sabato 29 febbraio 2020

Elogio della Follia - Erasmo

"Il volto del folle è un libro aperto,
nel quale si legge ciò che ha nel cuore."


Perché questo libro oggi?
Perché avevo bisogno di una dedica. E siccome non me le fa nessuno, faccio da sola.
Forse è così che si dovrebbe fare quando si è soli: dedicarsi le canzoni, dedicarsi delle frasi, farsi piccoli regali, comprarsi dei fiori, ecc.
Da un lato si diventa più cinici; quello che vuoi, se economicamente te lo puoi permettere, te lo prendi. E alla fine non desideri più niente, non ti aspetti più niente. E dall'altro lato, se te li fanno è molto probabile che nessuno riesca più a indovinare i tuoi gusti, i tuoi "mi piacerebbe".
Allora, perché questo libro oggi?
Perché la protagonista è Follia, che si dedica un elogio e parla di se stessa, come nessuno prima di quel momento aveva fatto.
E il finale? Bellissimo! Ma non te lo anticipo.

La Follia è divina, non ha nulla a che vedere coi mortali. Il suo papà è il dio della Ricchezza. L'hanno cresciuta a pane e ignoranza.
Ha moltissimi amici; parla in modo diretto e dove c'è lei si respira allegria e spensieratezza.

"A tessere il mio elogio si perde il senso del tempo e della misura."

Ci sono momenti in cui penso di avere un legame di sangue con Follia.
Si spiegherebbero molte cose. Primo fra tutti: gli amici immaginari. A seguire, le vocine.
Vocine che recentemente si sono pericolosamente coalizzate per soffocare l'unica razionale, quella fuori dal coro, che tentava di mantenere una parvenza di serietà e di dignità.

"Due sono le giustificazioni che egli adduce: la giovinezza, che è mia fedele compagna, e le ignoranze, al plurale, per indicare quante sono state le sciocchezze commesse per merito della Follia."

Se fosse qui davanti a me, immagino che sarebbe fiera del mio operato.
Prima o poi tornerò in me.
Ma in attesa di quel viaggio, mi godo questo: senza meta, senza senso.
Il mio bagaglio solo troppo amore.

venerdì 28 febbraio 2020

Sciupata

- Dobbiamo parlare.
- Ah sì, e di cosa?
- Di noi.
- Beh, non c'è niente da dire allora: non esiste un "noi".


Immagino che potrebbe andare così.
Quindi devo starmene buona?
Come se fossi capace di farlo.
Ho sviluppato questa forma di dipendenza e non so come uscirne.
Ha ragione Amica, dovrei bloccarmi.
Non ho più un pizzico di orgoglio.


Ma poi cos'è l'orgoglio?

Cito il Vocabolario Treccani: (treccani.it/vocabolario/orgoglio/)

orgóglio s. m. [dal franco *urgoli, ted. ant. urgol «notevole»; cfr. rigoglio].
 – 1. Stima eccessiva di sé; 
esagerato sentimento della propria dignità,
dei proprî meriti,
della propria posizione o condizione sociale,
per cui ci si considera superiori agli altri.

Diciamoci la verità: non ha nessuna connessione con l'amore.
Mi sento più tranquilla. Forse non farò idiozie nei prossimi giorni.
Forse mi passerà questa follia, questo sdoppiamento di personalità che diventa sempre più prepotente, sempre più forte, sempre più frequente.

Oggi è stata una giornata migliore di quella di ieri.
Il cervello ha collaborato e per tante ore.
Spero di dormire stanotte.
Ne ho bisogno.
Il mio aspetto è peggiorato, già più del solito.
Lo hai notato anche tu? Non c'è mai fine al peggio. Anche nel caso del deterioramento fisico.
In questo periodo, tutti quelli che mi rivedono dopo tempo, magari anche solo di sfuggita, non possono fare a meno di dire che mi sono "sciupata".

Quando era una parola pronunciata da Nonna aveva un suono dolcissimo.
Adesso mi sembra ostile.
Mi fa sentire "rotta", da buttare via.

È un vero peccato che non ci si possa prendere una pausa da se stessi.
Ogni dieci anni di vita uno doveva poter scegliere se continuare o fermarsi per un periodo, più o meno breve.
Tipo ibernazione.

Invece niente.
Si continua a sentire tutto indistintamente, sempre e continuamente.

Stasera sono più lunatica del solito.
E allora... Moonchild 


giovedì 27 febbraio 2020

Lettera al Padre - Franz Kafka

“Talvolta immagino di poter aprire davanti a me
la carta terrestre e di stendertici sopra.
Mi pare allora
che per la mia vita si possano prendere in considerazione
solo quei territori che né copri col tuo corpo né sono comunque alla tua portata.
E data l’idea che mi son fatto della tua grandezza,
questi territori non sono molti né molto confortanti.”


Siccome oggi è stata una giornata bellissima, e lo dico con sarcasmo, mi sono detta: "Dai cosa puoi fare per peggiorare il tuo attuale stato emotivo? Leggi!".
Peccato soltanto che tra influenza, cuore spezzato, vita schifosa, aspettative inesistenti, quella che mi sono scelta non è stata una lettura facile.
Mi sono imposta di non pensare.
Hai notato quanto parli il nostro cervello quando non vogliamo ascoltarlo?
Ho scelto una lettura breve, poche pagine.
Kafka è uno scrittore di un altro livello.
Bisognerebbe ricostruire un nuovo lessico critico solo per parlare di lui.
Ha un modo di scrivere fluido, semplice.
Ma i temi che tratta sono sempre complessi e scavano le profondità dell'animo umano.
Lo abbiamo già visto nel capolavoro La Metamorfosi, che devi aver letto per forza! (Momento auto celebrativo: la Metamorfosi.)

Questa volta però niente sovrastrutture.
Scrive e racconta quello che a me è parsa una critica durissima contro il sistema famiglia, e forse contro la società intera.

"Non è mica necessario levarsi in volo fino al sole,
basta strisciare fino a un posticino pulito sulla terra
dove ogni tanto il sole faccia la sua comparsa
e ci si possa riscaldare un po’.”

Ecco, questo è quello che pensavo di Persona.
Pensavo che mi sarebbe bastato un po' di lui ogni tanto.
Quanto sbagliavo.
Tutto ciò è tossico. Mi sento un po' meglio solo quando sono qui. 

Non si può pretendere che gli altri ci amino, lo so anch'io.
Quello che non so è come fare a non soffrire. Come comportarmi per non sembrare asfissiante.
La giornata va bene solo se lo sento. E lo sento solo se prendo l'iniziativa.
E se l'iniziativa è sempre la mia, va da sé che a lui non importi nulla, ma proprio nulla di me.
E sto pensando ad un sentimento di amicizia, simpatia, scherzo. Mica d'amore!

Può essere mai che questa mia eterna fame di sentimenti, rivolta a chi non sarà mai mio, possa dipendere dalla mancanza per tanti anni di un rapporto con mio padre?
Non è stata colpa di nessuno. Lavorava all'estero.
Ma io mi sento invisibile ancora oggi.
So che la mia famiglia mi vuole bene, ma le loro personalità sono così forti, così belle, intelligenti che io al confronto scompaio. Non sono nessuno.
Ogni mia parola cade nel vuoto. Ogni mio intervento è inascoltato e alla fine non lo completo mai.
Non mi ascolta nessuno.
Sono un essere inutile per tutti.
Come potrebbe amarmi qualcuno proveniente da un altro mondo, se quelli del mio stesso non vedono niente in me?

La lettera che scrive Kafka al padre mi ha colpito molto.
Ho sentito uno strappo del cuore.
Ma sai, il mio stava già messo male.
La frattura era inevitabile.

Spero che almeno Franz, pur non avendolo scritto, abbia trovato serenità e soddisfazione dalla vita.




mercoledì 26 febbraio 2020

La Prosivendola - Daniel Pennac

"La vita non è un romanzo,
lo so...lo so.
Ma solo lo spirito del romanzo può renderla vivibile."


È stato il mio primo Pennac.
Me ne sono innamorata follemente. E da quel giorno Pennac è entrato nella mia libreria. Si alterna periodicamente ad altri autori. Come un buon amico che si incontra di tanto in tanto, per prendere fiato, per ricaricarsi dalla vita di tutti i giorni.
Avvincente, travolgente. Con colpi di scena.
Un libro che in parte parla di libri. Di intrecci editoriali. Di storie vere.
Un libro che parla d'amore.
Un amore al quale mi ero appassionata.
Ad un certo punto non riuscivo ad andare avanti. C'è un momento del racconto che mi ha bloccato. Non potevo crederci. Ma come era successo?
L'autore era impazzito? Avevano sbagliato a stampare il mio volume? Come in "Se una notte d'inverno un viaggiatore"?

Due giorni di buio. Due giorni a fissare una copertina e non avere il coraggio di continuare la lettura.
Ma poi ho voluto credere nel miracolo, nella bellezza, nel racconto e...
sono arrivata al finale di un libro che ho semplicemente amato, dalla prima all'ultima parola.

"La famiglia? La famiglia Malaussène? Meglio non parlarne, della famiglia! Una tribù di rompicoglioni mezzi arabi, sempre tra i piedi dal mattino alla sera, simpatica la famiglia Malaussène!"

