sentimento che risolve tutte le contraddizioni della vita umana e che dà all'uomo il maggior bene possibile, lo conoscono tutti gli uomini. Questo sentimento è l'amore."

Voglio concludere così, con la speranza.

martedì 17 dicembre 2019

Canto Di Natale - Charles Dickens

"Onorerò il Natale nel mio cuore,
e cercherò di conservarmi in questo stato d'animo per tutto l'anno."



Sto ascoltando la versione de "I Racconta Storie", di Un Canto di Natale.
Quando ero bambina questa storia mi faceva spavento.
Era contenuta nel fascicolo speciale Natale 1984; era la penultima traccia, sul lato b della cassettina. La saltavo sempre.
L'inizio mi paralizzava dalla paura.
Crescendo è diventata la mia storia di Natale.
Era il 1843 quando fu pubblicata per la prima volta, sconvolgendo, credo per sempre, il significato del Natale per noi malinconici.
L'edizione che ho fotografato, della casa editrice Rizzoli, è solo una delle tante che ho comprato negli anni. Purtroppo, dopo l'ultimo trasloco, non so più che fine abbiano fatto. Ma quando l'ho vista, illustrata da Lynch, non ho resistito.
Credo che ogni casa debba avere un'edizione di Dickens e dei suoi fantasmi!

Personalmente non ricordo di aver mai desiderato di "accumulare una grossa fortuna". O di aver trascurato gli altri in nome del denaro.
Però le mie Vigilie sono sempre state perseguitate dai fantasmi. Puoi quindi intuire: non giorni felici.
La vita va avanti ed è una cosa bella, positiva per alcuni versi. La gente dimentica e continua a vivere.
Ma per me è diverso. Io sono sempre ossessionata dai ricordi, dai "chissà come sarebbe andata se".
Ed è un modo di fare, logorante.
Non sono avida, non sono egoista come il vecchio Scrooge, ma sono terribilmente fredda e sola com'era lui.
La piccola me invece, aveva paura sia dei fantasmi sia della solitudine.
Ma ricordo perfettamente il sentimento di pietà che provava nei confronti di Scrooge.
Nella versione che ascoltavo, Scrooge dice allo Spirito del Futuro: "Di chi stanno parlando? E' terribile parlare in quel modo di un uomo morto!".
Riferendosi a degli uomini che lo Spirito gli mostra.
Allora, la me-bambina pensava: "Scrooge, con tutte le sue mancanze nei confronti del prossimo, ha mantenuto un certo decoro e rispetto nei confronti della Morte. Non è forse migliore di queste persone che lo giudicano?".
E così ne avevo timore e contemporaneamente pietà.
Che bimba stramba!

Buonanotte.

lunedì 16 dicembre 2019

Fine Corsa

Nessun posto è come casa mia...


Ciao Milano,
grazie per lo splendido tempo trascorso insieme. Peccato per  quello scippo sul finale. Fortunatamente solo tanto spavento e una bella scocciatura per rifare i documenti...tutti.
L'Agente che ha stilato la mia denuncia è stato molto gentile.
E siccome qualcuno lassù mi vuole bene, Persona ha scherzato con me.
Lo so non è molto, ma a me sembra il mondo intero.
È stato massacrante. Sento ancora le oscillazioni dei treni della metropolitana e di quello per tornare a casa. Non ho mangiato niente. Ho iniziato a leggere Murakami.
Spero solo che la mia vita migliori.
Questo furto di documenti magari è un segno, un voler cancellare tutto per ripartire da zero.
Voglio trovare un messaggio positivo in questa pagina del "mio libro".
Il vero dispiacere è aver perso delle foto che avevo riposto nella borsa: non torneranno mai più.
Ma suppongo che mi servirà anche questa esperienza. Non devo legarmi alle cose. Devo essere libera.

Ti ho scritto una lettera chilometrica che non leggerai mai.
Non ha alcun senso, lo so anch'io.
Ma è stato bello sentirti vicino.
Buonanotte 

domenica 15 dicembre 2019

Cedi la Strada agli Alberi - Franco Arminio

"Guarda.
Sei in un posto qualsiasi
e ti raggiunge un albero,
un muro, un viso."

