martedì 31 marzo 2020

Ventiduesimo giorno - John Donne

"Nessun uomo è un'isola, intero in se stesso,
Ogni uomo è un pezzo del continente.
una parte della Terra.
Se una zolla viene portata via dall'onda del mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un promontorio le mancasse,
o una dimora amica o la tua stessa casa;
ogni morte d'uomo mi diminuisce,
perché io faccio parte dell’umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi
suona la campana; essa suona per te."


In questo giorno, in cui abbiamo ricordato le vittime del Covid-19 con un minuto di silenzio, penso che i versi del poeta inglese John Donne, di cui ricorre l'anniversario della scomparsa, siano perfetti per descrivere i sentimenti che accomunano ogni persona su questo pianeta.
Come tutti i grandi poeti, anche Donne si trovò a vivere una fase di transizione. Una lacerazione concettuale ed epocale.
Se da un lato si andava spegnendo la ricchezza dell'epoca elisabettiana, dall'altro la rivoluzione scientifica spingeva per avere il suo posto nella storia. Pensiero medievale dei Santi Padri o la verità dei fatti raccontati da Copernico, Galileo, Keplero e Paracelso? Proseguire sulla strada nota, o rompere gli schemi alla ricerca di una nuova verità?
La nuova filosofia che calls all in doubt sembra prevalere. 
E i versi di Donne diventano collante tra l'elemento fantastico, ricordo del cuore, e il pensiero logico strumento del cervello.
Dall'unione di mente e cuore nasce la poesia cosiddetta metafisica.
Mi piacciono i suoi versi sull'amore. Anche quando sono densi di ironia. Ho bisogno di esternare il mio sentire. E questi versi sono un modo sublime per farlo. Lo capisco perfino io. 

"Mi chiedo in verità che cosa mai abbiamo fatto prima di amare?"

Non lo so. Oggi, leggendo Pennac (domani ne parlerò) mi sono imbattuta in una frase di Fellini: "Ho l'impressione di non essere molto cambiato da quando avevo diciassette anni."
E io che me ne facevo un cruccio! Grazie Fellini, grazie Pennac. Non so cosa abbia fatto prima di amare, ma penso che non sia importante. La prima azione è l'amore. La creazione stessa è un atto d'amore. 

E penso.
Penso a quello che è successo oggi nel mio Paese: quattro persone si sono tolte la vita.
La loro sensibilità è stata sopraffatta da tutto il dolore che ci sta circondando.
Vedo anch'io un'ombra nera che si addensa sul nostro futuro.
E il nostro presente non è meno buio.
Oggi si muore soli; e i vivi non possono avere la consolazione dell'ultimo saluto.
Morire soli.
Piangere soli.
Non sono una psicologa, ma ho perso delle persone che amavo.
Il momento del saluto è doloroso, ma mai quanto lo scoramento che si prova dopo, quando tutto tace.
Eppure vedere quella persona tanto amata come addormentata, aiuta.
Invece così è come se qualcuno all'improvviso avesse spento la luce.

Tutto questo; immaginare il dolore altrui non è facile da sopportare. Anche se magari te l'hanno insegnato a scuola come ci si comporta.
Sul campo è un'altra realtà.
Sento una pena particolare per quelle persone che si sono tolte la vita.
È come ascoltare un vecchio disco raschiato in alcuni punti; la canzone è bellissima, ma lì il suono cede, si affievolisce. Ha suonato troppe volte per qualcuno che magari non ha ascoltato tutte le parole.
"Bring back that lovin' feelin, oh, that lovin' feelin'"

L'amore, solo lui può salvarci. Dobbiamo far sentire il nostro amore agli altri.
La tenerezza che ci suscitano.
Naturalmente predico bene e razzolo male.
Per me è tardi. 
Donne scrisse:
"L'amore non conosce stagione, non clima né ore, giorni, mesi, che sono i brandelli del tempo."

Vorrei che avesse ragione. Ma per quanto riguarda me non sbaglio. Io sono già morta.
Ma il mondo può ancora farcela.

E fu sera e fu mattina...XII giorno.

lunedì 30 marzo 2020

Ventunesimo giorno - da van Gogh a Goya

"afflitto ma sempre lieto."

Lo scorso Dicembre, a Milano, visitai al MUDEC una mostra che si intitolava: IMPRESSIONI D’ORIENTE Arte e collezionismo tra Europa e Giappone.
Una mostra molto particolare, merito ovviamente dell'allestimento e della struttura e per una come me, sempre molto incuriosita da tutto ciò che è diverso e lontano da se stessa, fu un'esperienza nuova e atipica.
Quanto mi sembra lontano quel periodo. Ne sento profondamente la mancanza. Viaggiare, vistare mostre, imparare, scoprirsi migliorarti. Invece oggi... d'accordo non lasciamoci prendere dalla malinconia, anche se da ieri è chiaro che questa appartiene alla mia essenza. Sto tergiversando... Ma quanto chiacchiero.
La mostra me la ricordo bene; ricordo che mi colpì scoprire che anche van Gogh fu conquistato dal Giapponismo. Aveva una sua personale collezione di stampe giapponesi con le quali abbellì il suo atelier: "Non si potrebbe studiare l'arte giapponese, mi sembra, senza diventare molto più sereni e più felici...".
E perché ne parlo oggi che siamo arrivati al ventunesimo giorno di quarantena? Perché oggi nel 1853 nasceva Vincent William van Gogh e nel 1746, un altro pittore famosissimo, Francisco Goya.

La biografia di van Gogh mi ha impressionato tanto. Quello che so, è quello che sanno tutti.
Però leggendo alcuni stralci delle lettere che scambiava con l'amato fratello, non posso fare a meno di domandarmi se avesse realmente dei problemi mentali. O se, molto più semplicemente, non fosse un affamato d'amore alla ricerca di un nutrimento difficile da reperire.

"Ma il giorno in cui ti innamorerai,
ti accorgerai con stupore dell'esistenza di una forza che ti spinge ad agire,
e sarà la forza del cuore."

È considerato il padre dell'espressionismo, o più generale si dice che faccia parte del postimpressionismo. In questa corrente si inseriscono tutti quegli artisti che si sono discostati da quel movimento, l'Impressionismo, che invece li avevano influenzati in un primo momento.
L'impressionismo era quel movimento che muoveva dall'esterno all'interno; la realtà, la natura parla e si deposita nella coscienza dell'artista.
La corrente successiva, chiamata appunto Espressionismo, descrive un movimento opposto. Parte dall'interno e sfocia all'esterno; dall'anima dell'artista si scioglie nella realtà.

"Uno può avere un focolare ardente nell'anima
e tuttavia nessuno viene mai a sedervisi accanto.
I passanti vedono solo un filo di fumo che si alza dal camino
e continuano per la loro strada."

Non nascono tutti i giorni i van Gogh, questo è chiaro. Ma mi sento così vicina alle sue parole che se potessi lo ringrazierei. Mi fa sentire meno sola.
A volte ci penso a come doveva apparire l'Europa nei secoli passati.
Da una città olandese a Parigi, dal sud della Francia, passando per il Belgio e poi ancora in Italia, in Germania, in Spagna. Come doveva essere affascinante una conversazione con questi artisti.
Certo, eccentrici e un po' capricciosi. Alcuni poveri, alcuni arroganti. Ma tutti con un animo desto e riflessivo.
La tecnologia ci ha inaridito.
Ma l'arte ci aiuterà sempre a tornare alla nostra essenza originale: la bellezza.
La bellezza intesa come qualcosa che ci eleva dal profano all'ultraterreno. Che manda in estasi la nostra anima e ci avvicina a qualcosa di superiore, di oltre, di esterno a noi, che però è proprio dentro di noi!

"La tristezza durerà per sempre."

Perché, stando qui, in un luogo che non ci appartiene, che non è nostro, ma è solo del corpo, ci sentiremo sempre incompleti. Sempre insoddisfatti, sempre tristi.
In noi albergherà sempre il desiderio, la nostalgia, della vera casa.

In questi giorni è stato rubato in Olanda, il Giardino della canonica di Neunen in primavera, opera del 1884 proprio di van Gogh.
Sinceramente non biasimo chi ha effettuato il furto. Magari ora se lo mira e rimira. Un quadro bellissimo. Non ci posso credere che van Gogh abbia iniziato a dipingere oltre i trent'anni e che non lo avessero subito amato e ammirato tutti!

"I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempesta terribile,
ma non hanno mai trovato questi pericoli,
una ragione sufficiente per restare a riva."

Van Gogh è morto a seguito della ferita che si era procurato lui stesso, sparandosi.
Un'ipotesi che in realtà, non soddisfa tutti gli studiosi. Resta, tuttavia, una tragedia nella tragedia.

Ultimo pensiero lo rivolgo al Goya.
Una storia molto diversa da quella di Vincent. Probabilmente anche lui non stava benissimo, almeno negli ultimi anni. Al museo del Prado, Madrid, è esposto il suo "Saturno che divora i suoi figli".
Quando ci penso mi vengono ancora i brividi.
Pittore che si colloca a cavallo tra il Neoclassicismo e il Romanticismo, sintetizza nel suo dipingere la libertà che un poeta ha del sentire. Egli racconta la storia del suo tempo attraverso le immagini. Ma non vi assiste passivamente. Si interroga, si mette in discussione; rompe gli schemi neoclassici, contrasta la perfezione del suo tempo, rivelando il sentire interiore.
Proprio da questo stato d’animo nascono le opere che prendono il nome di Black Paintings, tra cui troviamo quel Saturno che tanto mi ha terrorizzato.

"Il sonno della Ragione genera mostri."

In questo periodo di sciacalli e sciacalletti questa citazione mi sembra doverosa.

