domenica 29 marzo 2020

Ventesimo giorno

Non so più di cosa parlare.
Dopo la benedizione del Papa mi sentivo nuova. Ripulita da tutti peccati.
Ma il mio problema sono i vecchi pensieri.
E senza poter uscire, senza prospettive per il futuro, senza nemmeno un messaggio di Persona mi sento la solita me, sporca e perduta.

-"Non devi fare così."
 -"No? Ahhh, giusto. Io sono fortunata. C'è chi sta peggio, c'è chi, c'è quello, c'è questo, andrà meglio, passerà, non bisogna lamentarsi, ecc."

E niente, aver iniziato a scrivere su questo blog resta tra le idee migliori che abbia avuto negli ultimi due anni.

Il Papa ha detto che possiamo piangere. Lo ammetto, non sono le sue parole testuali ma il senso è questo: è la domenica del pianto. Gesù ha pianto quando ha saputo che Lazzaro era morto. Non sono una con una grande fede. Ma la sola idea di Cristo mi rinfranca l'anima. L'umanità di Dio mi fa pensare che l'umanità terrena possa salvarsi in qualche modo. Troverà la sua forza. Ritroverà se stessa. Il suo cuore pulsante.
L'Albania ha mandato degli aiuti all'Italia. La piccola e povera Albania ha detto:"Perché non siamo ricchi e privi di memoria non ci possiamo permettere di non dimostrare all'Italia che gli albanesi e l'Albania non abbandonano mai l'amico in difficoltà."
Oggi è la domenica del pianto: del pianto che un amico versa per l'amico in difficoltà.
Oggi è la domenica del pianto e anch'io piango, pensando però: “Non vi dirò ‘non piangete’, perché non tutte le lacrime sono un male.”
Se vivi vicino al mare la fratellanza, l'unione tra i popoli non sono semplici nozioni sociali da studiare e scandagliare.
Sono valori insiti nel nostro dna bruciato dal sole e dal sale. Sono sentimenti che fanno pulsare il nostro cuore. Non abbiamo strade, non conosciamo confini. Non esistono limiti per noi.
Rispettiamo le leggi. Non sprechiamo parole. Sappiamo ascoltare. Rammendiamo le nostre reti. La sicurezza viene prima di tutto e se qualcuno ha bisogno, lo soccorriamo senza domandargli niente. Quello che abbiamo lo dividiamo. La nostra casa è là dove si trova il nostro cuore.
Se restiamo in un luogo troppo a lungo sentiamo la nostalgia del nostro Fratello. E se siamo troppo tempo lontano da casa, non vediamo l'ora di rientrare nel porto.
Leggiamo le nuvole e seguiamo il vento. Non sfidiamo mai la tempesta e gioiamo della bonaccia. 
Siamo sempre a disagio in mezzo a tanta gente, ma chiunque fa parte della nostra famiglia.
Siamo gente di mare e conosciamo il sacrificio di chi viene da lontano alla ricerca di una nuova patria, di un posto nuovo da chiamare casa.
Siamo gente di mare sappiamo accogliere e abbiamo buona memoria.
Abbiamo sempre una storia da raccontare. Le novità volano sulle ali di un gabbiano. Usciamo nella notte e andiamo a dormire con l'alba.
Siamo gente di mare: casa è ovunque si trova il cuore e i nostri piedi non possono stare troppo a lungo nello stesso posto.
Siamo gente di mare abbiamo braccia grandi come ali aperte, per abbracciare e volare, radici per tornare.


E fu sera e fu mattina...XX giorno. 

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