Terzo libro: poesie, scelte perché un amico me le aveva consigliate.
Quanto poco mi conosce. Infatti, come ho spesso dichiarato, non sono portata per la poesia.
Ero in treno e mi chiedevo: "Ma devo leggerlo lentamente? Devo finirlo? Devo meditarci su?".
Effettivamente qualche nota sul mio libriccino personale l'ho scritta.
Arminio non è facile. Qualcuno potrebbe offendersi per ciò che dice. Ma mi sono molto immedesimata nel momento in cui dà un'anima al paesaggio, ad un oggetto, un corpo, un ramo.
E' quello che vivo continuamente quando sono in un luogo. Sento tutto, sento troppo.
Oggi è stato il mio ultimo giorno milanese.
Mi sono comportata da egoista, e ho vissuto le due ore e mezzo più belle della mia vita.
Sono stata ad una mostra. Avevo chiesto "referenze" a Persona. Me l'ha consigliata.
Non puoi immaginare quanto lo abbia sentito vicino.
C'è stato un momento, un solo istante irripetibile, durante il quale abbiamo avuto un contatto.
Avevamo visto le stesse cose, dalla stessa prospettiva; forse abbiamo provato la stessa sensazione.
Sono emotivamente distrutta.
Sento una morsa allo stomaco che non so spiegare, mi bruciano gli occhi e respingo le lacrime.
In questi giorni ho vissuto. Sono stata me stessa.
Ora tornerò ad essere quell'altra. E non sono sicura di resistere. Ma ci devo provare. Non ho molto da scegliere.
Questo spazio è l'unica cosa che mi faccia andare avanti.
Buonanotte Lector,
grazie per la tua presenza.

sabato 14 dicembre 2019

Cronaca di una Morte Annunciata - Gabriel García Márquez

"Angela Vicario era la più bella delle quattro, 
e mia madre diceva che era nata come le grandi regine della storia 
con il cordone ombelicale attorcigliato intorno al collo."

Secondo giorno milanese: sono distrutta! Troppi posti da vedere, troppo poco tempo. Mi sono resa conto di avere persone speciali da salutare, e sai quanto mi stupisca scoprire che ci sia qualcuno che provi una qualche forma di affezione verso la mia persona. Sento che piangerò quando andrò via. Ma ora non ci voglio pensare.

Voglio parlarti del secondo libro divorato sul treno. Questo fa parte della mia lista: "letture prima di morire".
Non me ne volere, sono sicura che tu sia un lettore-trice dai gusti raffinati e in possesso di capacità di giudizio migliori delle mie, ma temo che Márquez non mi piaccia.
E' il secondo libro che leggo. Mi piacciono le trame, ma mi perdo tra i mille nomi dei suoi personaggi.
Eppure con Tolkien non ho mai avuto queste difficoltà.
Forse non sono abbastanza concentrata.
Mi è piaciuto molto lo stile narrativo.
Mi sono sentita un giornalista che cercava di scoprire la verità, scandagliando le testimonianze, confrontando i racconti dei vari testimoni.
Devo leggere ancora un terzo libro di Márquez per capire se ne son degna.
Mi piacerebbe avere qualcuno con cui parlare di libri.
O meglio...qualcuno che mi parli di libri, al massimo posso ascoltare.
I miei sentimenti sono rozzi e infantili.
L'unica cosa che posso dire è che ho provato tantissima pena per Santiago Nasar.

p.s. Sono stata alla mostra Impressioni d'Oriente al Mudec.
Mi è piaciuta? Sì.
La consiglierei? Non credo.
Se le atmosfere giapponesi non sono di tuo interesse credo che non ti piacerebbe.
L'allestimento era però notevole. Con l'audio-guida riuscivi a seguire il filo di questa mostra molto particolare. Mi piace immaginare mondi diversi che si miscelano tra loro.
Ho imparato una parola nuova "giapponismo", e mi sono resa conto di quanto siano belli mondi diversi che comunicano tra loro.