E fu sera e fu mattina...XXI giorno.

domenica 29 marzo 2020

Ventesimo giorno

Non so più di cosa parlare.
Dopo la benedizione del Papa mi sentivo nuova. Ripulita da tutti peccati.
Ma il mio problema sono i vecchi pensieri.
E senza poter uscire, senza prospettive per il futuro, senza nemmeno un messaggio di Persona mi sento la solita me, sporca e perduta.

-"Non devi fare così."
 -"No? Ahhh, giusto. Io sono fortunata. C'è chi sta peggio, c'è chi, c'è quello, c'è questo, andrà meglio, passerà, non bisogna lamentarsi, ecc."

E niente, aver iniziato a scrivere su questo blog resta tra le idee migliori che abbia avuto negli ultimi due anni.

Il Papa ha detto che possiamo piangere. Lo ammetto, non sono le sue parole testuali ma il senso è questo: è la domenica del pianto. Gesù ha pianto quando ha saputo che Lazzaro era morto. Non sono una con una grande fede. Ma la sola idea di Cristo mi rinfranca l'anima. L'umanità di Dio mi fa pensare che l'umanità terrena possa salvarsi in qualche modo. Troverà la sua forza. Ritroverà se stessa. Il suo cuore pulsante.
L'Albania ha mandato degli aiuti all'Italia. La piccola e povera Albania ha detto:"Perché non siamo ricchi e privi di memoria non ci possiamo permettere di non dimostrare all'Italia che gli albanesi e l'Albania non abbandonano mai l'amico in difficoltà."
Oggi è la domenica del pianto: del pianto che un amico versa per l'amico in difficoltà.
Oggi è la domenica del pianto e anch'io piango, pensando però: “Non vi dirò ‘non piangete’, perché non tutte le lacrime sono un male.”
Se vivi vicino al mare la fratellanza, l'unione tra i popoli non sono semplici nozioni sociali da studiare e scandagliare.
Sono valori insiti nel nostro dna bruciato dal sole e dal sale. Sono sentimenti che fanno pulsare il nostro cuore. Non abbiamo strade, non conosciamo confini. Non esistono limiti per noi.
Rispettiamo le leggi. Non sprechiamo parole. Sappiamo ascoltare. Rammendiamo le nostre reti. La sicurezza viene prima di tutto e se qualcuno ha bisogno, lo soccorriamo senza domandargli niente. Quello che abbiamo lo dividiamo. La nostra casa è là dove si trova il nostro cuore.
Se restiamo in un luogo troppo a lungo sentiamo la nostalgia del nostro Fratello. E se siamo troppo tempo lontano da casa, non vediamo l'ora di rientrare nel porto.
Leggiamo le nuvole e seguiamo il vento. Non sfidiamo mai la tempesta e gioiamo della bonaccia. 
Siamo sempre a disagio in mezzo a tanta gente, ma chiunque fa parte della nostra famiglia.
Siamo gente di mare e conosciamo il sacrificio di chi viene da lontano alla ricerca di una nuova patria, di un posto nuovo da chiamare casa.
Siamo gente di mare sappiamo accogliere e abbiamo buona memoria.
Abbiamo sempre una storia da raccontare. Le novità volano sulle ali di un gabbiano. Usciamo nella notte e andiamo a dormire con l'alba.
Siamo gente di mare: casa è ovunque si trova il cuore e i nostri piedi non possono stare troppo a lungo nello stesso posto.
Siamo gente di mare abbiamo braccia grandi come ali aperte, per abbracciare e volare, radici per tornare.


E fu sera e fu mattina...XX giorno. 

sabato 28 marzo 2020

Diciannovesimo giorno

“Le vecchie abitudini, anche se cattive,
turbano meno delle cose nuove e inconsuete.
Tuttavia, talvolta è necessario cambiare,
passando gradualmente alle cose inconsuete.”
(Ippocrate)

Stamattina sono scappata. Letteralmente. Non c'era nessuno in giro. Città deserta. Io e la mia mascherina ci sentivamo come in un incubo apocalittico.
Sono andata in edicola e ho consegnato, forse per l'ultima volta, un lavoro.
Sono passata per un secondo dal mio mare. Dio, quanto era bello! Solo la sua vista mi ha ricordato che sono ancora viva. Esisto. Sono qualcosa di altro di un involucro vuoto.
La sensazione è rimasta con me per poche ore.

Poi...
Soliti problemi, soliti pensieri
Iniziano le rivolte dei disperati, o forse di delinquenti, o forse di entrambi.
L'Europa nelle veci della signora Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, ci pugnala NUOVAMENTE alle spalle.
Sono un'europeista convinta.
Ma da meridionale so esattamente come i Paesi del Nord guardano quelli del Sud.
Ritengo la cosa inaccettabile. Il resto dell'Europa dovrebbe essere grato all'Italia per le azioni di contenimento nel caso specifico del Covid-19, e in generale per tutto quello che l'Italia è e rappresenta. Poteva toccare ad un Paese qualunque. Spagna e Francia non se la passano meglio. E presto toccherà agli altri. Non pensiate di essere immuni: stolti.
L'Europa continua a girarsi dall'altra parte? Sciacallo! Non sai che il Tempo è galantuomo. 
E verrà il momento in cui dovrai pagare il conto, non a noi, ma alla Storia e all'umanità.

Sono giorni in cui è impossibile rimanere sereni. Probabilmente i malinconici come me sono quelli con l'umore più stabile. Siamo in casa e siamo più soli che mai. La musica mi sta salvando. Non riesco a proseguire con la lettura. Sono ancora a Pietroburgo; questa volta primi decenni del Novecento. Sto seguendo la storia di un medico poeta, tale Jùrij Andrèevič Živàgo. Mi piace. Ma sono sopraffatta da altri pensieri.
Ho scoperto di essere una Romantica.
Sì, con la lettera maiuscola.
Sono, cioè, una donna del Romanticismo, di quella corrente culturale che in Italia si sviluppò nell'Ottocento. Sono una donna dello "sturm and drang".
Di quelle che ricercavano e ancora oggi ricercano, l'anima in ogni cosa, nella natura, nella storia. Eternamente malinconiche, ma non apatiche.
La nostra malinconia è caratterizzata dall'inseguire un sogno irraggiungibile, sempre. Fa parte della dotazione base del romantico. Perché siamo così? Perché è giusto inseguire il sogno, anche se conosciamo fin dall'inizio il fallimento dell'impresa.
Siamo accomunati dalla sensazione di essere sempre nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. 
Riconoscibili dallo sguardo sempre sfuggente o perso in chissà quale considerazione.
Siamo quelli che pensano di non essere mai all'altezza, sempre fuori luogo.
Quelli che in una società come questa fatta di egoismi e protagonismi, del non prendere mai posizione e non andare mai in profondità, si ritrovano ad affondare in silenzio pur di capire quale sia il fondo di una verità, di una persona, di una lettura, di un profumo.

Siamo quelli che sanno che tutto passerà e saremo diversi solo perché avremo più cicatrici da nascondere. Ma nel frattempo, dobbiamo combattere e provare rabbia, e sognare a occhi aperti e stanchi.

I miei occhi sono così: aperti e stanchi.
In tutto questo manicomio, ho cercato l'unico conforto nell'amore. Quanto l'ho rincorso!
Ma gli occhi sono aperti...
Se non c'è un avvicinamento spontaneo perché alimentare questa illusione? 
Illusione di avere un rapporto costante, mica altro. 
Come si fa con un buon amico. 
Ma gli occhi sono stanchi...
Non posso rinnegare la mia essenza.
L'ho detto, sono Romantica.
Mai realizzerò questo mio sogno, ma mi struggo proprio in questo desiderio.
E non mi importa se rischio di lasciarmi coinvolgere da psicopatologie; se è destino, allora questo dolore sfocerà in un già presente desiderio di morte.
Morire per amore sarebbe una ragione ben più nobile del mio attuale convincimento che stare al mondo senza uno scopo è indegno, umiliante e superfluo.


E fu sera e fu mattina...XIX giorno.




venerdì 27 marzo 2020

Diciottesimo giorno - Benedizione Urbi et Orbi

«Venuta la sera» (Mc 4,35).


La quarantena è quella cosa che ricorderò perché da un lato mi sta logorando e dall'altro mi sta regalando momenti di insensata felicità.

Se alzo lo sguardo e penso al futuro si gela il sangue nelle vene.
Il problema non è solo mio. Anzi, mi è stato detto: "Non mi preoccupo per te!"- (invero io un po' di paura per me stessa l'avrei...).
Il mio pensiero è rivolto al Mondo intero. Tantissime persone perderanno il posto di lavoro.
Nel dopoguerra la gente era unita da un comune sentimento di rinascita.
Noi stiamo vivendo una pandemia. Non stiamo sviluppando sentimenti di solidarietà. Siamo divisi. Distanti.
Abbiamo un Governo centrale di riferimento che vediamo come un nemico, qualcosa contro il quale scagliarci.
Le aziende non penseranno di ricostruire, di riorganizzarsi.
Il loro obiettivo sarà far ripartire la produzione, ma rientrando immediatamente in numeri, proiezioni.
E sicuramente tanta gente ne andrà di mezzo. E non ci sarà nessuno che potrà aiutarli.
Abbiamo già visto che l'assistenzialismo non aiuta nessuno, non serve. Si traduce solo con una emorragia per lo Stato.

"Se uno ha fame non regalargli un pesce, insegnagli a pescare."
 Ecco, scopro ora che è un antico proverbio cinese... Quando si dice "ironia della sorte".
La soluzione allora quale potrebbe essere? Aiutare gli Stati, che aiuteranno i Privati.
Voglio rimanere ottimista e sperare.