Una volta che entri in questa famiglia non ne esci più. Ti circolano nel sangue come globuli rossi, ti senti appartenere ad un disegno invisibile che collega il lettore al mondo dei libri.
Ed è un posto che permea la nostra vita anche quando pensi che sia finita perché hai riposto il libro nella tua libreria.

"Lo sai che finirai per farmi ingelosire? 
-Te, io ti amerò fino alla fine dei miei giorni. 
-Accontentati di amarmi ogni giorno.“

A questo punto mi viene da dire:
Se qualcuno riesce a immaginare questi sentimenti, vuol dire che esistono. 
Perché si sa "la verità supera la fantasia". Ma allora perché a me non capitano mai?

"Quando la vita è appesa ad un filo, è incredibile il prezzo del filo!“


Cercherò di migliorare la mia vita.
Ma non ti nascondo la difficoltà di arrivare alla fine della giornata con tutte le noie da sopportare.
Sono stanca di amare chi non mi ama.
Di combattere per un lavoro che lascia solo amarezza.
Ma non mi arrendo. 

Buonanotte Lector.
Il lieto fine esiste, io ci credo. Tu?

p.s. Scrivo spesso che i libri sono miei amici. Che li amo.
Forse è l'unico amore che il Destino abbia in serbo per me. 

martedì 25 febbraio 2020

Si può morire per amore.

-“Si può impazzire d'amore? Si può morire d'amore?
-"Tanto, tanto amore, tanta tanta luce, tanto sole”
(Storia di una Capinera)

Alla fine, sono riuscita a dare una risposta a questa domanda che mi ha oppresso per anni.
Sì, si può morire per amore.
Il mio cuore non è solo spezzato, è calpestato, ammutolito, distrutto.
E la mia salute mentale non è da meno.
Sono entrambi compromessi questa volta, allo stesso modo: mente e cuore.
Sono in una oscurità accecante.

lunedì 24 febbraio 2020

Le Verità fa Male, ma è necessaria.

Sono triste.
Non mi vergogno a dirlo.
Siamo alle solite, e quindi in realtà dovrei provare vergogna per me stessa.
Perché sono in una situazione imbarazzante e mi odio per questo.

Mi viene da piangere. Ma non escono più nemmeno le lacrime.
Non si può stare così per qualcuno che non ci fa capire se per lui esistiamo o siamo interessanti come i parassiti sulle rose.

Ieri ero in orbita.
Stamattina mi sembrava un miracolo.
Stasera è successa una cosa stranissima.
C'è qualcosa di diverso, ma non si va mai oltre.
Sto fissando come sempre la stessa pagina.
E non posso fare a meno di chiedermi perché?

Perché non ti vengo mai in mente?
Perché sei diventato il mio cielo e il mio ossigeno, e per te non sono niente.
Invece di startene per i fatti tuoi, perché non mi scegli mai?
Perché io vedo solo te e nessun altro?


Ore 23.21
E se fosse solo una questione di coraggio?


domenica 23 febbraio 2020

La Bibbia - Johannes Gutenberg

Nel 1455 fu stampato per la prima volta un libro, così come noi lo conosciamo.
Un libro con pagine rilegate, che potevano essere duplicate in modo veloce e quindi potevano essere diffuse.
Un'invenzione che oggi ci sembra così semplice, così quotidiana che quasi è diventata uno sfondo sulla vita di tante persone, che ha in realtà dato vita al cosiddetto uomo moderno. Uomo che è diventata moderno grazie ai libri, più di quanto abbia fatto la scoperta del continente americano. Quindi bisogna ricordare questo che è un momento storico fondamentale per l'intera umanità.

La missione non fu semplice, infatti richiese un impegno economico non da poco ed un lavoro di circa tre anni.
L'innovazione, l'intuizione geniale di Gutenberg, fu introdurre l'utilizzo di caratteri mobili. In un primo momento si stamparono calendari e grammatiche. Ma la vera impresa, che segnerà e cambierà la storia, fu riuscire a riprodurre un'opera voluminosa e complicata come la Bibbia. Tutti noi abbiamo a mente l'immagine delle pagine in cui il testo era diviso su due colonne. Ogni colonna era formata da 42 righe. E la Bibbia di Gutenberg divenne popolare con il nome "Bibbia delle 42 righe".

È una di quelle informazioni apprese a scuola che non dimenticheremo mai, come "la Mesopotamia, terra tra i due fiumi, Tigri ed Eufrate".

Gli anni di scuola sono meravigliosi. Forse andrebbero rivoluzionati i programmi, ma credo sia il periodo più importante di una bambino. Per me sono stati anni felici, almeno i primi.

In un certo senso, oggi, cinquecentosessantacinque anni fa, nasceva uno dei miei migliori amici e credo, prendeva il via la possibilità di istruire e alimentare le conoscenze di tutto il mondo.
Penso sia una data importante da celebrare.
Quante cose sono cambiate da quel lontanissimo 23 febbraio.
Sono state scritte tante parole, ricreate immagini bellissime.
Dato forma e colori a sentimenti più diversi.
Sono nati personaggi, storie che ci hanno cambiato la vita.

Buon compleanno a tutti, ma proprio a tutti i libri.

Concludo con alcune parole tratte da uno dei libri, che appunto la Bibbia, raccoglie:


Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi

1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.


2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

4 La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
6 non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
9 La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
11 Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

L'Arte di Ottenere Ragione - Arthur Schopenhauer

"Chi insegna una certa cosa non la conosce a fondo
perché a chi la studia realmente a fondo non rimane il tempo per insegnare."

Sabato 22 Febbraio è stato lunghissimo.
Non mi importa se dopo la mezzanotte siamo già nel ventitré!
Nel 1788 nasceva il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. E anche se era misantropo voglio dedicargli un pensiero, per sottolineare a modo mio la distanza tra amare e odiare.
Capisco che sia difficile simpatizzare per l'umanità, ma l'odio è un sentimento che non mi spiego e non condivido.

A differenza mia, era uno che ci capiva di pensieri e parole. E in questo trattato si evince tutta l'importanza del saper usare le parole. Se lo rileggessi venti volte, per venti volte mi ritroverei a pensare che non potrei mai avere ragione in un dibattito, pur applicandomi tenacemente.
Schopenhauer trova invece 38 modi per avere ragione. Li ho amati tutti. Dal confondere al dissimulare, c'è da perdere i sensi su come si possa rimbambire qualcuno a suon di parole.
Ma la mia preferita, resta la proposta n. 36: Sproloquiare!
In altre parole: stendere l'avversario a colpi di sproloqui privi di senso.
Anche la 38 non è da sottovalutare:Argumentum ad personam!
Cioè: come risultare vincenti, diventando offensivi e gretti nei confronti dell'altro.

Credo sia nota a tutti la visione pessimistica che aveva del mondo, l'amico Schopenhauer.
Secondo Arturo i desideri umani, siano questi di carattere fisico o spirituale, una volta assecondati perdono piacere.
Non ci portano alla felicità. E la felicità non sarà mai veramente raggiunta da nessuno. Siamo nati per soffrire. Quindi tanto vale risparmiare energie e restare sereni senza desiderare niente e nessuno.

Stando così le cose, sono fortunata a provare un sentimento non ricambiato.
Perché se fosse ricambiato smetterebbe di portarmi gioia, quindi non sarei felice.
Allo stato attuale invece, resto infelice, ma almeno posso cullare l'idea di come potrei essere felice se lui mi amasse.

...
Il pensatore era Schopy ma...a me sembra una idiozia!
Caro il mio Schopenhauer,
se ti fossi lasciato andare all'amore vero avresti compreso quanta pienezza e soddisfazione fisica e mentale si possa trarre dal sentirsi parte del pensiero di un altro.
Quanto meravigliosa sia la vita se la si affronta con la consapevolezza che qualcuno tenga a noi.
Tante cose si possono dire dell'amore, tranne che non esista e che sia inutile.



venerdì 21 febbraio 2020

Coronavirus - COVID19

Per carità, in un modo o nell'altro tutti dobbiamo morire.
Ma questa sensazione di impotenza inizia a diventare molto forte.
Ho sentito parlare di tante malattie in questi anni.
Ma questo virus sembra trasmettersi molto velocemente.

E se dovessi morire ora?
Mammamia che brutto!
Sostanzialmente ho messo in stand-by troppe cose e me ne rendo conto solo ora.
Mi viene da pensare che per esempio, non bacerò mai più qualcuno... Ah no, quello anche se vivessi.
Non avrei una casa mia da arredare.
Un cane da accudire.
I miei genitori da abbracciare.
Non potrei più mandare messaggi cretini a mia cugina e non potrei più ascoltare i vocali di Amica.
Non potrei più prendere il caffè con mio fratello e fare battute con mio padre.
Non ascolterei più i racconti di Mamma.
Non leggerei più le ragazze di Twitter.
Non potrei più sospirare per i non-messaggi di Persona.
Non guarderei più le foto di Ig, e ci sono alcuni utenti che hanno un modo di esprimersi attraverso le immagini che ammiro molto.
Non potrei più bere una birra con Syl e Polpo.
Immy non potrebbe più parlare con i suoi amichetti.
Non potrei più giocare e stringere forte i miei nipotini.
Niente più balli o compiti con PiccoloPrincipe.
Niente più guerre Pupine con PiccoloGuerriero.

Il mio è un microscopico e insignificante mondo.
Pregno solo d'amore.
Se morissi ora, non vedrei più nessuna di queste persone.
Questo è un pensiero molto triste.

