"L'uomo che pratica una sola classe sociale,
è come lo studioso che non legge altro che un libro."
Oggi non sono sicura di sapere cosa raccontare. Non che solitamente ci sia un percorso da seguire. Ma sono così avvilita che non sono sicura di avere qualcosa da riversare.
II GIORNO di RESTRIZIONI equivale ad una dose massiccia di rabbia accumulata in corpo.
Sia chiaro: non sono l'unica persona a seguire le regole, ma la superficialità di uno può danneggiare tutti. Ed io vivo con questa angoscia lancinante: contrarre il virus, magari al supermercato e trasmetterlo in casa. Sto seguendo le regole, come è giusto che sia. Poi però ti affacci al balcone e vedi gente che corre, gente che parla nel parcheggio, altri che vanno in bicicletta e pensi: "Ma cosa non avete capito?".
Aspettiamo la diretta del Presidente e spero che il Governo blocchi tutto, perché qui non si è capita la gravità della situazione.
Non l'ho detto a nessuno, ma posso confidarlo: ho incrociato lo sguardo di mia cognata e mi ha spaventato tantissimo.
Mia cognata è medico del Pronto Soccorso. È una ragazza allegra, sempre ottimista. Di quelle persone che dice: "Tranquilli, andrà tutto bene, passerà. Non vi preoccupate, sono al sicuro."
L'ha detto anche oggi. Ma il suo sguardo non mi ha potuto mentire.
Io sento.
Mi ha parlato.
Lo so che il nostro sistema sanitario è in difficoltà.
Ci vuole il blocco totale. Le persone non capiscono.
Il tempo delle mezze misure è finito.
Nel 1908 ci lasciava il maestro Edmondo de Amicis.
Il suo romanzo più famoso: Cuore.
Credo che oggi più che mai, si abbia bisogno di risvegliare sentimenti antichi e di bontà.
Ne abbiamo tutti bisogno.
Torneremo ad abbracciarci, a recriminare su quel che si doveva o non doveva fare.
Ma per il momento: restiamo a casa.
VI PREGO!
"L'educazione di un popolo si giudica innanzitutto dal contegno
ch'egli tiene per la strada.
Dove troverai la villania per le strade,
troverai la villania nelle case."
ore 22.44 E blocco fu...
è come lo studioso che non legge altro che un libro."
II GIORNO di RESTRIZIONI equivale ad una dose massiccia di rabbia accumulata in corpo.
Sia chiaro: non sono l'unica persona a seguire le regole, ma la superficialità di uno può danneggiare tutti. Ed io vivo con questa angoscia lancinante: contrarre il virus, magari al supermercato e trasmetterlo in casa. Sto seguendo le regole, come è giusto che sia. Poi però ti affacci al balcone e vedi gente che corre, gente che parla nel parcheggio, altri che vanno in bicicletta e pensi: "Ma cosa non avete capito?".
Aspettiamo la diretta del Presidente e spero che il Governo blocchi tutto, perché qui non si è capita la gravità della situazione.
Non l'ho detto a nessuno, ma posso confidarlo: ho incrociato lo sguardo di mia cognata e mi ha spaventato tantissimo.
Mia cognata è medico del Pronto Soccorso. È una ragazza allegra, sempre ottimista. Di quelle persone che dice: "Tranquilli, andrà tutto bene, passerà. Non vi preoccupate, sono al sicuro."
L'ha detto anche oggi. Ma il suo sguardo non mi ha potuto mentire.
Io sento.
Mi ha parlato.
Lo so che il nostro sistema sanitario è in difficoltà.
Ci vuole il blocco totale. Le persone non capiscono.
Il tempo delle mezze misure è finito.
Nel 1908 ci lasciava il maestro Edmondo de Amicis.
Il suo romanzo più famoso: Cuore.
Credo che oggi più che mai, si abbia bisogno di risvegliare sentimenti antichi e di bontà.
Ne abbiamo tutti bisogno.
Torneremo ad abbracciarci, a recriminare su quel che si doveva o non doveva fare.
Ma per il momento: restiamo a casa.
VI PREGO!
"L'educazione di un popolo si giudica innanzitutto dal contegno
ch'egli tiene per la strada.
Dove troverai la villania per le strade,
troverai la villania nelle case."
ore 22.44 E blocco fu...
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