venerdì 13 dicembre 2019

Milano

Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.
(Paulo Coelho)

Primo giorno a Milano.
Ha nevicato, ha piovuto, è uscito il sole.
Io ero felicissima!
Questa città si è impossessata di una parte del mio cuore.
Ho salutato molti amici: gli Omenoni, il Duomo, l'albero vicino al Duomo (che mi è stato amico quando non avevo amici), la casa di Manzoni, la Scala, Santa Maria delle Grazie, S. Ambrogio (of course!); sono andata anche a salutare l'Università, mi sembrava giusto.
E tanti piccoli angoli che ho riconosciuto come miei amici. E' pazzia vero?
E, come se tutto ciò non bastasse, mi ha scritto Persona.
Sono felice.
I prossimi giorni saranno movimentatissimi, ma voglio scrivere.
Un breve messaggio. Nulla di libresco, ma voglio che tu sia qui con me, ora, che sono serena, senza pesi che mi affliggano.
Sarà una parentesi ma mi sta facendo tanto bene.
Lo so di non meritarlo, e per questo motivo lo apprezzo ancora di più.
Ti confido un segreto: il giorno di Santa Lucia è molto triste, per me. Era il giorno in cui si festeggiava l'onomastico di Nonna. Lei non c'è più, ma il suo nome vive ancora in me. Ed io non ne sono degna, per nulla. Ho pensato a Bernard (il fratello di Pennac), il figlio preferito che portava questo peso da sostenere: rispondere alle aspettative degli altri. Io le ho miseramente fallite, ma oggi non ci penserò.
Cara Nonna, ovunque tu sia,
per una volta questo giorno avrà un profumo di serenità.

giovedì 12 dicembre 2019

Mio Fratello - Daniel Pennac

"C'è una cosa che la morte ha in comune con la vita:
devi farcela, costi quel che costi."


Lo so, è un orario insolito per un saluto ma in questo momento ho bisogno di condividere con te la mia felicità nel constatare quanto sia magnifica la tecnologia.
Ho fatto fare ottocento chilometri al mio computer, solo per poter scrivere questo post. Sto navigando sfruttando la connessione del telefonino e mi sento la nuova Eletta. Neo fatti da parte.
Sapevo per esperienza che il viaggio in treno sarebbe durato moltissimo.
Non sono un tipo socievole, mi vergogno della mia voce, della mia dizione, del mio aspetto.
Mi terrorizza pensare che qualcuno debba guardarmi per parlarmi.
E, inoltre, ho sempre paura di sbagliare una coniugazione o una concordatio.
In altre parole, consapevole di me stessa mi sono armata di libri e cuffiette, per evitare qualsiasi interazione umana. Ne ho letti tre, piccoli, veloci.
Il primo è stato scelto con il cuore. Ed è questo di Pennac.
E' un racconto che mi ha commosso. (Che figuraccia! Ero in treno e trattenevo le lacrime.)
Parla di uno dei suoi fratelli, il maggiore di cinque anni; quello che gli ha inculcato l'amore per la lettura, che non lo ha mai fatto sentire diverso, "scemo", solo perché a scuola non andava bene.
Parla di lui con nostalgia; si rende conto di quanto poco in realtà, lo conoscesse. Era una persona riservata, dolce, paziente. Non avrebbe mai appesantito la vita del fratellino, raccontandogli le sue pene.

"Non si lamentò mai di qualsivoglia deficit di amore coniugale - seppur, ai miei occhi, così flagrante negli ultimi anni della sua vita come se lo avessero abbandonato nudo nella neve."

Si può morire per amore? Credo di sì, soprattutto quando questo ci manca.
"Nudo nella neve", mio Dio quanta poesia, quanto dolore. L'amore ci mette a nudo, ma se non è ricambiato resta solo il freddo ed il silenzio.