Il Papa ha pregato con noi e per noi.
Ci ha concesso l'indulgenza plenaria. 
Sagrato della basilica di San Pietro vuoto. Pioveva. 
Questo uomo solo, con la sua andatura appesantita dagli anni, ha pregato e invocato Dio con una forza che solo la Vera Fede può dare.
Mi sono commossa.

"Perché avete paura? Non avete ancora fede?"

Hai ragione Signore, siamo piccolissimi e stupidi. Ma tu ci hai amato lo stesso e continui a farlo malgrado tutto. 
Abbiamo bisogno di te.
Siamo su una barca che rischia di affondare.
E mai ci siamo sentiti così fragili.
Sarebbe bello in questo momento, sentire il Tuo abbraccio.

La mia fede è minuscola. Ma nella vita ho sempre ringraziato per quello che di buono ho avuto. Gli errori e gli orrori sono invece, roba tutta mia.
Proteggici.
Proteggi chi amo. Di me non importa.
Fa' che stia bene, lui e le persone a cui vuole bene. Veglia sui Nipotini e i loro genitori. Sulla mia Famiglia; su Amica e Cugi e le famiglie tutte.

E fu sera e fu mattina...XVIII giorno.


giovedì 26 marzo 2020

Diciasettesimo giorno - Mario Girotti


"È l'ignoranza che genera la paura: paura del buio, paura degli sconosciuti e paura delle malattie... e l'unico modo per sconfiggere queste paure è la conoscenza."


Buon compleanno Terence Hill!
Mito vivente di almeno due generazioni di bambini italiani (come sono patriottica in questi giorni!). Insieme con Bud Spencer (Carlo Pedersoli), ha rappresentato il mio ideale di amicizia di tutta la vita.
Come tipo sono più vicina a Bud, non per fisicità ma per ruolo: burbero, discreto, silenzioso, ma gran picchiatore.
E allora in questa uggiosa giornata di quarantena pensavo all'Amicizia. Faccia serena e indissolubile dell'Amore, ha caratterizzato vari momenti della mia vita, ma quella che sto vivendo ora con Amica raggiunge vette irripetibili. 
Nella mia vita ho avuto pochi e speciali amici. Ma per un motivo o per l'altro ci siamo un po' persi. 

I miei legami affettivi sono destinati tutti a naufragare.
Ed essendo io il comune denominatore ne sono la causa, altrimenti non si spiega. 
Probabilmente è dovuto al mio isolarmi.
Ci sono periodi in cui sono così oscuri i miei pensieri che è impossibile condividerli, e siccome so che anche gli altri hanno i loro problemi, miro a nascondere ciò che provo.
E poi per lungo tempo il mio maggiore confidente è stato il mio Ex. 
Con lui non fingevo; quando dovevo fare schifo, facevo schifo.
Fino a quando ho iniziato a capire che anche per lui era difficile starmi accanto e...niente è il mio "ex" non a caso.

Con Amica è tutto diverso. Posso mandarle un messaggio scemo senza che ne derivi una conversazione di tre ore,  e non mi sento mai di troppo. Posso dirle liberamente "non ne voglio parlare, scusami" e va bene così. Non mi giudica mai.
Per amor del vero...Lei è tutta matta. Quindi le nostre pazzie si incastrano perfettamente e ne sono felicissima. 
Insieme con Cugina, è tra le persone più importanti della mia vita. 

“L'amore non si può dividere,
l'amore vuole tutto.”

A proposito di Persona: inutile nascondere che avrei voluto un'amicizia simile anche con lui. Ma non si può. 
"Non è interessato", tipo quando ti chiamano per stipulare un contratto telefonico.
E allora niente, ci si barcamena tra momenti di lucidità (pochissimi), momenti di tristezza (troppi) e momenti di "dai passerà" (al momento non sono reperibili dati su quest'ultimo fattore).

L'amore non si può dividere, e così il pensiero di Lui permea ogni momento della mia vita.
Ma panta rei e immagino passerà anche lui.
Se potessi chiederei aiuto a Don Matteo (personaggio interpretato da Terence Hill); ne sono certa, lui saprebbe cosa dirmi e come consolarmi.

Forse Amica ha ragione: "Tu sei innamorata della cultura... di null'altro."

Non so come dire, ma mi sembra che abbia perfettamente ragione.
Cerco sempre persone diverse da me; ma non riesco mai a far in modo che quelle si interessino a me, mi restino accanto. 
Forse, proprio perché sono una ignorante senza cura che a malapena riesce a tradurre in parole il delirio che ha in testa, forse per questo mi perdo dietro persone lontane da me, di elevata cultura e capacità di pensiero.

Cugina e Amica, ad esempio, sono brillanti, hanno viaggiato tanto, possono affrontare conversazioni di qualunque tipo e sarà sempre piacevole la loro compagnia.
E infatti adoro stare con loro. 

Persona...bastaaaaaaaaaaaaaaa! Basta! MA BASTA! 

E fu sera e fu mattina...XVII giorno.

p.s. L'Albero nella foto è un mio Amico.

mercoledì 25 marzo 2020

Sedicesimo giorno: Piccolo Mondo Antico - Antonio Fogazzaro

"L'immortalità dell'anima è una invenzione dell'egoismo umano
che in fin dei conti vuol far servire Iddio al comodo proprio.
Noi vogliamo un premio per il bene che facciamo agli altri
e una pena per il male che gli altri fanno a noi.
Rassegnamoci invece a morire anche noi del tutto come ogni essere vivente
e facciamo sin che siamo vivi la giustizia per noi e per gli altri,
senza speranza di premi futuri,
solo perché Iddio vuole da noi questo
come vuole che ogni stella faccia lume e che ogni pianta faccia ombra."

Se sei italiano non puoi non conoscere: Piccolo Mondo Antico, gioiellino della nostra letteratura, opera di Antonio Fogazzaro.
L'ho letto che andavo ancora a scuola.
Estate 1995: l'estate dei sedici anni e di tante amicizie. Una di quelle estati vere, spensierate, all'insegna di chiacchiere con le amiche, partite di calcetto miste, sole e tanto, tantissimo mare.

Di se stesso Fogazzaro scrisse:"Ero poco vivace, molto riflessivo, avido di libri. Avevo un carattere sensibile, ma chiuso.".
Antonio ti offenderesti se usassi queste parole per descrivere me stessa?
Fu anche molto timido e agli occhi degli altri appariva freddo e riservato. Io mi riconosco in questa descrizione.
L'autore è nel suo modo di scrivere: descrizioni precise e ricche di aggettivi, dialoghi in dialetto per sottolineare la distanza dal mondo austriaco.
Quando c'è il cuore in un romanzo lo si sente pulsare. E secondo me, sfogliando queste pagine si percepisce un sentimento rivoluzionario e anticipatore del Risorgimento. Qualcuno lo ha definito "un piccolo Manzoni". (Mah! Piccolo...perché mai?)

I paesaggi descritti erano cari all'autore, in quanto vi trascorse gran parte della sua vita. 
Siamo in Valsolda, provincia di Como, località situata sulle sponde del lago di Lugano. 
Periodo storico: seconda metà dell'Ottocento, sullo sfondo si delineano e riconoscono gli eventi della lotta dei patrioti del Lombardo-Veneto contro il dominio austriaco.

C'è tutto in questa storia: patriottismo, rivalità familiari, lotte sociali e ovviamente, l'amore.
Non mi stupisco che ne abbiano tratto uno sceneggiato; anzi: è stato il primo romanzo della letteratura italiana dal quale si sia derivata una trasposizione cinematografica.

Un piccolo mondo racchiuso in meno di quattrocento pagine.

Oggi è anche il Dantedì, cioè la giornata dedicata a Dante.
Al Sommo Poeta avrei dedicato un mese, ma non si può avere tutto dalla vita.
Oggi nel 1300 iniziava il suo viaggio ultraterreno.
In altre parole oggi iniziava quel: 

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita"


che rende tutti, ne sono sicura, tutti noi italiani tanto orgogliosi delle nostre radici.

Come se ciò non bastasse, per un saluto senza pretese, mi ha scritto Persona.
E io muoio.
E siccome sto sotto un miliardo di treni per lui, mi scarico tutto l'amore dantesco in questo post:

“Non può comprendere la passione chi non l'ha provata.”

Non giudicatemi male se non riesco a reagire di fronte a questo sentimento che mi sta solo rodendo la mente, e facendo ammalare l'anima.

“Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona.”

Vorrei solo che lo sapesse. 
Sì, a questo punto vorrei che capisse quanto sia importante per me.
Ma mi mancano il coraggio e le parole per farlo.

“Ben poco ama colui che ancora può esprimere, a parole, quanto ami.”

Non ho più nemmeno la forza di fantasticare.
In passato ero riuscita a costruire un mio piccolissimo e infantile mondo, in cui antichi sentimenti fiorivano rigogliosi e, per una volta, erano ricambiati.
Ma questa quarantena si sta portando via tutto; sogni, speranze e voglia di andare avanti.
Ho colto mia madre in un momento di debolezza; era in lacrime, convinta di morire, perché lei è una di quelle persone fragili che bisogna proteggere dal Covid-19. 

Signore, prenditi me piuttosto. Lasciala in pace. Infondile serenità, lei che ha così fede e fiducia in te.

E fu sera e fu mattina...XVI giorno.

martedì 24 marzo 2020

Quindicesimo giorno: Confessioni - Agostino di Ippona

"Molti pensieri attraversano i nostri cuori
mentre il tuo disegno sta fermo
ed è eterno."

Le immagini dei morti, degli ospedali, dei medici, degli infermieri, di tutto il personale sanitario mi ricordano che devo tacere e devo stare buona e silenziosa in casa.
Ed è questo quello che faccio.

