mercoledì 11 novembre 2020

Il Brutto Anatroccolo - Hans Christian Andersen

Mise la testa sotto le ali,
quasi vergognoso di tanti complimenti e tanta fortuna:
lui che era stato per tanto tempo un brutto anatroccolo
era finalmente felice e ammirato.


Ci sono poche cose che non cambieranno mai nella mia vita.
Una, sicuramente, è la tenerezza che suscita in me questa fiaba.
Era il 1843 quando il mondo conobbe questa bellissima fiaba del già famoso Hans Christian Andersen.
Come fu già per la triste Sirenetta, molto probabilmente anche in questo racconto si può rintracciare il vissuto personale dello stesso autore.
Come lo sperduto anatroccolo, anch'egli veniva discriminato dai suoi coetanei a causa del suo aspetto sgraziato.
Se ci fossero dubbi, ricordo che in un'intervista Andersen disse che non aveva bisogno di scrivere un'autobiografia, visto che aveva già pubblicato Il Brutto Anatroccolo.
Forse è vero che i bravi scrittori sono un connubio di tecnica e talento.
Ma nell'idea romantica di mondo che gelosamente coltivo nel mio cuore, non posso proprio evitare di immaginare che alcuni abbiano avuto un animo tormentato e una vita appesantita da una sensibilità particolarmente spiccata.

Quanto ho pianto guardando questa immagine. Povero piccolo Anatroccolo. Avrei voluto cercarlo, consolarlo. Dirgli che era bellissimo. Che era speciale, unico.
Ho avuto un'infanzia felice, sono stata una bambina sorridente e fortunata. Eppure...
Eppure l'anatroccolo si è sistemato tra le pieghe del mio cuore e non c'è stato mai un momento, mai una situazione in cui si sia sentito cigno. E nessuno mai è riuscito a farlo sentire nel posto giusto.
Nessuno vuole il piccolo Anatroccolo. Questa è la verità. Lo accettano da Cigno. Nella trasformazione. Io l'ho sempre amato Anatroccolo. E non credo di riuscire a spostarmi da questa fase.
Ho imparato che la nostra crescita dipende dalla mente. Ma nel mio caso non funziona. 
Mai come in questo periodo so perfettamente cosa e chi vorrei. E mai come in questo periodo è tutto perfettamente impossibile da raggiungere. Questo non fa che aumentare in me un disagio, un senso di inappropriato che non va via. 
L'unico progresso che posso registrare è che sono riuscita a fare tutto quello che il mio cuore mi ha suggerito.
Se morissi oggi, in questo istante, non avrei nulla di sospeso.
Sono riuscita perfino a dire a Persona che per me è importante e non è uno qualsiasi. Ovviamente non credo abbia capito esattamente cosa volessi dirgli.
Poco importa.
Vado a dormire stranamente appagata oggi.
Io e Anatroccolo siamo insieme.
Ancora insieme.
Dentro di me c'è un mondo che non ha niente a che vedere con quello degli adulti. Un mondo in cui un leoncino di peluche è un amico vero, in cui le fiabe sono storia, in cui gli amori sono sinceri e profondi; gli orchi sono vegetariani, i bambini non si perdono. Un mondo in cui ognuno è libero di amare chi vuole, nessuno soffre di fame, le malattie non esistono. Tutti fanno il loro meglio e aiutano il prossimo, gli animali e l'ambiente. Un mondo in cui i mondi si intrecciano, si intersecano, si sovrappongono, ma non si schiacciano.
Un mondo in cui le streghe possono fare la calza, se ne infischiano della felicità altrui, non la invidiano, ne hanno una tutta personale e sono donne impegnate in attività di volontariato.
I gatti prendono il tè con i biscotti, i Pulcini gestiscono la sicurezza, gli agnellini cantano e gli arcobaleni sono scivoli acquatici.
Dentro di me c'è un mondo che ha paura di incontrare il mondo esterno e allora ha imparato a vivere nascosto. 


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