lunedì 21 dicembre 2020

Homo sum - Maurizio Bettini

Che stirpe d’uomini è questa?
O quale mai tanto barbara patria permette questi usi?
Ci nega accoglienza alla riva, viene ad aggredirci, e ci scaccia dal margine estremo del lido.
Se disprezzate il genere umano e le armi mortali, temete almeno gli dei, memori di giustizia e iniquità.
(Eneide, I, 539-543, traduzione di Alessandro Fo)


La lettura dell'Ulisse mi ha prosciugato. Pertanto mi sto dedicando a letture brevi da concludere in una nottata. Ma non è facile trovare qualcosa che ci ispiri dopo aver dato tanto ad un libro, in termini di tempo, concentrazione, curiosità, energie. Proprio come accade con le persone (lo avrò detto mille volte in quest'ultimo anno), anche coi libri ci vogliono: tempo, pazienza e passione. 
Avevo bisogno di un cambio di marcia. La libreria che abitualmente frequento mi sta deludendo. Ha una bella sezione di libri dedicati ai bambini. Ma poi? Pochi titoli di classici, molti autori moderni. Ma la cosa che ritengo imperdonabile è che nel settore dell'approfondimento, dei saggi, della storia, ci siano solo scrittori prestati dal mondo della televisione o dal giornalismo sguaiato. Senza offesa per nessuno, ma non è il mio genere. Invece, l'editore Einaudi ha la capacità di raccogliere sotto di sé scrittori di notevole spessore culturale e accademico. Ad oggi non mi ha mai deluso. Ma dalla libreria gli Einaudi non sono mai pervenuti e lentamente stanno scomparendo gli Adelphi.
Mi piace parlare delle cose editrici come se parlassi di famiglie di mia conoscenza! In realtà non sono così preparata sull'argomento. Non sono una lettrice da IG. La mia esperienza è ridicola.
Così, mi sono messa in auto e guidata da una sorta di flauto magico, mi sono intrufolata in una libreria estera e mi sono portata a casa questo bel libro!
In questo Solstizio d'Inverno pensando di regalare un libro, azzarderei proprio con questo. Scritto benissimo, perfino io non ho avuto difficoltà a leggerlo tutto d'un fiato. E cosa più importante di tutte: non riuscivo a staccarmene. Ero incollata. Non ho pensato a nulla. Nessun dialogo immaginario. Nessun "chissà cosa ne penserebbe TuSaiChi". Un miracolo.

Maurizio Bettini, classe 1947, classicista, scrittore, antropologo, io ti ringarzio!
Oggi vanno di moda frasi del tipo "prima gli italiani". Frasi che mi fanno ribrezzo.
Ma sono sentimenti normali, che si posso insinuare nella mente e nel cuore umano?
Sono domande che si ponevano, prima di noi, i pensatori Greci e Romani. Con differenze, similitudini e vicende intrecciate con le nostre, il pensiero classico viene scandagliato e servito per noi con un linguaggio chiaro e amichevole.
Avevo la sensazione di aver già parlato con il prof. Bettini. Invece è la prima volta che mi imbatto in un suo scritto.

C’è un luogo, lo chiamano Italia…
è il luogo che Enea chiamerà casa, ma non ci arriverà senza aver prima superato ostacoli e sofferenze.
Non prima di aver naufragato su terre straniere, non prima di aver conosciuto la straordinaria Umanità di Didone.
C’è un luogo, lo chiamano Italia...
tanti sono i disperati che tentano di toccare i suoi lidi, che chiedono solidarietà ad un'umanità che sembra avere dimenticato se stessa.

Si impara molto da queste pagine. Le civiltà si sono sempre interrogate su chi o cosa fosse lo straniero.
È pericoloso permettere all'ovvio, all'abitudine di prendere spazio e privarci del senso di pietà e umanità che si deve sentire nei confronti della sofferenza, della vita altrui.
Dove l'altrui, l'altro, non deve essere inteso come qualcosa di estraneo a noi, ma di affine.

Sunt lacrimae rerum et mentis mortalia tangunt.

Forse non ci tocca più nulla, siamo indifferenti a tutto. Dobbiamo recuperare la nostra empatia, il nostro senso di appartenenza alle umani genti.

La nostra società è come un arco fatto di pietre, che sta su perché esse si sostengono l'una con l'altra, altrimenti crollerebbe.

Siamo ciò che leggiamo, siamo ciò che pensiamo.
I libri quando sono definiti grandi, non sono solo un esempio di bella scrittura o di letteratura. Non sono solo poesia.
La grandezza dell'Eneide, che ancora oggi eserciti di studenti si ritrovano a studiare in classe, non si trova solo nella bellezza dei suoi versi.
I grandi libri sono idee, modi di vedere il mondo, di pensare stampati su carta.
Le leggi stesse, i costumi di una società si intrecciano con i grandi libri.
L'humanitas è l'unione di cultura e civiltà degli uomini.

Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

Dopo aver letto questo libro ti senti una persona migliore (o peggiore...dipende dai casi).
Aiutare il prossimo è un diritto per chi viene da lontano, ma ancor prima, è un dovere per chi può stringere quella mano tesa.

Avrei voluto studiare nel campo umanistico.
Più passa il tempo, più gli errori del passato mi sembrano gravi.
Panta rei. 

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