Spero che questa emergenza rientri presto.
Che la gente guarisca e si ritorni ad una vita normale.
Un abbraccio alle famiglie di quelli che non ci sono più, e di quelle persone che combattono.
Forza!

giovedì 20 febbraio 2020

Ciao Max

E mentre pensavo alle mie idiozie solite ho scoperto che Max Conteddu (istintomaximo sul Twitter), non c'è più.
In questo momento sono veramente senza parole.
O forse il contrario, sono così tante che non so come metterle in ordine.

Quando mi sono iscritta la prima volta su Twitter, ero solo una Elondor qualunque. Ma lui era di quelle persone gentili, che rispondono sempre, senza guardare al numero di followers che uno ha.
Amava la vita e l'amore.
Aveva un modo di scrivere schietto. Diretto. Semplice. Vero.

Spesso si dice "sono solo account".
E invece dietro foto di qualsiasi tipo si celano persone con un cuore ed una mente.
Nel piccolo cerco di essere sempre educata, di non farmi sopraffare dai sentimenti, e credo di aver fatto bene.
Mi sono affezionata a molte persone.
Di una sono follemente innamorata. Con alcuni ho un'amicizia sincera, bella, che va oltre lo schermo.

La vita è un soffio. E anche se ora sono profondamente in imbarazzo, sono felice di aver seguito il mio cuore e di aver detto a Persona quanto mi faccia bene la sua presenza.
Non so dire se abbia capito o finto di non capire, il che è la stessa cosa.
Ma è stato gentile perché non mi ha allontanato e non mi ha insultato.
Chiaramente non devo farlo più.

Però Max aveva ragione: se vuoi bene a qualcuno devi dirglielo. La vita per quanto complicata bisogna amarla.

"L'amore è la forza più potente del mondo.
Chi più chi meno, ne siamo circondati.
Imparate da lui la forza.
Dall'amore c'è sempre da imparare."


Ciao Max.

Le Affinità Elettive - Goethe

"Siamo persone strane, 
al solo pensiero di poter allontanare da noi quello che ci preoccupa,
ecco che crediamo di aver sistemato tutto."

Ho impiegato un po' di tempo per finirlo.
Come ripeto spesso da ormai due mesi, le mie capacità di concentrazione sono pessime. Sono irriconoscibile. 
Ma sono felice di aver finalmente concluso un libro che faceva parte di quella lista che mi avvicina sempre di più alla morte.

L'ho intitolata: libri da leggere prima di morire.
Il prossimo sarà Delitto e Castigo.
Ma me la prenderò con molta calma.
Sto mantenendo fede al proposito di un libro a settimana, quindi sono soddisfatta così.

Ma torniamo a Goethe. Come avrai notato, la mia copia è della collana Passepartout. Questa collana ha una caratteristica: individua dieci parole chiave per interpretare, spiegare...aprire il romanzo di turno. E devo dire che questa volta la spiegazione iniziale ha spogliato di ogni fascino un romanzo che ai miei occhi inesperti, non allenati, sarebbe sembrato celestiale. Non ha tolto nulla alla narrazione. Ma sono di quelle persone che non ama le spiegazioni, a meno che non si tratti di capire fenomeni fisici e atteggiamenti sociali. Anche nei film pretendo una logica, ma nei libri no.
Mi piace galleggiare tra le pagine di un bel romanzo come se fossi cullata dalle onde, come se fossi semplicemente addormentata.

Come mio solito non racconterò la trama, per paura di rovinare il gusto della letteratura a chi magari è abbastanza pazzo da sfogliare questo blog, e un po' perché il mondo è pieno di riassunti.
Non è mia intenzione scimmiottare il mondo altrui.
Una cosa però la posso anticipare, la spiegazione del titolo stesso.
In chimica, l'espressione "affinità elettive"  indica il modo di operare delle sostanze in presenza di una diminuzione di energia nel sistema.
In altre parole due elementi si combinano tra loro spontaneamente, generando una reazione, purché siano compatibili da un punto di vista energetico.

Goethe, e qui il genio, trasporta questa legge chimica nel mondo dei sentimenti. E si chiede, e ci chiede: cosa succederebbe se nel rapporto tra due persone in equilibrio, serene e innamorate, introduciamo una terza persona? Sarà questa più affine? E poi, cosa ancora potrebbe cambiare se arrivasse una quarta persona?
Ecco lo scoprirai solo leggendo il libro. Io non te lo dico.

Ma ti ricordo le parole usate dallo stesso Goethe per spiegare questo fenomeno:

"Noi definiamo affini quelle nature che nell'incontrarsi si accostano in fretta e si condizionano scambievolmente.
Negli alcali e negli acidi che, nonostante siano contrapposti, e forse appunto per questo si cercano e si afferrano in modo più deciso, si modificano e insieme formano un corpo nuovo, l'affinità è abbastanza evidente." 

Ed ecco nelle parti finali, la parte a me dedicata...
Dai, ormai lo avrai capito: cerco Persona in ogni pagina di libro 

"Lontano dall'oggetto amato sembriamo diventare tanto più padroni di noi stessi quanto più impetuosa è la nostra attenzione, poiché volgiamo verso l'interno l'intera forza della passione che si estendeva verso l'esterno: ma quanto in fretta, quanto rapidamente siamo distolti da tale illusione quando colui al quale credevamo di poter rinunciare ci sta di nuovo all'improvviso davanti agli occhi, quasi fosse un essere indispensabile." 

mercoledì 19 febbraio 2020

Numero Zero - Umberto Eco

“Lascia parlare il tuo cuore,
interroga i volti, non ascoltare le lingue...”


Quattro anni fa moriva Umberto Eco.
Poteva piacere o meno; si poteva essere d'accordo o non d'accordo col suo pensiero, ma era un intellettuale di grande cultura. E in questo periodo se ne sente la mancanza nel nostro Paese!

Lo voglio ricordare con questo romanzo che ha una caratteristica che mi piace tanto: le parti reali del racconto, vengono viste con gli occhi dei vari personaggi. In questo modo anche un dato storico viene distorto. Alla fine non si capisce niente. E io adoro il caos!
"Sono un agente del caos!" - (Citazione in onore di Persona.)

"Quando si vive coltivando speranze impossibili si è già un perdente."
Ecco, questa citazione invece è tutta per me. 

Sono passata solo per un saluto. L'influenza mi sta facendo compagnia e ho bisogno di dormire.
Domani cerco di arricchire questo post.
Sono le 23.05 - Buonanotte.

martedì 18 febbraio 2020

Omnia Vincit Amor

"Se non sei abbastanza coraggioso, lascia stare l’amore."

Non so chi l'abbia detto, ma aveva ragione.
Oggi mi sono lasciata andare, ho spento la razio. Ho chiuso gli occhi e mi sono abbandonata all'amore.
Tu non mi hai rifiutato.
Non so dire se abbia teso le braccia per non lasciarmi cadere, ma so che c'eri ed è stato bello, bellissimo.
Tutto ciò non ha senso. Ma io mi sento viva. E non mi succedeva di sentirmi così da secoli.

p.s. Quando scrivono: "Se ami devi dirglielo"  sono pazzi, ma credo abbiano ragione.
Si vive una volta sola, e per me è fin troppo faticoso.
Ma mi sento meno stupida oggi che ho seguito il cuore, che tutta una vita che mi sono trattenuta.
Non desidero niente, non chiedo niente.
Voglio solo che si sappia, che non si perda, che non sia inutile.
Altrimenti riprendetevi questo mio sentire che così tanto mi fa soffrire.

lunedì 17 febbraio 2020

Era un giorno qualsiasi, poi sei arrivato tu.

“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro,
dalle tre io comincerò a essere felice.”


Oggi è successa una cosa fuori dall'ordinario.
Non posso fare a meno di registrarla qui.
Intorno alle quattro del pomeriggio, il mio Duomosemplice preferito mi ha scritto un messaggio.
Il contenuto non ha importanza. È come un "ciao" scambiato quando si incrocia un vicino nel portone.
Ma come mi sono sentita, quello sì è importante.
Non riuscivo a scrivere: le mani erano ghiacciate e sudate.
Il cuore a mille e ridevo. Ridevo, ridevo, ridevo.
Sostanzialmente è come essere eternamente ubriaca.
E non ti dico le difficoltà, dopo, per trovare una briciola di concentrazione.
Mi sono venute in mente le parole della Volpicina al Piccolo Principe.
Ma immagini quanto sarebbe bello se lo facesse ogni giorno, alla stessa ora?
Io sarei felice dalle due, dall'una...ma che dico? Sarei felice da tipo "per sempre".
Mi sento tanto simile alla piccola Volpe, ma il mio Principe non vuole saperne di me. Ed io invece continuo a struggermi per lui. Come si smette di amare?

“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.”

E mentre scrivo questo mio sentire, penso anche ad un'altra cosa.
Il lapsus lo ha descritto benissimo. 
Quando guardavo il Duomo mi veniva sempre in mente lui.
Lo puoi guardare mille volte e mille volte troverai qualcosa che ti colpisce.
Non saprai mai cosa racchiude, a meno che non ti lasci entrare.
E la cosa non è facile.
Controlli di sicurezza, file.
Quando finalmente sei all'interno, non puoi esplorare tutto liberamente. 
Ti è concesso solo un piccolo spazio per la preghiera. Ed è una zona timida, spoglia, ma bellissima.
A quella più ampia e ricca, si accede solo col biglietto.

