sabato 7 marzo 2020

I Promessi Sposi - Alessandro Manzoni

“Dio... non turba mai la gioia de' suoi figli,
se non per prepararne loro una più certa e più grande.”


Spero proprio che tu abbia ragione, caro Alessandro. A proposito: buon compleanno!
In questi giorni in cui il Covid-19 sta dominando le nostre vite, stavo ripensando alla storia di Gene e Dorothy. 
Metto il link del Corriere perché la foto è di una tenerezza infinita: nulla può separare due persone fatte per stare insieme.
Per un momento, lunghissimo, avevo pensato di mandare il link a Persona con la dicitura: "Rompi la routine partendo dal riconsiderare questo".
Altro che "dura più il mutuo dell'amore"! L'Amore quello vero dura oltre la vita terrena.

In questo periodo sto avendo l'onore di vedere la costruzione di un amore. 
È una cosa che mi fa stare bene. Riappacifica con l'universo. E scopre l'inutilità di un'esistenza, come la mia, che non sa amare.
A scuola ero foscoliana. Manzoni non aveva bisogno del mio sostegno; era benvisto e stimato dai suoi contemporanei e dagli ambienti culturali. 
A lui dobbiamo la realizzazione della nostra amata lingua, nel sogno di unire e creare anche un popolo italiano. Sogno che è tale ancora oggi.
Soffriva di depressione, come tutte le persone intelligenti, attacchi di panico, come tutte le persone sensibili e agorafobia, come tutte le persone insicure.
In altre parole sono una Manzoni contemporanea e l'ho capito solo ora (per quello che riguarda le patologie non le cause, ovviamente!).

La storia di Lucia e Renzo è forse l'unica che conosciamo tutti.
Ripensandoci, Manzoni è riuscito nel suo intento di unire un popolo.
Mi faceva impazzire l'esordio de I Promessi Sposi.
L'artificio letterario, non originale, direbbe qualcuno, che apre il romanzo è brillante: Manzoni racconta di aver ritrovato un manoscritto del Seicento e di averci messo su le mani per raccontarci la storia di due disgraziati che si vogliono sposare ma hanno scelto proprio un pessimo periodo storico per farlo.
Non si fanno mancare niente: dal bulletto locale alla peste, ne passano di ogni.
Alla fine però arriva la pioggia. Tutti i peccati sono lavati. E l'amore trionfa.

“Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!”

Diciamoci la verità: si stenta a credere che Lucia abbia potuto pronunciare simili parole, ma noi registriamo questo fatto e cerchiamo di non commentare. 
Quel "Addio, monti" è proprio del popolo italiano.
Un popolo di viaggiatori ed emigranti.
Forse ci siamo dimenticati le nostre origini. 
Odio e razzismo hanno preso il sopravvento.
Questo virus non ha cambiato il pensiero degli ottusi. 
Ma ha sicuramente scosso le coscienze di chi una coscienza l'aveva anche prima del Corona virus.
Da un punto di vista economico sarà una stangata peggiore di quella del 2008.
Io sono tra i pochi che non avendo niente, non perde niente.
Quel poco che può fare, continua a farlo tramite computer.
Ma il mio pensiero va a tutti quelli che in questo periodo sono disperati.
Hanno una famiglia da sostenere, un'azienda da portare avanti, un mutuo da pagare.
Spero che il risveglio da questo incubo sia vicino e che ci trovi più forti e uniti.
Lo scrivo, mentre la mia razionalità urla: illusa!
 Il divario tra il Nord e il Sud non si colmerà, e purtroppo non termineranno i pregiudizi.
Il pregiudizio si contrasta con la cultura, con l'informazione.
Ma se il Corona ha messo in luce il cancro dei tagli alla sanità, quello alla scuola rimane celato e ignorato dai più.

“Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.”


Speriamo di poter tornare presto a pianificare viaggi.
Di poter riprendere ad abbracciarci e baciarci, chi può...naturalmente.

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