Quella che è arrivata illibata alla vecchiaia;
La professoressa miope,
La segretaria con gli occhiali neri,
La signorina pallida occhialuta
[...]
Tutte 'ste matrone rispettabili
Con le loro labbra maggiori e minori
Finiranno per farmi uscir di senno.
Nicanor Parra, classe 1914. Quando il mio libro di poesie, cioè quello del prof. Bonino, è stato pubblicato era ancora in vita.
Purtroppo ci ha lasciato nel 2018.
Si è sempre definito l'antipoeta per antonomasia.
Fu poeta, matematico e fisico. Il Cile è stata culla di molti poeti; per dirne uno: Pablo Neruda è nato in Cile. E oggi ho bisogno di lui, del suo senso dell'umorismo.
Parra si distinse per uno stile che possiamo definire libero e sarcastico. Il suo umorismo ha toccato sfaccettature "nere". Fu docente di matematica e fisica e nel suo lungo viaggiare intersecò la vita con le opere di Thomas S. Eliot, Ezra Pound (che devo recuperare in qualche modo) e Walt Whitman.
Parra fu un uomo tutt'altro che facile..
Ad un certo punto della vita decise di non rilasciare interviste, di non vedere più il mondo come il mondo pretendeva di essere visto.
Tuttavia a volte parlava con gli altri. E sono forse più famose le sue non-interviste che la sua produzione poetica.
Quando diciamo antipoeta possiamo dire tante cose: uno che scrive spezzando le leggi della metrica, uno che vuole desacralizzare l'uomo e il mondo; ma pensando a Parra come antipoeta, per me, si esprime l'idea del vero poeta: cioè l'uomo che scende dal piedistallo e parla a tutti dei sentimenti umani.
In questa giornata storicamente triste, (basta sfogliare i titoli dei giornali per rendersi conto di quali possano essere i miei pensieri), voglio proprio ricordare questo uomo favoloso e sua sorella Violeta Parra, poetessa cantautrice e pittrice. Violeta ebbe una vita difficile, piena di ristrettezze e sacrifici. Studiò da autodidatta; si creò da sola e da sola decise di smettere di vivere. Ha amato tanto: la sua terra, la sua famiglia e un uomo.
Le sue canzoni sono piene di sentimento.
I talebani si sono ripresi Kabul e l'Afghanistan dopo vent'anni; ed io sono stanca di tutta questa maledetta indifferenza.
"Denaro, denaro, e ancora denaro."
Alla gente non interessa altro.
Ho letto di ragazze afghane così spaventate, da aver distrutto i propri certificati di laurea, di studi, per timore di ritorsioni. I talebani chiedono le liste dei nomi di donne-ragazze-bambine tra i 12-45 anni per essere consegnate come bottino di guerra.
Sono stati cancellati i poster di donne "con pose occidentali" dai muri. Gli autisti degli autobus si rifiutano di farle salire. SIAMO NEL TERRORE VERO.
Lì le donne non contano. Contano meno che in altri posti.
Tra qualche settimana si spegnerà l'eco mediatico. E passeremo a parlare di altro.
Il terremoto di Haiti, i suoi morti, è già da seconda? forse terza pagina.
Il covid e la politica non mollano: si cinguetta pigramente dalle spiagge assolate.
SIAMO NEL TERRORE VERO.
Mi ritengo fortunata. Sono nata in un paese pieno di contraddizioni ma ancora civile.
Odio i talebani con tutto il cuore. Li ho odiati quel lontano 11 settembre. Continuo ad odiarli oggi. (Forse è da quel giorno che è cambiato qualcosa in me.)
La poesia di Violeta mi sembra il modo migliore per concludere questo post.
Violeta Parra: Al centro dell'ingiustizia
Cile confina al nord con il Perù
e con il Capo Horn confina al sud.
S'innalza verso oriente la cordigliera
e a occidente risplende la costiera,
la costiera.
Al centro stanno le valli coi lor splendori
dove crescono in fretta i lavoratori.
Ogni famiglia conta molti bambini
nella miseria vivono in case comuni,
incase comuni.
ma a scapito del sangue degli sgozzati.
Davanti allo stemma più arrogante
l'agricoltura pone le sue domande,
le sue domande.
Ci vendon le patate nazioni varie
mentre sono del Cile originarie;
davanti alla bandiera dei tre colori
pongon molti problemi i minatori,
i minatori.
Produce il minatore
del buon denaro
ma per il portafoglio
dello straniero,
esuberante industria dove lavorano
per pochissimi soldi molte signore,
molte signore,
e son costrette a farlo, perché al marito
non gli basta la paga del mese andato.
Per non sentir la spina del dolore
nella notte stellata levo un clamore,
levo un clamore.
Bella sembra la patria
signor turista
però non le han mostrato
le callampitas.
Mentre spendon milioni
in un momento,
di fame muore la gente,
che è un portento,
che è un portento.
Molto denaro in parchi
municipali
e la miseria è grande
negli ospedali.
Proprio nell'Alameda de
las Delicias
il Cile confina col centro
dell'ingiustizia.
Oggi l'Afghanistan confina con il centro dell'ingiustizia.
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