venerdì 24 aprile 2020

Quarantaseiesimo giorno

"Tu non sai quello che dici" rispose l'angelo.
"Non c'è nessuna tragedia, ma l'inevitabile. Tutto ha la sua ragione d'essere: devi solo saper distinguere fra ciò che è transitorio e ciò che è definitivo".
"Che cos'è transitorio?" Domandò Elia.
"L'inevitabile".
"E che cos'è definitivo?".
"Le lezioni dell'inevitabile".
E dicendo questo l'angelo si allontanò.

(Monte cinque, Paulo Coelho)

Anche la citazione giusta...

Ieri sera è successa una cosa inaspettata, non voluta.
Il Destino, questa volta, mi ha tirato uno scherzo davvero crudele. 
Non ero pronta.
Lo sapevo che era inevitabile, ma non ero pronta.

Ci sono due cose che mi rodono anima e cervello. 
Di cui evito accuratamente di parlare.
Ma davanti ad una domanda diretta non so mentire.
Ieri sera la domanda me l'ha posta Persona.
Se non avessi risposto avrebbe dedotto. Ho scelto di rispondere.
E ora mi sento nuda, priva di difese.
Non è più questione di maschere e armature.
Non mi ero mai sentita così minuscola e vulnerabile.
Non avrò mai più il coraggio di scrivergli ora che conosce la mia vergogna più intima.
Né saprò più come scrivergli se mai dovesse farlo lui. 
Probabile che non accada mai più.

Infine muore questo sogno bellissimo e delicato che avevo portato nel cuore per così tanto tempo.
Il modo mi ferisce.
Parlo di Destino perché è successo in una sequenza senza senso, imprevedibile.
Ancora oggi mi chiedo come sia accaduto.

Ho solo bisogno di tempo per attutire il colpo.
Mi sento violata. Scippata. Mi è stata rubata la cosa più bella del mondo e non sono riuscita a fare niente per evitarlo.
Ma com'è possibile?
Come andrò avanti.
Nel giro di dieci giorni mi è crollato tutto il mondo addosso.
Come se mi avessero scoperchiato casa.
Che senso ha vivere senza sogni da coltivare. Senza aspettative. Senza programmi.
Sembra che tutto ciò che viene toccato dal mio sguardo, dal mio desiderio, si dissolva.
Non capisco.
Perché?



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