sabato 14 novembre 2020

Sabato: mi arrendo.

Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta
ed è la più terribile delle stanchezze.
Non è pesante come la stanchezza del corpo,
e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione.
È un peso della consapevolezza del mondo,
una impossibilità di respirare con l'anima.
(Fernando Pessoa)


Sono stanca.
Vorrei tornare a quei giorni sereni.
Con il vento tra i capelli, il mare nel cuore.
Quando avevamo la possibilità di incontrare gente diversa da noi, vedere luoghi nuovi.
Perdersi e chiedere aiuto.
Vivere avventure buffe e collezionare ricordi.

La vita è cambiata.
Dobbiamo lavorare per costruire una nuova routine.
Ma non ho energie da convertire in sogni.
Non ho più la forza di desiderare, di immaginare.
Il mio mondo si sta sgretolando.
Mi sento una vecchia lampadina a incandescenza.
Dicono brillino più forte proprio prima di spegnersi.
Forse è questo il senso del mio sentire di qualche giorno fa. La mia anima ha trovato ciò che cercava. E ora, sfinita dal tanto vagare, può concedersi il riposo. Può finalmente lasciarsi andare.
E allora perché mi sento così persa?
Vado a fondo e non c'è nulla che mi tenga a galla.
Sono stanca.
Che senso ha la mia vita? Perché mi sono sempre comportata bene? Perché ho lasciato andare ciò che non voleva essere trattenuto? Perché non riesco mai a conquistare un traguardo?
Lo so: bisogna fare la cosa giusta perché è l'unica cosa giusta da fare.
E il resto?
Le mie mani sono vuote, il mio cuore una landa desolata.
Perché nessuno mi ama?
Se non ci fossero Amica e Cugina, io sarei già morta.
In modi diversi, mi fanno sentire parte della vita.
Amica mi dice cosa fa, cosa deve fare, condividiamo pensieri quotidiani, battute e momenti d'affetto.
Cugina vive con me i suoi sbalzi d'umore, un caffè al volo, programmi per decorazioni di Natale.
Dal serio al faceto, sempre insieme.
Sono la mia àncora, mi aiutano a non andare alla deriva.

Ma il pensiero è crudele.
Mi tormenta, mi tortura.
Anche il mio mondo immaginario è diventato nemico.
Non sono felice nemmeno lì.
Mi insulti e mi prendi in giro anche lì.
Mi arrendo.
Hai vinto.
Non parlo più.

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