Vorrei avere il conforto dell'amore o della fede, che in un certo senso sono la stessa cosa.
Invece non trovo né consolazione né pace.
Oggi pomeriggio il Presidente Conte ha detto che potremmo usare questo tempo per meditare su noi stessi, sulle nostre azioni, per immaginarci diversi e tornare migliori.
Sostanzialmente è quello che ho sempre cercato di fare: programmare, sognare e immaginare una me nuova e diversa, possibilmente migliore.
Ma questi giorni mi hanno portato ancora più sconforto ed una sola convinzione: non ci credo più.

Per contrastare questa ennesima ondata di disfattismo che mi ha travolto e definitivamente annientato ho scelto Agostino d'Ippona.
Il filosofo, vescovo e teologo; per non farci mancare niente, santo e dottore della Chiesa Cattolica.
Sicuramente non sono io quella che può parlare di un santo; ma resta il fatto che fosse misogino. Cristo non ha mai detto una parola negativa contro le donne. Mai fatto distinzioni tra uomini e donne. Non capisco perché successivamente i cosiddetti Padri della Chiesa si siano presi il disturbo di disquisire per secoli, se fossimo creature di Dio o di Satana.
Tuttavia, essendo di quelli che all'odio risponde con l'amore sono qui a parlare dell'opera di colui che disse anche: "ama e fa' ciò che vuoi".

Confessioni è ritenuta una delle più importanti opere letterarie cristiane.
Audacemente moderna, colpisce, ancor più che il carattere autobiografico, la profonda onestà del racconto, impostato come un dialogo diretto, una confessione appunto, con Dio Padre.
Ci sono dei momenti elevatissimi, che non possono non colpire anche il lettore più distratto e miscredente.

"La luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non la compresero."

A volte la vita di ogni giorno, le preoccupazioni ci annebbiano.
Ci distraggono e ci impediscono di vedere la luce che filtra attraverso la cortina di tristezza di cui ci siamo circondati.
Questo vale per tutti.
Non solo per chi ha difficoltà economiche.
Siamo sempre concentrati su ciò che abbiamo perso, su ciò che ci manca.
E trovare la gioia in ciò che resta, in ciò che abbiamo non è semplice.
Lo so bene, parlo da un pulpito abituato a queste considerazioni.
Ma possibile che si possa essere felici solo perché si sta al mondo?

Il testo è così ispirato che non so scegliere quali citazioni considerare.
In tempi come questi, in cui ci chiediamo quando potremo tornare alle nostre vite, in cui molti hanno visto la propria esistenza mutare, scelgo:

"Perché senza varietà di mutamenti non c'è  tempo,
e dove non c'è forma non c'è varietà."

Forse questo virus ci impone di fermarci, di guardare in faccia i mutamenti che abbiamo inflitto al nostro pianeta.
Forse questo virus sta davvero trasformando la nostra vita e il nostro sentire.
Un po' come pensavo ieri: un nuovo sé parte dalla morte del vecchio. 
Forse il cambiamento interesserà quelle persone che avevano una sostanza.
Per il resto, le persone continueranno ad essere le solite egoiste.
Mi cullo tra previsioni, speranze e realismo misto a cinismo.

"Non amavo ancora,
ma amavo di amare."

Mai come in questi giorni ho scoperto il senso di un amore più maturo. 
Credevo di essere innamorata dell'idea di amare; e forse metterla in pratica sarebbe stato più difficile.
Poi è arrivato Persona, che ha aperto delle porte che avevo murato. Che ha spalancato mille finestre sulla mia anima stremata e abbandonata.
Con Lui mi sono impegnata tanto per non oltrepassare dei limiti che aveva stabilito, dimenticandosi di mostrarmi le mappe di questi confini.
Che fatica!
E che fatica è stata ammettere che quello che provavo per lui, andava oltre la semplice idea dell'amore.
A tal punto che, prima volta in vita mia, avrei voluto essere diversa, essere un'altra, per farmi amare.

Finché mancherà questo tassello, non potrò che essere ferma al "non amavo ancora".
L'amore è reciprocità. È un viceversa. Non ha un senso solo.
Troppo facile, amare da soli, senza rischi.
Senza mettersi in gioco, senza mettere da parte l'orgoglio, senza perdersi.

“I tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro.
Questi tre tempi sono nella mia anima e non li vedo altrove.
Il presente del passato, che è la storia;
il presente del presente, che è la visione;
il presente del futuro, che è l'attesa.”

Il tempo è uno solo e ha senso solo nell'anima.
L'uomo che ha una coscienza desta, che pensa, sa abbracciare il mondo in un unico tempo.
Tutte le azioni sono collegate. 
Viviamo un solo tempo non sprechiamolo.

E fu sera e fu mattina...XV giorno.

lunedì 23 marzo 2020

Quattordicesimo giorno - Delitto e Castigo

"Aveva fantasticato durante la malattia
che tutto il mondo era condannato a essere vittima di una tremenda,
inaudita e mai vista pestilenza
che dal fondo dell'Asia avanzava verso l'Europa.
Tutti dovevan perire, tranne alcuni, pochissimi, eletti."

ore 12.06 Pietroburgo

Il delirio di Raskòl'nikov continua, ma quando ho letto questa frase ho sorriso amaramente.
Mi stupisco del fatto che tra i tanti miliardi di intellettuali/lettori che saturano il web nessuno abbia ancora detto: "Dostoevskij lo aveva previsto!".
Naturalmente sono sarcastica.

La tristezza alberga ancora in me. Mi sento sconfitta e schiacciata.
Quindi per alcuni aspetti Rodion lo sento molto vicino; almeno per quanto concerne la parte del castigo.
Ho impiegato un po' di tempo a leggerlo. Ma mi è piaciuto molto. Come non mi accadeva da un po', cercavo disperatamente l'incontro con Raskòl'nikov e leggevo di malavoglia le altre parti. È un dialogo continuo, una riflessione minuziosa su ogni agire, ma quando intervengono, le parti narrative sono gradevolissime.
Appena ho iniziato a leggere le prime dieci pagine, subitaneo pensiero è stato: mammamia quante parole possono entrare in una pagina sola!

Ancora una volta Dostoevskij, che non sono nemmeno degna di nominare, accende un faro sull'introspezione dell'uomo, sulla sua anima.
Se in un primo momento sembrano prevalere le ragioni della mente, con il procedere dell'approfondimento introspettivo si scopre che vi è solo una ragione che può prevalere ed è quella della coscienza, dello spirito.

La vera trionfatrice è, ai miei occhi profani, la carità.

L'uomo si rende dapprima strumento di attuazione di un'idea superiore, una verità da rilevare;
ma successivamente, si mostra in tutta la fragilità delle sue contraddizioni.

È significativo ricordare il titolo originale del romanzo: Il Delitto e la Pena.
Era nelle intenzioni dell'autore sottolineare il carattere morale della punizione finale, e non giuridico.
Il protagonista sarà contemporaneamente autore e giudice delle sue azioni; il vero riscatto, lo sconto della colpa, passerà dal tormento psicologico e del corpo, al quale si sarà egli stesso sottoposto, fino a giungere ad un rinnovamento spirituale che sfocerà nel reale pentimento finale, e una ritrovata, insperata, rinnovata capacità d'amare.

Ce ne dà un indizio, Dostoevskij, quando ci presenta l'episodio evangelico di Lazzaro.
Per rinascere, Lazzaro dovrà innanzitutto morire.
Il Nuovo trova spazio solo se si è eliminato il Vecchio.
La riedificazione spirituale passa dall'abbattimento del vecchio sé e dalla rimozione di tutte le macerie.
Non si scappa dal giudizio di se stessi.
Il più terribile dei giudici è colui che ci guarda attraverso lo specchio.

Epilogo:

"Essi volevan parlare, ma non potevano.
Nei loro occhi c'erano le lacrime.
Eran tutt'e due pallidi e magri; ma in quei visi malati e pallidi già splendeva l'aurora di un rinnovellato futuro, di una piena risurrezione a nuova vita.
Li aveva risuscitati l'amore, il cuore dell'uno racchiudeva infinite fonti di vita per il cuore dell'altro."

Siamo sempre lì, al solito mantra:omnia vincit amor - aggiungo - semper!


ore 21.59 Casa mia

Ascolto questa canzone,
esprime esattamente come mi sento in questo momento: Someone you loved.

"I'm going under and this time I fear there's no one to save me
This all or nothing really got a way of driving me crazy."

Lo so, sono difficile e pesante. 
Forse è vero che non permetto a nessuno di avvicinarsi.
So soltanto che se provo a raccontare ciò che provo difficilmente qualcuno mi ascolta.
Così... "I guess I kinda liked the way you numbed all the pain".

C'è una cosa che ho dimenticato di scrivere a proposito del protagonista di Delitto e Castigo.

!!!ATTENZIONE ANTICIPAZIONE!!!

Il nome Raskòl'nikov significa "scissione": nomen omen!
Il suo tormento interiore lo strazia, divide; c'è una parte di sé conscio del delitto commesso, vorrebbe in un certo modo essere scoperto e pagare per la sua colpa, ma un'altra parte sprezzante e sostenitrice di un'idea folle di uomini e superuomini, sfida il sistema fino alla provocazione.
Non svelo altro.

Oggi mi sento nuovamente a pezzi; sono vittima e carnefice di me stessa.
Condannata ad una vita di solitudine, questa quarantena mi sembra solo una prova generale di quel che ne sarà di me.
Sono colpevole di omicidio: ho soffocato i miei sentimenti e annientato le mie speranze.

E fu sera e fu mattina...XIV giorno.

domenica 22 marzo 2020

Tredicesimo Giorno

“Tu sei triste.
E ciò dimostra che la tua anima è ancora viva.”

