venerdì 20 marzo 2020

Undicesimo Giorno

“Il vero problema non è se le macchine sappiano pensare
ma se gli uomini lo facciano.”

Primo giorno di Primavera.
Nel 1904 nasceva Burrhus Frederic Skinner psicologo americano che studiò il comportamento umano e lasciò un'impronta profonda nella teoria del Comportamentismo, elaborando a partire dal comportamentismo classico, la teoria del comportamentismo operante.
Ho conosciuto il dott. Skinner qualche anno fa. 
Era il periodo dei sogni ad occhi aperti, dei progetti. Dei "ce la farò".
Quanto sono lontani ora. Più passa il tempo, più i colori perdono la brillantezza. Il sogno lascia il posto alla paura. Paura del futuro. L'incertezza toglie il fiato.
Unico conforto resta lo studio.
Assurdo.
Invidio i topolini della Skinner box.
Leva A scossa, leva B cibo, esploro ambiente, ripeto, imparo.
Va da sé che i topolini sono molto più intelligenti di me e soprattutto sono capaci di apprendere.
Invece la sottoscritta: legge, legge, annotata, ripete e non impara niente.
Ieri pensavo alla speranza. Finché il sole sorge abbiamo il dovere morale di credere che le cose miglioreranno.
Chissà se è vero che i fiori non lo sanno che è Primavera, ma fioriscono perché è il loro tempo.
O magari è la Pimpa che li sveglia, uno ad uno: prima le Primule, ovviamente, e poi tutti gli altri.

Oggi però una cosa bella è accaduta: inatteso, inaspettato, improvviso è arrivato un messaggio di Persona. 
Devo dirti come mi sono sentita? 
Quando è così...vero, spontaneo, mi toglie il fiato.
Proprio ora che il tatuaggio con la penna stava funzionando!
Ah, questo non l'ho mai raccontato: quando cerco di eliminare un'abitudine, o desidero ricordare una cosa, faccio un disegno sul polso sinistro. E funziona! In queste ore guardare il cuore spezzato mi ricordava che non dovevo scrivere, né disturbarlo.
E stava andando bene...
Poi mi ha scritto lui. Ho dovuto fare esercizi di respirazione per calmarmi. Mi sono detta che sarebbe stata una conversazione breve, perché era sicuramente impegnato. Chissà cosa lo ha spinto a scrivermi. Non lo saprò mai. Ma è stato bellissimo. Io cerco di fare come i ricci di Schopenhauer, anzi faccio l'istrice!, ma non è facile. Per nulla. Vorrei potergli dire di più. Vorrei potergli dire di me. Ma non credo gli interesserebbe. Quanto mi odio! Fossi stata migliore in passato, oggi non sarei così pessima. Oggi potrei aspirare almeno a parlargli. E invece sono una vera nullità. E devo chiudermi e restare in me stessa e non far scappare niente, nemmeno una particella di me.
Però mi ha scritto Lui. Lui a me. Sono in un'oasi di PACE...

Naturalmente la mia PAce è parziale. Come ho avuto modo di constatare non sono concentrata. Non riesco nemmeno a dare un senso al mio scrivere. I pensieri vagano e tornano sempre su argomenti scandagliati e analizzati profondamente.
Il Corona Virus su tutti.
Uno dei luoghi sui quali si è scagliato con maggiore violenza, devo ahimè ricordare, è Bergamo. La cittadinanza, i medici, tutti sono allo strenuo. Una situazione che umanamente non si può immaginare. Tempo fa vi ho trascorso un fine settimana con la mia amica V. Ne conservo un bellissimo ricordo. Al nostro arrivo ci accolse una pioggia torrenziale. Non dimenticherò mai il sacerdote che riaprì le porte della chiesa per permettere alle persone di trovarvi rifugio. Una città bellissima. Per raggiungere la cosiddetta "Bergamo alta" bisogna prendere la funivia. Ed è veramente divertente farlo. Almeno per me lo fu. Ma io, si sa, non sono mai cresciuta.
Porto nel cuore un ristoratore che la prima sera ci accolse con molta gentilezza benché, me ne resi conto in seguito, fosse molto tardi per un'attività che era stata aperta tutto il giorno. Quando mi scusai mi disse: "Non devi. È il mio lavoro e lo faccio volentieri. Si chiude quando l'ultimo cliente va via.".
Spero che stia bene lui e la sua famiglia. Dopo cinque minuti eravamo diventate "le sue polentine".
Tornerò in tutti quei posti dove sono stata felice. E sono sicura che la vita tornerà a fiorire ovunque.

Scriveva Ovidio:

“Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.”.

Questo virus si sta portando via molte persone anziane. Ci sta privando della nostra memoria, della nostra fragilità, della nostra gentilezza, del nostro buonsenso. Gli anziani li ho sempre visti come esseri superiori a tutti nel mondo. Hanno visto il mondo cambiare ma non hanno perso la loro capacità di amare. Il nostro mondo si sta raffreddando, sta perdendo il significato del vero amore. Ogni persona anziana che ci lascia è un dolore, una sconfitta, un impoverimento di tutta la nostra società. 

“Senza difficoltà non c’è nulla che abbia valore.”

Forse questa immane tragedia ci serviva per apprezzare ciò che la vita ci ha donato.
Per imparare ad amare.
Per tornare ad avere uno sguardo limpido su noi stessi e sugli altri.
Coltivo speranza...primo giorno di Primavera...magari sboccia qualcosa anche dal mio essere sterile.

E fu sera e fu mattino...XI giorno.

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