lunedì 16 marzo 2020

Settimo Giorno: Aldo Moro

"C'è una coscienza collettiva nuova dove vive la sensazione che ingiustizie e condizioni d'insufficiente dignità non siano più tollerabili e che il diritto degli altri, anche dei più lontani, sia da tutelare non meno del proprio.
La ragione di Stato e la ragione della forza dovranno cedere, alla fine, a questa incontenibile logica della fraternità dei popoli che si lega al destino di un'umanità davvero rinnovata."


Quarantadue anni fa: sequestro di Aldo Moro. Uno dei momenti più bui del nostro Paese.
Di Aldo Moro non se ne parla mai a sufficienza. Fu ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse; questo forse lo sappiamo tutti.
Ma non fu solo un ammazzato! Egli visse! Probabilmente fece anche degli errori. Ma io lo voglio ricordare in vita. Impegnato, serio, raccolto.
Fu Deputato all'Assemblea Costituente; in altre parole fu uno dei padri della "più Bella", della nostra amata Costituzione della Repubblica Italiana. Insegnò, amava stare nelle aule coi giovani. Respirare, respirarli. Forse fu uno dei primi a dare valore all'espressione: "imparare insegnando".
Fu un uomo che immaginava la politica come qualcosa di umano, caldo, vivo! Un uomo che responsabilmente e con coscienza desta si preoccupava di dare forma alla neonata Repubblica Italiana.
Una Repubblica che avrebbe dovuto rappresentare tutti i suoi cittadini, nessuno escluso; proteggere la libertà di ognuno e diffondere giustizia sociale per tutti.

Quando penso a tutti i tagli che sono stati fatti, e a chi ha osato mettere le sue luride mani sulla nostra Costituzione, io semplicemente rabbrividisco.

In questo libricino sono raccolti due importanti testi, nei quali emerge una piccola parte del suo immenso pensiero politico:

I tre pilastri, titolo dell'intervento di Moro nella seduta del 13 marzo 1947 dell'Assemblea Costituente,
e
Un'autonoma collocazione politica, discorso pronunciato il 21 novembre del 1968 al Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.

La prima settimana di quarantena è andata.
Sto cercando di reprimere le lacrime. Mi fanno male le gambe. Sono sempre seduta.
Il mio mantra è ancora lo stesso: leggere - studiare - scrivere.
Cerco di rimanere serena.
Ma oggi pensavo ai malati di Alzheimer e alle famiglie.
Come deve essere la quarantena per queste persone?
Restiamo in casa. Sono i giorni più violenti di questa epidemia. I casi dovrebbero subire un aumento.
Dobbiamo aiutare i medici e tutti gli operatori sanitari: restiamo in casa.

Da un pugliese a un altro:

"Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e cominciavo a volare nel cielo infinito..."

Manca sempre quel messaggio.

E fu sera e fu mattina...

p.s. Mentre carico la foto da inserire nel post, arrivano notifiche.
Il cuore ha un sussulto, ma rimane inesorabilmente deluso: manca sempre quel messaggio.

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