Tanto per cambiare, ho avuto anche un pensiero per Persona; mi sono chiesta se avesse un modo suo, tutto suo di bere il caffè.
Pennac descrive i movimenti di Bernard e dice: "faceva esattamente quel gesto".
Quel movimento, quella musica con il cucchiaino e la tazzina.
Io non faccio nessuna musica.
Il caffè lo bevo amaro. Sono proprio una persona insignificante.

"I nostri ricordi sono sensazioni."
E' vero mio caro Amico francese,
ecco perché Persona è così presente nella mia grigia esistenza.
Oggi ci siamo scambiati due battute e si è sciolta un po' di quella neve che avvolge il mio povero cuore.

p.s. Ho finito Jane Eyre ieri notte.
Non volevo portarla in viaggio e non volevo lasciarla in sospeso per quattro giorni. Mentre il treno percorreva il suo lungo cammino, ho avuto modo di riflettere su questa storia. E non vedo l'ora di raccontarti le mie impressioni.




mercoledì 11 dicembre 2019

Shakespeare non l'ha mai fatto - Charles Bukowski

"...
la fortuna di conoscervi è come un sole che risplende sempre...
Il che era ed è vero."


Ciao, sei ancora lì?
E' bello vederti.
Oggi è una giornata cupa; sembra che debba nevicare da un momento all'altro.
Stranamente non ci sono ripercussioni sul mio umore. Sono molto serena. Ho ripreso Jane Eyre, forse l'avevo già scritto. Per alcuni versi mi sembra di leggere quello che dichiaro - (a chi? A me stessa!) - da mesi su Persona. Non l'ho ancora finito, ma immagino che la sua storia avrà un esito differente dalla mia, e ne sono felice.
Stavo ripensando a tutte le porte chiuse che non ho più guardato.
Forse ho sparpagliato la mia esistenza di errori. Forse non si deve essere sempre così drastici nelle decisioni.
Vedi, anche Bukowski era tra i miei "insopportabili".
Twitter era così pieno delle sue citazioni che alla fine mi era diventato antipatico. Poi però, in uno dei tanti girovagare senza meta in libreria mi imbatto in questo titolo.
"Otto euro...ma sì dai, proviamo, è stato scritto nel 1979!". *

Lo devo ammettere: sono stata una vera imbecille a non farlo prima.
Bukowski, che lo si ami o lo si odi, è originale. Non ce n'è un altro come lui!
E questo diario di viaggio l'ho trovato molto reale, molto coinvolgente. Non ci sono regole da rispettare. "Dimentica" perfino di appuntarsi i nomi dei luoghi e le date degli eventi, e odia viaggiare.
Chiaramente la formula "diario" aiuta a sentirsi vicini a chi scrive.
Le sue riflessioni ci accompagnano nell'intimità del suo pensiero.
Il Buk alterato dall'alcol è sempre presente, ma quando sbirci il mondo che lo circonda, un po' lo capisci. Intellettuali e ammiratori, i primi espertoni non si sa di cosa e con la puzza sotto il naso, i secondi ciecamente adulanti, non devono essere una compagnia facile da digerire.
E mi sembra di sentire il "tac tac" della sua vecchia macchina da scrivere, mentre su di essa riversa i suoi pensieri, le sue emozioni senza freni, senza impedimenti.

"La morte causava problemi solo a chi veniva lasciato qui, e aveva qualche tipo di rapporto con il deceduto, e i problemi aumentavano in proporzione alla ricchezza che il morto si lasciava alle spalle."

E dopo altre righe:

"Non voglio dire che cominciavo ad annoiarmi a starmene lì in piedi dentro alla cattedrale, ma le mie riflessioni erano terminate ed ero in preda al dopo-sbronza e al sonno (come sempre)."

Trovo questo tipo di contrasto affascinante.
Vero.
Non posso credere che la gente sia afflitta o concentrata su pensieri profondi ventiquattro ore al giorno.
Credo di più in questo sdoppiamento dell'essere, proprio di chi può raggiungere vette elevate e camminare sul fondo degli abissi.

