venerdì 6 novembre 2020

Il Sentiero dei Nidi di Ragno - Italo Calvino

Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi,
[...]
e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani,
sulla storia di domani del genere umano.


È il 1947 quando viene pubblicato il primo romanzo di Italo Calvino.
Ho difficoltà a credere che sia il primo.
Il protagonista è un bambino di dieci anni, Pin. Attraverso i suoi occhi viviamo tra i comuni montuosi dell'Estremo Ponente ligure, nella zona collinare di Sanremo (città che in questi giorni ha riempito il mio cuore e la mia fantasia).
Ciò che Pin vede è un territorio assediato dai tedeschi, che, prima alleati poi nemici, combattono violentemente contro i partigiani.
Il mondo di Pin è quello di un bambino sperduto che si scontra con la violenza e rozzezza degli adulti.
Il bambino ha bisogno d'amore, magia, tenerezza.
Il mondo degli adulti ha solo bisogni da soddisfare.
Non ha amici Pin, ma un posto tutto suo, un posto magico dove i ragni fanno i nidi, che un giorno riuscirà a mostrare ad un grande Amico, un vero amico, che capisca e che si possa capire, e allora a quello, solo a quello, mostrerà il posto delle tane dei ragni.

Ma se Pin racconta per la maggior parte del tempo luoghi, persone e fatti, ogni tanto si prende una pausa.
La guerra non è una cosa che i bambini dovrebbero vivere.
E così la narrazione, in quelle fasi, diventa in terza persona.
E per un breve momento, l'autore ci autorizza a sbirciare tra i pensieri di Kim, Kim come nel romanzo di Rudyard Kipling, uno studente di medicina, il comandante che si interroga sul furore dell'uomo e sul senso, sul significato della storia.
Siamo simboli, o qualcosa di più?


In queste pagine toccanti e profonde, riusciamo a incontrare il giovane Italo che appartiene al mondo universitario e borghese, che segretamente entra a far parte della Resistenza e conosce gente semplice, operai, pastori, coi quali condivide la vita partigiana, la vita di un mondo lontano.
Un libro che mi è piaciuto moltissimo.
E che le illustrazioni firmate Gianni De Conno, hanno impreziosito e reso poesia.

In questo primo giorno di Zona Arancione, senza voce, rinchiusa in casa per il raffreddore, devo dire che questa lettura mi ha afferrato il cuore.
Mi sento tanto fortunata a poter dormire nel mio letto pulito. 
Una coperta di malinconia si è appoggiata sulle mie spalle.
Anch'io vorrei qualcuno a cui mostrare il sentiero dei nidi di ragno, qualcuno con cui condividere questo segreto.
Qualcuno che mi tenga per mano.
Invece ci si sente sempre tanto soli tra le persone.

Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo,
si fa una striscia d’un cupo sempre più denso
ed ora è un grande urlo azzurro al di là d’una balaustra di colline e case.

Ci sono cose che si possono condividere con tutti.
Cose che bisogna tenere chiuse dentro di sé.
Ci sono poi cose che vorresti tanto confidare a qualcuno, come il piacere che si trova nel rintracciare il titolo di un libro nel suo testo, le paure, i desideri per il futuro.
Ci sono cose che se le condividi diventano piccole piccole, insignificanti.
O diventano le cose più belle del mondo perché le conoscono solo poche persone.

Vorrei tanto che tu fossi qui.
Ma tu non lo avverti il battito del mio cuore. Tu non mi senti.
Sei sordo al mio dolore, a tutto ciò che mi riguarda.

Fingo ancora di essere forte, di avere le idee chiare e che vada tutto bene.
E invece non ho nemmeno qualcuno con cui condividere dove i ragni fanno il nido.

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