giovedì 17 dicembre 2020

Harry Potter e Il Principe Mezzosangue - J.K. Rowling

Dopo alcuni minuti… o forse mezz'ora… o forse parecchi giorni di sole,
si separarono.


Giovedì, VI appuntamento con Harry e i suoi amici. Sto preparando i fazzoletti per il finale.
Non dimenticherò mai la sensazione provata a pagina 539: "Severus... ti prego...".
Fui travolta da una sensazione di angoscia mai provata prima di allora. "No, non può essere!", mi dicevo. E continuavo a leggere nella speranza di scoprire che era stato solo un trucco e che la realtà era un'altra. Ma anche nei libri fantasy, Realtà sa essere crudele e spietata.
Un trauma che non ho mai superato.
Un lutto che ogni creatura magica si porta silenziosamente nel cuore.
Mi sembra di vedere Frankie alzare gli occhi al cielo. La ragazza che si chiama con il nome di una stazione ferroviaria, avrebbe riso di questa saga e di me, che ancora mi commuovo guardando certe scene. Quando ho varcato la soglia di Hogwarts la prima volta decisamente non avevo l'età di una bambina. Mi preparavo a diventare una giovane donna... Mi sa tanto che mi si è bloccata la crescita in quel momento e credo sia stata la cosa migliore verificatasi nella mia vita.
Non sono sentimenti che si possono raccontare a chiunque e forse, nel mio caso, l'unico che riesca a capire ciò che provo è Immy!

Era importante, aveva detto Silente, combattere e ancora combattere, e continuare a combattere,
perché solo così il male poteva essere tenuto a bada,
anche se non poteva mai essere completamente sradicato.

Sono un po' melodrammatica ma è quello che sto provando in questi giorni: combatto dalla parte della resistenza, ma combatto.
Resisto alla tentazione di scrivergli.
Resisto alla tentazione di mandare tutti a quel paese.
Resisto alla tentazione di finirla con me stessa.
Sono penosa.
Oggi pomeriggio guardavo gli occhi vivaci di Cugina.
Per alcuni aspetti ci assomigliamo; il sangue non mente.
Ma lei è proprio bella. Brillante. Simpatica. Intelligente.
Come si fa a non adorare una persona simile?
Poi ci sono io, un vero-unico-irreparabile disastro.

Volevo che facessi parte della mia vita e invece, la mia vita è un tale disastro che è preferibile starmi alla larga. Lo capisco anch'io sai? Non c'è niente da rimproverare. Nessuna offesa, nessun rancore.
Le cose vanno sempre esattamente come devono andare; nel mio caso: a rotoli.

Silente dice che è più facile perdonare gli altri quando si sbagliano
che quando hanno ragione.

Nel mio caso la situazione si semplifica notevolmente, perché sono imperdonabile, semper.
Vorrei sparire. Perché sono ancora qui? Perché semplicemente non mi dissolvo quando sorge il sole, come accade ai vampiri o, in generale, a tutte le creature della notte?
Sono stanca.
Una vita inutile, smarrita. 
Sole sorgi, fa' presto!

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