giovedì 24 dicembre 2020

Il SdA Le Due Torri - JRR Tolkien

Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre,
e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini.
Tocca ad ognuno di noi discernerli,
tanto nel Bosco d'Oro quanto nella propria dimora.


Oggi è la Vigilia di Natale.
La notte più magica di tutto l'anno. Il Covid ci ha privato anche di questo tempo con le famiglie. L'idea di stare sola soletta non mi dispiaceva affatto. Poi hanno ammorbidito le restrizioni e io e la mia piccola famiglia abbiamo festeggiato insieme. È stato bello.
Si sa, non esistono famiglie perfette e la mia certo non lo è. Vi sono accentratori che non cambieranno mai. Che si lamenteranno sempre. E mi sento sempre esclusa dai discorsi che si fanno. Ma tutto si può affrontare con una buona dose di tranquillanti e ammazzandosi di servizi da fare.
Mentre scrivo in televisione trasmettono il secondo capitolo della saga de Il Signore degli Anelli. Abbiamo incontrato or ora Ombromanto. Poco da dire: Tolkien fu un genio e Peter Jackson ha ricostruito in modo magistrale il suo mondo. Inutile dire che ci sono delle differenze tra le opere. Ma abbiamo scoperto che anche le traduzioni possono creare delle modifiche. Mi vengono in mente le città invisibili. Per ogni parola che modifichiamo una nuova città sorge e altre infinite non nascono.

Non sono di quelli che si lamenta per le modifiche apportate. Un film è un'interpretazione. Una possibilità che solo i registri, gli sceneggiatori, possono avere: modificare alcune parti e lasciare che magari le cose vadano meglio di come le aveva immaginate l'autore stesso.

Certe strade, è meglio intraprenderle che rifiutarle, anche se il loro esito è oscuro.

Approfittando di questa magica notte mi diverto a sottolineare alcune delle differenze tra il libro e il film.
Quella che stanno trasmettendo è la versione integrale. Così possiamo vedere Frodo e Sam che si calano giù da una rupe, grazie alla corda elfica donatagli da Lady Galadriel.
Per Sam è facile scioglierla, basta strattonarla un po'. Nel romanzo Frodo ci va giù pesante ed esprime le sue perplessità sui nodi realizzati dall'amico.
Sempre nel film si intende un'alleanza tra Sauron e Saruman.
Ma la realtà immaginata da Tolkien ci consegna uno Stregone con un piano di conquista tutto suo.
E non vi sono bambini che fuggono dal villaggio dell'Ovestfalda per avvisare re Théoden del pericolo incombente.
Una scena che manca nel libro, arricchisce la pellicola e dà più fluidità alla narrazione cinematografica.

Ciò che invece non mi spiego è perché trasformare lo scontro con Edoras in un incontro amichevole.
Quando Aragorn, Legolas e Gimli si imbattono nei Cavalieri di Rhoan la situazione non è piacevole; infatti i nostri tre compagni verranno in un primo momento imprigionati.
Ah, e Gollum trasformato in Smeagol non salva Frodo nelle Paludi Morte. Frodo non cade.

Ancora un intervento estraneo è l'attacco dei mannari selvaggi mentre il popolo di Rhoan cerca di rifugiarsi verso il Fosso di Helm.
E le scene che riguardano Arwen? Tolkien l'aveva relegata nelle Appendici. Ma mi piace che le sia stata data più visibilità. Un personaggio positivo e ingenuo.
Luce vera.
In questi tempi bui ci vuole!!! 

Ho scoperto il mondo del Fantasy troppo tardi. Avevo sedici anni. Da quel momento non l'ho mai abbandonato. Ho sempre problemi a ricordare i nomi dei luoghi e dei personaggi ma dentro di me i sentimenti e le atmosfere di questo mondo non conoscono oblio.
Sbirciamo tra i pensieri di Sam. Scopro che i suoi pensieri sono simili ai miei. Mi sono sempre posta lo stesso enigma, quando a scuola guardavo sui libri di storia, le immagini delle guerre.

Era per Sam la prima immagine di una battaglia di Uomini contro Uomini, e non gli piacque. Era contento di non poter vedere il viso del morto. Avrebbe voluto sapere da dove veniva e come si chiamava quell'uomo, se era davvero di animo malvagio, o se non erano state piuttosto menzogne e minacce a costringerlo a una lunga marcia lontano da casa; se non avrebbe invece preferito restarsene lì in pace.

Sono poche le cose che penso appartengano a me e non abbia mutuato dalle persone che ho frequentato in passato: le bolle di sapone, i libri, Immy, la fotografia, il mare, i Racconta Storie e Tolkien.
Sam è uno dei miei personaggi preferiti di questa avventura.
Semplice, non è imparentato con i protagonisti, timido. Leale.

Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una felice fine, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una felice fine.

Sam sei unico. Ti ringraziamo per non esserti mai arreso. Per aver messo da parte l'orgoglio. Grazie per averci creduto fino in fondo.

Concludo con una curiosità:
1914, Grande Guerra, fronte Occidentale.
Giovani soldati di truppe tedesche e britanniche schierate sui lati opposti del fronte, senza alcun intervento ufficiale, si scambiano auguri e canzoni dalle rispettive trincee.
Nel corso della vigilia di Natale e del giorno stesso di Natale, un gran numero di questi soldati lasciano spontaneamente le trincee per fraternizzare e scambiare auguri tra ragazzi, tra stranieri, tra giovani, tra uomini, umani.
E poi dicono che i miracoli non esistono.

Auguri di una buona Vigilia di Natale.
Mi è mancata la tombolata con gli zii, mi mancano terribilmente i nonni, mi manca non essere più seduta al tavolo dei piccoli, dove l'unica preoccupazione era essere sicuri che tutti avessimo la stessa porzione di Coca-cola.
La vita va avanti. Ma non so perché mai per il meglio.
Grazie a San Francesco abbiamo il presepe.
797 anni fa da Greggio, un umile fraticello ci farà un dono meraviglioso e immortale. Basta pensare a quante opere pittoriche sono sorte da quella idea. Non so come dire, ma tutte le azioni sono collegate tra di loro.
Guardo Smeagol: come si fa a non avere pietà di lui? Povero piccolo Smeagol. Lo stesso non si può dire di Gollum. Lo so. Ma tutti abbiamo bisogno di redenzione, di una possibilità per riscattare gli errori del passato. 
Ecco il senso del Natale, no?

Il compleanno di Gesù si avvicina: tu scendi dalle stelle...

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