Non sono sicura che la mia anima sia ancora viva.
Ma sono sicura di essere triste.
Oggi ho chiamato alcune persone per far loro un po' di compagnia.
Una battuta in chiusura mi ha ammazzato. Una frase detta senza cattiveria, a modo di scherzo.
Ci sto pensando da dieci ore.
Lo so, non posso essere così egoista e pensare solo a me.
C'è gente che non tornerà più a casa. Persone che hanno perso nonni, genitori, fratelli.
Che questo periodo cambierà il volto dell'umanità intera.
Ma oggi sono troppo triste per essere anche razionale.
Non sopporto più questo dolore.
Non sopporto niente.

Sono sempre la stessa, forse perché non imparo la lezione.

E fu sera e fu mattina...XIII giorno.

sabato 21 marzo 2020

Dodicesimo Giorno - L'altra verità - Alda Merini

"In effetti, quando mi sveglio al mattino,
e guardo fuori dalla finestra, e mi sento sola,
so che nessuno per quel giorno verrà a trovarmi;
che, se vorrò, sarò io che dovrò andare a "rompere le balle" agli altri.
E questo mi fa male perché io non voglio infastidire nessuno.
Ma a volte la solitudine è una cosa atroce, il silenzio è una cosa insopportabile."

Ore 13.05 pensieri
Per molti oggi è il primo giorno di Primavera. Per amor di cronaca va detto che la stagione primaverile è iniziata ieri. Questo dipende dal fatto che la Terra impiega 365 giorni e 6 ore per compiere un giro completo intorno al sole, quindi gli equinozi (e i solstizi) non cadono sempre nello stesso giorno. La vera notizia tuttavia, rimane che finalmente Luce ha pareggiato i conti con Buio.
Ora inizia la sua lenta ascesa. Noi gente delle tenebre un po' tremiamo. Ma tutti, proprio tutti, nel fondo del cuore sentono come un formicolio silenzioso e lontano, che inizia a propagarsi e a conquistare ogni atomo dell'essere. Il risveglio è della Natura, del corpo e anche dell'anima.
In un giorno come questo, in cui l'UNESCO ha fissato la Giornata Mondiale della Poesia, non poteva che nascere una delle più grandi poetesse italiane: Alda Merini. Una donna molto tormentata. La sensibilità può portare alla pazzia. Ma non è forse vero il contrario? Non sono forse gli altri i pazzi? Quelli che non vedono e non sentono il dolore del mondo? Quelli che trovano pace e serenità in ogni giorno della propria vita? Non so rispondere. Se la gente ascoltasse i miei pensieri, immagino direbbe che sono pazza anch'io. E a onor del vero, sono già considerata tra i folli della compagnia. Ma non mi dispiace.
Nella mia normalità esteriore e nel mio stile sobrio di condotta di vita, affogo tutte quelle voci che affollano la mia mente. Forse è anche per questo che ho scelto il romanzo e non la poesia, per ricordare la poetessa Merini.
Il sottotitolo è: "Diario di una diversa".
Dieci anni in un manicomio come si raccontano? Con verità, voracità e forse in modo, mi si conceda il termine, delirante. Parlare a se stessi è un po' estasi e un po' alienazione. Un libro che si può leggere in questi giorni in cui, diciamoci la verità, stiamo esagerando con la storia che "diventiamo matti se non possiamo uscire".

"Dio!, come baciai quell'erba la prima volta che la vidi!
Credo che la mangiai di baci.
Credo che me ne riempissi lo stomaco.
Avevo fame di cose vere, naturali, primordiali;
avevo fame di amore.
L'avrebbero mai capito gli altri?"

Ho scelto la prosa, ma con una scrittrice come lei, tutto si trasforma in poesia. E immagino il momento in cui potremo riavere la nostra libertà, amare e apprezzare ogni singolo filo d'erba.
Ogni onda del mare, ogni alito di vento, ogni raggio di sole.
Le catene me le sono imposte in modo autonomo, anni fa. Rifiutando ogni contatto che non fosse quello della famiglia.
Eppure anche a me manca qualcosa.
Cose di cui sento la mancanza in questa quarantena: la libertà di muovermi come voglio, entrare in libreria e annusare libri, l'abbraccio dei nipotini, il caffè seduta ad un bar. 
Gesti semplici, di una vita semplice: la mia.

"Si parla spesso di solitudine, fuori, perché si conosce un nostro tipo di solitudine."

La solitudine peggiore che si possa provare è quella della mente. Quando non puoi condividere i tuoi pensieri con altri, non ti puoi confrontare, non puoi liberarti dalle ombre.
Forse così ci si ammala. Lentamente ti senti diversa, pensi che gli altri ti possano etichettare, distanziare, giudicare. E allora preferisci rinchiuderti in quello che è un fortino di difesa, ma poi diventa prigione e infine clinica di igiene mentale.

"Io, quando scrivo, è come se dormissi
ed entrassi nel profondo della mia anima.
Mi fa paura il risveglio,
il contatto matematico, aggressivo con la realtà
dalla quale vorrei finalmente slegarmi."

In un modo o nell'altro cerchiamo tutti di sopravvivere. A volte si è fortunati, e stare con se stessi non è male. Ma tante altre volte, quando ci si trova ad avere a che fare con un se stesso come me, e non si può scappare da nessuna parte, allora è vero che l'unico rifugio diventa la scrittura. 
Scrivendo le voci sono costrette a parlare una per volta, il flusso di parole finalmente si incanala e per un breve momento anche i battiti del cuore si armonizzano e sincronizzano con il "tic tic tac" della tastiera.
Sembra quasi di sentire il respiro del mondo in quel silenzio che si crea nel sottofondo dei pensieri, finalmente calmi, in attesa uno per volta di esprimere se stessi. Finalmente disciplinati a non parlare tutti in una volta.
La scrittura è la forma di compensazione da tutti i mali, per i silenziosi, gli opachi, gli introspettivi.
E ci aggiungo per gli incapaci come me.

ore 19.42
Finalmente quella brutta sensazione che avevo addosso è passata.
Ho ripassato il colore blu sul disegno-tatuaggio, ma sento che questa volta sarà inutile.
Al contrario provo un profondo disagio navigando per social.
Ma sono diventata così asociale? Non mi capisco.

ore 23.00
L'ho sentito.
Ma sono ugualmente preoccupata.
Ora stiamo aspettando la diretta del Presidente Conte: ansia alle stelle.
Amica è anche molto triste.
Che brutto periodo.

ore 23.45
Misure sempre più stringenti. Chiudono le produzioni.


E fu sera e fu mattina...XII giorno

venerdì 20 marzo 2020

Undicesimo Giorno

“Il vero problema non è se le macchine sappiano pensare
ma se gli uomini lo facciano.”

Primo giorno di Primavera.
Nel 1904 nasceva Burrhus Frederic Skinner psicologo americano che studiò il comportamento umano e lasciò un'impronta profonda nella teoria del Comportamentismo, elaborando a partire dal comportamentismo classico, la teoria del comportamentismo operante.
Ho conosciuto il dott. Skinner qualche anno fa. 
Era il periodo dei sogni ad occhi aperti, dei progetti. Dei "ce la farò".
Quanto sono lontani ora. Più passa il tempo, più i colori perdono la brillantezza. Il sogno lascia il posto alla paura. Paura del futuro. L'incertezza toglie il fiato.
Unico conforto resta lo studio.
Assurdo.
Invidio i topolini della Skinner box.
Leva A scossa, leva B cibo, esploro ambiente, ripeto, imparo.
Va da sé che i topolini sono molto più intelligenti di me e soprattutto sono capaci di apprendere.
Invece la sottoscritta: legge, legge, annotata, ripete e non impara niente.
Ieri pensavo alla speranza. Finché il sole sorge abbiamo il dovere morale di credere che le cose miglioreranno.
Chissà se è vero che i fiori non lo sanno che è Primavera, ma fioriscono perché è il loro tempo.
O magari è la Pimpa che li sveglia, uno ad uno: prima le Primule, ovviamente, e poi tutti gli altri.

Oggi però una cosa bella è accaduta: inatteso, inaspettato, improvviso è arrivato un messaggio di Persona. 
Devo dirti come mi sono sentita? 
Quando è così...vero, spontaneo, mi toglie il fiato.
Proprio ora che il tatuaggio con la penna stava funzionando!
Ah, questo non l'ho mai raccontato: quando cerco di eliminare un'abitudine, o desidero ricordare una cosa, faccio un disegno sul polso sinistro. E funziona! In queste ore guardare il cuore spezzato mi ricordava che non dovevo scrivere, né disturbarlo.
E stava andando bene...
Poi mi ha scritto lui. Ho dovuto fare esercizi di respirazione per calmarmi. Mi sono detta che sarebbe stata una conversazione breve, perché era sicuramente impegnato. Chissà cosa lo ha spinto a scrivermi. Non lo saprò mai. Ma è stato bellissimo. Io cerco di fare come i ricci di Schopenhauer, anzi faccio l'istrice!, ma non è facile. Per nulla. Vorrei potergli dire di più. Vorrei potergli dire di me. Ma non credo gli interesserebbe. Quanto mi odio! Fossi stata migliore in passato, oggi non sarei così pessima. Oggi potrei aspirare almeno a parlargli. E invece sono una vera nullità. E devo chiudermi e restare in me stessa e non far scappare niente, nemmeno una particella di me.
Però mi ha scritto Lui. Lui a me. Sono in un'oasi di PACE...

