lunedì 2 novembre 2020

La Simmetria Imperfetta - Johan Thor Johansson

Bisognava dare un motivo alla volontà di farcela.


Sto scivolando nel mio antro oscuro. Non ci credo più. Mi faccio schifo.
Mi sento inutile e non capisco che senso abbia la mia esistenza.
Gli animali nascono, cercano cibo, sanno che devono riprodursi e poi, ad un certo punto, smettono di fare qualsiasi cosa perché è il momento di morire.
Ma per l'umanità è diverso. C'è la poesia, l'arte, la sublimazione dell'anima, c'è Dio, c'è l'Amore. Ci sono le domande a cui dare risposta. Sono tante le cose che portano l'umanità a svegliarsi e ad andare avanti.
Mi sento esclusa dall'umanità. Sono un essere senza consistenza. Sono un vuoto voluminoso.
Vorrei sparire. Come quei palloncini che all'improvviso si sgonfiano e si gettano via (a meno che non intervenga un creativo che li trasformi in qualche simpatico giochino per bambini; ma sono storie rare e che esulano dal mio campo di incompetenza).

Tu pensi troppo! È per questo che sei sempre l'ultimo ad arrivare.

Non so come, ma anche questa giornata è finita. Ho letto un po' e mi sono imbattuta in questo interessante racconto dell'islandese Johan Thor Johansson. 
Il titolo è abbastanza emblematico. Una simmetria sfalsata, ma non asimmetria. Un nucleo riconoscibile, un asse simmetrico evidente, dal quale sorgono due ali che si riflettono l'una nell'altra, ma non sono perfettamente combacianti. Penso che ognuno di noi possa derivarne un significato diverso. 
Non c'è una sola chiave di lettura, valida per tutti.
Un'opera breve e originalissima. 
Che può essere letta sia dall'inizio verso la fine, sia al contrario. Come se ci fosse un specchio a riflettere la parte iniziale nella finale.
Onestamente geniale. Non avevo letto niente di così curioso.
Anche quest'opera l'ho scoperta grazie alla biblioteca magica e soprattutto, grazie a questo blog. In un modo o nell'altro questo spazio mi obbliga a non lasciarmi andare del tutto e riesce ad insegnarmi sempre qualcosa di nuovo, di bello.

L'anima come sintesi della relazione mente-corpo operata dalla carità.

Purtroppo sono un disastro colossale e non sono brava a trasmettere ciò che sento, ma questo racconto mi ha conquistato perché ai miei occhi, si è trasformato in un viaggio dell'anima. E l'anima vola seguendo una linea del tempo che non è retta. Può saltare da un punto all'altro; può tornare avanti o andare indietro. 


Mi è piaciuto incontrare un personaggio che si chiama Falco.
Mi ha subito riportato da il ragazzo che si chiamava Corvo di Kafka sulla spiaggia.

Io sono il tuo cuore e tu sei la mia vita! Guarda!
Tutto sta nelle tue mani, ma le tue mani non lo possono pensare.

Il mio problema più grande è che scelgo di aprirmi a persone meravigliose, il cui sguardo non sono in grado di sostenere. Così crollo inevitabilmente, sotto il peso delle sensazioni negative che sento di meritare.
Le mie mani sono sempre vuote perché non so vedere il loro contenuto. Mi sembra di fallire tutto. Sono allo sbando.

Tu vuoi sentirti libero, ma intendi la parola nel senso assoluto che nessun umano è in grado di vivere.
La tua idea di libertà finisce così per ridursi ad una serie di rinunce che potresti liberamente non fare.

Rinuncio perché sono stanca. Mi sembra che tu mi conosca, ma non penso che tu voglia capirmi. Allora mi abbandono alle tenebre. Lì non mi vede nessuno.

L'anima è di metallo flessibile
l'esterno è invece di un materiale artificiale che risulta troppo rigido quando viene sottoposto a certe sollecitazioni.

Invece la mia anima è in frantumi. E la sua voce è roca. Tanto ha urlato e ora cosa resta? Silenzio.
"Anche il silenzio va ascoltato."
Ma sono pochi coloro interessati a questa musica.


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