* Mi rendo conto di scegliere i libri sulla base di meditazioni e ragionamenti arzigogolati.
Ma sono veramente da ricovero!!!

martedì 10 dicembre 2019

Poesie - Emily Dickinson

"Molta follia è divina saggezza -
all'occhio che discerne -
molto buon senso - la più cruda follia -
Ma la maggioranza in questo,
come in tutto, prevale -
Acconsenti - e sei savio -
Obietta - sei subito pericoloso -
e ti si affronta con una catena -"


Quante cose da dire, da ricordare in questo dieci dicembre!
Ricorre l'anniversario della morte di Pirandello, Grazia Deledda riceve il Nobel per la letteratura, nasce Emily Dickinson. (Spero non sia il caso di sottolineare che stiamo parlando di anni diversi!)
Ho scelto per evento. Sono da mesi assediata da una tristezza che non riesco a sconfiggere, qualunque cosa faccia, qualunque sia il pensiero che armi il mio spirito.
A volte raggi di sole oltrepassano le barricate, per questo ho scelto "la nascita".
Il dieci dicembre del 1830 ad Amherst (ho controllato mille volte, credo di averlo scritto bene), nasceva Emily Elizabeth Dickinson.
Benché nata in una famiglia benestante, la sua vita non deve essere stata molto felice. Donna, educazione rigida con forte presenza religiosa. In altre parole: libertà zero.
Chissà quale conforto deve aver provato nella poesia!
Le sue poesie hanno la bellezza della verità; usa parole semplici, che armonizza in modo inusuale e originale.
Tratta temi che spaziano dall'amore all'amicizia, dalla morte alla vita dopo la morte. Io che la poesia non la capisco, mi sento cullare da questa metrica.
Dalla sua biografia si apprende che abbia scelto di ritirarsi dalla vita sociale e di aver smesso di incontrare gente.
Solo con i più sinceri amici, continuava a mantenere un rapporto epistolare.
Cara Emily, ti capisco, credimi.
Penso che farei come te, se fossi più coraggiosa. Invece fingo, fingo tutto il tempo.
Offro di me quello che credo sia il meglio, ma all'interno c'è un lezzo di morte opprimente. Pensieri cupi e orribili. Che non posso confidare a nessuno.
Che potrebbe dirmi il malcapitato di turno?
"Dai, passerà!" "Vedrai che le cose cambieranno!" "Pensa che hai la tua famiglia."
Visto? So confortarmi da sola. Non serve asfissiare gli altri.
Tutti hanno dei problemi. Tutti sono insoddisfatti. Chi per un motivo, chi per un altro.

Quello che vedi è il libriccino che trovai al Mercatino milanese.
In questi giorni tornerò nel capoluogo (che parola antica!) lombardo e spero di trovare qualche altro gioiellino da portarmi via, come un talismano contro la tristezza.
Mancano quindici giorni al Natale. Agli "a te e famiglia". Spero di arrivarci con uno spirito meno Grinch.
(Wow! Quante speranze!)

"Che l'amore sia la sola cosa,
è la sola cosa che sappiamo dell'amore;
tanto basta, il carico dev'essere
proporzionato al solco."

Sereno martedì.



lunedì 9 dicembre 2019

La banalità del Male - Hannah Arendt

"Le azioni erano mostruose,
ma chi le faceva era pressoché normale,
né demoniaco né mostruoso."