Naturalmente la mia PAce è parziale. Come ho avuto modo di constatare non sono concentrata. Non riesco nemmeno a dare un senso al mio scrivere. I pensieri vagano e tornano sempre su argomenti scandagliati e analizzati profondamente.
Il Corona Virus su tutti.
Uno dei luoghi sui quali si è scagliato con maggiore violenza, devo ahimè ricordare, è Bergamo. La cittadinanza, i medici, tutti sono allo strenuo. Una situazione che umanamente non si può immaginare. Tempo fa vi ho trascorso un fine settimana con la mia amica V. Ne conservo un bellissimo ricordo. Al nostro arrivo ci accolse una pioggia torrenziale. Non dimenticherò mai il sacerdote che riaprì le porte della chiesa per permettere alle persone di trovarvi rifugio. Una città bellissima. Per raggiungere la cosiddetta "Bergamo alta" bisogna prendere la funivia. Ed è veramente divertente farlo. Almeno per me lo fu. Ma io, si sa, non sono mai cresciuta.
Porto nel cuore un ristoratore che la prima sera ci accolse con molta gentilezza benché, me ne resi conto in seguito, fosse molto tardi per un'attività che era stata aperta tutto il giorno. Quando mi scusai mi disse: "Non devi. È il mio lavoro e lo faccio volentieri. Si chiude quando l'ultimo cliente va via.".
Spero che stia bene lui e la sua famiglia. Dopo cinque minuti eravamo diventate "le sue polentine".
Tornerò in tutti quei posti dove sono stata felice. E sono sicura che la vita tornerà a fiorire ovunque.

Scriveva Ovidio:

“Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.”.

Questo virus si sta portando via molte persone anziane. Ci sta privando della nostra memoria, della nostra fragilità, della nostra gentilezza, del nostro buonsenso. Gli anziani li ho sempre visti come esseri superiori a tutti nel mondo. Hanno visto il mondo cambiare ma non hanno perso la loro capacità di amare. Il nostro mondo si sta raffreddando, sta perdendo il significato del vero amore. Ogni persona anziana che ci lascia è un dolore, una sconfitta, un impoverimento di tutta la nostra società. 

“Senza difficoltà non c’è nulla che abbia valore.”

Forse questa immane tragedia ci serviva per apprezzare ciò che la vita ci ha donato.
Per imparare ad amare.
Per tornare ad avere uno sguardo limpido su noi stessi e sugli altri.
Coltivo speranza...primo giorno di Primavera...magari sboccia qualcosa anche dal mio essere sterile.

E fu sera e fu mattino...XI giorno.

giovedì 19 marzo 2020

Decimo giorno

“La più terribile delle sensazioni è
la sensazione di aver perso la speranza.”

Io l'ho persa con Persona.
Ma non perderò la speranza di vedere rinascere il mio Paese.
Dopo le Torri Gemelle pensavo che non avrei mai più vissuto un altro momento storico, sconvolgente da un punto di vista umano.
Diciamo spesso "il mondo non è più lo stesso dall'undici settembre". 
Il Mondo non sarà più lo stesso dopo il Corona Virus.
Più passa il tempo, più si radica in me questa convinzione.
Oggi ho quasi pianto.
Oggi mi sono resa conto che al di là dei proclami, io sono sola come un cane.
Sono un ramo che non ha dato frutto. E nel momento in cui dovessi perdere le mie radici, di me non rimarrebbe niente. Potrei uccidermi subito dopo.

Il mio amore è rozzo, infantile.
Cieco.
Ma è puro, disinteressato. Non mente.
Il mio amore non interessa.
Anche se sarei stata pronta a donare tutta me stessa.
Troppo poco. Sono un essere insignificante.

Oggi ho pregato tantissimo. Non so se qualcuno mi abbia ascoltato.
So però che la mia giornata si è conclusa tra esercizi di matematica, lettura, studio, video chiamata con Amica e...questo post.

Fu sera e fu mattina...decimo giorno.

mercoledì 18 marzo 2020

Nono giorno - No-no

“In tempi duri dobbiamo avere sogni duri, sogni reali,
quelli che, se ci daremo da fare, si avvereranno.”
(C. P. Estés)


Ho scelto questa citazione della Estés che, oltre ad essere una scrittrice americana, è una psicoanalista.
Visto il periodo un po' di speranza e un po' di psicologia non possono che aiutare.
Oggi botta di vita! Sono andata in farmacia. E devo ammettere che mi ha fatto bene.
C'è un Farmacista sempre gentile, sempre allegro. Quello che una volta si diceva "un signore".
Mi ha guardato dritto negli occhi e si è perfino tolto la mascherina per parlarmi tranquillo e sorridente, mentre mi dava raccomandazioni su come usare un farmaco.
Avevo dimenticato l'importanza di ascoltare una voce serena, fuori dal coro.
Le mie mani sono tutte arrossate e spaccate.
Forse ha ragione il mio medico, non dovrei lavarle così spesso. Ma come si fa?

Ringrazio mentalmente tutte quelle persone che permettono alla nostra vita di continuare in modo sereno: il Farmacista, il Medico, il Corriere che ha consegnato i medicinali nel pomeriggio, il Postino, l'Edicolante, gli Addetti alle vendite nei supermercati, chi Ritira la spazzatura ogni giorno, chi permette all'energia-gas-acqua di arrivare nelle nostre case, i Benzinai...TUTTI!

Oggi ho fatto un esperimento.
Ieri mi chiedevo chi fossi. E l'ho capito.
Sono stata un giorno senza la maschera.
Sono una persona fragile.
Vorrei che quella Persona benedetta mi dicesse una parola gentile, vorrei che mi mandasse un abbraccio, anche solo col pensiero. Sarebbe tantissimo. Sazierebbe questa mia fame d'amore. E questo mio sentirmi così spezzata e piena di paura.
Perfino i miei cricetini diventano più vivaci, belli, quando gioco un po' con loro.
La loro sensibilità mi colpisce.
Tutti abbiamo bisogno di un gesto gentile.
Un buongiorno, un "prego, passi pure", una carezza, un messaggio.

Torneremo alle nostre vite.
Oggi lo vediamo in Cina; tra un paio di mesi accadrà anche nel resto del mondo.
Molti di noi non saranno più gli stessi. Moltissimi riprenderanno da dove avevano lasciato.

Io ne uscirò peggiorata.
Spero di sbagliare previsione.
Spero che tutto vada bene.

Voglio rimanere ancora un po' di tempo senza maschera: voglio avere speranza.
Voglio sognare, progettare. E immaginare che tutto andrà bene.

E fu sera e fu mattina...nono giorno.

martedì 17 marzo 2020

Ottavo Giorno: Marco Aurelio

“Ognuno vale quanto le cose a cui dà importanza.”

Per me hanno valore: la  terra, il mare, la famiglia, l'amore.

Nel 180 moriva Marco Aurelio: "Quando un uomo è vicino alla sua fine vuole credere che la sua vita abbia avuto un senso. Come pronuncerà il mio nome il mondo negli anni a venire? Sarò noto come il filosofo? Il guerriero? Il tiranno? Oppure sarò l’imperatore che ha restituito a Roma il suo vero spirito?" (cit. Il Gladiatore).

A scuola ci hanno insegnato a pensare a Marco Aurelio come all'imperatore filosofo. E se si leggono i suoi scritti, allora si capisce che questo titolo non è casuale.
Non ho cose importanti da raccontare, la quarantena procede, male, ma procede. Non ho voglia di parlare di libri, fotografare, impegnarmi. Chiedo scusa a me stessa e a questo posto per non riuscire a mantenere fede al progetto. Ma meglio cambiare corso, che perseverare e sbagliare.
Non ho nemmeno cose futili da raccontare, in verità. Ogni sussulto del cuore è da attribuire ad azioni altrui, non al fatto che io sia ancora viva.

Il mio umore è forse più stabile di quel che io stessa possa capire.
Sono una persona che ha imparato a nascondersi dietro una maschera di cinismo e rabbia, che a volte ha momenti di sublime gioia, ma in cuor suo è devastata.
Non è vero il contrario.
Mancando la fonte di questa gioia, oggi sono nel mio solito stato: horribilis.

Cosa diceva l'Imperator?

“Devi sempre agire, parlare e pensare
come se quell'istante fosse l'ultimo della tua vita.”

Non si può fare, Imperatore mio.
Perché il nostro agire, parlare e pensare è vincolato alle altrui esistenze.
Se dovessi pensare che questo fosse il mio ultimo giorno di vita, dovrei dichiarare sentimenti di cui domani proverei vergogna.
Però ho imparato a non procrastinare. E per quanto mi è possibile, agisco.
Ho fatto una donazione oggi. Buffo. Mi sono sentita ricca!
Mi sono sentita una piccola goccia nell'Oceano.
Non è male appartenere a qualcosa. No, non è male per niente.


“Il modo migliore per difendersi da un nemico è di non comportarsi come lui.”

Plauso.
Mi dicono tutti: con te non si può parlare. Perché cerco di capire.
Ovviamente non sono così brava, semper.
Quante volte anche qui, mi sono lasciata andare a commenti poco edificanti contro chi, a mio avviso, mi aveva fatto un torto o aveva sbagliato?
Però non rimango arroccata su queste opinioni. Cerco di migliorarmi.
Sbaglio?


“La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri...
abbi cura di non coltivare nozioni inadatte alla virtù e di natura ragionevole.”

La felicità della mia vita non esiste.
E non perché la mia felicità dipenda da altri, ma perché sono stanca di veder naufragare ogni mio progetto, desiderio, sogno.
E sono stanca di essere sempre qui, ferma e immobile.


“Agisci sempre secondo il tuo volere e dopo un’attenta riflessione,
non lasciandoti trascinare da altri.”

Qui ammetto di avere delle carenze. Sono troppo impulsiva.
Devo imparare a riflettere prima di agire.
Prima devo riflettere e poi posso sbraitare...
Forse non era così. D'accordo, ci rifletto ancora un po'.


