martedì 29 dicembre 2020

Fahrenheit 451 - Ray Bradbury

 Non bisogna giudicare un libro dalla copertina.


Ci sono libri che vanno letti prima di morire.
E ci sono libri che vanno letti prima di altri libri.
Poi ci sono io che leggo libri in modo disordinato, senza logica e a volte in modo bulimico. Altre volte leggo lentamente, in modo educato, masticando senza far rumore.
Ci sono periodi, come questo a dire il vero, in cui faccio scorte incontrollate comprando libri che poi leggo solo e se, sono loro a chiamarmi.
Insomma come sempre, sono assenza di metodo!
Il romanzo di Bradbury fa parte del gruppo di libri che chiamano.
L'ho incontrato in più di un'occasione. Me ne ha parlato Baricco in passato, Murakami di recente.
Non potevo rimanere sorda ancora a lungo, al suo richiamo. Così, quando ho capito che era un libro che parlava di libri non ho esitato a comprarlo e me lo sono divorato in poche ore. Mi ha sconvolto. In alcuni momenti mi ha fatto sorridere. Ma, dopo tanto tempo, mi ha così rapito che non potevo proprio lasciarlo, ma nemmeno per un attimo!
Lo ritroviamo nella sezione dei libri di fantascienza. Ma non ne condivido il motivo.
Nella sua introduzione Neil Gaiman scrive: "a volte noi scrittori parliamo di un mondo che ancora non esiste, e per cento ragioni". Credo che sia questo il segreto. Un mondo che potrebbe esistere se, se solo, se continua così.
Un libro bellissimo, scritto da uno scrittore gentile che amava i libri, i film, i racconti e i giocattoli.Uno scrittore con cui avrei volentieri preso un caffè. 

Questo libro ha messo in moto tanti pensieri. Di quelli che non vai a raccontare in giro.
Per zittire il mostro in cui mi sono trasformata, li raccolgo qui.

Devo anticipare un po' il racconto.
Innanzitutto il tempo: la storia si svolge in un lontano futuro successivo al 1960. Siamo in una società distopica in cui leggere o perfino possedere libri è considerato un reato punito con il carcere e con la distruzione del corpo del reato. Come nelle peggiori delle tradizioni c'è solo un modo per eliminare i libri: il fuoco.
In questo terribile futuro è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a stanare e bruciare ogni tipo di tomo.

Non sono capace di descrivere la mia angoscia quando la squadra entra in azione.
Vedevo quei capolavori andare in fumo.
Ogni parola che era stata selezionata con passione e lavoro dal proprio autore, veniva ridotta in cenere in nome di una società becera e ignorante.
Come la nostra.
Condensiamo romanzi di 1200 pagine in serie tv di sei ore. 
Le teste le riempiamo ma di rumori, voci, immagini.
Per il momento noi sopravviviamo, grazie a piani ed escamotage editoriali di grande pregio.

La lettura di questo romanzo mi ha portato a visualizzare tre parole, tre mondi:

1) LA RIFLESSIONE
Cosa rappresentano i libri per me, per gli altri?
Un po' come scriveva Baricco, i libri possono essere il simbolo di un sacrificio intellettivo che non piace. Va distrutto, perché spesso sembra dividere il mondo tra i lettori che sono gli antipatici che sanno, i non-lettori che invece preferiscono divertirsi e distrarsi.
Ma se li si guarda come faceva Pennac allora cambia tutto.
I lettori hanno il diritto di essere anche non-lettori.
Quindi il libro non può essere qualcosa che divide.
Però è vero che, scrigno di idee racconti informazioni, il libro ci invita a pensare.
Siamo soli con lui, solitamente in silenzio. Siamo concentrati in uno sforzo che non è solo di comprensione ma anche di immaginazione.
Ci porta a provare empatia per qualcuno che non esiste, o semplicemente esiste in un'altra dimensione.
Ci porta a contrastare, a urlare un "ma cosa fai?!?" o "ma non è possibile", quando qualcosa non ci convince.
Ci porta a stare da soli con noi stessi, coi nostri pensieri. Una caratteristica non sempre amata da chiunque.

Forse i libri possono aiutarci a mettere fuori la testa dalla caverna.

2) LA DISTRUZIONE
Nessuno si ribella. Alla maggior parte della gente va benissimo che quel simbolo odioso di cultura e sapienza, venga distrutto. E ci viene detto brutalmente da uno degli antagonisti della nostra storia. Chi ama i libri, chi vuole proteggerli è un reietto. Deve nascondersi, farlo in segreto.

I libri servono a ricordarci quanto siamo stupidi, e somari.
Sono i pretoriani dell'imperatore che gli sussurrano all'orecchio, mentre si svolge la parata: "Ricorda, Cesare, sei un mortale".

3) LA RILEVAZIONE
I libri sono solo un supporto. Ciò che va tutelato e preservato è il loro contenuto.
Tutti noi che leggiamo siamo, letteralmente, i nostri amati libri. In un modo o nell'altro ciò che abbiamo letto ci resta attaccato. A me capita di chiudere un libro e non ricordare nemmeno i nomi dei protagonisti, o come si scrivono. Ma sono in errore. Quei personaggi sono dentro di me. Da qualche parte nella mia memoria si sono fatti una casetta e rimangono con me, per tutta la mia vita.
Sono un po' Tolkien e Murakami. Sono le sorelle Brontë. Sono tutte le fiabe che ho letto. 
La scrittura ci ha tolto la capacità di memorizzare.
Anzi, ora facciamo foto a qualsiasi cosa per non dover nemmeno scrivere.
E allora cosa dobbiamo riprendere a fare: ricordare. 

Non potevano sapere con certezza che le cose che avevano in testa avrebbero illuminato un'alba più pura;
sapevano soltanto che dietro i loro occhi tranquilli i libri erano conservati in ordine, e che aspettavano, con le pagine non ancora tagliate, i clienti che sarebbero venuti in futuro, alcuni con le mani pulite e altri sporche.


Ho finito la mia serata guardando per l'ennesima volta La Storia Infinita.
Non importa quante volte lo trasmettano, sarò sempre lì ad urlare: "Corri Atréju".
A piangere disperata per Artax e soprattutto, sarò sempre pronta a cavalcare FalKor! 
Ogni storia è una storia infinita. Non mi stancherò mai di crederci.

Chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d'improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse?

p.s. Questo infinito viaggio tra le pagine dei libri mi ha portato a conoscere tante storie e tante persone. E quando incontro tratti comuni alla mia di persona penso che, forse, nella mia pazzia si celi qualcosa di buono. Ma che non vada bene per gli altri.

Nessun commento:

Posta un commento