lunedì 23 marzo 2020

Quattordicesimo giorno - Delitto e Castigo

"Aveva fantasticato durante la malattia
che tutto il mondo era condannato a essere vittima di una tremenda,
inaudita e mai vista pestilenza
che dal fondo dell'Asia avanzava verso l'Europa.
Tutti dovevan perire, tranne alcuni, pochissimi, eletti."

ore 12.06 Pietroburgo

Il delirio di Raskòl'nikov continua, ma quando ho letto questa frase ho sorriso amaramente.
Mi stupisco del fatto che tra i tanti miliardi di intellettuali/lettori che saturano il web nessuno abbia ancora detto: "Dostoevskij lo aveva previsto!".
Naturalmente sono sarcastica.

La tristezza alberga ancora in me. Mi sento sconfitta e schiacciata.
Quindi per alcuni aspetti Rodion lo sento molto vicino; almeno per quanto concerne la parte del castigo.
Ho impiegato un po' di tempo a leggerlo. Ma mi è piaciuto molto. Come non mi accadeva da un po', cercavo disperatamente l'incontro con Raskòl'nikov e leggevo di malavoglia le altre parti. È un dialogo continuo, una riflessione minuziosa su ogni agire, ma quando intervengono, le parti narrative sono gradevolissime.
Appena ho iniziato a leggere le prime dieci pagine, subitaneo pensiero è stato: mammamia quante parole possono entrare in una pagina sola!

Ancora una volta Dostoevskij, che non sono nemmeno degna di nominare, accende un faro sull'introspezione dell'uomo, sulla sua anima.
Se in un primo momento sembrano prevalere le ragioni della mente, con il procedere dell'approfondimento introspettivo si scopre che vi è solo una ragione che può prevalere ed è quella della coscienza, dello spirito.

La vera trionfatrice è, ai miei occhi profani, la carità.

L'uomo si rende dapprima strumento di attuazione di un'idea superiore, una verità da rilevare;
ma successivamente, si mostra in tutta la fragilità delle sue contraddizioni.

È significativo ricordare il titolo originale del romanzo: Il Delitto e la Pena.
Era nelle intenzioni dell'autore sottolineare il carattere morale della punizione finale, e non giuridico.
Il protagonista sarà contemporaneamente autore e giudice delle sue azioni; il vero riscatto, lo sconto della colpa, passerà dal tormento psicologico e del corpo, al quale si sarà egli stesso sottoposto, fino a giungere ad un rinnovamento spirituale che sfocerà nel reale pentimento finale, e una ritrovata, insperata, rinnovata capacità d'amare.

Ce ne dà un indizio, Dostoevskij, quando ci presenta l'episodio evangelico di Lazzaro.
Per rinascere, Lazzaro dovrà innanzitutto morire.
Il Nuovo trova spazio solo se si è eliminato il Vecchio.
La riedificazione spirituale passa dall'abbattimento del vecchio sé e dalla rimozione di tutte le macerie.
Non si scappa dal giudizio di se stessi.
Il più terribile dei giudici è colui che ci guarda attraverso lo specchio.

Epilogo:

"Essi volevan parlare, ma non potevano.
Nei loro occhi c'erano le lacrime.
Eran tutt'e due pallidi e magri; ma in quei visi malati e pallidi già splendeva l'aurora di un rinnovellato futuro, di una piena risurrezione a nuova vita.
Li aveva risuscitati l'amore, il cuore dell'uno racchiudeva infinite fonti di vita per il cuore dell'altro."

Siamo sempre lì, al solito mantra:omnia vincit amor - aggiungo - semper!


ore 21.59 Casa mia

Ascolto questa canzone,
esprime esattamente come mi sento in questo momento: Someone you loved.

"I'm going under and this time I fear there's no one to save me
This all or nothing really got a way of driving me crazy."

Lo so, sono difficile e pesante. 
Forse è vero che non permetto a nessuno di avvicinarsi.
So soltanto che se provo a raccontare ciò che provo difficilmente qualcuno mi ascolta.
Così... "I guess I kinda liked the way you numbed all the pain".

C'è una cosa che ho dimenticato di scrivere a proposito del protagonista di Delitto e Castigo.

!!!ATTENZIONE ANTICIPAZIONE!!!

Il nome Raskòl'nikov significa "scissione": nomen omen!
Il suo tormento interiore lo strazia, divide; c'è una parte di sé conscio del delitto commesso, vorrebbe in un certo modo essere scoperto e pagare per la sua colpa, ma un'altra parte sprezzante e sostenitrice di un'idea folle di uomini e superuomini, sfida il sistema fino alla provocazione.
Non svelo altro.

Oggi mi sento nuovamente a pezzi; sono vittima e carnefice di me stessa.
Condannata ad una vita di solitudine, questa quarantena mi sembra solo una prova generale di quel che ne sarà di me.
Sono colpevole di omicidio: ho soffocato i miei sentimenti e annientato le mie speranze.

E fu sera e fu mattina...XIV giorno.

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