“Spesso commette un'ingiustizia non solo colui che fa qualcosa,
ma anche colui che non la fa.”

Sono torturata da questa idea.
Quante volte penso di dovermi fare i fatti miei. E poi agisco d'istinto?
Una volta una sacerdote mi disse: "Se Gesù avesse avuto te come discepolo, non sarebbe mai nato il cristianesimo.".
Penso però che quella ragazza non esista più. Oggi forse scapperei anch'io. 
Ho sempre paura di dire la cosa sbagliata. E più tengo ad una persona, più i blocchi si moltiplicano.


Direi che la saggezza di Marco Aurelio è troppo profonda per una persona piatta come me.
Ma sono sempre spunti sui quali meditare e magari partire per migliorarsi.

La mia lettura settimanale è saltata, però procedo con Delitto e Castigo.
Ti anticipo che mi sta piacendo. Non lo sto divorando come faccio solitamente, ma sto centellinando ogni pagina.
Anche lo studio procede. Oggi ho terminato il IV Modulo. E la cosa mi dispiace non poco.
Il Professore era bravissimo. Una boccata d'ossigeno. Un uomo che si è esposto. Ha detto tante cose scomode. E per questo ha la mia stima (non che se ne faccia qualcosa!).
Mi ha insegnato l'importanza di distinguere tra uguaglianza ed equità.
Non guarderò più il mondo con gli stessi occhi di prima.
Ecco! Questo è il senso dell'apprendere: modificare qualcosa dentro di sé, non solo acquisizione di nozioni.
Credo sia la cosa più bella del mondo: imparare e insegnare.
Avrei dovuto dirlo a Persona.

E fu sera e fu mattina...ottavo giorno.


p.s. Niente, proprio non ci riesce ad essere un po' gentile con me.
La mia vita è segnata da tempo. Forse avrei solo bisogno di piangere un po'.
Magari questo stupido dolore si disperde così.
Invece...occhi bruciano, ma le lacrime non escono. Sono in quarantena anche loro.
Praticate la gentilezza.
Questo bisognerebbe fare, sempre.
Sono sinceramente tentata di chiudere tutto. Ma poi come mi sfogo?
Almeno scrivendo qui riesco a provare un po' di compassione per me stessa.
Riesco a diminuire gli errori.
In un certo senso è terapeutico. Ridondante ma terapeutico.

lunedì 16 marzo 2020

Settimo Giorno: Aldo Moro

"C'è una coscienza collettiva nuova dove vive la sensazione che ingiustizie e condizioni d'insufficiente dignità non siano più tollerabili e che il diritto degli altri, anche dei più lontani, sia da tutelare non meno del proprio.
La ragione di Stato e la ragione della forza dovranno cedere, alla fine, a questa incontenibile logica della fraternità dei popoli che si lega al destino di un'umanità davvero rinnovata."


Quarantadue anni fa: sequestro di Aldo Moro. Uno dei momenti più bui del nostro Paese.
Di Aldo Moro non se ne parla mai a sufficienza. Fu ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse; questo forse lo sappiamo tutti.
Ma non fu solo un ammazzato! Egli visse! Probabilmente fece anche degli errori. Ma io lo voglio ricordare in vita. Impegnato, serio, raccolto.
Fu Deputato all'Assemblea Costituente; in altre parole fu uno dei padri della "più Bella", della nostra amata Costituzione della Repubblica Italiana. Insegnò, amava stare nelle aule coi giovani. Respirare, respirarli. Forse fu uno dei primi a dare valore all'espressione: "imparare insegnando".
Fu un uomo che immaginava la politica come qualcosa di umano, caldo, vivo! Un uomo che responsabilmente e con coscienza desta si preoccupava di dare forma alla neonata Repubblica Italiana.
Una Repubblica che avrebbe dovuto rappresentare tutti i suoi cittadini, nessuno escluso; proteggere la libertà di ognuno e diffondere giustizia sociale per tutti.

Quando penso a tutti i tagli che sono stati fatti, e a chi ha osato mettere le sue luride mani sulla nostra Costituzione, io semplicemente rabbrividisco.

In questo libricino sono raccolti due importanti testi, nei quali emerge una piccola parte del suo immenso pensiero politico:

I tre pilastri, titolo dell'intervento di Moro nella seduta del 13 marzo 1947 dell'Assemblea Costituente,
e
Un'autonoma collocazione politica, discorso pronunciato il 21 novembre del 1968 al Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.

La prima settimana di quarantena è andata.
Sto cercando di reprimere le lacrime. Mi fanno male le gambe. Sono sempre seduta.
Il mio mantra è ancora lo stesso: leggere - studiare - scrivere.
Cerco di rimanere serena.
Ma oggi pensavo ai malati di Alzheimer e alle famiglie.
Come deve essere la quarantena per queste persone?
Restiamo in casa. Sono i giorni più violenti di questa epidemia. I casi dovrebbero subire un aumento.
Dobbiamo aiutare i medici e tutti gli operatori sanitari: restiamo in casa.

Da un pugliese a un altro:

"Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e cominciavo a volare nel cielo infinito..."

Manca sempre quel messaggio.

E fu sera e fu mattina...

p.s. Mentre carico la foto da inserire nel post, arrivano notifiche.
Il cuore ha un sussulto, ma rimane inesorabilmente deluso: manca sempre quel messaggio.

domenica 15 marzo 2020

Sesto Giorno di Quarantena - H. P. Lovecraft

"Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo
sia l'incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti.
Viviamo su una placida isola di ignoranza
nel mezzo del nero mare dell'infinito, e non era destino che navigassimo lontano.
Le scienze, ciascuna tesa nella propria direzione,
ci hanno finora nuociuto ben poco;
ma un giorno la connessione di conoscenze disgiunte
aprirà visioni talmente terrificanti della realtà e della nostra posizione in essa che,
o diventeremo pazzi per la rivelazione,
o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo."


Era il 1937, moriva lo scrittore americano Howard Phillips Lovecraft.
Non aveva compiuto nemmeno quarantasette anni; meritatamente oggi è considerato un mito.
Se non lo conosci, ti invito a recuperarlo. 
Le sue non sono semplici storie aliene.
Le sue atmosfere sono meravigliosamente inquietanti.
L'ho apprezzato da giocatrice di ruolo.
Ho perfino preso parte alla campagna dei Miti di Cthulhu.
Ovviamente abbiamo tutti perso punti di sanità mentale nel giro di poco tempo.
E credo che alcuni di noi li abbiano persi a prescindere dal gioco. 

Quando chiudi questo libro, non sei più lo stesso di prima. Magari aspettiamo di finire la quarantena per rileggerlo.
Gli equilibri mentali sono già compromessi così.
Personalmente mi sto giocando l'ultimo neurone che mi è rimasto seguendo gli aggiornamenti allarmanti sul Corona Virus, guardando i meme che stanno sfornando le BambineDiGiuseppeConte e scambiando messaggi con Persona.
Oggi ho proprio bisogno di raccontare tutto.

“La più antica e potente emozione umana è la paura,
e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.”

Non sapere quando finirà, chi colpirà, cosa accadrà domani è terribile.
Sono una pianificatrice seriale. Devo avere il controllo su tutto. Questa incertezza mi divora ma resisto.
Ho fatto un giro di telefonate.
Volevo ascoltare la voce degli Zii a Milano, e della mia cara V.
Per quanto nelle mie corde ho cercato di tranquillizzarli e distrarli.
Ho visto nipotini e Family in video-chiamata.
Telefonata di gruppo con le cuginette.
Messaggi con Amica.

“Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c'è netta distinzione tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano solo in virtù dei delicati strumenti
fisici e mentali attraverso cui le percepiamo.”

Inoltre, non ci credo ancora, ho parlato con Persona.
Parlato per davvero. Mi ha raccontato alcune cose di sé. Ed è terribile constatare che mi piace tantissimo. Sempre di più.
È come svegliarsi lentamente da un sogno bellissimo.
Le nebbie si diradano e, sorpresa, la realtà è ancora più bella! Come la mettiamo Lovecraft, non c'è più distinzione tra reale e irreale?
SONO NEI GUAI!

“Il tempo, proseguirono le onde, è immobile; non ha né inizio, né fine.

Che abbia movimento e sia la causa del mutamento è solo illusione.
In realtà, il tempo stesso è illusione perché, a parte la visuale ristretta degli esseri delle dimensioni limitate, non esistono cose come il passato, il presente e il futuro.
L’uomo pensa al tempo soltanto in virtù di ciò che chiama cambiamento, ma anche quest’ultimo è illusione.
Tutto ciò che era, che è, e che sarà, esiste simultaneamente.”

In questi giorni si voglia o meno, si pensa.
Oggi la mia giornata è volata. Sono riuscita a studiare, forse completerò questo post, ma ho letto poco.
Mi sono resa conto di quanto siano importanti le relazioni. E contemporaneamente di quanto si possa essere incredibilmente soli.
Mentre ero al pc, intorno alle 18 ho sentito una musica provenire dall'esterno.
Ho mollato la conferenza della Protezione Civile e ho aperto la finestra.
La canzone era "Ma il cielo è sempre più blu": era l'appuntamento al balcone, che sta scandendo le giornate di reclusione degli italiani.
Una signora di un altro palazzo mi ha salutato. Imbarazzata ho risposto. 
Un'altra signora anziana si è seduta e ha atteso la fine della canzone.
Timidi, spaesati, ho scoperto che ci sono tante persone sole ma tutte, rigorosamente, chiuse in casa. 
Mi sono chiesta quali fossero i loro pensieri. E mi sono resa conto di quanto fosse stato importante quel momento per loro. Quel non sentirsi isolati, al buio.
Mi sono sentita stupida, fortunata e mi sono commossa.
Ho alzato gli occhi al cielo e non mi è sembrato mai così bello.

