sabato 7 novembre 2020

Il Mestiere dello Scrittore - Murakami Haruki

Ci sono cose delle quali, più si dice onestamente quello che si pensa,
più si rischia di suonare falsi e arroganti.


Come auspicabile e facilmente prevedibile, non farò mai la scrittrice.
Tuttavia questo piacevole saggio di Murakami Haruki mi ha fatto venire una voglia matta di leggere, leggere e leggere ancora.
Da I Demoni di Dostoevskij, a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, fino alle poesie di Jorge Luis Borges, penso che se non dovessi scrivere più per leggerli, non sarebbe una grande perdita per nessuno.
Il mondo può fare a meno della mia spazzatura virtuale, mentre il mio cuore inizia a pensare di non poter fare a meno di queste opere.
Credo che sia giunto il momento per me di prendermi una soddisfazione, farmi un regalo. Credo proprio che mi butterò a capofitto nella lettura di Joyce. Lo rincorro da tempo, e come fu per Anna, è giunto il momento di abbandonarmi a Ulisse.

Questo ennesimo delirio lo devo al dolore che sto provando lì nel petto, a sinistra.
E solo Murakami poteva instillarmi l'energia giusta per dimenticare i miei mali e andare avanti, disegnare una frontiera da raggiungere.
Perché nessuno ne parla mai, ma a volte anche la vita del lettore è difficile.
Non sempre il libro influenza il suo umore; a volte accade il contrario. L'umore del lettore influenza le atmosfere del romanzo. O magari è sempre così. E la lettura ne risente a volte, in modo negativo. Il gusto stesso del leggere ne viene alterato.
Oggi ho preso questa decisione. E non vedo l'ora di salpare per Itaca! (Sì, magari non è questo il tema del libro che, altrimenti, si sarebbe chiamato Odissea, no?)


Ma torniamo all'amico di oggi.
Questo saggio, fu pubblicato in Italia qualche anno fa, e com'è stato giustamente detto "profuma di evento".
Perché? Perché Murakami è uno scrittore che dà tutto se stesso nelle sue opere, ma nella dimensione umana è molto schivo e riservato.
Sentirlo raccontare (sì è proprio così, alcune pagine non si leggono, si ascoltano) il suo laboratorio, il suo mondo di scrittore, è stata un'avventura nuova, probabilmente rara, piacevolissima e costruttiva.
Attraverso un percorso costituito da XI tappe ridisegna la mappa della sua scrittura, dagli esordi all'oggi.
Mi piace la sua schiettezza e anche, perché no, la sua sicurezza. In patria non è stato trattato benissimo dagli esperti del settore, ma credo che abbia sempre avuto un numero cospicuo di lettori appassionati che lo hanno seguito sempre con fiducia ed entusiasmo. 
Magari non sono la più entusiasta, ma adoro Murakami. Mi piace molto come scrive. Mi sono innamorata delle atmosfere che crea e della musica che accompagna ogni intreccio, ogni palpito del cuore dei suoi personaggi.

Alcuni romanzi riescono a creare alcuni aspetti dello scrittore.

La differenza tra la narrazione in prima e terza persona non è solo una questione grammaticale. E lui la analizza e spiega con maestria e semplicità. Ecco cos'altro mi piace: lo capisco sempre. Parla in modo diretto e riesco a capirlo senza problemi. 
I suoi personaggi hanno tante sfaccettature e riflettono la luce della vita sotto l'aspetto di tanti colori diversi, come fanno i diamanti. E penso sia giusto così, che nella vita non ci sono persone tutte buone o tutte cattive, fatta qualche eccezione.

A volte le tenebre sono piene di cose pericolose.
La creatura che vive lì sotto può prendere forme diverse per confonderci le idee [...]
Basta un attimo di distrazione per smarrire la strada, e non riuscire a tornare in superficie.

Ha ragione Murakami, quando dice che l'arte di scrivere è un'arte solitaria. E che ci vuole un ottimo equilibrio tra le forze fisiche e quelle dello spirito per non fallire.
Ci vuole molta disciplina per scrivere e rimanere sul ring della letteratura per tanto tempo.
Lo sosteneva anche la mia prof. di Italiano: "Cosa pensate, che Dante scrivesse sotto ispirazione?". E buonanotte a tutti i nostri sogni romantici di liceali.
In questo libro ho trovato un po' della mia solitudine e della mia oscurità, ma ho ritrovato anche Persona.
Si parla di originalità, di talento, di scrivere e inventare una trama. Allora Murakami ci consiglia di leggere, di accumulare esperienze, incontrare gente, osservare senza giudicare; di costruire una specie di armadio come quello da cui E.T. (proprio l'extraterrestre!) assemblerà una radio per chiamare la lontana Stella Madre, pieno zeppo di cose che prima o poi torneranno utili per una narrazione.
E allora ho pensato: io sono una grande vuoto senza senso, Persona è magia.

La qualità degli ingredienti non è molto importante.
Quella che non può mancare, invece, è la magia.

Senza Persona, le finestre che erano state spalancate sulla facciata del mio spirito, si sono richiuse violentemente. Non entra più nemmeno uno spiffero d'aria fresca e leggera a smuovere la sensazione di morte che ora sovrana e indisturbata, aleggia, signora di ogni angolo recondito.


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