Eppure, paradossalmente, la parte ricca è in pasto a chiunque. 
Invece la parte spoglia è più intima, raccolta, silenziosa.
Nelle mie vene la sento ancora presente.

Infine c'è una caratteristica sua, solo sua, del Duomo intendo: puoi camminare sul suo tetto. 
Ed è un'esperienza a metà tra lo stupore e la vertigine.
Sembra che non ti possa toccare nulla lì.

Quando c'è Persona mi sento così: in alto, dove niente può toccarmi e farmi del male, in uno scrigno prezioso, che si apre solo a pochi.

Lo amo. 

domenica 16 febbraio 2020

Saggio Critico - Giosue Carducci

Saggio Critico
(ad uso degli studenti e delle persone colte)

Centotredici anni fa moriva uno dei padri della nostra letteratura moderna, nonché primo italiano ad ottenere l'ambito Premio Nobel per la Letteratura. Questa la motivazione: «non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica».

E con Carducci si torna immediatamente tra i banchi di scuola.
È come se una mano invisibile mi riportasse proprio a quei giorni.
A quel "L'albero a cui tendevi la pargoletta mano il verde melograno Da' bei vermigli fior" .

Poi è stata la volta di Fiorello che cantava "La nebbia agli irti colli piovigginando sale". E non conosco qualcuno che non sappia come continua.

Il poeta italiano degli italiani.
Quando era senatore, nel 1890, sostenne gli insegnanti e unico credo, nella storia del nostro Paese, lottò affinché la scuola avesse un ruolo da protagonista nella società italiana.
Oggi invece, vogliono che gli insegnanti con stipendi ridicoli, si spostino da una parte all'altra del Paese, trattino i ragazzi come se fossero numeri contabili di un'azienda e che le valutazioni vengano fatte con le emoji. Meraviglioso.
Vorrei suggerire per il futuro di:
- introdurre come materia di studio "trash e programmi domenicali" al posto della letteratura italiana;
- eliminare i testi di studio e usare solo internet;
- niente compiti a casa, ma postare una foto su Ig ogni giorno.

Immagino tutto il genio italiano ribaltarsi nella dimora dell'ultimo riposo.

"Ma la storia è quel che è: volerla rifare noi a nostro senno, voler riveder noi come un tema scolastico il gran libro dei secoli e inscrivervi sopra con cipiglio di maestri le correzioni, e, peggio ancora, concellar con un frego di penna le pagine che non ci gustano... tutto ciò è arbitrario o ginnastica d'ingegno, ma non è il vero anzi è il contrario. La storia è quel che è..."

Spesso leggo commenti del tipo: "Ma non è vero che solo gli studi umanistici aprano (non è vero, ho letto "aprono") la mente!".
No? Io credo che ci voglia più umiltà.
I pensatori vengono tutti da un ramo. 
Bisogna ammetterlo e riconoscere i propri limiti.
Le dita di una mano sono tutte diverse.
Questo non significa che qualcuno sia migliore o peggiore.
Ma bisogna riconoscere che quello che sa fare il pollice non lo potrà mai fare il mignolo.

"Chi riesce a dire con venti parole ciò che può essere detto in dieci, è capace pure di tutte le altre cattiverie."

p.s. Giosue, non Giosuè, perché pare che il poeta preferisse la grafia senza accento.
E chi sono io per fare una cosa che non avrebbe gradito?

sabato 15 febbraio 2020

Il Libro della Giungla - Rudyard Kipling

“Buona caccia a tutti quelli che
rispettano la Legge della Giungla.”

Ho trascorso gli ultimi due giorni in compagnia di due bambini. E mi sono chiesta se non fosse il momento giusto per mostrare il mio futuro progetto: la collana della bellissima edizione Ippocampo di alcuni dei romanzi considerati classici della letteratura per ragazzi. Sono cinque volumi per ora:
- Il giardino segreto
- Il libro della giungla
- Alice nel Paese delle Meraviglie
- Pinocchio
- La Bella e la Bestia.

Non vedo l'ora che arrivino tutti in libreria. 
 
Al momento ho acquistato i primi due dell'elenco. Sto aspettando l'arrivo di Alice. E poi, quasi sicuramente comprerò online gli ultimi due. Sono meravigliosi. Meritano uno spazio speciale nella mia libreria. Lo so, un libro non si giudica dalla sua copertina. Ma questi sono semplicemente dei piccoli capolavori. E guardando queste immagini penso che nessuno potrà darmi torto. L'immaginazione è una dote da curare, alimentare. E credo sia un modo piacevole per farlo. È come un linguaggio nuovo da scoprire, da decifrare. Sento il mio spirito rallegrarsi, mentre sfoglio le pagine di questo libro e rivivo le avventure del piccolo Mowgli.

“Vi lascerò per tornare dalla mia gente, se quella è la mia gente. La Giungla mi è preclusa e devo dimenticare il vostro linguaggio e la vostra compagnia; ma sarò più generoso di voi. Poiché sono stato vostro fratello in tutto fuorché nel sangue, vi prometto che quando sarò uomo tra gli uomini non vi tradirò presso gli uomini come voi avete tradito me.”

Sono sicura che tutti abbiamo in testa la versione del Libro della Giungla di Walt Disney. Perché le immagini hanno un potere straordinario. Sono usate anche come mediatori didattici, in altre parole: ci aiutano ad imparare (a volte ad insegnare).
Il Libro comprende una serie di racconti che hanno come protagonisti animali antropizzati e un cucciolo di uomo, Mowgli, che viene allevato da un branco di lupi.

Le terre descritte, i profumi e i colori di questi racconti ci riportano in India.
L'India coloniale dell'Ottocento, nelle cui strade si riversavano uomini e circolavano idee provenienti da tutto il mondo.

Ogni personaggio del Libro incarna pregi e difetti della società.
Ci sono regole da rispettare per vivere in comunità.
E a volte anche ciò che sembra diverso può trovare il segreto della convivenza.


Alcuni parlano di "morale per tipi". Nel senso che ogni personaggio incarna, letteralmente, un tipo di atteggiamento morale.
Sembra che Kipling si sia ispirato alla scuola degli Scout per designare questi archetipi educativi.

Questo romanzo colpisce proprio per il suo linguaggio moderno e rivoluzionario, alla portata dei bambini. Un libro per bambini, che parla ai bambini, con un linguaggio che può essere compreso dai bambini.

E in effetti, l'unico che sembra crescere è il bambino della storia, Mowgli. Lo vediamo muovere i primi passi, fare i primi capricci e poi rifiutare l'autorità per ricercare e trovare il proprio sé, il proprio ruolo nel mondo.
Gli altri personaggi invece sono già definiti e finiti nel ruolo e nel carattere.
Ecco perché i bambini sono i primi ad amare e capire questo romanzo.

Il mio preferito? Il vecchio Baloo: "Quel giorno segnò amaramente la sua infanzia. Egli imparò a proprie spese che la giungla ha le sue leggi, e che esse sono sacre."

"Il libro della giungla dice che la tribù più saggia è quella di Baloo, l'orso. Egli è il maestro della legge della giungla."

Ogni tanto è bello tornare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini.

venerdì 14 febbraio 2020

San Valentino

Ti ho fatto male anima mia,
ho straziato la tua anima.

Intendimi.
Tutti sanno chi sono,
ma quel Sono
è anche un uomo 
per te.

In te vacillo, cado
e m'alzo ardendo.
Tu tra tutti gli esseri
hai il diritto
di vedermi debole.
E la tua piccola mano
di pane e di chitarra
deve toccare il mio petto
quando esce a combattere.

Per questo cerco in te la ferma pietra.
Aspre mani affondo nel tuo sangue
cercando la tua fermezza
e la profondità di cui ho bisogno,
e se altro non trovo
che il tuo riso di metallo, se non trovo
nulla che sostenga i miei duri passi,
adorata, ricevi
la mia tristezza e la mia collera,
le mani nemiche
che ti distruggono un poco
perché ti sollevi dall'argilla,
nuovamente creata per i miei combattimenti.

Dell'amore hanno scritto tutti. Perfino io ho scritto tanto, troppo. Oggi avrei dovuto riprendere il viaggio tra i libri, ma è San Valentino, è una giornata particolare, non potevo far finta di niente. Ho scelto Neruda perché è uno di quei poeti che si legge stando scalzi, e con l'anima spoglia.
Forse non dovrei parlare dell'amore, non ne sono degna.
Non lo capisco, lo evito; vorrei liberarmene e invece continua a permeare ogni singolo momento della mia vita.
Ne è protagonista e non riesco a liberarmene.
Oggi mi sono buttata in una cosa stupida. Non sono rimasta a guardare. Non ho lasciato scorrere la mia giornata in balia dei "se". Ho agito. E ho avuto una reazione. Non è una reazione nuova. Non mi ha stravolto l'esistenza. Ma nella quiete della sera mi ha soltanto confermato ciò che provo: sono innamorata. Sono ubriaca di quella sensazione che ti fa tremare le gambe, ti porta in alto e poi sottoterra, tutto in un secondo. Che ti fa dire: "Lui è stupendo!". Ma dopo un minuto: "Se lo avessi a tiro lo prenderei a schiaffi!".