Oggi malgrado Lovecraft ho sentito che qualcosa si è sciolto dentro di me.
Forse, dico, forse non sono la cinica che penso di essere.
Sono razionale, affronto le situazioni senza andare nel panico (eccezion fatta per i messaggi di Persona), posso rimanere sola e senza dire una parola per giorni.
Ma gli altri non mi sono indifferenti.

Oggi ho pensato tanto e a tanti.
Mi è venuto in mente il mio sacerdote. Come deve essere per lui celebrare il Sacramento da solo?
Come deve essere vedere la bella chiesa vuota? Sentire l'eco della sua voce rimbombare ovunque, nella chiesa spoglia? 
Ho pensato ai bambini che hanno delle disabilità.
Chiusi in casa, privi della loro routine fatta di compiti e lezioni in classe, di compagni di banco e maestre. Noi non ci rendiamo conto di cosa significhi per quei bambini una novità come questa.
Vorrei poterli abbracciare tutti, loro e le famiglie.
Ho pensato alle donne maltrattate.
Quante sono in casa, chiuse con i propri aguzzini?
E tutti quelli che hanno delle dipendenze? Come staranno affrontando la reclusione di questi giorni?

Posso leggere un libro, farmi una maschera per il viso.
Magari impedire al mio corpo il completo disfacimento se mi impegno un tantino.

Sono giorni difficili. Per molti lo sono veramente.
Non mi lamenterò.
Sono fortunata.
A fine marzo arriveranno gli stipendi, ma ad Aprile? Persona ha ragione, come sempre.
Bisogna stare attenti. Vigilare.
Dobbiamo restare in casa, ma dobbiamo restare umani e non dobbiamo perderci.

Torneremo ad abbracciarci.

E fu sera e fu mattina sesto giorno.



sabato 14 marzo 2020

Quinto giorno: Il Fantasma di Canterville - Oscar Wilde

"L'unica persona che non stava al gioco 
era la piccola Virginia, che, per qualche inspiegabile motivo,
appariva sempre molto turbata alla vista della macchia di sangue (...)"


V GIORNO DI QUARANTENA
Mi sono detta: in questi giorni ne avremo di cose da leggere!
I lettori sono così: fanno scorte anche in tempi di pace.
Non importa quanti titoli siano già accumulati sul tavolo. Se entra in una libreria o in un posto qualsiasi dove si vendono libri, lui, il lettore, acquisterà, come se si trattasse di una questione vitale. E chi dice il contrario...mente!
Tuttavia, visto il particolare periodo, se uno ha la concentrazione di un criceto addormentato come la sottoscritta (anche se la situazione di chi scrive prescinde da quella mondiale), potrebbe trovare rifugio in un racconto breve e divertente come questo.
Il Fantasma di Canterville con la sua ironia e freschezza arriva come il vento di Maestrale dopo una giornata di afa. Innanzitutto il nostro fantasma Sir Simon, è rinchiuso nel suo castello da circa trecento anni ed è condannato a rimanerci per l'eternità. Quindi può ben insegnarci qualcosa a proposito della reclusione.
Inoltre, poverino, è costretto ad una convivenza forzata con gente che non gli piace, che è distante da lui e che, come se ciò non bastasse, pensa di compatirlo.
Qualcuno si riconosce nella descrizione?

"Quando una fanciulla d'oro strapperà
Una preghiera dalle labbra del peccato,
Quando il mandorlo sterile darà frutto,
E una creatura innocente donerà le sue lacrime,
Allora potrà riposare questa dimora,
E la pace discenderà su Canterville."

Ovviamente nella storia c'è una spolverata d'amore, che colora di tenerezza e purezza questo racconto, e forse lo spirito di chi lo legge.
Come dire: nel dubbio, mettici sempre un po' di cuore.
Perché si sa, per me vale sempre quel: "la Speme, ultima dea, fugge i sepolcri".

Fugge, è vero! Ma è l'ultima a farlo. Prima viene la morte.
E il mondo non finirà nemmeno dopo questa pandemia.
Tra qualche mese, i più fortunati potranno rimboccarsi le maniche e tornare a vivere.
Gli altri non avranno delle maniche da potersi rimboccare.
Però le nostre braccia torneranno ad abbracciare, e non è una cosa da poco.
Spero (a proposito di speranza - sic!), che questa pausa non ci faccia disinnamorare ma semmai, desiderare ancora di più quell'abbraccio. 

venerdì 13 marzo 2020

Quarto Giorno

"Cosimo non conosceva ancora l'amore,
e ogni esperienza, senza quella, che è?
Che vale aver rischiato la vita,
quando ancora della vita non conosci il sapore?"
(Italo Calvino, Il Barone Rampante)

Spengo tutto.
Sono un po' inalberata stasera.
Un po' dipenderà dalla quarantena, non lo escludo, un po' è colpa di TuSaiChi, - anzi no! - è colpa mia.

In un modo o nell'altro questi giorni passeranno.
Non mi voglio lamentare, perché non sarebbe corretto nei confronti dei medici che stanno lavorando alacremente e in situazioni disperate, e non sarebbe corretto nei confronti degli ammalati e di tutte quelle persone che non ci sono più.
Sto leggendo, studiando, scrivendo.
Tutta casa è pulita e riordinata.
Domani i vestiti li ordino per tessuti, dopo averli sistemati per colore e per occasione d'uso.
I calzini sono stati tutti appaiati.
E se non fosse che passo fin troppo tempo al pc, riordinerei anche le fotografie.

In questo momento sono arrabbiata con me stessa, motivo: Persona.
Mi lascia sempre sospesa. Non si fa così. E vorrei anche dirglielo ma non lo farò.
Mi fa piacere sentirlo, mi fa volare.
Poi però mi devasta.
Faccio così pena? Sono così vuota che con me non si può parlare di niente per più di due secondi?
Non ho mai, mai pensato di essere alla sua altezza.
Mondi diversi, lontani. Lo so.
Non doveva mica amarmi!
Ho capito anche che non devo parlare della mia vita. E figurati se mi metto a parlare della mia vita!
Non devo chiedere nulla della sua, va bene, rispetto anche questa sua riservatezza che condivido.
Ma il suo modo di fare non è corretto nei miei confronti.
Scrivi una frase per poi sparire.
Io mi preoccupo per te. Sento che sei strano. Che c'è qualcosa che non va e non posso chiedertelo, perché tu non vuoi.
Ma così mi fai impazzire.
Mi fai sentire meno di niente.

Se fossi un libro, oggi sarei Anna Karenina.
Mi sento veramente a pezzi.
L'amore non l'ho mai conosciuto, ma mi sta logorando.
Com'è possibile?

E fu sera e fu mattina IV giorno.




giovedì 12 marzo 2020

III Giorno di Quarantena

“Non so che darei per averti qui tra le mie braccia...
Fuori il sole abbaglia;
si sente il rumore del mare;
in un vaso i gigli mandano un profumo acutissimo spirando;
le cortine dei balconi ondeggiano come vele in un naviglio.
Io ti chiamo, ti chiamo, ti chiamo.”
(Gabriele D'Annunzio)

Siamo fatti per desiderare.
E per scrivere.
E per amare.
E per sognare.
E per lavorare.
E per camminare in riva al mare.

Sono seduta sul pavimento e rifletto su questo terzo giorno di quarantena.
Ieri, parlando con Persona pensavo di poter sopportare tutto. Che sensazione stupenda: sentire qualcosa che va oltre uno schermo.
Oggi sono qui a pensare a tutte quelle persone che vivono da sole.
A quelle persone a cui hanno detto di restare a casa e loro lo fanno, anche se sono soli.
Guardano la TV, e magari si chiedono se toccherà anche a loro.
Nessuno li rinfranca.

Penso ai senzatetto, agli immigranti.
Chissà se sanno cosa sta accadendo qui e nelle loro terre lontane e lontani dalle loro famiglie.
Chi li dice: "passerà".

"Restate a casa".
Magari sei costretto a vivere con tuo marito, quello a cui non avevi più niente da dire.
A vedere i tuoi figli tutto il giorno, e magari non sono i figli che volevi.
A condividere lo spazio con quella persona che proprio ti odia.

E' una situazione surreale per tanti aspetti.
Sembra che l'ambiente se ne stia giovando.
Le auto sono ferme, la produzione è in calo; però l'aria è più pulita.

Da un punto di vista economico sarà durissima rialzarsi.
Anche l'Europa ci ha dato una bella spallata.
Ma credo nel sogno europeo. E credo che la guerra sia peggiore del Corona virus.

Ma credo nella solidarietà.
Credo nella possibilità di rialzarci.
L'Italia deve rimanere unita, indipendentemente dagli altri.
Sono veramente sicura di questo.

Non dobbiamo cedere al panico.
"La notte è più buia prima dell'alba." 
Ne sono fermamente sicura.

Oggi il Presidente Mattarella ha fatto sentire la sua voce.
Trovatemi un altro uomo politico di pari levatura; potete cercarlo ovunque, in tutto il mondo.
Ma vi risparmio tempo, non lo troverete!

Sono orgogliosa di essere italiana.
Mai come in queste ore.
Malgrado il nostro chiacchiericcio, campanilismo, e "tuttologismo": sono orgogliosa di essere italiana.

Si possono condividere o meno le opinioni e le idee di una persona, ma al momento l'immagine dell'Italia nel mondo è affidata ai presidenti Sergio Mattarella e Giuseppe Conte:


"Rimaniamo distanti oggi per abbracci con più calore

per correre più veloce domani,
tutti insieme ce la faremo".