E' morto Piero Terracina.
Liliana Segre ha dichiarato di sentirsi più sola.
Io mi sento sola e spaventata.
Al giorno d'oggi c'è chi nega che questi orrori siano accaduti. Ce ne sono tanti altri di cui non si parla.
Ogni guerra ha le sue vergogne da riparare: Italia, Bosnia, Armenia, Turchia, Russia.
Mi sono venuti in mente questi, in ordine sparso. Ma l'elenco è infinito. Ci sono morti violente in ogni stato, in ogni epoca. I nativi americani. Le streghe del XIV secolo. Le Crociate.
Non indagherò le ragioni di questo scempio.
Ma stamattina mi perseguita un pensiero: e se tutto scivolasse ancora una volta nell'oblio?
Non sei spaventato?
Non abbiamo un'educazione ad affrontare certi temi nel modo giusto. Oggi si dice agli insegnanti che devono "accattivarsi" l'attenzione dei ragazzi. Devono coinvolgerli. Devono incuriosirli. Ma certi temi non possono essere affrontati con leggerezza, con il sorriso. Certi orrori vanno spiegati, raccontati per quello che sono. E quando queste persone coraggiose come Piero Terracina e Liliana Segre non ci saranno più, come faremo a non dimenticare?
Questo è stato uno dei libri più difficili che abbia letto. Non per sintassi o per linguaggio. Ma perché racconta storicamente un processo pesante, il cui argomento è ancora oggi un tabù.
Esistono persone che parlano di revisionismo del fascismo, che sostengono che il pianeta Terra sia piatto. La situazione è drammatica. C'è poco da scherzare. Perché ciò accade?
Forse "democrazia" significa che tutti si possa dire sciocchezze senza freni?

Io introdurrei nelle scuole, un'ora di lettura senza giudizio. Solo per il gusto di leggere. Solo per il piacere di apprendere. Il pensiero delle persone va incoraggiato, alimentato. Non dico che si debba andare in una sola direzione, altrimenti cadremmo in una nuova e più subdola dittatura, ma bisogna dare gli strumenti alle persone per capire, per scorgere, per non dormire.
Bisogna essere vigili.
Il male è come un serpente; striscia silenziosamente, alla base del mondo.
Il male non è odore di zolfo ed effetti pirotecnici.
Il male indossa vestiti comuni e volti familiari.
Il male è banale...

domenica 8 dicembre 2019

Come Un Romanzo - Daniel Pennac

"Scusate, devo andare a leggere!"

Quanti libri bisogna aver letto di uno scrittore per poter dire se ci piace o no?
A volte ci penso. Ma non so darmi una risposta.
Inoltre sono così triste che non riesco a concentrarmi; ingurgito cioccolato sperando di spostare le mie energie sul senso di colpa.
Ieri la bilancia mi ha dato un peso che non mi aspettavo. Suppongo si sia sbagliata. Non credo di essere dimagrita. Sarebbe bello, ma non se ne accorgerebbe nessuno. Sto diventando invisibile anche a me stessa.
Per fortuna c'è Pennac! E' il mio porto sicuro. E' uno scrittore che mi piace molto, anche umanamente.
Se dovessi diventare un professore, vorrei essere come lui.
Non giudica, comprende. Ha affrontato tante difficoltà nella vita ed il successo ottenuto è frutto del merito!
Questo di oggi è un libro che parla di libri e di lettori.
Il tema, lo sai, mi è molto caro. Quando sono in questo stato devo concentrami sulle cose belle, che mi fanno stare bene.
Pennac mi fa stare bene. Mi aiuta.

"Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere".

Non che di vivere mi importi granché, ma non trovi che siano delle parole bellissime?
Questa settimana poi, che la mia passione per la lettura è miseramente naufragata con Jane Eyre, Pennac mi sembra proprio un grande conforto.

Leggi qui:

I DIRITTI IMPRESCINDIBILI DEL LETTORE

I. il diritto di non leggere
II. il diritto di saltare le pagine
III. il diritto di non finire un libro
IV. il diritto di rileggere
V. il diritto di leggere qualsiasi cosa
VI. il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
VII. il diritto di leggere ovunque
VIII. il diritto di spizzicare
IX. il diritto di leggere a voce alta
X. il diritto di tacere

Non ti senti meglio ora che ti sono stati elencati i tuoi diritti?

"Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo "amare" ... il verbo "sognare"..."

E' un amico da conoscere. Si legge in poche ore e lo si ama per tutta la vita.

Buona lettura.


sabato 7 dicembre 2019

D'un tratto nel folto del bosco - Amos Oz

"Forse perché la derisione è una forma di difesa per chi la usa,
contro il pericolo della solitudine?
Perché si deride in compagnia,
mentre chi suscita il riso resta immancabilmente da solo?"