A sera, tornata a casa, ho trovato questo bigliettino.
L'autore è il mio PiccoloPrincipe.
Ho pianto come un'idiota.
Io una cosa così bella non l'ho mai ricevuta in tutta la mia vita.
Lo so che non sono un tipo facile. Con tutti i miei problemi e i miei complessi non è proprio possibile starmi vicino. Ma la dolcezza di un bambino è veramente disarmante. Non mi abituerò mai a questo.
Il contenuto è una poesia in inglese. Che a differenza mia, il bimbo parla e scrive correttamente. La poesia l'ha inventata lui stesso.
Dice, tra le altre cose:

"Se ti innamori è perché hai avuto la chiamata di Cupido e il giorno di San Valentino non è stupido!".

Un bambino mi ha dato la definizione più realistica possibile dell'Amore.

Non è stupido amare o festeggiare l'amore. Forse è stupido credersi superiori o indenni.

Omnia vincit Amor, 
è diventato il mio inno alla vita. E allora: auguri a tutti gli innamorati.
A tutti coloro che colorano la propria esistenza donandosi senza paura, ma con coraggio e fiducia, agli altri.
All'amicizia, alla famiglia, alla musica, ad una persona in particolare, ad un animale, al prossimo, all'arte, all'ambiente, alla scienza, alla vita.

Ama e poi fai quello che vuoi
lo diceva Sant'Agostino. Ed è una frase bellissima, che racchiude il senso più profondo dell'esistenza.
Un giorno senza Amore non vale la pena nemmeno di essere vissuto.

Buon San Valentino caro Lector.


giovedì 13 febbraio 2020

Tornare alle origini

Questo è l'ultimo post no-sense che scrivo.


Programmazione dal futuro:

- scegliere libro
- scattare foto al mattino
- scrivere post.

Avevo intenzione di farlo crescere diversamente. Invece ho rovinato anche questo spazio.
"Rovinato", perché nella mia mente arrogante c'è stato un momento in cui aveva le sembianze di un bel luogo.
Vivo, articolato, dove fermarsi per riposare.

Questo albero sarà il nuovo punto di partenza.
Meglio tacere se non si ha niente da dire, giusto?
Lo stesso deve valere con la scrittura.
La mia è una sorta di bulimia del sentire.
Fagocito tutto ciò che provo, sento, vivo e poi? Ho bisogno di vomitare.

Sto morendo.
Poco male; moriamo tutti ogni giorno.
Ma così è un'agonia lenta e dolorosa.

Cercherò di cambiare...ancora.

mercoledì 12 febbraio 2020

"Buoni Propositi" a chi?!?

E ci provo.
E mi impegno. La strategia è vincente, tutto procede per il verso giusto.
C'è solo qualche dettaglio da ricalibrare.
Per esempio non mi ero resa conto di quanto fosse silenziosa la confusione senza di Lui.
Se in un contesto come quello lo silenzio, non rimane niente.
Mi sento completamente smarrita.
In pratica sono come una perseguitata dai fantasmi: Lui c'è sempre ma non si vede.
Non so quanto durerò in questo stato.
Ma perché l'amore fa soffrire?
Non doveva rendere tutto speciale?

martedì 11 febbraio 2020

Lenta, lenta, terribilmente lenta

Se solo fossi leggera, mi vedrei salire al cielo come un palloncino pieno di elio.
Una volta in alto finalmente esploderei e mi sparpaglierei per il mondo; la mia personalissima diaspora.

Invece niente.
Sono ancora qui, seduta alla scrivania; con uno studio che procede lento, come una lumachina, e con una pesantezza che mi fa assomigliare a quei giganti di pietra dei racconti nordici o della Storia Infinita.

L'unico conforto è il procedere.

Mi fanno male le gambe.
Forse avrei solo bisogno "di ballare, di perdere la testa e non pensare più".
Pinguini Tattici Nucleari siete l'attuale colonna sonora delle mie giornate!

Forse sono pazza per davvero.
Idealizzare, pensare, immaginare, costruire, distruggere e poi ricostruire un'altra volta, sempre, continuamente nella mia mente l'dea di qualcuno che non esiste.
Stavo guardando vecchie fotografie; non ricordo più dove le ho scattate. Sicuramente sono a Milano.
Ma in quale chiesa?
Non tornerò mai più ad essere così felice, così serena.
Mi disturba tutto.

"Si può impazzire per amore?
Si può morire per amore?"

Sì.





lunedì 10 febbraio 2020

Giornata del Ricordo

Liliana Segre nei suoi discorsi, interventi e anche nei suoi libri, sottolinea spesso che c'è una cosa che non dobbiamo fare mai: cedere all'indifferenza.
La storia è piena di orrori e di cattiveria.
Come si può pensare che un uomo sia capace di fare qualcosa di male ad un altro uomo.
E invece...abbiamo scoperto quanto sia stato grande il nostro errore di valutazione.

Italiani contro italiani,
uomini contro uomini.
ma la cosa più grave è dimenticare.

"Chi dimentica il passato
è destinato a riviverlo."

Che il "mai più" sia vero.

Oggi non voglio dimenticare le vittime delle foibe.
Voglio essere una candela della memoria.

domenica 9 febbraio 2020

Le Nebbie di Avalon - Marion Zimmer Bradley

"Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi:
sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina.
Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui
queste cose dovranno essere conosciute."


È domenica pomeriggio.
Si ha voglia di fare niente, ci si annoia.
Il Festival della Canzone è finito.
Si continua a parlare di canzoni e cantanti.
Si continua a polemizzare su cose che ritenevo avessimo superato fin del Medioevo; si leggono i commenti dei protagonisti e si inizia a fischiettare quel ritornello, quella canzone.

Domanda: "Amica, hai un tema da suggerire?"

Perché si sa che la domenica pomeriggio si ha voglia di niente.
E anche quelle già notoriamente stanche idee si nascondono per non essere tirate in causa.

Risposta: "Bella domanda. Come ti senti ora?"

E sì, perché le amiche, quelle vere lo sanno; lo sanno bene che tutto quello che ti passa per la mente in realtà parte da un unico avamposto: il cuore.
Poi arriva il messaggio vocale con tanto di faro acceso nella notte della mia nebbia emozionale domenicale: "Ho inchiodato nella testa il discorso di Rula Jebreal sulla donne, sulla violenza. Quello mi ha veramente devastato. Non è un libro, ovviamente. Non so se ne vuoi trattare. Però sarebbe davvero tanta roba."

Destino: avevo finito di seguire da poco, un'intervista di Rula Jebreal in onda su Rai tre.
Pertanto, senza esserne degna e con poche capacità, sono qui a immortale a modo mio quel momento.

Rula Jebreal è, innanzitutto, una giornalista e scrittrice italiana con cittadinanza israeliana; nella prima puntata del Festival di Sanremo di quest'anno ha affiancato il direttore artistico Amadeus e un'altra giornalista Diletta Leotta, nella conduzione del programma.

Perché la sua presenza non verrà dimenticata? O meglio, perché mi auguro che non venga dimenticata?
Per un bellissimo e toccante monologo sulla violenza di genere.
Sul palco vuoto, c'erano: Rula e due libri.

Uno aveva la copertina Bianca; conteneva le parole che possono essere dette ad una donna, e quindi, ad ogni essere vivente. Parole in musica, tratte da canzoni famose. Cito "La Cura" di Battiato perché ha un testo bellissimo, che in cuor mio ho dedicato a chi amo.

L'altro aveva la copertina Nera; conteneva:

  • le parole che una donna si sente spesso dire in situazioni terribili, dopo aver denunciato uno stupro, una molestia; "se l'è cercato!", "chissà come era vestita".
  • dati, valori numerici, sintesi della reale situazione di casi di violenza in Italia, il fu Bel Paese.
    Dice Rula: "Negli ultimi tre anni sono 3.150.000 donne che hanno subito violenza sessuale nei posti di lavoro; negli ultimi due anni in media 88 donne al giorno hanno subito abusi e violenze, una ogni quindici minuti; ogni 3 giorni viene uccisa una donna, 6 donne sono state uccise soltanto la scorsa settimana. E nell’80% dei casi, il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo molto semplice: ha le chiavi di casa. Ci sono le sue impronte sullo zerbino, il segno delle sue labbra sul bicchiere in cucina." 
  •  racconti di vite violate, di donne distrutte nell'animo e nel corpo. La sua Mamma, la mamma di Rula, ha subito violenze dall'uomo che diceva di amarla. Si è sentita sola, non creduta. E si è tolta la vita. Penso sia stata uccisa due volte. Dall'uomo che l'ha violata, dalla società che l'ha lasciata sola.

Tutte le donne hanno subito nella propria vita, in un modo o nell'altro, con maggiore o minore gravità, atti di violenza.
Personalmente ho tentato di rimuoverli tutti e di andare avanti. 
Non ho mai denunciato, perché mi vergognavo, perché era colpa mia.
Oggi sono un'adulta consapevole. E non permetto a nessuno di farmi del male.
Ma molto male l'ho ricevuto anch'io.. 
In alcuni casi da donne che occupano ruoli che le mettevano in una posizione di superiorità rispetto alla mia condizione: Professoressa - studentessa, Medico - paziente.
Poi ci sono state le amiche.
Quelle che iniziavano a non invitarti per uscire, perché eri troppo spigliata, a loro dire; quelle che ci provavano con il ragazzo che ti piaceva, perché dopotutto ti risparmiavano una delusione futura (parzialmente vero).
Poi gli uomini: quelli che siccome ti fanno un complimento tu ne devi essere necessariamente lusingata; che ti possono mettere una mano sul sedere solo perché stai camminando da sola, in una strada deserta. Quelli che siccome sono il tuo fidanzato, pensano di avere dei diritti su di te. Quelli che sono il tuo capo e se vuoi lavorare "non hai intenzione di sposarti vero?".

