venerdì 13 marzo 2020

Quarto Giorno

"Cosimo non conosceva ancora l'amore,
e ogni esperienza, senza quella, che è?
Che vale aver rischiato la vita,
quando ancora della vita non conosci il sapore?"
(Italo Calvino, Il Barone Rampante)

Spengo tutto.
Sono un po' inalberata stasera.
Un po' dipenderà dalla quarantena, non lo escludo, un po' è colpa di TuSaiChi, - anzi no! - è colpa mia.

In un modo o nell'altro questi giorni passeranno.
Non mi voglio lamentare, perché non sarebbe corretto nei confronti dei medici che stanno lavorando alacremente e in situazioni disperate, e non sarebbe corretto nei confronti degli ammalati e di tutte quelle persone che non ci sono più.
Sto leggendo, studiando, scrivendo.
Tutta casa è pulita e riordinata.
Domani i vestiti li ordino per tessuti, dopo averli sistemati per colore e per occasione d'uso.
I calzini sono stati tutti appaiati.
E se non fosse che passo fin troppo tempo al pc, riordinerei anche le fotografie.

In questo momento sono arrabbiata con me stessa, motivo: Persona.
Mi lascia sempre sospesa. Non si fa così. E vorrei anche dirglielo ma non lo farò.
Mi fa piacere sentirlo, mi fa volare.
Poi però mi devasta.
Faccio così pena? Sono così vuota che con me non si può parlare di niente per più di due secondi?
Non ho mai, mai pensato di essere alla sua altezza.
Mondi diversi, lontani. Lo so.
Non doveva mica amarmi!
Ho capito anche che non devo parlare della mia vita. E figurati se mi metto a parlare della mia vita!
Non devo chiedere nulla della sua, va bene, rispetto anche questa sua riservatezza che condivido.
Ma il suo modo di fare non è corretto nei miei confronti.
Scrivi una frase per poi sparire.
Io mi preoccupo per te. Sento che sei strano. Che c'è qualcosa che non va e non posso chiedertelo, perché tu non vuoi.
Ma così mi fai impazzire.
Mi fai sentire meno di niente.

Se fossi un libro, oggi sarei Anna Karenina.
Mi sento veramente a pezzi.
L'amore non l'ho mai conosciuto, ma mi sta logorando.
Com'è possibile?

E fu sera e fu mattina IV giorno.




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