Ci sono cose delle quali, più si dice onestamente quello che si pensa,
più si rischia di suonare falsi e arroganti.
Come auspicabile e facilmente prevedibile, non farò mai la scrittrice.
Tuttavia questo piacevole saggio di Murakami Haruki mi ha fatto venire una voglia matta di leggere, leggere e leggere ancora.
Da I Demoni di Dostoevskij, a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, fino alle poesie di Jorge Luis Borges, penso che se non dovessi scrivere più per leggerli, non sarebbe una grande perdita per nessuno.
Il mondo può fare a meno della mia spazzatura virtuale, mentre il mio cuore inizia a pensare di non poter fare a meno di queste opere.
Credo che sia giunto il momento per me di prendermi una soddisfazione, farmi un regalo. Credo proprio che mi butterò a capofitto nella lettura di Joyce. Lo rincorro da tempo, e come fu per Anna, è giunto il momento di abbandonarmi a Ulisse.
Questo ennesimo delirio lo devo al dolore che sto provando lì nel petto, a sinistra.
E solo Murakami poteva instillarmi l'energia giusta per dimenticare i miei mali e andare avanti, disegnare una frontiera da raggiungere.
Perché nessuno ne parla mai, ma a volte anche la vita del lettore è difficile.
Non sempre il libro influenza il suo umore; a volte accade il contrario. L'umore del lettore influenza le atmosfere del romanzo. O magari è sempre così. E la lettura ne risente a volte, in modo negativo. Il gusto stesso del leggere ne viene alterato.
Oggi ho preso questa decisione. E non vedo l'ora di salpare per Itaca! (Sì, magari non è questo il tema del libro che, altrimenti, si sarebbe chiamato Odissea, no?)
Questo saggio, fu pubblicato in Italia qualche anno fa, e com'è stato giustamente detto "profuma di evento".
Magari non sono la più entusiasta, ma adoro Murakami. Mi piace molto come scrive. Mi sono innamorata delle atmosfere che crea e della musica che accompagna ogni intreccio, ogni palpito del cuore dei suoi personaggi.
Alcuni romanzi riescono a creare alcuni aspetti dello scrittore.
La differenza tra la narrazione in prima e terza persona non è solo una questione grammaticale. E lui la analizza e spiega con maestria e semplicità. Ecco cos'altro mi piace: lo capisco sempre. Parla in modo diretto e riesco a capirlo senza problemi.
La creatura che vive lì sotto può prendere forme diverse per confonderci le idee [...]
Ci vuole molta disciplina per scrivere e rimanere sul ring della letteratura per tanto tempo.
Lo sosteneva anche la mia prof. di Italiano: "Cosa pensate, che Dante scrivesse sotto ispirazione?". E buonanotte a tutti i nostri sogni romantici di liceali.
Si parla di originalità, di talento, di scrivere e inventare una trama. Allora Murakami ci consiglia di leggere, di accumulare esperienze, incontrare gente, osservare senza giudicare; di costruire una specie di armadio come quello da cui E.T. (proprio l'extraterrestre!) assemblerà una radio per chiamare la lontana Stella Madre, pieno zeppo di cose che prima o poi torneranno utili per una narrazione.
E allora ho pensato: io sono una grande vuoto senza senso, Persona è magia.
Quella che non può mancare, invece, è la magia.
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