Io non sono femminista. E non mi fido di nessuno.
Se una donna bellissima dice un'idiozia, io attacco l'idiozia non la sua bellezza.
Non mi piacciono le quote rosa, non mi piace il concetto che siccome è donna, devo votare quella o questa persona.

Io sono dalla parte di una persona che mi piace perché mi piace ciò che dice, pensa, fa.
Non vedo il suo sesso, il suo colore di pelle, la sua religione o il suo orientamento sessuale.

Ma ultimamente ho imparato a bluffare. Perché ho capito che il mondo non funziona come vorrei io. 
Ho capito che una donna viene uccisa, ridicolizzata, insultata APRIORISTICAMENTE perché è donna. 
Questo è il vero dramma. Non credo che il primo nemico di una donna sia un'altra donna.
Credo che convenga all'universo seminare e alimentare questo pensiero.
Invece è una catena che va spezzata.

"LASCIATECI ESSERE QUELLE CHE SIAMO!"
Rula lo dice agli uomini, io lo dico a tutti.

Mi sono venute in mente tre libri per questo tema:
  1. IL LIBRO NERO DELLA CACCIA ALLE STREGHE, di una sublime Vanna De Angelis. Racconta e spiega il senso profondo dei roghi che hanno illuminato per quattro secoli il continente europeo, e lo fa attraverso la voce dei protagonisti. "Dei protagonisti", perché la caccia non fu solo contro le donne, ma contro tutti coloro che erano diversi.
    Il disprezzo nei confronti delle donne era tale da aver fatto concepire dei metodi di tortura degni forse solo dei futuri nazisti. La colpa di quelle streghe era di essere all'avanguardia. Esperte erboriste curavano o lenivano i diversi mali in modo naturale e senza ricorrere al divino. Sacrilegio! A volte erano solo innamorate scomode di cui sbarazzarsi. Altre ricche e belle donne di cui liberarsi. Erano donne che pensavano liberamente. Erano donne pericolose perché autonome e pensanti.
    La Caccia alle Streghe non si è mai fermata. Ha solo assunto procedure diverse.
  2. UNDICI MINUTI - Paulo Coelho.
    L'unico uomo del gruppo. Può piacere o meno, ma i suoi personaggi femminili sono sempre protagonisti, vivi e risolutori. In questo libro parla di una ragazza Maria. Maria fa delle scelte nella sua vita. Che siano completamente libere e volontarie è da dimostrare.
    Ma Maria parla e si racconta. Non lascia che siano gli altri a parlare per lei.
    Non l'ho mai riletto. Le mie impressioni sono cristallizzate al 2003.
  3. LE NEBBIE DI AVALON-  scritto dalla Regina del Fantasy: Marion Zimmer Bradley.
    Se ami re Artu e le avventure dei Cavalieri della Tavola Rotonda, non puoi non amare questo romanzo. Non puoi non amare l'unica e vera protagonista, Morgana.
    Nata fata e trasformata in strega da diversi autori, nel corso del tempo è l'emblema di ciò che viene fatto alle donne.
    Come Maria Maddalena, l'amica di quel tanto discusso Gesù di Nazareth, per secoli ci è stata presentata come la peccatrice, la prostituta, poi l'adultera.
    Alla fine, si scopre che era una donna libera e ricca! Così libera e ricca che seguiva il suo Maestro dove voleva e come voleva. Una specie di Manager ante litteram, insopportabile da accettare per l'uomo moderno.


In un mondo ideale uomini e donne sono uguali per diritti e doveri.
Non per altro. 
Fisicamente siamo diversi.
Ogni singolo individuo è diverso da un altro.
Francamente non credo che ogni uomo sulla faccia della Terra sia più intelligente, migliore o più capace di me, solo perché uomo.
Non mi sento "più" di altri e nemmeno "meno".
Odio le battute sul ciclo mestruale e sulla guida femminile.
Gli ormoni sono reali, e durante le mestruazioni sanguino fino a svenire.
L'unico incidente stradale che mi ha visto protagonista, si è verificato perché uno proveniente da sinistra, con lo stop, non si è fermato all'incrocio e mi ha beccato in pieno.

Non ho bambini e non mi sento meno donna di altre.
Non porto i tacchi per piacere a qualcuno. 
Quello che indosso piace a me, mi fa sentire bene. 
Non guardo le partite di calcio per conversare con un uomo.

Sono un individuo autonomo, che si definisce in se stesso e che a volte, trova nel prossimo un completarsi.
A volte, non sempre.
Si può essere felici da soli o in compagnia.

La mia sensibilità o moralità non è confrontabile con altre. Sono roba mia.
Se io sono fatta così, non vuol dire che ogni donna sia come me.
E se tu sei un uomo o un'altra donna e ti dico "sì", stai pur certo che la mia è un'affermazione.
Ma se ti dico "NO", tu fai un passo indietro e te ne vai. Perché un "no" è una negazione chiara. Non è un "sì, dai insisti, sto facendo la preziosa".

Grazie Rula Jebreal per aver scosso il mio spirito sopito.
La strada è lunga e in salita. Perché conviene sempre che vi sia una categoria tenuta in situazioni di inferiorità. Ma parlare è il primo passo per il cambiamento.
Ti ringrazio per aver fatto parte di questo Festival. E di aver sopportato tante critiche.
Non è facile esporsi, ma ne abbiamo bisogno.
Mai girarsi dall'altra parte.
Come dice sempre un'altra donna straordinaria: mai essere indifferenti!

sabato 8 febbraio 2020

Viaggio al Centro della Terra - Giulio Verne

"La scienza, ragazzo mio, è fatta di errori,
ma di errori che è bene commettere, 
perché un poco alla volta portano alla verità."

Non è passato molto tempo da che ho parlato di questo grandioso scrittore.
In quell'occasione eravamo tutti di corsa, per riuscire a completare il giro del mondo in 80 giorni.
Approfittando della sua data di nascita, ricordo un altro dei suoi capolavori: "Viaggio al centro della Terra".
Devo confessare che i temi mi sono più congeniali. Un romanzo cosiddetto  scientifico avventuroso, sembra essere cucito proprio per una personalità come la mia. Il protagonista Otto Lidenbrock è uno scorbutico professore di mineralogia, geologo, con difficoltà nel pronunciare alcuni termini: "non godeva d'una estrema facilità di pronuncia, per lo meno quando parlava in pubblico."
L'avventura sua e del nipote Axel, muove i primi passi da un libro. Un libro rarissimo, di un autore islandese del XII secolo. A quanto pare il nostro geologo è anche un bibliomane.
Credo di essere impazzita leggendolo. Adoro i personaggi burberi e poco simpatici che poi però...
Oh no! Non anticiperò altro.

"Oh, donne, fanciulle, cuori femminili sempre incomprensibili!
Quando non siete gli esseri più timidi del mondo, siete i più coraggiosi.
La ragione non ha presa su di voi."

Non condivido. La ragione ha presa e ci tortura. Ma se la Ragione ci parla e guida nelle scelte della vita, il Sentimento sussurra al nostro cuore e ci tiene per mano mentre percorriamo il nostro sentiero.
Ecco! Forse è questo il vero problema; siamo "eternamente divise".

"Finché il cuore batte e la carne palpita non ammetto che un essere dotato di volontà si abbandoni alla disperazione."

Non sono più un essere ormai. Mi sono trasformata in un ectoplasma. Posso disperarmi tranquillamente senza dispiacere a nessuno.

"...mi diede l'addio con un verso che Virgilio pareva aver scritto per noi,
viaggiatori incerti del loro cammino:
"E qualunque sia la sua direzione, seguiamo la via che la sorte ci ha dato" ."

Non credo in un Destino cieco e governatore della mia vita. Uso il destino per giustificare la nascita infelice o felice di alcune persone. Perché essere nati in quel continente e non in quell'altro?
Ma nulla più.
Tutto il resto lo creiamo noi.
Sono stata io quella che ha scelto di relazionarsi con alcune persone invece di altre; quella porta l'ho aperta io, volontariamente. Ho scelto quelle strade, quei percorsi, quelle città.
Se la mia vita va in un certo modo ne sono io colpevole.
Non altri. 
A volte vorrei solo evaporare e condensarmi in spuma marina.

Ci hai mai fatto caso? Le onde del mare sono esseri superficiali di incredibile altezza.
Cercano di congiungersi alla terra, ma appartengono al mare.
Tenaci, provano a ribellarsi alla propria natura. E non importa il risultato finale.
Sono bellissime le onde del mare.

venerdì 7 febbraio 2020

Dio esiste, ma non parla con me.

“Quando bevi dell'acqua, 
non dimenticare la sorgente dalla quale scaturisce.”


Oggi è il compleanno di Charles Dickens.
Un canto di Natale, devo ammettere, è l'unico libro che ho letto di questo fantastico autore.
Ma oggi non trovo spunti per restare a galla; non mi aiuta nemmeno un autore così grande.

"C'è una saggezza della testa, ...e una saggezza del cuore."