Mammamia, quanti errori faccio mentre scrivo! Che vergogna! Quando me ne accorgo corro a correggere. Ma in cuor mio non faccio che rimproverarmi: "Ma come hai potuto sbagliare così?".
Decisamente io e le mie me stesse non abbiamo un buon rapporto. Ma di tanto in tanto, ci riappacifichiamo con un racconto.
Oggi voglio parlare di questo libriccino, piccino piccino, pieno di poesia.
La prosa l'hanno inventata per le persone sterili e ignoranti come me, e Amos Oz ha un modo dolce e semplice di scrivere, che arriva a toccare perfino una così.
Non sono stata lettrice.
Avevo la sensazione che ci fosse qualcuno a raccontare pagina per pagina, questa storia particolare di diversi che cercano un riscatto; di segreti ignoranti e di adulti che pensano di essere i custodi della verità.

"Quel che legava Maya e Mati non era amore, era piuttosto un segreto..."

I migliori sono i bambini. Il loro è un mondo puro, che purtroppo gli adulti contaminano. Cerco di crescere, senza diventare adulto. E ultimamente più che "barocca", mi sento una ragazza "brocca", femminile di "brocco". In altre parole: mi sento veramente stupida. Forse dovrei arrendermi. Dovrei vestirmi in modo "più consono alla mia età", anche se non so bene quale sia. Qualunque cosa, pur di non sentirmi ancora fuori posto.
Stasera c'è la prima della Scala. È Sant'Ambrogio e ho mille ricordi che mi punzecchiano da ogni parte. Per oggi mi fermo con le riflessioni. Ma cerco di fare ordine.
Oz, non perdertelo.

venerdì 6 dicembre 2019

Caino - José Saramago

"La storia degli uomini
è la storia dei loro fraintendimenti con dio, 
né lui capisce noi, né noi capiamo lui."


Sono sempre stata dalla parte di Abele.
Abele è la vittima. Non si può incolpare qualcuno di essere stato assassinato. Non c'è giustificazione all'omicidio.
Poi ti imbatti in Saramago e non dico che all'improvviso cambi tutte le tue convinzioni, però apri una finestra.
E da questa, entra un'aria nuova, diversa.
Saramago ha preso il peggiore e lo ha trasformato nel migliore. Dio diventa un ragazzino viziato e invidioso, che mette continuamente alla prova chi diceva di amare.
In altre parole ne esce fuori malissimo!
A me è piaciuto molto. E ho apprezzato il modo originale in cui è scritto. Ci sarebbe da aprire un capitolo sulla punteggiatura, ma non ne ho le competenze. Penso che leggerò altri lavori di questo grande e coraggioso scrittore portoghese.

"È anche possibile che il patto di alleanza che alcuni affermano esistere tra dio e gli uomini non contempli che due articoli, ossia, tu servi a noi, voi servite a me."

Dissacrante! Lo adoro.

Ti ho raccontato dei miei sforzi di costituire una nuova religione?
Ma lo sai che non è facile per niente?
Ho innalzato come divinità unica del mio personalissimo pantheon, Persona! Che tutto è, meno che di semplice comprensione. (Mai, mai, mai una cosa facile!)
Non appare come il Dio del Vecchio Testamento per dire cosa vuole e cosa non vuole che si faccia.
Allora ho stilato un elenco di domande da fargli, ammesso che ne abbia mai il coraggio o la giusta dose di follia, (ormai lo psichiatra si è rassegnato con me!) e chiaramente (chiaramente?!?), ho attinto alle religioni che conosco!
Ad esempio, un rituale sacro è composto da simboli - gesti - parole.
Ma a che servono? Ad attirare la benevolenza del dio? Ma quanta solitudine deve provare un dio, per avere bisogno di queste cose?
Persona, oggettivamente, polverizzerebbe tutti (nel caso in specie me, unica attuale adepta!).
Chissà se è pro o contro i sacrifici; sicuramente contro quelli degli animali.
Ma in alcuni casi, escludendo "figli, primogeniti, maschi e senza imperfezioni", qualche imbecille sull'ara lo metterebbe...e anch'io.
Devo continuare a studiare.