mercoledì 29 aprile 2020

Cinquantunesimo giorno - Emma - Jane Austen

"Ed ero io stesso a creare
quel che vedevo."

Speravo, davvero! sono sincera, speravo di sbagliarmi.
Ma alla fine Emma non mi è piaciuto. In un primo momento ho perfino avuto difficoltà a riconoscere la scrittura della Austen.
Dov'era finita la sua ironia? Poi ho conosciuto il signor Woodhouse e la signorina Bates e, almeno da quel punto di vista, mi sono riappacificata con la lettura.

"Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere."

Inizia così la storia di Emma. Non vorrei essere fraintesa, la lettura  vola, perché la scrittura di Jane Austen è leggera, brillante, coinvolgente.
Ma gli ultimi capitoli non li ho compresi. Per me superflui, li ho letti di malavoglia.

Tutti noi siamo felici che Emma non abbia conosciuto alcun dolore.
Ma cara Austen la tua eroina non può piacere perché, francamente, che sia intelligente lo hai solo scritto, lasciato credere anche agli altri personaggi.
Ma non lo hai dimostrato.
Un romanzo che doveva parlare di fraintendimenti amorosi, eppure a me tutto era chiaro.
Mi assumo la responsabilità delle mie parole, ma Emma Woodhouse mi ha ricordato Caroline Bingley!
Le riconosco il pentimento. Non è da tutti fare ammenda.
Ha conquistato il cuore del signor Knightley, quindi non deve essere così male. Evidentemente sono io quella sbagliata che non ha visto le sue doti.
Il signor Knightley è il mio Persona. 
Colto, compassionevole, riservato.
Dotato di alta moralità, è gentile coi deboli, non ammette ingiustizie.
Elegante, anche senza una carrozza!
Parla con risolutezza e autorità.
Nel suo cuore pulsa un cuore appassionato e capace di sentimenti profondi e infiniti.

“C’è una cosa che un uomo può sempre fare, se lo vuole, ed è il suo dovere;
non tramite manovre e astuzia, ma con grinta e decisione.”

L'unico che parla di amore. 
Mentre a me lei sembra solo concentrata sulla necessità di tenere separate le classi sociali.
La ritenevo più simpatica quando rifiutava l'idea del matrimonio.
Sono rimasta delusa. Volevo la mia scena d'amore appassionata e coinvolgente.
Sono rimasta a bocca asciutta.


Ma la mia determinazione nel finire un libro che non mi ha rapito dalle prime pagine, è stata compensata con questa citazione che rincuora le persone silenziose come la sottoscritta:

"La riservatezza è difensiva, non attraente.
Non si riesce ad amare una persona riservata."

Mi sento quasi riscattata. Non è una colpa essere riservate. Semmai non è attraente.
Verissimo! La riservatezza alza muri, crea distanza. Pochi sono interessati alla fatica. A scalare, aggirare ostacoli. E nel mio caso... non ne vale proprio la pena.

Come ho scritto prima, riscatto Emma per la capacità che ha avuto di riconoscere i propri errori.
Ma non è stata capace di capirsi innamorata se non quando ha rischiato di perdere il suo Amore.
Tuttavia mi piace questa descrizione, pensata per la persona sbagliata, eppure:

"Certo che devo esserlo", si diceva.
"Questa sensazione di abulia, di stanchezza, di stupidità, questa difficoltà a stare seduta e a occuparmi di qualcosa, questo sentimento che ogni cosa intorno sia noiosa e insulsa!
Devo essere innamorata."

Infine, sono felice di averlo letto.
Ho avuto la conferma che i miei gusti non incontrano quelli degli altri.
Orgoglio e Pregiudizio resta superiore.
Ma il mio preferito, al momento, continua a rimanere Cime Tempestose, altra scrittrice, altra storia, altro tormento.

Anche questa giornata è finita. Sto bevendo caffè in quantità industriali.
Continuo ad essere triste.
Evito di scrivere.
Non ho più il coraggio di fare figuracce con Persona. 
Mi vergogno. Mi manca. 
Resta il padrone del mio cuore, ma devo accettare che anche i sogni finiscono.
Spero stia bene. Che sia felice. 

E fu sera e fu mattina...LI giorno.

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