E le mie stanno litigando come non mai.
Immagino che prima o poi una l'avrà vinta. O si annienteranno entrambe.
Nel frattempo urlo il mio dolore.
Al mare, al cielo, a Dio.
Ma lui non mi ascolta.
È sordo al mio dolore che deve sembrargli veramente stupido e inutile.

"Ci sono corde nel cuore umano...
che sarebbe meglio non fossero fatte vibrare."

E soprattutto, mio caro Charles, se non si è interessati ad ascoltare la musica che produce un cuore che vibra, si dovrebbe avere il buonsenso di non strimpellarci con le sue corde!
Sono senza via d'uscita.

E fu sera e fu mattina quarta serata di Sanremo.
Ho deciso, e questa volta per davvero, di non comunicare più con nessuno.

giovedì 6 febbraio 2020

Ugo Foscolo e la felicità

“Coloro che non furono mai sventurati,
non sono degni della loro felicità.”

Ecco perché mi affretto, anche se è terribilmente tardi a fare gli auguri al mio poeta del cuore: Ugo Foscolo.
Quando ancora ero a scuola, ricordo perfettamente il mio amore nei suoi confronti.
Era ribelle, rivoluzionario, aveva ideali politici e non si chiamava Ugo ma Nicolò.
Mi sentivo vicina a questo italiano più che a chiunque altro nella vita.
Non ho foto da postare, ma ricordo le letture migliori in sua compagnia. Era il periodo prefantasy.
Quando del mondo non sapevo niente. Ma ero un ribollire di ardore e ideali. 
Caro Nicolò sei stato il primo amore della mia vita.
E credo che saresti fiero di sapere chi ha preso il tuo posto nel mio cuore.
Quando ti ho rivisto con l'Alfieri e il Canova nella mostra dedicata a quest'ultimo, mi sono sentita viva. L'orgoglio di essere italiani viene spesso messo a dura prova. Ma invidio i ragazzi che vanno a scuola e ancora possono bearsi dei tuoi versi.

“Sarei perduto s'io vivessi un solo momento senza di te.”


Mio caro Nicolò, oggi è stata una giornata felice per me. Non posso e non voglio lamentarmi.
Persona mi ha scritto di sua sponte. Per poi lasciarmi nella mia solitudine.
Sai lui non è interessato a farmi passare oltre. Mi lascia nelle tenebre e non si cura di me. Eppure per me lui è luce, è sole, è l'ultimo pensiero prima di dormire, il mio porto dove i pensieri riposano.

"All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
Confortate di pianto è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il Sole
Per me alla terra non fecondi questa
Bella d’erbe famiglia e d’animali,
E quando vaghe di lusinghe innanzi
A me non danzeran l’ore future,
Nè da te, dolce amico, udrò più il verso
E la mesta armonia che lo governa,
Nè più nel cor mi parlerà lo spirto
Delle vergini Muse e dell’Amore,
Unico spirto a mia vita raminga,
Qual fia ristoro a’ dì perduti un sasso
Che distingua le mie dalle infinite
Ossa che in terra e in mar semina morte?"


Ti ho sempre amato caro Foscolo, perché tu come nessuno mai hai parlato di temi a me cari: la patria, la morte e il ricordo.
Quello che sono diventata in seguito non importa.
Quello che veramente conta è chi sono stata negli anni della scuola.
E intimamente mi hai reso una persona meravigliosa.
Buon compleanno Amico mio del passato.
Vivi sempre in me, nell'immortalità della tua poesia.


“Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni,
che ancora forse tristi e perseguitati ci avanzano,
la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore."

mercoledì 5 febbraio 2020

Il Cacciatore di Aquiloni - Khaled Hosseini

"Non è vero,
come dicono molti, che si può seppellire il passato.
Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente."


Continua Sanremo: seconda puntata. Il mio interesse è un x che tende a zero.
Come mi ero ripromessa, sto cercando di ammazzarmi di cose da fare.
Ho perso il senno e anche il sonno. E quindi alla fine anche un po' di peso.
Mi sono fatta un esame di coscienza. E non l'ho superato.
Non mi importa più niente di niente, voglio solo un istante con lui, voglio che si volti un secondo, solo un secondo a guardarmi. Sai, come quando urti qualcuno per strada e ti scappa un "scusi", prima di continuare la tua vita.
Solo che io non continuo; sono quella che resta ferma per la strada. Mi nutro di lui.

Siccome provo vergogna di me stessa, ho pensato di parlare di un libro bellissimo.
Ha una trama che ti conquista dalle prime pagine e non ci credo che qualcuno riesca a poggiarlo prima ancora di averlo finito.
"Il Cacciatore di Aquiloni" è un libro che va letto prima o poi nella vita.
Anche se è triste. Anche se ci mostra la cattiveria degli uomini e quanto possa essere difficile vivere in alcuni posti del mondo.

"Le  persone che dicono solo quello che pensano veramente
credono che tutti facciano come loro."

Poi ci sono quelli come me che vorrebbero dire una cosa e invece dicono solo idiozie.
Il tempo guarisce ogni ferita, dicono. Ma non sanno di cosa parlano.
Ci sono ferite che non si rimarginano mai. L'unica cosa che il tempo può fare è aiutare ad accettare le ferite che ci portiamo dentro.

"Il modo in cui sboccia il perdono, 
non con le fanfare di un'epifania,
ma con il dolore che, nel cuore della notte fa i bagagli, e si allontana senza nemmeno avvisare."

Vorrei trovare la forza di perdonarmi anch'io.
E vado a chiedere scusa a Persona. Sono veramente stupida.

Lo devo fare perché in questo libro c'è un personaggio in particolare che si ama: Hassan.
Lui è fedele e coraggioso. Umile e pulito.
Non è torbido, non è stupido.
Hassan è bellissimo. E non lo dimenticherò mai.


martedì 4 febbraio 2020

Sanremo e dintorni

"Il vero può seguire da false premesse,
ma mai il falso da premesse vere."


Da un paio d'ore è iniziata la Settantesima edizione del Festival di Sanremo. Noto anche come Festival della Canzone Italiana.
Non riesco a seguire nemmeno una nota.
La mia mente vaga...e torna sempre sulle stesse strade.
Fuori piove a dirotto. E a dirotto piovi tu nella mia mente.
Mi piace tanto guardarti attraverso il finestrino di un treno, nel riflesso di una vetrina, sullo schermo del mio computer.
Forse non accadrà mai più, ma avevo ragione io: la pagina come la sto guardando ora, non è mai stata così bella.

Che persona triste sono diventata. Ma come è successo?
Ti sto lasciando entrare anche in questo spazio.
Invece di lasciarti andare, ti lascio avanzare.
Mi sento a pezzi.
Vorrei solo affogare in questo dolore.

lunedì 3 febbraio 2020

Egoismo

Oggi mi sento egoista.
Ho dedicato l'intera giornata alla mia famiglia e poi finalmente sono tornata a studiare.
Sono ancora nel lunghissimo modulo di Didattica. Oggi ho finito i mediatori della didattica. Quei cosi che ci aiutano a costruire le conoscenze, sminuzzando i concetti in mille considerazioni, immagini, simboli, esperienze.
Quando poi tutto tace, a chi vuoi che volino i miei pensieri? Già...
Immy mi guarda con gli occhietti sbarrati.
Sostiene di avermi visto in diverse situazioni: triste, malata, col cuore a pezzi. Eppure non ricorda di avermi mai visto "così".

- "Così come Amico mio?"
- "Non lo so...così...persa!"

Sto maturando una nuova forma di egoismo.
Vorrei sapere che sta bene, bene veramente.
Vorrei sapere che è felice.
Che sorride.
Che malgrado quella inscalfibile maschera di distacco da tutto e tutti, sia follemente innamorato e ricambiato.
Che dedichi canzoni.
Che lasci bigliettini nascosti tra le pagine del suo libro.
Che sia in attesa alla fermata della Metropolitana, senza preavviso.
Bavero del cappotto sollevato, fiori nascosti dietro la schiena; nessun anniversario, nessun motivo.
Solo l'Amore.
La fermata è della linea M1Rossa: Palestro.
Lì c'è un bar dove ai tavoli sono seduti dei giganteschi orsi di peluche.
Con alcuni ci ho fatto amicizia in passato. Abbiamo anche bevuto un caffè insieme.
Magari ogni tanto si ferma anche lui lì. Non che sia tipo.
Ma mi piace pensare che abbia portato qualcuno per riscaldarsi un momento.
Fanno progetti sul ritorno a casa.
E poi?
La sua mano si allunga sul tavolo, per prendere quell'altra mano; silenzio: solo occhi negli occhi.
Si è fatto tardi per parlare ancora.
In filo diffusione c'è una canzone come questa: https://www.youtube.com/watch?v=ShZ978fBl6Y&list=PL2KcdBVZSzf1R_DeWYkBrusLW_tDo6BUH&index=1
Una di quelle che non gli piace. Ma che importa? In questo momento è tutto perfetto così.
C'è l'Amore.

Se sapessi questo penso che la smetterei di essere così stupida.

domenica 2 febbraio 2020

Diario di una Ragazza che di Barocco ha sempre meno

Questa settimana si sta concludendo e non ho altro modo di parlare che scrivendo qui.
Ho gettato all'aria tutte le mie convinzioni e ho mandato un messaggio a Persona.
Mi ha risposto.
È stato gentile.
Poi si è concluso con le solite pagliacciate nostre.

