venerdì 6 marzo 2020

Piccole Donne - Louisa May Alcott

“Per realizzare un sogno, 
una persona deve superare tante prove.”

Oggi, nel 1888 moriva Louisa May Alcott. Una di quelle scrittrici che tutte le bambine della mia generazione, e spero anche delle successive, hanno conosciuto e apprezzato grazie ai suoi romanzi.
Piccole Donne e Piccole Donne Crescono sono forse i più famosi della tetralogia che include Piccoli Uomini e I Ragazzi di Jo.
Il primo che ho letto è stato Piccole Donne, ovviamente.
Al compimento del quinto anno di vita mia zia me ne regalò una copia bellissima. Un'edizione illustrata e profumata. Non so perché ma ricordo che le pagine avevano un buon odore.
Mi sono affezionata immediatamente alle sorelle March, ma non mi identificai mai in una di esse. 
Di ognuna amavo qualcosa, ma contemporaneamente ne prendevo le distanze, per qualche motivo. Ero complicata anche da bambina! Più che altro mi riconoscevo in personaggi animali. Tipo il gatto Gobbolino.
Ma torniamo alle sorelle March. Per alcuni aspetti si possono riconoscere tratti delle sorelle Alcott. Il sentimento stesso di sorellanza è implicitamente un'impronta autobiografica. La vita di Louisa e della sua famiglia non è stata facile. Costellata di lutti e sofferenze. Lei stessa ha lavorato tanto per aiutare economicamente la famiglia. Ma il Destino non le ha sorriso. Me ne ricorderò la prossima volta che avrò da recriminare sulla mia sorte. (A Giugno aspettati il peggio!) Morì a cinquantasei anni Louisa, dopo essersi presa cura della sua famiglia e dopo una ricca produzione letteraria che va da sé è stata probabilmente, apprezzata solo successivamente alla sua scomparsa.

Se per caso, ma fortemente lo dubito, non hai mai sentito parlare delle sorelle March, mi piacerebbe presentartele, in rigoroso ordine anagrafico, a partire dalla più piccola:

- Amy. 
La conosciamo che ha dodici anni. 
Me la ricordo ancora. La ritrovai incredibilmente antipatica. Vanitosa e civettuola, un tipo di bambina che non mi sarebbe mai potuto piacere. 
Amavo leggere e creare avventure, non discorrere con gli altri per mettermi in luce.
Però il suo è il personaggio che si evolverà più degli altri. Riscattandosi perfino! Non le ho mai perdonato il viaggio in Europa con la zia March, mai!

- Beth (Elizabeth).
Qui mi partono le lacrime. Lei era perfetta. Sarebbe potuta diventare mia amica. 

"Abbiamo babbo e mamma e tra noi sorelle ci vogliamo tanto bene, - disse Beth dolcemente."

Timida, dolce, amante di gattini e bambole. Non comunicava con nessuno, solo con i membri della sua famiglia. Amava la musica. Si ammalerà in un momento di generosa dedizione agli altri.
Tutti avremmo voluto assomigliarle. Da piccolina mi ha ispirato. Ma non credo di aver mai avuto la sua forza interiore. Dolcissima Beth! Un personaggio immortale.

- Jo (Josephine).
E da dove parto? 
Mi piaceva: la sua forza, il suo amore per la lettura (of course!), il suo desiderio di diventare scrittrice, la sua ribellione alle regole. 
Non mi piaceva: il negare i suoi sentimenti per amore di...di che cosa? Princìpi?
Mia cugina mi prende ancora in giro per questo! Ma è stata la mia prima delusione d'amore.
Come ha potuto non amare Laurie, e poi sposare Friedrich Bhaer?!?
Sia chiaro: credo profondamente nell'amicizia tra uomo e donna, ma lei era innamorata di Laurie. Altrimenti perché sarebbe fuggita a New York dopo che questi le aveva dichiarato il suo amore?
Romanzo di formazione? Macché, questo è da romanzo di distruzione!
No, Jo! Eri troppo irruenta per una persona come me. Non saremmo mai diventate amiche. 
Ma che generosità, che grandezza di spirito quando tagliasti i bei capelli per aiutare la famiglia! 

- Meg (Margaret).
Delle sorelle era la più distante di tutte. Sedicenne che per me sembrava una ottantenne! E lo so, erano altri tempi. Ma sto riportando i miei ricordi di bambina. Che in realtà oggi non sono mutati molto perché non ho più riletto Piccole Donne, e non ho nessuna intenzione di farlo.
Difficilmente riaffronto una passata lettura. Soprattutto se mi è piaciuta e mi ha lasciato qualcosa nel cuore e nella memoria. Avrei paura di scoprire mutati i miei sentimenti.
Meg era la maggiore, la più assennata e materna. Un po' frivola ma molto dolce. Si sposerà per amore e forse questo la riscattò ai miei occhi di bambina.



“Vorrei non averla affatto la coscienza: è troppo scomoda. 
Se non mi preoccupassi sempre di agire rettamente e non mi sentissi a disagio quando sbaglio, andrei avanti magnificamente.”

Un libro che rimane nel cuore.
La sorellanza è un potere reale e forte. Non so descriverlo, perché non ho sorelle di sangue. Ma lo vedo. Le sorelle hanno una marcia in più. Sono inseparabili, qualunque cosa accada, qualunque cosa si dica.
Un bel libro, con protagoniste femminili tutte diverse e tutte bellissime. 
Come le donne sanno essere: diverse, belle e forti.

p.s. Oggi giornata positiva. La fase II della consapevolezza mi sta aiutando moltissimo. Persona c'è anche se non lo nomino. Ma questa volta non sono triste. Sono consapevole della mia piccolezza e che ciò che è misero come me, non può entrare in contatto con ciò che è immenso come lui.

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