domenica 6 dicembre 2020

C'era una storia

Le favole ci aprono le porte in un mondo incantato, fatto di principesse, cavalli alati e castelli. Ognuno di noi, da piccolo, ha avuto la sua favola preferita sulla quale fantasticare per ore. Oggi, come ieri, è importante che i bimbi ascoltino raccontare le fiabe dai propri genitori, nei momenti di condivisione.
Queste hanno anche una forte valenza educativa da non sottovalutare.


San Nicola lo abbiamo archiviato. È stata una bellissima giornata. La mia regione è ora in fascia gialla. Ma non credo minimamente nella bontà di questi dati. Infatti, controllando il bollettino quotidiano che registra i nuovi positivi Covid-19, i dati sono sempre in crescita. Al contrario, a livello nazionale, sembra che le cose vadano meglio. Personalmente credo che vogliano semplicemente farci spendere soldi. Così sono ripresi gli assembramenti e le scene assurde che non riesco più a sopportare. Muoiono, in media, circa seicento persone al giorno, ma il problema sono le piste di scii chiuse. Sembra che nessuno pensi che quel 600 non è solo un numero. Sono PERSONE. Mondi che vengono distrutti. Esperienze perse, memorie smarrite, racconti che non torneranno mai più. Una cosa molto triste. Credo sia terribile. Potevo esserci io tra quei 600. Un mio amico. Un parente. Uno nonno. Sono terrorizzata.
Mi rifugio in un mondo migliore.
Ad esempio, oggi ho pensato di giocare con le carte di C'era una storia. Si sorteggiano, o scelgono alcune carte e osservando le immagini si inventa una storia. I miei piccolini adorano questo gioco. Loro sono bravissimi. Hanno una fantasia illimitata. Io invece, sono molto arrugginita. E ho scoperto, proprio con questo gioco, che il mondo reale ha preso uno spazio troppo grande.

Guardavo questi disegni. Sono semplicemente bellissimi.
Se fossi Luna, vivrei con nostalgia guardando continuamente il mio riflesso nel Mare.
Eternamente vicini e così distanti.
Se urlassi lui non mi sentirebbe.
Le onde sovrasterebbero la mia voce.
Gli animali che lo circondano distorcerebbero, nuotando, la mia immagine.
E alla fine lui non potrebbe sapere chi sono.
Allora gli scriverei una lettera, lunga, sincera, senza limitazioni.
Mi legherei disperatamente ad ogni parola, sperando di fargli capire che non sono solo un riflesso tremolante.
Che anche se non brillo di luce propria, sono un essere consistente, con le mie leggi, la mia massa, la mia gravità. Che eternamente avvertirò una certa attrazione nei suoi confronti. Che sempre lo cercherò, anche quando le nuvole invidiose tenteranno di coprirmi, di nasconderlo alla mia vista.
Ciao Mare.



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