Sono letteralmente disperata.
Mi sono innamorata. Non è infatuazione. Non è noia. Non è mancanza di alternative.
I sintomi: tachicardia, farfalle nello stomaco, mani sudate, sorriso idiota.
Direi che ci sono tutti.
Ah sì, dimenticavo: voglia di saltare e urlare di gioia.

Poi si torna alla dura realtà: è solo un messaggio.
Però quanto è stato bello.
Mi sono sentita viva. Dieci minuti di vita.
Folle vero?

L'unico che non mente e mi riporta coi piedi per terra è lo specchio.
Lui tacitamente e imperturbabilmente mi ricorda le tre problematiche che mi terranno sempre a distanza da tutto e da tutti i sogni del mondo, compreso Persona.
B-SP-V
Brutta
Senza Prospettive
...
La terza non la posso nemmeno scrivere. Non ci riesco.
L'unica cosa certa è che la mia vita per quanto triste, è questa.

Come scrisse Joyce:

"La vita è come un'eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii.”

Il messaggio che ti mando cara Vita è questo: non mi fa paura la solitudine, posso accettarla serenamente. Ma ti prego riprenditi questa cosa che sento.
Non la voglio più. Dammi un po' di serenità. 
Ho avuto coraggio a demolire ciò che era pericolante.
Ho guardato in faccia la verità e l'ho accettata.
Ho affrontato la malattia e i problemi di lavoro.
Mi sono rimboccata le maniche tante volte.
Affronto le porte sbattute in faccia. 
Cerco di rimettermi in gioco, di essere ottimista, di non lasciarmi andare.
Ma ti prego, Vita aiutami.
Riprenditi questo sentimento che provo.
Non riesco a sopportarlo.
Per questo ci si innamora in due: in due l'Amore si sopporta e supporta.
Si alimenta, si coltiva.
Ma così è troppo doloroso. Uno spreco.
Sono stanca di provare tutto questo da sola.
Non è giusto.

Mi sento nuda. Ho perso la mia armatura. Le mie tende, gli artifici, la bizzarria. 
Di Barocco ho solo il nome.
Mi sento ancora una perla imperfetta. Una cosa nata dalla sofferenza. 
Ma lontana dalla perfezione della sfericità.
Vita aiutami.

Gente di Dublino - Joyce

"Il mio corpo era però come un'arpa
e le parole e i gesti di lei
eran le dita che ne accarezzavan le corde."

Nel 1882 a Dublino, nasceva James Joyce.
A scuola lo abbiamo studiato senza capirlo.
Da adulta sto cercando di avvicinarmi con umiltà e come sempre, in punta di piedi.
I berlinesi hanno fama di essere gentili ed educati, quindi mi ingentilisco ed educo anch'io per parlare di questo libro.
(Spero tu abbia notato la presenza dell'orsetto, perché più gentile di così non posso essere!)
Mi duole dirlo a me non è piaciuto molto.
Chiaramente è colpa mia, mi piacciono i romanzi con temi semplici.
Non sono tipo da pub e ambienti pieni di fumo.
Mi piacciono i personaggi positivi.
Voglio vedere, sentire, toccare il trionfo del bene.

Però, paradossalmente, l'ho ritrovato geniale.
Perché? Perché riesce egregiamente, come fosse un quadro, a rendere il tema prefissato: la paralisi.
Ecco perché descrizioni dettagliate, in un primo momento superflue, mi sembrano pennellate stilistiche per cogliere l'istantaneità, il fermoimmagine della vita dei protagonisti.

I racconti che sono raccolti, hanno come protagonisti dei berlinesi impantanati nella monotonia della propria quotidianità, per la quale il rimedio sembrerebbe una fuga improvvisa, ma ahimè non realizzabile.
Politica e religione siedono ai banchi degli imputati.
E perseguitano i berlinesi a seconda dell'età che stanno vivendo, con sfumature diverse.

Infatti i racconti sembrano divisi in quattro sezioni ognuna rappresentazione di una fase della vita:
Le sorelle, Un incontro, Arabia rappresentano l'infanzia; 
Eveline, Dopo la corsa, I due galanti, Pensione di famiglia  sono i portavoce dell'adolescenza;
Una piccola nube, Rivalsa, Polvere, Un caso pietoso guidano la maturità;
Il giorno dell'Edera, Una madre, La grazia sono dedicati alla vita pubblica.

L'epilogo "I morti" è quello che mi è piaciuto e ha salvato l'intera lettura.
Mi rendo conto di quanto possa sembrare gotica questa mia affermazione.

"Il suono di una campana la colpì nel cuore.
Si sentì prendere per mano.
-Vieni!
I mari di tutto il mondo le si riversarono in cuore.
E lui ve la stava trascinando dentro: per annegarla."


sabato 1 febbraio 2020

Questa Storia - Alessandro Baricco

"Dov'eri cuore mio, 
leggero e bambino, dov'eri finito?"


Oggi sono andata al cinema.
Film visto: 1917.
Voglio dire solo una cosa: BELLISSIMO.
Una storia vissuta col fiato sospeso.
Sì letteralmente: l'ho vissuta.
Sono rimasta in silenzio, sono saltata in aria, ho corso, ho avuto paura, ho spinto un camion, ho nuotato insieme con i protagonisti.
Colonna sonora e fotografia: meravigliose.
Commovente.

"Protagonisti" è un termine obsoleto.
Perché qui ogni parte vista, ogni battuta è protagonista.
Dialoghi semplici, immediati. Realistici.

Ho apprezzato tanto la scelta del regista di usare, si dice, "un unico piano-sequenza".
Nessuna ripulitura, nessun taglio.
Personaggi, regista e noi che guardiamo il film, sembriamo avere un unico punto di vista.

Per la prima volta in vita mia mi sono chiesta come sarebbe stato un film, se oltre a usare la vista e l'udito, avessi potuto utilizzare anche l'olfatto.

"Non si ha idea di quante cose muoiano, quando muore una creatura."

Tornando a casa ho pensato ad Ultimo, il protagonista di Questa Storia che mi porto nel cuore da anni.
In modo particolare ho ripensato al racconto di Caporetto. Era ancora il 1917. 
Baricco racconta quel momento in un modo particolare.
Ho provato disperazione e rabbia.
Disperazione per la morte. Rabbia per il cinismo della Storia.

Come mi sembra spesso con i libri di Baricco, anche qui ho ritrovato una storia nella storia, come una Matrioska. Ne apri una e dentro ne trovi un'altra.
Credo sia quello che mi piace di più di questo autore. Che ho un po' trascurato.
Ma ci sono così tante cose da leggere, sempre poco tempo!

"Ma non badi alle apparenze.
Sa, la gente vive tanti anni, ma in realtà è davvero viva solo quando riesce a fare quello per cui è nata.
Prima e dopo non fa che aspettare e ricordare.
Ma non è triste quando aspetta o ricorda.
Sembra triste.
Ma è solo un po' lontana."

Mi sento tanto lontana. Mi sembra che il mio mondo sia finito da tempo. E che qualcuno mi abbia dimenticato quaggiù.
Ultimamente mi chiedo se non si sia data troppa importanza alla vita.
So di fare un torto terribile a chi una vita non l'ha avuta. Ma mi sento così.
Basta un attimo ed un corpo vivo diventa un fantoccio inanimato.
Una bambola senza anima.
Allora perché affannarsi, struggersi. 
In questo momento sei qui, due secondi dopo non sei più.

"Scrivere, ho scritto tanto. Ma scrivere è una forma sofisticata di silenzio."

La notte scorsa sono rimasta in piedi fino alle due per leggere il libro di Liliana Segre.
Ho iniziato a piangere da pagina 19, guardando la foto della bambina Liliana tra le braccia del suo papà. Lo hanno ucciso col gas. Un uomo così forte, sorridente. In pochi istanti è stato abbattuto. Proprio come accade a quegli splendidi alberi secolari che hanno visto tante generazioni di animali alternarsi tra i propri rami, e che poi magari un tuono, schianta in un secondo.

"Se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni.
Il più grande, e illogico, sei tu."

Oggi ho provato un senso di smarrimento. Non c'era il suo post della buonanotte. Dopo tanti anni mancava. Mi sono sentita male. Persa. Smarrita. Non gli ho scritto, come promesso so che non gli importa di me e non ho voluto disturbare.
Ma ho avuto paura.
Poi è comparso il post del "buongiorno" e il mondo è tornato a vivere.
Cosa sono io?
Perché il mio guscio ancora respira, si muove, osserva?

"Questa guerra può finire solo in un modo. Vince chi sopravvive."

Io forse, ho già perso da tempo.
Forse semplicemente non riesco a vedere la mia strada.
Troppe curve, troppi rettilinei.
Non sono capace di godermi le discese e le salite mi sfiniscono.
Persona dice di sé di essere sempre avanti alla curva.
Ecco, io sono sempre dentro. E non vedo nulla.
Continuo ad avere paura. Paura di tutto.
Del futuro, della mia non vita, della morte dei miei cari.

Vorrei che mi vedesse, solo una volta, solo un momento.
La mia vita avrebbe senso. 
E lo so che il senso dell'esistenza di ognuno è dentro di sé e non esteriormente.
Ma magari sono l'eccezione alla regola.
Dentro di me non trovo niente; solo una brutta e vecchia strada, come quelle di campagna.
Un sentiero, più che altro.
Malmessa, piena di buche, senza segnaletica, fangosa, infestata dalle erbacce.
Esternamente a me vedo vere e proprie autostrade.